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Autore: Felicemente imperfetta    15/01/2013    1 recensioni
Quinta classificata al "RED: Music & Colors contest"!!!
Chiara è una studentessa universitaria che ha avuto tutto dalla vita; Luca, al contrario ha dovuto conquistarsi tutto facendo a pugni, infatti la boxe è diventata il suo mondo a causa del suo passato. Non sempre finisce tutto bene, però, forse, la loro vita potrà finire bene, nonostante tutto...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I segni sul tuo corpo

 
 
 
Il rumore della folla in delirio sovrasta ogni altro suono, ma la ragazza dietro l’angolo blu del ring riesce a sentire comunque il suono del pugno che taglia l’aria, il rumore di quel gancio destro che colpisce il ragazzo in pantaloncini blu, il rimbombo del corpo che cade a terra. Il ragazzo non si muove, sembra quasi che non respiri, e la ragazza, disperata, non può far a meno di tornare con la mente e qualche giorno prima.
 
È il primo caldissimo giorno di Luglio, due ragazzi camminano mano nella mano per il parco della città, lei è di altezza media, magra con due grandi occhi color nocciola e lunghi capelli neri, lui è alto, molto alto, forse sul metro e novanta, ha degli intensi occhi azzuro-verdi e i capelli tagliati alla militare.
Camminano in silenzio, poi la ragazza inizia a parlare.
“Oggi ho dato l’ultimo esame per diventare fisioterapista.” Sembra ostentare una calma eccessiva, come se non parlasse del suo futuro.
“Grandioso! Quando saprai il risultato?” Il ragazzo è al settimo cielo per la notizia.
“Tra due settimane esatte.”
“È lo stesso giorno della finale Nazionale! Verrai a tifare per me, vero?” Il ragazzo sfoggia un sorriso smagliante. “Se vinco e tu passi l’esame, ti voglio come mia fisioterapista ufficiale, chissà che non lo diventi di tutta la squadra.”
Segue un lungo periodo di silenzio in cui nessuno parla.
“Chiara, va tutto bene?” Chiede lui.
Altro breve minuto di silenzio, poi la ragazza inizia a parlare, anzi a urlare.
“No che non va tutto bene, va tutto male. Ma vedi come sei conciato?!” Mentre dice questo solleva la maglia di Luca fino al collo.
Il torace è avvolto completamente da una fascia bianca; sull’addome, a destra si nota un enorme livido violaceo, e sul fianco sinistro fa mostra di se un cerotto grosso come due mani messe l’una di fianco all’altra.
“Ma ti sei visto Luca? Hai diverse costole rotte, contusione e non so che altro perché non me lo vuoi dire! Tu vuoi partecipare ugualmente alla finale? Lo so che combatti da quando eri piccolo, lo so che hai iniziato a combattere perché tuo padre ti riempiva di botte. Tornava a casa ubriaco fradicio e picchiava te, tua madre e il tuo fratellino, lo so; ora però basta, basta, non hai più alcun motivo di combattere, ti prego, non farlo più!”
Chiara ha gli occhi pieni di lacrime, lacrime che non riesce più a trattenere, ma deve farlo perché non vuole sembrare debole davanti a lui, perché lui è forte e lei vuole essere forte come lui.
“Non capisci?” Luca, invece di alzare il tono, parla con una voce dolce, tenue. Prende le mani della sua fidanzata nelle sue e riprende a paralare. “Ormai il pugilato è  tutta la mia vita, senza non sarei niente. Non ho avuto tutto come te!” Urla. “Ho ventisette anni, se smettessi ora, cosa potrei fare? Niente, forse mi prenderebbe per fare il bidello in una scuola. Posso andare avanti ancora per anni così, e se mi faccio un buon nome potrò vivere di rendita, anzi, potremo vivere di rendita con tutti i soldi che mi daranno se diventerò il pugile migliore del mondo.”
Volta la testa per non guardarla. “Ma forse tu questo non lo capisci…”
Luca le lascia le mani e fa per andarsene, ma sente la voce di lei che lo chiama e gli chiede di restare.
“Luca…” Inizia a dire lei, ma lui la interrompe.
“Di preciso”, chiede lui, “perché non dovrei combattere?”
“Perché tutto ciò che siamo è pelle e ossa, addestrati per stare insieme. Se tu ti rompi un osso, ti laceri la pelle, ti riempi il corpo di contusioni noi non esistiamo più…”

Siamo pelle e ossa addestrati per stare insieme.

Era la frase che lui le aveva sussurrato all’orecchio la prima volta che avevano fatto l’amore.
Sembra che siano passati solo pochi giorni da quella volta, ma quelli trascorsi non sono giorni, bensì anni, tre anni, anzi, ad esser precisi quasi quattro.
“Io combatterò, il discorso è chiuso.”
Si gira e se ne và.
La ragazza è disperata, ogni volta che si tratta di lui, del suo bene, per non apparire debole si comporta da stronzo, ma non lo è, lui è una delle persone più buone del mondo, deve essere compreso, accettato per quello che è, ma se collaborasse e non si nascondesse dietro una mascara sarebbe molto più facile.
Lei lo guarda allontanarsi; quando scompare alla sua vista se ne va via, le lacrime le solcano le guance, sporcandole con il mascara.
Marilin Monroe, diceva di non piangere per un uomo, che il mascara è molto più importante di loro. Questo pensiero fa sorridere per un attimo Chiara.
Ma è solo un attimo.
 
