Chiusi gli occhi respirando forte e riempiendomi i polmoni di aria fresca. Il profumo di erba e fiori mi invase le narici. Sollevai lo sguardo, un piccolo geco
aveva attirato la mia attenzione muovendo le foglie della pianta rampicante che copriva uno dei pilastri del portico. Amavo stare seduta lì sotto,
c’era sempre un bel venticello e trovandosi dall’altra parte della casa, c’era sempre un bel silenzio. Spostai la sedia di legno scuro senza fare rumore e mi sedetti appoggiando i gomiti al tavolo. Una leggera folata di vento fece suonare il piccolo acchiappasogni di legno legato alle assi del tetto.
Sentii anche la porta che portava all’interno chiudersi e dei passi dietro le mie spalle.

-Ciao...-

Non fece nessun rumore spostando la sedia e sedendosi di fronte a me.

-Ciao- risposi flebilmente

Lo scrutai mentre mi fissava immobile. I capelli tinti di un castano misto ad arancio gli cadevano leggeri sulla fronte e gli facevano apparire
gli occhi più scuri e grandi di quanto non lo fossero di già. Indossava la sua t-shirt bianca preferita, quella con le scritte colorate sul petto.

-Perché mi stai fissando?- i suoi occhi erano fissi nei miei

-Anche tu mi stai fissando- serrai gli occhi appena senza muovere il resto del corpo.

-Perché ci stiamo fissando?-

Inclinai la testa e lasciai cadere la sua stupida domanda senza rispondere. Mi voltai a guardare il grande prato alla mia sinistra,
l’erba alta era mossa dal vento e l’acqua dello stagno era piatta e specchiava le nuvole che passavano leggere nel cielo azzurro sovrastante.
Tornai con lo sguardo su di lui, stava seguendo con le dita le venature del legno del tavolo e continuava a fissarmi.

-Che c’è?- chiesi muovendo appena le labbra

Si limitò a tirare su con il naso e a fare un impercettibile sorriso. Scivolai in avanti sulla sedia avvicinandomi al tavolo e appoggiai le braccia sul ripiano di legno.

-Hai un insetto sulla spalla- spostò lo sguardo dal mio viso alla mia spalla lentamente un paio di volte

Sospirai.

-Se fosse vero tu saresti già scappato in preda ad una crisi di panico, urlando come una donna isterica e correndo per tutto il prato con le braccia all’aria –

-E se invece fosse vero ed io da bravo ragazzo ho fatto appello a tutto il mio autocontrollo e sono seduto qui calmo e tranquillo?-

Mentre parlava fece una strana espressione e sgranò leggermente gli occhi. Risi appena, coprendomi la bocca con la mano destra.

-Oleeeh-

Sussurrò appena quel verso di ovazione e sorrise, sempre senza staccare gli occhi dai miei. Corrucciai la fronte, assumendo un espressione interrogativa.

-Ti ho fatto sorridere, avevi una brutta espressione quando sono uscito qui fuori-

Mi sfiorò una guancia con le dita della mano sinistra e il vento leggero fece arrivare a me il profumo del suo dopobarba.

-Mi piace quando sorridi-

-A me non piace quando mi fissi-

Appoggiò i gomiti al tavolo e la testa alle mani. Tra di noi era come una guerra, iniziavamo a fissarci fin quando uno dei due sarebbe scoppiato a ridere.
Da lì a poco avrebbe iniziato a fare delle facce buffe per cercare in tutti modi di strapparmi un sorriso, ed io sarei rimasta impassibile, non avrei mai perso.
Perché stupidamente non avrei mai avuto il coraggio di dirgli che quel gioco mi piaceva, che mi piacevano i suoi occhi, che mi piaceva lui.
Ma ne sono sicura, lui infondo lo sapeva.



 

~

Grazie mille per averla letta! Mi farebbe davvero sapere cosa ne pensate.
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