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Autore: ofelsandfears    15/01/2013    0 recensioni
"Potresti toglierti i vestiti?"
"C-come scusa?"
Nonsense delle giornate di pioggia.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Universitario
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Non sapevo neanche perchè mi trovavo in quella stanza.

 

 

Non sapevo neanche perchè avevo iniziato a frequentare il corso di arte dell'università.

Sta di fatto che ormai ero entrata in quella classe, e quegli occhi mi avevano subito squadrato dall'alto in basso.
Quelli di una ragazza, che, qualche giorno dopo, avevo scoperto chiamarsi Eleonoire.

Che vestiva sempre con delle minigonne vertiginose, dei maglioncini a tinte neutre e delle scarpe col tacco alla francese.
Insomma, era bellissima.

Durante la prima settimana non avevo notato niente di strano, avevo fatto amicizia con un paio di ragazzi e le lezioni non mi sembravano cosí noiose.

Fu all'inizio della seconda che iniziai a vederla.

Quel mattino mi ero vestita come al solito. Ero scivolata dentro a una felpa enorme e mi ero infliata un paio di jeans saltellando tipo Shakira mentre indossavo le mie converse blu.
Avevo preso la metro (come al solito) ed ero scesa alla fermata canticchiando.

Fortunatamente l'università non era molto lontana, quindi dovetti fare solamente un paio di isolati.
Entrai, mi sedetti in classe e cominciai a prendere appunti, ma ad un certo punto la mia mente iniziò a vagare per conto suo, e mi persi metà lezione.

"E ora scegliete il vostro compagno per il lavoro a coppie."
Che? Cosa? Lavoro a coppie? Quando l'aveva detto?

Scrollai la testa un attimo per poi realizzare che avevo un paio di occhi azzurro cielo che mi stavano fissando.
"Vuoi lavorare con me?"
"Uhm...si." Risposi, senza pensarci.
"Bene, ci vediamo nel mio appartamento questo pomeriggio, ecco l'indirizzo!" Mi porse un bigliettino sorridendo e si alzò dalla classe.
In che situazione mi ero cacciata?

Seguii le istruzioni che il mio amato Google Maps mi aveva dato e arrivai davanti a un edificio in stile rococò, molto sfarzoso ed elegante.
Cercai il campanello con il suo cognome, e suonai. La porta fece un sonoro clac! E si aprí.
Salii le scale con il cuore che batteva per non so quale ragione e bussai lievemente la porta.
"Oh, buon pomeriggio, sei in perfetto orario." Mi sorrise, e mi fece strada tra mobili incartati e cavalletti appoggiati al muro o caduti per terra. "Scusa per il disordine, ma ho appena traslocato..." "Oh, non preoccuparti, il mio appartamento è più o meno lo stesso, ci sono cose dappertutto. Uhm, scusami, posso farti una domanda?"
"Dimmi pure."
"In che cosa consisteva il lavoro che ci hanno assegnato?"
"Oh, niente di che. Dipingere un compagno nel modo in cui preferiamo."
Tirai un sospiro di sollievo. Avevo già pensato a ricerche e cose varie.
"Bene, vuoi che inizi prima io?" Domandai gentilmente a Elenoire, che intanto aveva posizionato due cavalletti in mezzo alla stanza. "Oh, certo, come preferisci!" Sorrise. Quanto era bello il suo sorriso.

Studiai per un attimo la luminosità della stanza e le feci cenno di sedersi accanto alla finestra. "Un po' più in la'...perfetto!"
E iniziai a disegnare.


Qualche ora dopo, ultimato il mio disegno a carboncino, stavo contemplando il panorama di Parigi dalla finestra.
"Puoi venire, per favore? È il mio turno ora."
Sorrisi e mi avviai verso la "postazione" indicatami da lei: una specie di struttura formata da una serie di cubi su cui, evidentemente, dovevo stare seduta.
"Bene, ora potresti toglierti i vestiti?"
"C-come scusa?"
"Mi hai sentito, togliti i vestiti."
"Tu mi vuoi dipingere..."
"Nuda, esatto."
Deglutii rumorosamente.
"Ecco, non è che sia una grande fan del mio corpo, sai?...per cui...potresti uhm, cambiare...modalità?" Sussurrai, e il mio cuore ricominciò di nuovo a battere all'impazzata.
"Oh, no. Su, avanti."


Era imbarazzantissimo.
Non avevo mai posato...cosí. Insomma, non avevo mai posato per niente eccetto qualche fotografia, ma questo le superava immensamente.
Mi stringevo nel lenzuolo che mi aveva posto delicatamente sulle spalle cercando di coprirmi il più possibile. Mi sembrava di stare per scoppiare, la pelle mi stava andando a fuoco. Stavo facendo un miliardo di pensieri diversi. Perchè aveva scelto me? Perchè non qualche altra ragazza più bella? E se l'avesse mostrato a tutti?
Il mio cervello stava andando in tilt.

"Ok, finito!" Esultò di gioia e io con un sospiro di sollievo allungai una mano alla mia felpa, ma una stretta mi bloccò.
"Dove credi di andare?"mi sussurrò all'orecchio.
"A c-casa...abbiamo finito...no?"
"No."
Potevo sentire il suo meraviglioso profumo entrare nelle mie narici.

Mi prese il volto tra le mani e mi baciò con una lentezza assurda e nello stesso tempo una passione infinita che credevo che il mio corpo si sarebbe sciolto sul pavimento. Con un gesto plateale mi tolse il lenzuolo e lo gettò per terra. Mi aggrappai istintivamente a lei, affondando le dita tra i suoi fianchi morbidi e caldi, mentre le toglievo uno di quei maglioni che metteva sempre e lei con un'occhiatina maliziosa si sfilò la gonna e le calze. Mi sollevò da terra e mi adagiò dolcemente sul lenzuolo.

Eravamo nude, ebbre di passione e con un'intera notte a disposizione. 

  
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