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Autore: Patty F_Radke    15/01/2013    4 recensioni
Willow Janette non è una ragazza come le altre e quando incontra Dog, un lupo diverso dagli altri, la sua vita cambierà completamente..
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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-Si ho capito mamma, okay, ciao-. Riattacco il telefono.
Un'altra giornata da passare da sola. I miei genitori sono consulenti matrimoniali e la loro notorietà li rende abbastanza popolari. Le persone si rivolgono a loro in richiesta della loro assistenza per risolvere problemi coniugali. Grazie a questo lavoro i miei sono riusciti a ricavare un sacco di soldi dai loro clienti. E' impressionante quanta gente abbia problemi in un rapporto e voglia riaggiustarlo.
Sono in viaggio da tre giorni ma sono abituata, ormai sono tre anni che mi lasciano sola in quest'enorme casa che hanno comprato. A me va bene. Ho diciassette anni e so badare a me stessa.
Hanno comprato questa casa due anni prima che nascessi io. Il cortile sul retro è circondato da un'immensa foresta. Ma in mezzo a tutti questi pini c'è un salice. Proprio per via quest'albero mia madre mi ha chiamata Willow quando sono nata. Pian piano mi ha spiegato che secondo lei sarei cresciuta  e diventata una donna come quel salice: differente e capace di essere notata in mezzo agli altri alberi.
Più avanti ho capito che non c'è niente di significativo in me che possa far notare al mondo la mia esistenza. E personalmente non mi interessa.
Il mio stomaco brontola e gli dò un colpetto mentre vado verso la cucina. Fuori c'è il "Paese delle Meraviglie" versione invernale, e altra neve sta continuando a scendere. E' il primo giorno delle vacanze di Natale e ho già deciso di non fare niente. Oltre a stare in casa, mangiare, dormire e guardare la TV.
Quando apro il frigo trovo solo degli avanzi di ieri sera. Un pò di spaghetti per la precisione. Dopo aver messo il piatto nel microonde per riscaldarlo sposto lo sguardo fuori dalla finestra, e guardo il mio salice. I suoi rami verdi e ricoperti di neve sono talmente piegati da toccare il suolo ghiacciato.
Poi qualcosa attira la mia attenzione. C'è qualcosa di nero nascosto tra i rami del mio salice. Decido di prendere il cappotto e gli stivali ed esco nel cortile. Nella casa accanto c'è il mio vicino, Carl. Ha una sessantina d'anni e sta frugando intorno alla sua rimessa. Mi vede e sorride.
-Buongiorno Willow!- mi chiama. Vado verso di lui per salutarlo. I nostri giardini non hanno recinzioni. Semplicemmente non pensiamo sia necessario segnare il confine del nostro territorio. -Già sveglia? Pensavo che a voi ragazzi piacesse dormire a lungo-.
-Sembra che mi sia abituata a svegliarmi presto per andare a scuola. Cosa stai cercando?-.
-La mia pala nuova-. Si volta di nuovo verso il suo cottage. -L'ho appena comprata e sono sicuro di averla messa qui.. Aha!-. Tira fuori una pala rossa sogghignando. -Eccola. Se hai bisogno d'aiuto per liberare il vialetto ti aiuto io. Dopo che avrò messo a posto il mio ovviamente-.
Scuoto la testa. -Tranquillo. Ho alcuni amici che sarebbero molto contenti di giocare nella neve. Mi aiuteranno loro-. Lancio uno sguardo verso il mio albero e vedo che quel qualcosa è pure peloso e arrotolato in una palla.
Carl mi vede fissare quel punto e si volta nella stessa direzione. Quando lo indica, storce la labbra dicendo -Stai attenta ai lupi Willow. Ce ne sono parecchi che vivono in questa foresta. E credo che ne hai uno proprio sotto il tuo albero-.
-Un lupo?- chiedo scioccata. -Sei sicuro? A me sembra piuttosto un cane-.
-No, no. E' sicuramente un lupo. Se fossi in te mi terrei alla larga- mi avverte Carl.
-Lo prenderò in considerazione- annuisco. -Non dovevi darti da fare a spalare il tuo cortile?-.
Si alza immediatamente e se ne va mentre io lo guardo scomparire dietro l'angolo della sua casa. Poi mi volto e mi dirigo verso l'albero, lasciandomi dietro una scia di impronte nella neve. Giunta sotto l'albero sposto i rami e il cane si alza mettendosi in posizione difensiva. Appena mi vede però sbuffa e si ridistende rilassandosi.
-Oh, non dovresti essere almeno un pò intimorito da me?- dico e il cane mi ignora.
Come può quello essere un lupo? Dovrebbero essere più cauti i lupi, suppongo. Questo qui sembra invece così docile con me. Ci penso su un attimo e poi mi inginocchio chiamandolo -Vieni qui bello! O bella..- sussurro l'ultima parte ma sembra che il cane l'abbia sentita comunque perchè mi lancia un piccolo ringhio.
-Okay, sei un ragazzo- alzo le mani in segno di resa. -Non hai freddo qui fuori?-.
Mi ignora.
-Non vuoi venire a casa con me?-.
Continua ad ignorarmi.
-Sei proprio un piccolo stupido cane-.
