La fanciulla con la corona di gigli
Non appena hanno
dato inizio all'asta, ogni poltrona è stata occupata
senza indugio. Fuori, le luci della città
sembrano tante piccole stelle fatte di elettricità e accese in un cielo
artificiale.
Adoro New York di notte: sembra che, possente, vegli sui suoi abitanti: ricchi,
poveri, giovani, vecchi, barboni, drogati, prostitute, bambini, viandanti,
menager, camionisti...
Le urla dei presenti mi riportano
sgarbatamente alla realtà. Ho l’impressione di essere capitata in un covo di
arpie indemoniate pronte a lanciarsi all’attacco. Sarà che nutro una particolare
antipatia per i ricchi, sarà che la loro bramosia per il possesso mi da la
nausea, ma io non posso proprio comprendere un simile atteggiamento.
Come si può spendere fior di milioni per delle sciocchezze, quando ci sono
altrettante persone che patiscono la fame o, addirittura, ne muoiono?
Decido di tenere quei pensieri
per me e di non farne parola con Hyoga che siede al mio fianco, anche se deduco
dal suo atteggiamento che condivide la mia opinione. Entrambi abbiamo ricevuto
l’ordine di scortare Lady Saori durante tutto il suo soggiorno newyorkese e tra
le tappe previste c’è, appunto, anche questa asta.
- Aggiudicato per dieci milioni
di dollari!
Il sordo rumore del martelletto mette fine alle offerte per un dipinto
raffigurante un semplice paesaggio di montagna.
Bah, che inutile spreco di
denaro!
D’accordo, lo ammetto, di arte non m’intendo affatto: sono una Sacerdotessa, non
un mecenate!
Due ragazze con un sorriso
plastico appiccicato sulla faccia, portano fuori il dipinto e altre due con un
sorriso identico (manco fossero il prodotto di una catena di montaggio),
rientrano con una nuova tela. Il volto dell’uomo si fa raggiante.
- Signori e signore, finalmente siamo giunti al pezzo principe di questa
serata. Permettetemi di raccontarvi un piccolo aneddoto su questa tela, prima di
concedervi il grande privilegio di ammirarla per la prima volta in assoluto,
dopo ben tre secoli. La leggenda narra che “Le Baronne” dipinse questo quadro su
ispirazione onirica. Ogni notte egli sognava una battaglia alle porte di una
città e ogni notte la figura di una fanciulla spiccava su tutta la scena, come
un solitario lume acceso nel buio.
Con un gesto plateale toglie il
drappo rosso che copre la tela, affinché tutti possano apprezzare l’opera.
- La fille avec la guirlande de lis è databile 1450-1500. Nessuno sa con
precisione chi sia la fanciulla ritratta, né quale sia la battaglia a cui si
faccia riferimento. Un grande enigma ruota attorno a questo dipinto. Si dice che
esso porti prosperità e fortuna e per questa ragione furono sempre in molti ad
ambire al suo possesso.
Dalla mia posizione in seconda
fila, posso osservare il quadro, senza perdermi un solo particolare. E’ una
ragazza che dimostra al massimo vent’anni. In una mano regge una spada ancora
sporca di sangue, mentre nell’altra ha uno stendardo bianco con le bordure
dorate e uno stemma che purtroppo è nascosto nelle pieghe della stoffa. I
capelli neri sono fermati da una corona di gigli, mentre il suo corpo è bardato
con un’armatura tipicamente medioevale. Il suo volto è delicato, quasi
fanciullesco.
- Bene, signori e signore. La
cifra base da cui partiremo è duecentomila dollari! Chi offre di più?
Duecentomila e uno, duecentomila e due...
- Trecentomila.
- Bene signore. Trecentomila!
- Quattrocentomila.
- Io offro un milione di dollari.
Le offerte si susseguono una dopo l’altra e la cifra per aggiudicarsi il dipinto
sale vertiginosamente. Lady Saori non ha ancora fatto alcuna offerta, ma io
sento che lei è venuta fin qui per accaparrarsi quel quadro.
- Tre milioni di dollari.
- Quattro. Offro quattro milioni di dollari.
- Una francese andrà in Francia. Non posso permettere che un
inglese se la porti via. Sei milioni di dollari.
- Siete stato punto sul vivo, Conte de Calonne! Come pretendete di trattenere
la fanciulla con una cifra così miserevole... Otto milioni di dollari.
- Molto bene signori e signore. Siamo a otto milioni di dollari... C’è qualcuno
che offre di più?
- Dieci milioni di dollari!
“Sporco nazista!” sento dire il francese alle mie spalle.
Molti hanno smesso di fare
offerte... ma c’è ancora un folto gruppo che spara cifre da capogiro. Mi viene
quasi da ridere, a momenti si sarebbero presi per i capelli.
Al mio fianco, Hyoga si sta
annoiando terribilmente. Lo capisco dai continui movimenti che fa sulla
poltrona.
Cerco di intravedere il volto di Milady, ma è dall’inizio della serata che non
ha aperto bocca e se ne sta seduta con le mani sul grembo e gli occhi chiusi.
