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Autore: Road_sama    15/01/2013    4 recensioni
[Fanfic sospesa fino a che non mi tornerà l'ispirazione giusta. Chiedo scusa a tutti i lettori che aspettano un aggiornamento da un bel po' di mesi, ma ho troppe cose per la testa in questo periodo. Spero di riprendere in mano la fic presto.]
Questa è la prima long fic in questo fandom quindi fatemi sapere cosa mettere a posto!
I Perfect Maker sono una piccola band europea, arrivata in California da poco per fare una serie di concerti. Non sanno ancora cosa vuol dire essere delle star e non sanno nemmeno cosa possono diventare i Paparazzi per loro. Sarà proprio questa piccola avventura ad insegnarglielo e a cambiarli per sempre.
Buona Lettura!
/UsUk//GerIta//Spamano//Franada//PruHun//accenni AusHun/InghilterraxIrlanda/
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Ed eccomi qua con il primo capitolo ufficiale!^^ Non c’è molto movimento in questo capitolo perché l’ho usato per descrivere un po’ di cose. (e penso che sarà così anche per alcuni dei prossimi ^^”) Ho messo un nome all’ipotetica Band ma, se vi viene in mente qualcosa di meglio fatemelo sapere :D Ringrazio Prof per le dritte sul termine "Chér-chéri" Sono veramente Baka xD
Se c’è qualcosa da mettere a posto non esitate a recensire :) detto questo, Buona Lettura ;)


 Brusii
 
-Un cosa?!- esclamò Alfred sperando di non aver capito bene.
-Ah…tu sarai un paparazzo. Non posso di certo farti fare degli articoli sennò oltre che a essere licenziato tu va a finire che lo sarò pure io!- rispose Ludwig con convinzione. L’americano si portò una mano sulla fronte cercando una soluzione o un modo per togliersi da quella situazione così scomoda. Non voleva di certo andare a fotografare la gente! Soprattutto quei quattro montati di cui parlavano i giornali di gossip! Ludwig sospirò.
-Senti…qua pagano bene e fare due foto non ti costa niente. E poi, scommetto che riuscirai ad inventarti qualcosa per fregare le tue vittime.- l’americano lo guardò stupito. Non si aspettava questo “lato oscuro” da parte di uno come Lud. Il tedesco vedendo l’espressione sconvolta dell’altro si precipitò a tranquillizzarlo.
-Lo so, lo so. Non te l’aspettavi…ma dopo un po’ che lavori qua cambi e comincia a piacerti questo lavoro.-
-se lo dici tu…- disse poco convinto Alfred afferrando la macchina fotografica che gli aveva passato l’altro. Se la rigirò tra le mani per osservarne meglio ogni dettaglio.
-Quando comincio?- chiese rassegnato l’americano. Ludwig prese un foglio da una bacheca dietro di lui poi, lo porse ad Alfred. Sul foglio erano riportati degli orari e dei luoghi della California.
-Sta mattina è arrivata, qui, a San Francisco una band molto famosa in Europa. Si chiamano “Perfect Maker” e tu dovrai sorvegliarli, appena vedi qualcosa di interessante scatta delle foto. Ad aiutarti è venuto un tuo collega europeo che li segue da quando sono diventati famosi.- Alfred si domandò come fosse questo paparazzo. Se lo immaginava come un uomo sulla cinquantina, capelli neri e occhiali da sole. Immaginò che andasse in giro con un impermeabile giallo e al collo avesse mille macchine fotografiche. Insomma, uno di quei paparazzi che non ti tolgono gli occhi di dosso e che sembrano più alieni che esseri umani. Non gli sarebbe dispiaciuto lavorare con un alieno…
Ludwig si girò e urlò un –Antonio! Vieni ti ho trovato un aiutante!- Dal nome sembrava simpatico, pensò l’americano. Dopo qualche secondo si presentò davanti a loro un ragazzo sulla ventina di anni. Aveva due grossi occhi verdi smeraldo e dei capelli castano scuro. La pelle era leggermente abbronzata ed era piuttosto magrolino: sembrava non passarsela molto bene.
-Antonio, ti presento Alfred F. Jones. Alfred ti presento Antonio Fernandez.- il tedesco fece le presentazioni mentre gli altri due si studiavano. Dal cognome doveva essere spagnolo. Dopo qualche secondo Antonio tese la mano al biondo con un sorrisetto ebete sulla faccia. Più di un temibile paparazzo sembrava un bambino troppo cresciuto.
-Piacere di conoscerti, Alfred.- l’altro ricambiò la stretta con sorriso altrettanto idiota.
-Bene. Io vi lascio soli per fare conoscenza. Antonio ricordati di fare rapporto a Francis prima di andare al concerto. E…Alfred non combinare casini come al solito…per favore.-
-Zi padrone!- lo provocò l’americano facendo un breve inchino. Il tedesco gli rivolse un’occhiata di rimprovero prima di scomparire dietro ad una porta. Antonio guardò l’orologio.
-Sono le cinque e mancano due ore al concerto. Che ne dici di andare a fare un po’ di casino?- Non sarà stato un alieno, ma quell’Antonio gli piaceva.
- Mi sembra ovvio! Hahahaha!!-
 
