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Autore: MrsEmMalik    15/01/2013    5 recensioni
-Io non voglio essere un debole Clove! Voglio dimostrare a tutti che vincerò.-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I don’t want to be weak

I suoi grandi occhi marroni erano concentratisulle sue mani che con movimenti rapidi direzionavano i coltelli proprio dove lei aveva deciso. Era una maga con ii coltelli, forse la migliore di tutto il distretto seppur ancora così giovane. Ma i suoi quindici anni non la mettevano per niente in soggezione, era consapevole delle sue doti e non perdeva occasione per evidenziarle davanti a tutti.
-Non sei niente male – una voce che veniva dalle sue spalle la prese di sorpresa proprio mentre stava tirando il suo ultimo coltello nel cuore della lucertola distante da lei qualche metro. Il tiro perse velocità e mancò il bersaglio di qualche centimetro non riuscendo a colpire neanche la zampa dell’animale, che rimaneva però bloccato sul terreno per il coltello precedente infilzato sulla coda.
-Oh, credo di averti fatto perdere la concentrazione- continuò la voce.
Clove non aveva bisogno di voltarsi per riconoscere a chi appartenesse quella voce, la conosceva fin troppo bene, era l’unica persona che la rendeva così insicura, così vulnerabile e lo odiava per questo. Non aveva idea del perché gli facesse quell’effetto, ma non sopportava di sentirsi così. Forse la sua forza, la sua superiorità rispetto agli altri che lo rendevano così simile a lei allo stesso modo la facevano ricredere delle sue doti. Lo odiava, lo odiava per questo.
Si voltò di malavoglia verso di lui, per non apparire maleducata. Lui le sorrise con il suo tipico sguardo altezzoso che lo contraddistingueva.
-Ciao Clove – le disse, facendo un cenno con la testa.
-Ciao Cato- rispose lei per poi alzarsi, recuperare il coltello da terra e allontanarsi da lui.
Cato la rincorse, raggiungendola e finendo accanto a lei. Clove cercò di accellerare il passo, cosa voleva quel tipo da lei?
-Stai cercando di evitarmi?- prese la parola Cato.
-Da quando ti interessa quello che faccio?- Clove rispose senza guardarlo.
-Sai che non è carino rispondere ad una domanda con un'altra domanda?- continuò lui.
-Non è carino neanche seguire qualcuno che tenta di evitarti.- rispose Clove a tono senza rallentare il passo.
-Allora è vero che mi stai evitando!- esclamò Cato puntando il dito verso di lei.
Clove si sentì in trappola, si era scavata la fossa da sola come una sciocca. Cercando di fare la parte dell’indifferente si era resa ancora più vulnerabile. Si fermò di botto.
-Cosa vuoi da me  Cato?- chiese scontrosa.
Cato si fece serio, poi la prese per un braccio e la trascinò dietro l’acciaieria che si trovava sulla strada di ritorno dalla scuola di addestramento.
-Che ti prende?- Clove era sorpresa come non mai da quella situazione. Non si era mai trovata da sola con Cato, in realtà non era mai stata da sola con nessun ragazzo e per di più nessuno l’aveva mai toccata. Al massimo la madre le prendeva la mano per attraversare la strada quando era bambina, ma da quando era entrata alla scuola di addestramento, a undici anni, nessuno l’aveva più toccata. L’ultima persona che ci aveva provato si era trovato il setto nasale deviato e questo Cato lo sapeva bene, era stato il suo amico Byron la “vittima”, ma non aveva paura di lei. E lei non lo aveva colpito.
-Clove, noi ci alleniamo insieme ormai da cinque anni e so di potermi fidare di te. Siamo uguali noi due, stessa forza, stessa determinazione, stesso coraggio e tu hai il mio rispetto – prese la parola Cato, evitando la precedente domanda di Clove che continuava a stupirsi.
-Appunto per questo vorrei confidarti una cosa e chiederti che ne pensi.-
Clove rimase un attimo in silenzio.
-Ma non puoi chiederlo ai tuoi amici?- dopo aver detto quelle parole si odiò per averlo fatto. Ma che stronza!
Cato si rabbuiò per un po’. –No, loro penserebbero che sono un debole a chiederlo.-
-E io no?- continuò Clove senza pensarci. Doppiamente stronza!
Cato sorrise. –No, sono sicuro che tu non lo penseresti.-
Clove si sentì le guance bruciare. Era la prima volta che si sentiva così, non credeva di essere mai arrossita e quella sensazione la faceva sentire fragile ma stranamente non le dispiaceva. Non riuscì a trattenere un sorriso.
-Voglio offrirmi volontario come tributo alla prossima mietitura.-
