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Autore: Sirene Chan    03/08/2007    10 recensioni
Chichi perde la vita. E dopo il Cell Game, Gohan rimane solo.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Gohan, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono solo

Sono solo

 

Il sole splendeva sulle sue gote, pallide e delicate. Gli occhi brillavano di felicità, nel vedere il marito ed il figlio giocare e divertirsi insieme.

Il piccolino, di soli tre anni, correva qua e la, cercando di scappare dal padre, che accucciato e con le braccia aperte inseguiva il bambino. Dopo qualche metro di estenuante corsa, il piccino si dovette arrendere tra i possenti arti dell’uomo. Entrambi ridevano. E lei non poteva fare a meno di provare pura gioia in quell’attimo.

Ma la felicità finì.

Una fitta al petto la fece accasciare a terra. Tremolante, aveva portato una mano al cuore, le dita frenetiche che si stringevano a pugno aderendo alla pelle, cercando di strappargliela per placare il dolore. Ansimava, sudava e delle grosse lacrime scendevano sulle guance.

Il marito si era accorso subito della moglie, e lasciando il figlio distante corse velocemente a fianco della consorte. Le prese il viso tra le mai, e vide lo sguardo di lei, pieno di sofferenza ed orrore.

- Chichi, resisti! Cos’hai? – le mormorò, avvicinando la bocca al suo orecchio.

Lei era ancora scossa da tremiti, e guardava il viso preoccupato dell’uomo. Non riusciva a parlare, era paralizzata dal male.

- G-Goku… - riuscì a sibilare, quando un dolore acuto le perforò il cuore.

Lui la fece distendere sull’erba. Aveva smesso di sussultare, e teneva gli occhi chiusi.

Non soffriva più.

Piangendo, le diede un delicato bacio sulla guancia.

- Addio Chichi. – bisbigliò tra i singulti.

 

Ora sono qui, davanti alla tua tomba.

Mamma, sono riuscito a sconfiggere Cell. Ce l’ho fatta.

Una lacrima scende sul mio viso, ancora sporco e ferito. Allungando il braccio, poso vicino alla croce un giglio, raccolto poco prima.

Torno ad osservare la tua foto appesa, che ti ritrae in un momento di felicità, sorridente.

Eri proprio bella, mamma.

Se fossi stata ancora qui, avresti gioito insieme a me, e saresti stata fiera di tuo figlio.

Ma papà non ce l’ha fatta, mamma. Si è sacrificato. Per me, e per tutti gli abitanti della terra.

Ma sono contento, perché ora tu, in paradiso, hai finalmente rincontrato la persona che amavi. Ed ora siete lassù, abbracciati, che mi osservate.

Guardo le nuvole, e sorrido immaginandovi.

Ma ora siete morti. Defunti. Ed io sono vivo. E solo.

Chiudo gli occhi, abbassando la testa.

Il vento muove con delicatezza i miei capelli, tornati al colore naturale.

Poi, sempre tenendo gli occhi chiusi, sorrido, mentre le lacrime scendono.

Vivrò.

Vivrò perché tu e papà non potete più farlo.

Vivrò per ricordarmi per sempre di voi.

Vivrò per dedicare la mia vita a voi.

Vivrò perché la vita è il regalo più bello che mi abbiate mai fatto, ed io non ho intenzione di buttare al vento l’unica cosa che mi resta dei miei genitori.

Addio mamma.

Addio papà.

Vi voglio bene.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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