- Venti milioni di dollari! Siamo a venti milioni di dollari!
C’è qualcuno che offre di più.
- Venticinque milioni. - grida un magnate arabo, sorprendendo tutti.
L’inglese getta la spugna.
- Venticinque milioni di dollari. Venticinque e uno!
Venticinque e due! C’è qualcuno che offre di più?
Sento un fruscio di vesti al mio fianco: Lady Saori si è alzata in piedi.
- Trenta milioni di dollari.
Mi cade la mascella (in senso figurato, s’intende) e Hyoga si volta nella mia
direzione con gli occhi spalancati e il volto ancora più pallido del solito.
- Puah... Trenta milioni di dollari per una donna cristiana.
- brontola
l’arabo, sedendosi in malo modo.
- Trenta milioni di dollari. Trenta e uno! Trenta e due! C’è qualcuno che offre
di più?
Il silenzio è eloquente. Domani torneremo ad Athene appesantiti di un dipinto
250x150 circa.
- Molto bene. Aggiudicato per trenta milioni di dollari a Lady Saori Kido.
Ritorniamo in Grecia, quasi
immediatamente. Il viaggio avviene senza intoppi, se tralasciamo i battibecchi
tra me e Hyoga (sono una delle poche persone che riescono a farlo “scaldare”).
Credo che Athena si diverta molto ad assistere ai nostri sketch... infatti, più
volte abbozza un sorriso, nascondendo le labbra dietro l’indice piegato della
mano destra.
La ristrutturazione dei templi è
terminata da qualche giorno e il Santuario è nuovamente in piena attività. O
quanto meno, cerca di tirarsi su dopo la fine della Guerra.
I danni più gravi sono stati
riportati dalle abitazioni riservate ai non Saints e dai dodici templi dello
Zodiaco. Potevano forse esserci dubbi? La notte
dell’arrivo degli Spectre, i Gold hanno pensato bene di scatenare tre Athena
Exclamation in un paio d’ore. Inoltre, come se non bastasse, ci sono stati i
continui attacchi da parte dell’Olimpo che hanno completato l’opera di distruzione.
Non so nemmeno perchè Athena
abbia voluto ripristinarlo: i Gold si sono sacrificati al Muro del Pianto, i
Silver sono stati decimati nella Guerra contro Arles (e stiamo ricostruendo a
fatica l'ordine) e i Bronze non sono molto
favorevoli a vivere ad Athene. Se si sono stabiliti qui è solo per stare al
fianco di Lady Saori. Mi ha sorpreso anche la decisione della Kido di continuare
a vivere al Santuario. Non so, forse nel corso del tempo, deve aver maturato un
affetto particolare per questo luogo a cui è pur sempre legata da un destino
ineluttabile e credo che si senta in dovere di riportarlo all’antico splendore.
Quando ero un’apprendista, non mi
hanno parlato molto bene della Kido. Venerano Athena, ma non possono soffrire la
sua parte umana. Me l’hanno descritta come una capricciosa, ricca e viziata,
capace solo di farsi rapire e di obbligare i suoi Saint a morire per lei.
Io non ho mai capito tutti questi discorsi: secondo loro cosa voleva dire essere
Saint d’Athena?
Noi difendevamo la giustizia e poiché la giustizia era personificata da Athena,
noi dovevamo difendere Athena. Finché Athena avrebbe trionfato, il mondo sarebbe
stato giusto.
Un Saint giura di difendere la dea, anche con la vita. Chi non comprende ciò, è
indegno di essere Santo di Athena.
Certo, durante la Guerra contro Arles dimostrò di essere una pessima stratega
militare: chi mai invierebbe una lettera per avvisare del suo arrivo quando sta
per attaccare!?
Durante la guerra contro Poseidon si fece prima rapire dal Dio dei mari e poi
accettò di essere rinchiusa nella colonna per abbassare il livello del mare;
mentre contro Hades.... ehm, forse è meglio lasciare perdere!
D’accordo, lo ammetto è stata un po’ avventata, ma bisogna darle adito che si è
riscattata contro Zeus per il rotto della cuffia. L’esito di quella battaglia si
è tradotto con la salvezza dell’umanità e il patto di non belligeranza tra
l’Olimpo e la Terra. Gli dei hanno riconosciuto il diritto alla vita dell’uomo e
l’uomo ha giurato di rendere omaggio per sempre agli dei.
Il discorso della preghiera, degli omaggi e del credo mi fu spiegato dal mio
maestro. Mi disse
che gli dei avevano bisogno di qualcuno che credesse in loro per sentirsi
appagati; diventavano irascibili proprio quando vedevano gli uomini
allontanarsi.
Io credo negli dei e so che vi
sono molte divinità nel mondo; forse lontanissima ce n’é una che ingloba tutte
le altre, che le comanda, ma io venero l’Olimpo e tutto il resto non ha
importanza.
- Spostatelo più a destra. Deve
restare proprio in quel punto. Ecco, così. Molto bene.