Improvvisamente il sorriso di Clove si trasformò e rimase come pietrificata alla notizia di Cato. Non era una novità nel suo distretto che ci fossero volontari alla mietitura, d'altronde venivano addestrati dall’età di undici anni proprio per essere pronti a vincere i giochi, per questo moltissimi dei ragazzi più grandi si offrivano volontari per il loro ultimo anno, per rendere onore al distretto. Eppure sentire quelle parole da Cato le procurò come un pugno allo stomaco. Stava provando emozioni che non aveva mai immaginato di provare e questo tutto per colpa sua. Sentirsi così vulnerabile le diede di nuovo fastidio. Lo odiava, lo odiava per questo.
-È il mio ultimo anno per fare parte ai giochi, è arrivato il mio momento. Potrò finalmente rendere onore al distretto.- continuò Cato.
Quelle parole non le parvero mai così false, lei che le aveva sempre affermato con sicurezza, lei che aveva sempre visto i giochi come il momento di vero compimento della persona. E adesso tutto le sembrava una bugia. Aveva visto centinaia di ragazzi morire in quei giochi, molti li conosceva anche, tanti erano stati uccisi perfino da componenti dello stesso distretto, solo un era il vincitore, non importava come lo sarebbe diventato o chi avrebbe ucciso per esserlo. Tutto ciò non le era mai sembrato  così terribile fino a quando Cato non gli aveva detto quelle parole. Immaginarlo lì in mezzo a tutti quei possibili assassini la fece rabbrividire;  non temeva che non fosse abbastanza forte, ma aveva paura che nell’arena ci sarebbe stato qualcuno forte come lui.
-Che ne pensi Clove?- chiese Cato, risvegliandola da tutte le sue paure.
-Ma potresti non tornare!- esclamò Clove senza pensarci un attimo. Adesso era lei che faceva la parte della debole ai suoi occhi.
-Io posso farcela, Clove, posso riuscire a vincere. Sono forte e determinato, lo sai. Porterò onore al…-
-E se non ci riuscissi? Vuoi davvero condannarti a morte così?-
-Non siamo forse già tutti condannati a morte? Ogni anno il nostro nome è dentro quelle sfere, ogni anno c’è sempre più probabilità che siamo scelti per andare a morire o uccidere e tornare qui da vincitori. Dipende da noi sopravvivere.-
-Non dipende dai noi se ci sono altri ventitrè ragazzi che lottano per la stessa cosa!-
-Io non voglio essere un debole Clove! Voglio dimostrare a tutti che vincerò. Credevo di poter ricevere la tua benedizione, ma non ti ho mai vista così debole.-
Quelle parole ferirono Clove come un pugnale dritto al cuore, non tanto il fatto che lui la pensasse una debole quanto il fatto che lui credesse davvero di voler andare a morire. Tutte quelle emozioni inaspettate avevano creato una tempesta dentro di lei, non aveva mai pensato di poter tenere ad una persona così tanto, soprattutto a Cato, che aveva sempre cercato di evitare, credendolo colpevole delle sue insicurezze. Ma lui stava distruggendo tutte le sue barriere, la corazza che si era creata per rimanere sempre e solo concentrata a diventare la migliore stava cedendo ai suoi sentimenti nei confronti di Cato. E improvvisamente scoppiò in lacrime.
Cato rimase immobile a guardarla, con un’espressione sconvolta sul viso.
-Clove – sussurò –Non pensavo davvero quelle cose -  non aveva idea si come comportarsi –Tu non sei una debole.-
Clove prese a singhiozzare tirando su col naso. –Non è per questo, idiota.- riuscì a dire.
Cato si avvicinò cauto a lei che lo guardava senza allontanarsi o respingerlo. Le prese una mano e lei si fece toccare di nuovo.
-Tornerò. Io…te lo prometto.- e la prese tra le sue braccia stringendola forte.
Clove si fece abbracciare senza dire una parola, cercando di non singhiozzare più perché adesso, tra le sue braccia, seppure molto più piccola di lui con il suo fisico esile e minuto, non si sentiva fragile, ma protetta.


emm's corner
hi everybody! o chiunque si sia collegato e abbia letto questa "cosa". questa è la mia prima CLATO e devo dire che ne sono abbastanza fiera, booooh. anyway, non mi dilungo a spiegarvi quanto io possa amare questi due insieme, cioè leggendo il libro tutto è scattato dalla morte di Clove, e  poi, boh, la mia mente contorta si è messa a fare duemila film di 'sti due come coppia. perdonate la mia immaginazione fuori controllo. quindi, questa shot è un po' all'aria nel senso che no ha assolutamente un finale, ma in un certo senso mi piaceva lasciarla così...vorrei sapere voi (sempre se c'è qualcuno che si è messo a leggere questi miei slceri abbastanza inutili e noiosi) cosa ne pensate...lasciate un commento e fatemi sapere tutto!
alla prossima 
*much love
Emm

  
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