Capitolo
I
Io
e Scott eravamo amici ormai da tanti anni e forse una volta avevo anche una
cotta per lui. Ma è stato tanto tempo fa.
Non
avrei mai potuto immaginare che dietro a quel faccino da bravo ragazzo si
nascondesse un oscuro segreto.
Un
segreto che io ho scoperto troppo tardi.
-Valerie!
Ti vuoi svegliare o no? Sono le sette del mattino! Farai tardi a scuola!-.
La
voce di mia madre rimbombava nella stanza e nella mia testa. Non avevo proprio
voglia di andare a scuola quella mattina.
Non che di solito ce l’avessi.
Dovevo
pure fare un compito di chimica e questo mi scoraggiava ancora di più.
Ma,
preso coraggio, mi alzai dal caldo letto e scesi giù, mangiando qualcosa al
volo e salutando mia madre.
-Faresti
meglio a mangiare qualcosa in più. Ti aspetta una giornata faticosa-
Le
sue parole erano di rimprovero, come al solito.
La
ignorai e salii di nuovo in camera. Mi cambiai velocemente e corsi di nuovo
giù.
-Buona
giornata mamma-.
Uscii
di casa senza sentire la sua risposta e sfrecciai in direzione del pullman che
mi stava passando proprio in quel momento davanti agli occhi.
Con
un super balzo riuscii a prenderlo al volo e, appena salita, emisi un sospiro
di sollievo.
Che
noia. Sempre le stesse facce. Sempre la stessa routine. Ci vorrebbe qualcosa di
diverso in questa vita. Qualche avvenimento sconvolgente. Questo era quello che
avrei voluto.
Mi
sedetti vicino a Matt, un mio compagno di scuola.
Sapevo
che ci provava con me da tipo, la terza media, ma, io facevo finta di ignorare
tutti i suoi segnali, se così li posso chiamare.
-Ciao,
Valerie -. La sua voce imbarazzata di prima mattina
mi fece sorridere.
-Posso
sedermi accanto a te?-
-Certo-
e scostò lo zaino per farmi posto.
-Studiato
per il compito?- mi chiese, ed io lo guardai dritto negli occhi. Era davvero un
bel ragazzo. Dovevo sentirmi fortunata ad avere le sue attenzioni, un sacco di
ragazze a scuola gli morivano dietro. Gli volevo bene, a modo mio, ma, di certo
non ricambiavo i suoi sentimenti. Gli mancava qualcosa, ma, non sapevo cosa di
preciso.
-Si,
certo che ho studiato- gli risposi acida. Forse sarei dovuta essere più gentile
con lui.
La
mia risposta gelida lo zittì e non disse niente per tutto il tempo.
Giunti
a scuola stavo scendendo dall’autobus, quando lui mi disse -dopo di te- ,
facendomi passare davanti.
Lo
ringraziai sfoderando il miglior sorriso che avevo, sperando che bastasse a
scusarmi.
-Val!- un
urlo mi assalì.
Era
Stiles.-
-Amico
mio caro!- lo abbracciai e lui ricambiò l’abbraccio tenendomi stretta più di
quanto avessi voluto.
-A
cosa devo tutto questo affetto, oggi?-.
-Niente,
perché pensi sempre male?- disse dandomi un pizzico. Risi. Sapeva sempre come
mettermi di buon umore.
-Dov’è
Scott?- gli chiesi.
-Ah…
sta venendo- disse non molto convinto.
-Dobbiamo
fare un compito e con la situazione che si ritrova farebbe meglio a non
combinare casini-.
Stiles mi
diede ragione e poi tentò di cambiare argomento parlando di ciò che aveva fatto
la notte scorsa.
-Non
ci crederai mai, ma, siamo andati nel bosco, dove è stata uccisa quella ragazza,
ne hai sentito parlare?-
-No,
non ne so niente cosa è successo?-
-Pare
sia stata uccisa da un leone di montagna.-
-Leone
di montagna?-
-Si,
ma io e Scott non ci credevamo, così siamo andati a controllare e…-
Driiin!
Suona la campanella.
-Forse
è meglio se entriamo, non voglio fare tardi- gli dico e quasi lo trascino in
classe -e Scott?-.
-Arriverà.
O almeno spero-.
In
classe il professore ci diede i fogli. Saranno state almeno quattro pagine, in
un ora poi!
Io
e Stiles ci guardavano con aria preoccupata, anche se
lui mi sembrava troppo in pensiero. Alla fine era solo un compito di chimica e
potevamo permetterci entrambi di prendere un brutto voto, visto le medie alte
che avevamo.
La
cosa che mi preoccupava di più era quale fine avesse fatto Scott.
Neanche
il tempo di pensarci che entrò dalla porta di corsa.
-Prof,
scusi il ritardo- Scott alzò gli occhi al cielo, guardandomi.
-Che
fine hai fatto?- gli sussurro.
-Ci
sono state… novità-.
Novità?
-Signor
Mcall, può avere almeno la decenza di non parlare?-
lo rimproverò il professore.
Odiavo quella materia. Odiavo quel
professore. E odiavo anche Scott che mi stava nascondendo qualcosa.
-Allora
me lo dici o no che fine hai fatto?- gli dico brusca quando finiamo il test.
C’è anche Stiles accanto a lui.
Si
scambiano uno sguardo.
-Ne
parliamo un’altra volta, d’accordo?-.
Resto
delusa. –Ok-.
Mi
dirigo verso il mio armadietto. Non lo avevo mai visto così strano, di certo
tramano qualcosa lui e Stiles. Ma che cosa diamine
sta succedendo?
-Dov’è
andato Scott?- una voce minacciosa proveniente da dietro le mie spalle mi
spaventò.
Mi
girai per guardare chi fosse. Era un ragazzo dai capelli neri, la barba incolta
e due occhi verdi intensi. Lo fissai un attimo esterrefatta. Cavolo se era
bello, ma chi era? Indossava una giacca nera con una maglietta grigia sotto,
aderente. Poteva avere si e no ventitré anni. Cos’era che mi aveva chiesto?
-Allora,
sai dov’è si o no?- disse brusco.
Mi
ricordò il mio umore nero di quella mattina.
-Era
qui con me fino a cinque secondi fa, ma non so dove è andato adesso- gli
risposi cercando di dirgli tutto ciò che sapevo.
Non
disse niente per ringraziarmi e se ne andò.
Stiles mi
travolse con un milione di domande.
-Che
cosa ti ha detto? Voleva qualcosa da te? Ha accennato a fatti assurdi?-.
-Stiles,
che diamine dici, voleva solo sapere dove è andato Scott!-
Emise
un sospiro di sollievo.
Da
lontano vidi Scott che parlava con quello strano ragazzo. Cosa avevano di tanto
importante da dirsi?
-Lui
chi è?- chiesi a Stiles.
-Derek Hale. Faresti meglio a stargli lontana, Val. è un ragazzo
pericoloso-.
Gli
dissi che non mi interessava e che lo avrei evitato.
Quanto avrei voluto mantenere quella promessa.