-Ehi, Francis io ed Al ce ne andiamo alla ricerca di uno scoop. Sta sera c’è un concerto quindi staremo fuori fino a domani mattina. Avvisa gli altri che ci stiamo noi dietro ai “Perfect Maker”- Antonio sembrava un boss in quel momento. Se Alfred avesse saputo prima che esisteva un posto dove potevi parlare così al tuo capo, non avrebbe perso tempo con tutti quei lavori part-time!
-Antonio, mon amour! Te ne vai già? La rosa che mi hai portato ieri era fantastica.- parlò un uomo dai lunghi capelli biondi e un accento evidentemente francese. Lui era il capo del giornale per cui ora stava lavorando. Sarebbe stato piuttosto strano lavorare per uno così.
-Mi fa piacere, domani te ne porterò un’altra.- gli fece l’occhiolino.
Il francese spostò lo sguardo sul nuovo arrivato e lo squadrò a fondo. Si alzò dalla sedia e si avvicinò al biondo.
-Tu devi essere quello nuovo…Alfred, se non sbaglio.- disse con una voce sensuale.
-N-Non sbagli-a…C-Capo- ora il francese era parecchio vicino, troppo vicino.
-Oh! Capo? Mi dai del “lei”? Ma che ragazzo educato! Chiamami pure Francis, mon chéri.- esclamò a quel punto il biondo.
- S-si Fr…- le parole gli si mozzarono in bocca non appena il francese gli lasciò una manata sul fondoschiena, palpandolo. Sentì un brusio farsi strada nelle sue orecchie. Un estraneo gli stava veramente palpando il fondoschiena! L’americano divenne rosso come un pomodoro e non riuscì a muoversi per la presa “molto scomoda” dell’altro.
-Pervertito di un francese! Non molestare Al! E’ il suo primo giorno!- fortunatamente Antonio riuscì a sfilare Alfred dalla presa e prevenire ulteriori “atti osceni” da parte di Francis.
-Hai un culo fantastico, ragazzo.- un altro occhiolino e per poco l’americano non vomitò.
 
 
-Ma fa sempre così quello?- domandò Alfred ad Antonio.
-Ah, si lo fa con tutti quelli nuovi. Oppure se li porta direttamente a letto.- il biondo sputò la coca cola che stava bevendo.
-Oh, God! Ma con tutti?!- lo spagnolo annuì. Che genere di pervertito era quello? L’americano era sconvolto.
Un pensiero si fece largo nella sua mente ristretta e divenne bianco come uno straccio.
-Ma…dici che abbia fatto così anche con Lud?- questa volta fu l’altro a sputare la coca cola.
-Non oso immaginare! Poi Ludwig e Francis! Ma come ti vengono queste idee?!- iniziò a ridere per non piangere.
-ok, ok ho capito parliamo di qualcos’altro per favore…- sospirò, allora, Alfred sull’orlo di una crisi isterica. Il sole era pungente nonostante fossero soltanto i primi giorni di Giugno e una fresca bevanda ci voleva! Erano appena entrati in uno dei tanti Mec della città e avevano fatto un piccolo spuntino. Che comprendeva sei hamburger da parte dell’americano e tre pomodori da parte di Antonio. Ora stavano girando per una calda San Franciso prima del tanto atteso concerto.
-Sneti …com’è questa Band? Scommetto che sono anche questi dei montati…-azzardò Alfred.
- Non direi proprio montati…altrimenti non li avrei seguiti fino a qui!- il volto di Antonio si illuminò.
-Allora che tipi sono?- Alfred si incuriosì. Di certo uno come Antonio non si sarebbe rotto le palle anche oltreoceano con un gruppo musicale.
-Beh…hanno più o meno tutti la nostra età. Sono in cinque: quattro ragazzi e una ragazza. C’è Matthew che è canadese, Arthur che è inglese, Elizabeta che è ungherese e i due fratelli Vargas che vengono dall’Italia, nonché i più famosi: Feliciano e il mio Lovino!- disse lo spagnolo con tono sognante. Alfred pensò di non aver capito bene…il mio Lovino?


-Sento un maledetto brusio!-

-Hai detto “il mio Lovino”?- Antonio si voltò di scatto fissandolo con i suoi occhioni verdi.
-Ehm…è una storia lunga. Diciamo solo che lui è il mio fidanzato o il mio ex, non lo so più…io sono diventato paparazzo solo per lui.- i suoi occhi si velarono di tristezza.
-Mi dispiace…ma, se posso…com’è successo?- chiese Alfred. Non sapeva proprio farsi gli affari suoi, doveva sapere! Non aveva mai sentito di una storia tra gay, o almeno non se n’era mai interessato. Lui era un più un tipo da una botta e via. Alfred si considerava un eroe e un eroe non ha punti deboli, come l'amore ad esempio.


-Ma che fastidio questo rumore!-

-Beh…siamo amici fin da quando eravamo bambini e due anni fa ci siamo resi conto di amarci ma, lui ha fatto successo con la sua band e noi due non potevamo più vederci. Sai loro giravano per l’Europa continuamente per dare concerti o interviste televisive. Così sono diventato paparazzo per stargli vicino ma, non mi sembra molto contento. Non so più niente! So solo che è stata sua l’idea di fare un tour oltreoceano! Per stare lontano da me, ecco cosa. Ma io lo amo! Non posso farci niente! Non riesco proprio a vivere senza vederlo…- Alfred si rese conto di aver toccato un argomento troppo delicato, troppo tardi ovviamente. L’altro stava per scappare via in lacrime quando l’americano gli cinse le spalle con un braccio.
-E allora fino a sta sera divertiamoci! Dimenticati della realtà e lasciati andare! Hahahaha! Conosco un bar favoloso!-
-Grazie Al. Ho bisogno di dimenticare!-

 
-Ma perché mi fischiano le orecchie in questo modo?!-
-Lovino, calmati! Qualcuno ti sta pensando.-
-Appena rivedrò quel mangia pomodori gliela farò pagare!-
  
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