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Autore: Prima    14/01/2013    1 recensioni
"Si volta verso me guardandomi dritta negli occhi. I nostri sguardi si incontrano per qualche secondo. Riesco a farle capire che sto dicendo la verità e lei mi crede. Lo capisco perché adesso non mi guarda più con sfida, ma con dolcezza. Con quell'amara dolcezza della sconfitta. Quella che provi solo se ti fidi ciecamente di una persona. Quella che sta provando lei perché si fida ciecamente di me."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono già le 15:30. Dove sarà? Esco fuori in balcone e non vedo nessuno. Un'aria gelida sfiora delicatamente il mio collo. Avverto alcuni brividi sulla schiena. Rientro in casa quasi correndo in punta di piedi. Sento il telefono squillare. Eccola: Eleonora. 
"Scusami se sono in ritardo, è che il pullman non arrivava più... Maledetto 13!" dice.
"Tranquilla. Ora però sbrigati..."
Faccio in tempo a finire la frase che già chiude la chiamata. Getto il telefono nella borsa e prendo il portafoglio. 10 euro. Ma sì, vanno bene. Getto anche quello nella borsa e mentre lo faccio sento il campanello di casa suonare. E' lei. Esco di casa salutando con un bacio frettoloso mamma. E poi la vedo lì, seduta sulle scale che mi aspetta. Meravigliosa come sempre. Impacciata e concentrata nel leggere, penso, un messaggio nel suo telefono. Scendo gli ultimi scalini e le do un delicato, ma non troppo, schiaffo sulla nuca. Si volta di scatto. 
"Cos'è? Una nuova moda? Ora si saluta dando gli schiaffi?" dice ironicamente e quasi urlando.
"Vieni qui, và..."
Così dicendo si avvicina a me e ci scambiamo quei due soliti bacini sulla guancia che spesso sono insignificanti, eppure oggi sembrano così diversi. Perché? 
Ora, però, non c'è tempo per pensarci. Abbiamo così tante cose da fare!
E' ancora seduta sulle scale, come se ci fosse tutto il tempo del mondo... Ma no, non c'è tempo. La prendo per mano e inizio a correre. La strattono e la tiro, mentre lei ride e non rimette in borsa quel cellulare. Intanto le spiego che oggi dovremmo andare al Le Gru per comprare il regalo di compleanno per Giada e che dovremmo anche andare a vedere quali film nuovi sono usciti al cinema. Ma lei sembra non ascoltarmi. Noto, d'altronde, che non ride più. Ha una faccia seria e mi stringe un po' più forte la mano. Una stretta che non riesco a capire... Così mi fermo per pochi secondi. 
''Ele, Ele... Mi stai ascoltando? A volte sembri tra le nuvole! Hai sentito quello che t'ho detto?"
''No, scusa Miri, è che...''
''Sei sempre la solita! Allora ti stavo dicendo che... No, vabbè, te ne parlo dopo. Ma è tutto ok?"
''Si, stai tranquilla... andiamo, andiamo..."
In meno di due minuti siamo davanti a scuola. Eccoci. Al ritrovo. Il solito. Il nostro e di tutto il resto del gruppo. Mentre saluto tutti, uno ad uno, noto che Eleonora si sposta e si siede a terra, sul marciapiede. So che lei si sente poco a suo agio quando usciamo tutti insieme... però mi dà fastidio che faccia sempre così. Non la capisco. Ma sopratutto non riesco a vederla in questo modo.
"Ma perché te ne stai sempre da sola? Non hai voglia di uscire, di divertirti?"
''Cosa te lo fa pensare?''
''Il fatto che magari sei sempre la solita e l'unica che si isola?!"
''Ele, dai, basta. Noi possiamo stare insieme anche stasera!"
"Questo lo so. Ma non riesco a capirti. Te ne devi per forza stare da sola?! Cosa c'è che non va?"
In quel momento le squilla il cellulare. Si allontana, come se non volesse che io sentissi ciò che deve dire. Questo mi fa innervosire ancora di più. Sento che farfuglia qualcosa di simile ad un: "Arrivo, dammi un secondo... Sì, ci sono... Ma ci troviamo là?... Sì e poi mi accompagni tu? No? Vabbè... Ok... Arrivo..." e poi attacca la chiamata. Torna da me e mi dà un lieve bacio sulla guancia. Ma che fa?
"Ele, ma dove te ne stai andando?"
"Scusa, sono di fretta..."
"Sei di fretta? Ma che diavolo stai dicendo?"
"Sì, ci vediamo alle 7 a casa tua... A dopo!"
Così dicendo, se ne va. Senza aggiungere altro. Senza spiegarmi dove va, con chi e perché. Ed ora i miei nervi sono alle stelle. Ma cerco di scacciare via questo pensiero e cerco di divertirmi con gli altri che, come me, han capito meno di niente. Ma in realtà non riesco a divertirmi perché, se devo ammetterlo... è lei il mio divertimento preferito.
  
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