Sono passate due settimane, Chiara e Luca non si sono più visti ne sentiti.
Lei è sull’autobus, diretta a casa, è appena andata a edere l’esito degli esami.
Guarda fuori dal finestrino la pioggia che cade, il cielo sembra essere triste, proprio come lei.
A Chiara è sempre piaciuta la pioggia, ma in questo momento la odia perché rispecchia il suo stato d’animo.
Guarda l’ora sull’orologio, sono le sette e mezza, l’incontro di Luca dovrebbe essere nel pieno del suo svolgimento.
Basta, decide che non può andare avanti così. Scende alla prima fermata dell’autobus e si mette a correre, sta smettendo di piovere, ciò la incentiva a correre più velocemente, c’è tutta se stessa in quella corsa disperata.
Arriva davanti al palazzotto dello sport senza fiato; vorrebbe fermarsi un attimo, pochi secondi per far incamerare aria nei polmoni, ma non ha tempo, lui è là dentro e lei deve vederlo subito.
Entra, si fa spazio tra la folla e riesce ad arrivare dietro l’angolo blu, giusto in tempo per vedere Luca cadere a terra.
L’arbitro inizia il conto alla rovescia, ma non riesce ad arrivare alla fine perché il ragazzo si rialza, e a quel punto suona la campana che segna la fine del round.
Luca va a sedersi all’angolo, il suo mister e Chiara lo raggiungono, dopo che Fabio, il mister, vede Chiara, decide di lasciarli soli.
“Scusa.” Dice Luca
Una parola, due sillabe, cinque lettera.
“Ti amo,” dice subito dopo.
Poi non ha più tempo di dire niente perché Chiara gli ha incollato le labbra con le sue.
È un bacio casto, un bacio di perdono; i respiri si fondono, le labbra si sfiorano e poi si separano.
“Scusami tu.”
Suona la campana che segna l’inizio dell’ultimo round.
“Vinci…” Gli sussurra, e il sorriso che lui le rivolge è un’assicurazione.
I due pugili sono l’uno di fronte all’altro, si osservano per pochi secondi, poi l’avversario del ragazzo attacca. Luca incassa il primo pugno, che lo colpisce dritto nella bocca dello stomaco. L’avversario in pantaloncini rossi inizia a sferrare una serie di colpi in successione e Luca li schiva tutti.
Chiara si sta mangiando le unghie per l’ansia, Fabio le massaggia le spalle e le sussurra parole all’orecchio per incoraggiarla, sembra che sia lei che tra poco deve disputare un incontro.
Luca continua a schivare colpi, l’avversario si stanca e si ferma per pochi secondi per riprendere fiato, secondi in cui Luca ne approfitta per attaccare. Inizia a tempestarlo di pugni, lo colpisce al fianco, all’addome, sulla faccia. Sembra un robot instancabile.
Chiara lo incita a continuare, salta e urla.
Il guantone sinistro di Luca colpisce l’avversario in un terribile montante che lo catapulta a terra.
L’arbitro inizia un nuovo conto alla rovescia: “Uno… Due… Tre…”
Chiara e Luca si guardano, e lei accenna un timido sorriso.
“Nove… DIECI! K.O. tecnico. Il vincitore è Luca Manti!”
La folla esulta, Fabio si precipita sul ring ad abbracciare il suo allievo.
Entrambi sorridono, anche se il sorriso di Luca è un po’ tirato a causa del doloro che prova per tutti i colpi subiti.
Butta i guantoni blu al pubblico e si dirige verso la sua ragazza.
“Ho vinto,” le dice.
Lei gli sorride e lo bacia.
I due ragazzi si baciano con passione, e intorno a loro non c’è niente. Il mondo finisce in quel loro bacio.
 
Il ragazzo si infila la maglietta bianca e scende dal lettino.
“Allora dottore,” comincia Luca. “Posso tornare ad allenarmi?”
“As-so-lu-ta-men-te no!” Quasi urla Chiara. Ha passato l’esame ed è diventata fisioterapista, Luca è uno dei suoi pazienti più frequenti. Sono passati tre mesi dall’incontro di Luca.
“E se io ti convincessi?” Sussurra lui a un millimetro dal suo viso.
“In che modo?” Sorride.
“Beh, magari così.” Dice, e subito dopo la bacia.
“Mh, forse potrei anche cambiare idea, ma non sono ancora del tutto convinta.” Gli alita sul viso con voce sensuale.
I due ragazzi riprendono a baciarsi.
Luca la solleva e la fa sdraiare sul lettino dei massaggi, lei gli sfila la maglia e inizia ad accarezzargli il torace, mentre lui le abbassa la zip dei jeans.
I due continuano a baciarsi con forza; i vestiti restanti spariscono e rimangono solo due corpi nudi, uniti in una danza vecchia come il mondo. Pelle e anima si fondono e rimane un solo essere: l’amore.
 

 N.d.A.
Non son una grande scrittrice, ma se la mia storia non si è classificata ultima, vorrà dire che in lei c'è qualcosa di buono.
Voi che ne pensate? Se esprimeste un parere mi fareste felice, ma son già contenta che siate arrivati fin qui a leggerla, grazie...
   
 
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