Lady Saori dirige personalmente i lavori per appendere il dipinto nella
cosiddetta Sala del Cielo, adiacente all’ampio salone dove un tempo il Gran
Sacerdote era solito ricevere i sudditi. Sembra molto interessata a quel quadro
e noto che lo fissa con rapito compiacimento. Chissà cosa ci può trovare una dea
nell’opera di un essere umano?
Tatsumi, al contrario, è di opinione totalmente diversa. Pover’uomo... è
completamente basito e continua a ripetersi la somma pagata dalla Kido come un
mantra.
Mi avvicino al dipinto. Dietro di
me, Lady Saori è soddisfatta e si complimenta con gli uomini per il bel lavoro
svolto.
Ammiro il quadro con crescente stupore. Il tratto, i colori, la posa,
l’ambientazione e quegli occhi magnetici.... Sono in contemplazione da forse
nemmeno un minuto che qualcosa m’accade. Il mio cuore comincia a battere
all’impazzata, come se volesse bucarmi il petto e balzare fuori. Mi gira la
testa, vedo le immagini vorticarmi attorno come se fossi seduta su una giostra
impazzita. Anche il pavimento sembra allontanarsi da me sempre di più. Sto
perdendo la concezione della realtà, il dipinto mi chiama, urla, piange, ride,
voglio strapparlo da lì, entrarci dentro. Sento solo il mio urlo, prima che
tutto sia tenebra.
Tenebra.
Una goccia cade in una pozzanghera.
Cerchi concentrici sulla superficie acquatica.
Il vento soffia, sollevando manciate di sabbia.
Qualcuno aspetta, è girato di
spalle.
Cerco di chiamarlo.
I suoi capelli danzano governati dal vento.
Si volta.
Occhi neri come pece.
Dimentico il suo volto, dimentico il suo volto nell’istante in cui lo vedo.
Cielo vuoto.
Le stelle si spengono.
Cielo nero, nero come il petrolio.
Occhi rossi accesi nel cielo.
Occhi rossi che sorridono.
Una bestia esce dal mare.
Una bestia che sembra un enorme drago.
Sangue.
Gocce di sangue che cadono.
Corazze sporche di sangue che cozzano.
Occhi.
Occhi senza luce.
L’emblema di Nike.
L’emblema di Nike è conficcato nel terreno.
Rovine.
Il Tempio è crollato.
Una mano.
Una mano emerge dal buio.
La mano regge una catena.
Il medaglione ondeggia.
E’ in ombra.
Si vedono solo i bagliori che fa muovendosi.
Nero, dallo sfondo emerge il
corpo nudo di una donna.
Il corpo sta invecchiando.
Continua a invecchiare.
La pelle si stacca, rimane solo lo scheletro.
Lo scheletro si polverizza.
I frammenti di osso si uniscono nuovamente.
Luce.
Un battito.
La vita sta nascendo nuovamente.
La vita nasce dalla morte.
La morte nasce dalla vita.
Un cavaliere
con l’armatura nera cade riverso sul terreno.
Hades.
Deserto.
Sabbia rossa.
Cielo vuoto.
Cielo colore del sangue.
Una donna corre.
Sta piangendo.
Cade.
Grida qualcosa.
Una porta appare.
E’ nera d’ebano.
Si schiude appena.
Una voce.
Non capisco cosa dice.
La voce mi spaventa.
Urlo.
Respiro sul collo.
E’ dietro di me.
Faccio per voltarmi.
Sparisce. Risata.
Buio.
Ancora tenebre.
Una luce.
Una stella esplode.
Qualcuno emerge dalle tenebre.
Qualcuno sta tornando dalle tenebre.
La luce risplende nelle tenebre.
Ancora una volta.
- ... state tranquilla Milady,
credo che sia stato un attacco della Sindrome di Stendhal.
distinguo appena una voce maschile che si rivolge a Lady Saori.
- Stendhal? Credete che Miriam soffra della sindrome di Stendhal, dottore ?
Apro gli occhi, accanto al mio letto un uomo con una folta barba bianca mi tiene
il polso.
- Oh, molto bene signorina... ci siamo svegliati.
La sua faccia mi ricorda quella di babbo natale e devo fare un grosso sforzo per
non scoppiare a ridere.
- Sto bene. - riesco a biascicare con una voce che non m'appartiene
completamente.
Lady Saori mi spiega che sono svenuta improvvisamente accanto al dipinto. Mi
guardo intorno, non sono più nella Sala del Cielo, ma in una delle stanze da
letto della Tredicesima Casa.
Intravedo tra i presenti anche mia sorella Ginevra, Silver Saint di Perseus, che
visibilmente in apprensione si avvicina al letto, dove sono stata adagiata.
- Miriam?
La rassicuro, rispondendo che ho solo un lieve cerchio alla testa.
- Credo sia meglio lasciare che Miriam riposi. - dice la dea, avviandosi verso
l’uscita e facendo cenno agli altri di seguirla.
M’affretto a richiamarla indietro, poiché seppure non sappia esattamente cosa
abbia visto, di una cosa sono certa: devo raccontarlo al più presto ad Athena.
- No, aspettate Milady. Devo dirvi una cosa... credo di aver avuto una visione.
Non è molto chiara... ma credo che possa interessarvi.