Ringhia di nuovo, e sorrido pensando di aver colpito il segno. Poi noto una macchia rossa sulla neve sotto il suo ventre. E' sangue.
-Sei ferito?- chiedo allungando la mano verso di lui ma spalanca gli occhi e ringhia piano, facendomi allontanare. -Hey, sei sempre così scontroso?-. Mi ignora e chiude di nuovo gli occhi.
Penso di tornare a casa ma decido di accovacciarmi accanto a lui e avvolgendo le braccia attorno alle gambe appoggio il mento sulle ginocchia. Quando si accorge che lo sto fissando apre gli occhi e mi guarda di rimando.
Il colore delle sue iridi è un arancione chiaro. Come il tramonto. Mi sento come ipnotizzata dai suoi occhi così sbatto un pò le palpebre. Il cane sbuffa e una nuvola di caldo respiro si innalza dalle sue narici. Provo a parlargli di nuovo.
-Sei sicuro di non voler venire con me?-.
Continua a guardarmi.
-Se vieni con me, ti preparerò un bel bagno caldo. E ti curerò le ferite-.
Niente.
-Cosa vuoi da me? Cibo? Ho anche quello per te. E poi non hai freddo? Sta nevicando e sono sicura che la tua pelliccia e questo salice non ti terranno molto caldo-.
Sbatte le palpebre ma non fa nessuna mossa.
Alla fine lascio andare un sospiro e mi volto verso la casa. Quando arrivo al primo gradino sotto il portico mi giro per vedere che il cane non è più li. Ma avevo ragione, è ferito. Nel punto dov'era prima, una macchia rossa si è sparsa tra la neve bianca. Sento l'urgenza di tornare di corsa all'albero e cercare il cane ma quando mi muovo il mio piede sbatte contro qualcosa di duro.
Sussulto dallo spavento e, quando abbasso lo sguardo, vedo che il cane ha le zampe anteriori sul gradino più basso e le zampe posteriori sul terreno. Sbatto le palpebre e lui fa lo stesso. Poi sospiro e lo guardo.
-Mi hai spaventata-. Ovviamente non mi risponde.
Vado alla porta e la apro mentre il cane entra come se la casa fosse sua. Richiudo la porta e porto il cane in bagno. Quando gli indico la vasca lui salta immediatamente dentro. Apro il rubinetto e la riempio con l'acqua calda. Poi alzo la mano.
-Resta-.
Giuro che gli angoli delle labbra del cane si mossero verso l'altro in un sorriso ma l'immagine era così veloce che non ne sono sicura. Scaccio il pensiero e vado verso la mia camera al secondo piano. Mi cambio con un top nero e dei pantaloncini verdi. Poi torno in bagno dove ho lasciato il cane e resto in piedi sorpresa.
Il bagno è diventato nebbioso per via del vapore ma giuro di aver visto la figura di un ragazzo nella vasca. La sua schiena rivolta verso di me. Quando però sbatto le palpebre l'immagine svanisce e tutto quello che vedo è il cane nel posto dove l'ho lasciato. Non è nemmeno rivolto verso di me.
Ma quando sente il rumore dei miei passi contro le piastrelle del pavimento si gira e mi guarda. Mi siedo sul bordo della vasca e chiudo l'acqua che ha raggiunto il torso del cane. Prendo una piccola scodella e la riempio d'acqua versandola poi sul cane, bagnandogli la pelliccia. Poi prendo un pò di shampoo e inizio a lavarlo.
-Allora come ti sei fatto male?- chiedo pur sapendo che non riceverò alcuna risposta. -E come ti chiami?-. Mi guarda. -Oh certo, è più educato presentarsi prima di chiedere informazioni ad altri. Mi chiamo Willow. Willow Janette. E tu?-. Nessuna risposta.
Ma il cane mi sta lanciando uno sguardo stranamente umano. Come se fossi pazza. 
-Bene, allora ti chiamerò Dog. Che ne pensi?- propongo e sembra che il nome non gli piaccia. Scopre i denti e un basso ringhio esce dal suo petto. -Beh come altro dovrei chiamarti? Dog è l'unica opzione e Dog sarà-.
La sua faccia si rilassa e mi sorprendo sentendomi ridere. -E' solo temporaneo finchè non troverò il tuo proprietario. O sei un cane randagio?-.
Nessuna risposta. Non che mi aspettassi che un cane, voglio dire Dog, mi potesse rispondere in ogni caso. Anche se gli animali dovrebbero capire i sentimenti umani. O comunque così ho sentito. 
Lavo la pelliccia del suo collo. -Non indossi un collare e la tua pelliccia non sembra avere il segno di averne mai portato uno. Magari sei randagio dopo tutto? In questo caso sarebbe inutile attaccare in giro degli avvisi, giusto?-.
Subito mi ricordo che Dog ha delle ferite e sposto velocemente la sua pelliccia per vedere se c'è qualche parte insanguinata. Ma stranamente non trovo niente. La pelle è perfetta.. beh.. meglio. Neanche un graffio è rimasto. Magari Dog non era ferito come pensavo? O forse ho solo lavato via il sangue. Se non era il suo sangue, allora di chi era?
  
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