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Autore: Neverland Moony    15/01/2013    0 recensioni
Tre ragazze.
Una storia troppo complicata.
Un cuore che non si decide a capire quale sia la giusta direzione da prendere.
Sa di soffrire, sa che non può tornare indietro e anche che non riesce ad andare avanti.
E' bloccato nella melma di sabbie mobili e queste stanno tirando giù il povero cuore fino a soffocarlo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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lei piangeva.

Piangeva sdraiata sul letto, con la faccia sprofondata nel cuscino.
Piangeva e non riusciva a muovere un solo muscolo.
Si chiese come sarebbe potuta finire una storia così, come la sua, se potesse essere quella di un libro.
Forse solo con un suicidio.
Perché non avrebbe potuto avere altri finali avvincenti.
Ma quello non era un libro.
Era la sua vita.
Non si trattava semplicemente di prendere una lama e portarsela al polso.
Non si trattava di sfogliare le pagine centinaia di volte per far resuscitare il protagonista e far ricominciare lui la storia ogni qualvolta lo si desideri.
Le lacrime ormai avevano bagnato il cuscino.
Fortuna che non aveva trucco sugli occhi.
Lei non si truccava mai, se non per dei momenti importanti o feste di qualche genere.
I riflessi rossi sui suoi capelli castani erano poco visibili a causa della luce fioca che illuminava la stanza, in perenne confusione.
Fin dall’inizio sapeva che quello non sarebbe mai potuto essere un Happy Ending.
Eppure aveva scelto quella strada senza tirarsi indietro.
Si era lasciata cadere sempre di più nell’amore che provava aprendosi sempre di più una voragine in mezzo al petto che la stava divorando a poco a poco.
E ben presto di lei sarebbe rimasto solo un corpo vuoto, un vegetale che cammina.
Ma no, non siamo troppo pessimisti.
Per amore non muore nessuno.
Però un cuore spezzato dà la sensazione di morire dopo micidiali torture.
La ragazza strinse i pugni e si issò con le braccia su, alzandosi lentamente dal letto.
Era sola nella stanza.
Era sola nella casa.
La porta accostata la faceva sentire protetta.
Chiusa in quella cinta di mura poteva essere se stessa senza essere giudicata, senza che nessuno si accorgesse del mostro che era.
Estrasse il cellulare da una tasca.
Inviò un semplice messaggio.
Sapeva che non avrebbe ricevuto risposta, ma aveva bisogno di dare la buonanotte a quella persona che tanto amava.
Non c’era una cosa che non le ricordava di lei.
Ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva i suoi, grigi, splendidi.
Amava il modo in cui questi cambiassero colore in base al tempo.
Riuscivano a passare dal verde acceso al blu.
E ambedue i colori le portavano alla mente qualcosa.
Il verde. Il colore della speranza? No, la persona che lei amava le aveva insegnato quel colore era il simbolo della vita.
Il blu le ricordava il cielo, soffice, senza nuvole, e infinito.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Attendere che piano piano il dolore la congedasse.
Ma lei si era fatta una promessa.
Sarebbe sempre rimasta accanto a Misha e l’avrebbe fatta sorridere anche quando avrebbe voluto piangere.
Non che Misha non avesse già chi pensasse a questo.
Fin ora era stata lei l’unica causa per Misha di piangere.
Lei l’aveva ingannata.
Lei l’aveva illusa di qualcosa che non era reale.
Misha avrebbe dovuto odiarla.
Eppure dopo due mesi era tornata.
Proprio quando lei aveva creduto di aver finalmente dimenticato Misha.
E adesso, non riusciva a far a meno di piangere ogni qualvolta che vedeva una nuova foto di Misha da qualche parte.
Era così bella Misha.
Più grande di lei di tre anni, lentiggini sul viso molto evidenti e belle d’estate.
Capelli biondi e morbidi.
Labbra carnose. E il modo in cui le mordeva la faceva impazzire.
E quegli occhi.
Avrebbe potuto passare giornate a fissarli.
Eppure lei non li avrebbe mai più rivisti.
Si parlavano, ma solo tramite messaggi, o in chat al computer.
Le web erano fuori discussione.
Quegli occhi ormai, esistevano solo nella memoria di lei.
E li vedeva nei sogni, nei pensieri, e negli occhi di Luoise.

  
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