zero . a n i n t r o
"
Vi parlo di tanti anni fa.” esordì la
donna, lisciandosi la stoffa consunta della gonna.
"
Vi parlo di quando il Mare era ancora giovane e libero, e giovani erano molti
degli uomini che allora lo plasmarono – con il sudore delle loro fronti e la
forza delle loro schiene, come amavano dire. Ma buona parte di ciò che a
tutt’oggi conoscete e che vi ha portati sin qua ebbe inizio da un singolo uomo
e da una leggenda che realtà era. Lui era un pirata della scura Africa: lo
chiamavano Greedy Dalma, l’Avido, o Dalma-dalle-vele-nere. La sua indole
pratica e impietosa non gli aveva impedito di credere, e a ragione, a quel che
si narrava sulla dea Calypso, il cui ruolo da secoli e secoli si è trasmesso di
madre in figlia – oh, forse non ne eravate a conoscenza. Ma è così, io lo so. Quando
e se le nasce una figlia femmina, è a lei che ogni Calypso passerà ogni potere,
ogni memoria di coloro che le hanno precedute. Altrimenti saranno suoi per
sempre.
Dalma
dunque credeva e sapeva, e un giorno andò a cercare la donna che allora
governava il mare: Tiare, questo era il suo nome. Viveva in un’isola a sud
dell’Arcipelago e da lì si muoveva lo stretto necessario, poiché era posata e
poco ambiziosa, pur essendo Calypso. L’Avido da lei voleva un favore.”
La voce si smorzò, gli occhi vagarono nella penombra della
stanza come in cerca di altri ricordi. Poi la narratrice riprese:
"
Pensava, Greedy Dalma, che convincere la dea sarebbe stato difficile, che
avrebbe dovuto escogitare dei trucchi per farla accettare senza dover pagare
uno scotto. Ma Dalma era bello, era forte, era un corsaro spietato e conosceva
il mondo. E Tiare era dolce, troppo, e da lui si lasciò incantare.
Innamorandosene,
gli disse che avrebbe soddisfatto qualsiasi sua richiesta, che avrebbe
scatenato e placato tempeste e guidato i venti in cambio del suo amore – e in
cambio ancora, lei sarebbe stata fedele a lui soltanto. Immaginerete quanto
facile fu ingannarla, per Dalma-dalle-vele-nere.
La
dea era bella, potente e arrendevole, e gli si donava completamente.
Gli
si donava a tal punto che obbedì anche all’ultimo suo desiderio: concedimi i
tuoi poteri, Calypso, lui le disse. Concedimeli tutti per qualche ora, e
vincerò l’uragano e i miei nemici. E tornerò da te. Le disse questo, e Tiare
cedette, felice di poterlo aiutare. Felice e stupita, quando subito dopo Dalma
la uccise.
Oh,
non guardatemi in quel modo. Lo fece sul serio, mantenendo i poteri acquisiti e
andando contro ognuna delle leggi antiche dal Mare dettate.
Ma
qualcosa era sfuggito persino all’Avido – un piccolo dettaglio che conobbe più
tardi. Tiare gli aveva dato una figlia:
l’aveva messa al mondo pochi mesi prima di morire, e affidata l’aveva alle
brave genti con cui viveva sulla sua isola. Le avevano messo il nome di Tia Dalma.
La
bambina possedeva un’indole simile a quella del padre, e la bellezza e i poteri
della madre, com’era giusto.
Però
ignorava di averli, non li usava. Ignorava chi, cosa fosse.
Fu
per questo che Greedy Dalma decise di lasciarla in vita, perché per lui non
costituiva ostacolo. Almeno per il momento. E Tia Dalma nulla sapeva.”
Cadde di nuovo il silenzio nella stanza stretta che odorava
di legno e strane spezie. Sul bel viso della donna era comparso un lieve
sorriso.
"
Una quindicina d’anni dopo, la figlia della precedente Calypso incontrò un
giovane marinaio, su quella stessa isola.” disse,
sommessa. " Egli giunse dall’acqua su quella spiaggia deserta –
deserta, tranne che per la presenza di lei. Fu la mano del destino a condurlo
lì, la mano del destino.
Ma
non sono qui per parlarvi di loro soltanto. Sono qui per narrarvi una vicenda
vecchia di quarant’anni e forse più.” aggiunse
poi riacquistando durezza:
"
Per narrarvi di quel tempo in cui il mondo sembrava ancora non avere confini e
in cui i pirati solcavano le onde cantando canzoni e brindando alle vele.
Di
un tempo in cui tutto e niente, e tutti e nessuno, significarono
‘appartenersi’.”
an intro : end
[then sail to the real prologue]