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Autore: aquariusff    16/01/2013    8 recensioni
Sequel di "A Piccoli Passi".
Questa storia è dedicata alla memoria di Francesca Zizi, una mia cara amica scomparsa prematuramente nel 2010 a soli 13 anni.
Chiuse gli occhi e immediatamente il ricordo del suo profumo le invase le narici. Dopo tutto il tempo che stavano insieme, quel profumo continuava a suscitare in lei emozioni sconvolgenti.
Riaprì gli occhi e riguardò la foto con una piccola smorfia sulle labbra.
-Torna presto da me, scimmione-
………L’acqua calda scivolava lungo la sua schiena, giù sul bacino stretto e precipitava lungo le sue gambe sottili.
Restò in silenzio, semi-nascosta dalla porta ad ammirare la perfezione del suo corpo, i suoi muscoli guizzanti, le spalle larghe e le sue mani, che afferravano un telo e lo stringevano intorno ai fianchi.
Era tornato!
…..Era così bello e affascinante e riusciva a toglierle il respiro quando le sue labbra si distendevano in un sorriso.
“Vieni qui”; l’attirò a sè e la strinse forte tra le braccia.
…..“Sei il solito scimmione, sfacciato e irriverente!” ed incrociò le braccia sul petto continuando a dargli le spalle.
Fece qualche passo verso di lei: ” Già, e questo ti fa impazzire , ammettilo”.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In Loving Memory of

Francesca Zizi

(Amiche per sempre)

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Capitolo XXXV

Monica si guardò un'ultima volta allo specchio mentre si sistemava il gancetto di un orecchino.

Il gran giorno era arrivato: finalmente la tanto sospirata laurea!

Si guardò intorno con una nota di tristezza: tutte le sue cose erano state chiuse negli scatoloni e i suoi abiti erano stati sistemati in diverse valigie.

- Domani andrò via da questa casa e da questa città....dovrò dire addio alla mia vita passata e ricominciare tutto daccapo insieme a Chris....ho paura. Non so se riuscirò a farcela.....non so se riuscirò a dimenticare tutto....non so se riuscirò a dimenticarti Tom-

Quella piega sulla fronte ultimamente era sempre lì, presente, vigile, immancabile a testimoniare la presenza costante di quei pensieri, di quel dolore di una decisione che forse non era quella giusta ma che forse, rappresentava la sua unica via di salvezza.

Era cambiata così tanto negli ultimi mesi: l'immagine che lo specchio rifletteva non le assomigliava neanche un pò: era solo l'ombra, la brutta copia della ragazza allegra e sorridente che era.

Se solo avesse potuto cancellare tutto: Tom, Chris, il lavoro....tutto!

Che desiderio folle di aprire la porta e sparire, lontano dove nessuno potesse più trovarla, in un luogo lontano, sconosciuto dove solo il tempo avrebbe cancellato le tracce della sua esistenza e diventare solo uno sbiadito ricordo nella mente di chi l'aveva conosciuta....

Scrollò la testa destandosi da quei pensieri.

Guardò l'orolgio: era già ora di andare.

Prese la borsa e le chiavi dell'auto appoggiate sulla libreria ormai vuota ma, prima di uscire aprì il cassetto.

Tirò fuori quella vecchia foto e la osservò attentamente: quanti ricordi risvegliò in lei...ricordi troppo dolorosi per un momento che avrebbe dovuto essere felice.

- Avevi promesso che avresti fatto qualunque cosa per passare questo giorno con me e invece....-

sospirò rassegnata ma mentre stava riponendo la foto, cambiò idea e la infilò nella sua borsa.

Arrivò in università che il cuore le scoppiava nel petto: era agitata, nervosa e la presenza di tutti i suoi cari non le semplificava affatto le cose.

Camminava su e giù lungo il corridoio mentre aspettava di essere chiamata.

Ripassava mentalmente la tesina ma qualcosa la distraeva.

Aveva come un presentimento....continuava a guardarsi intorno, era come se si aspettasse di vedere qualcuno da un momento all'altro.

Cercava il suo viso tra quello delle persone presenti ma di lui nessuna traccia.

"Monica Carnelli".

Era il suo turno. Guardò un'ultima volta in direzione della porta poi si voltò rassegnata:

"Eccomi".

"Bravissima Monica, complimenti!"; Marco l'abbraccio forte.

"Si tesoro, sei stata bravissima";

"Mamma..." ; Monica abbracciò anche lei. Suo padre se ne stava un pò in disparte giocando nervosamente con il nodo della cravatta.

"Va da lui; quel vecchio orso è tanto tanto orgoglioso di te, bambina".

Monica si avvicinò a suo padre.

"Ciao papà";

"Ciao Monica. Sei stata brava lì dentro";

"Grazie. Ho fatto del mio meglio".

Suo padre le appoggiò una mano su una spalla:

"Complimenti, sono tanto orgoglioso di te";

"Lo so papà"; Monica non aggiunse altro si guardarono a lungo negli occhi e quello sguardo valeva più di mille parole.

"Quando parti?";

"Domenica Mattina";

"Lo so che non devo intromettermi nella tua vita ma, ci hai pensato bene?";

"Si. Posso assicurarti che è stata la decisione più difficile della mia vita:  partire con Chris è la cosa più saggia da fare".

"Dove andrete ad abitare?";

"All'inizio in albergo poi, appena troveremo un appartamento tornerò a prendere le mie cose".

"Stai correndo troppo, dovresti avere...";

"La Signorina Monica Carnelli?" una voce alle loro spalle li interruppe e Monica fu infinitamente grata a quel ragazzo chiunque lui fosse.

"Si?";

"Questi sono per lei" e le porse un fascio di magnifiche rose rosse. Tutti si voltarono a guardarle, erano talmente belle che non passarono inosservate.

Monica le annusò, il loro profumo così intenso e delicato la inebriarono.

"Chi te le manda?" domandò curiosa Inge.

"Non lo so. Aspetta, adesso controllo" e iniziò a cercare il bigliettino che però non c'era.

"Che cosa curiosa: non c'è scritto chi me le manda".

"Sarà un tuo ammiratore segreto" aggiunse sorniona Klaudia e voltandosi verso l'ingresso scorse Tom che velocemente inforcò gli occhiali da sole e si allontanava velocemente.

"Ma quale ammiratore segreto! Le avrà mandate Chris".

"A proposito dov'è il dottore? Come mai non è qui?" Inge era la solita acuta osservatrice.

"Era di turno purtroppo ma stasera verrà alla festa. Ha detto che ha in serbo una bella sorpresa per me";

"Speriamo che qualcun altro la sorpresa la faccia a lui stasera" rispose Klaudia senza badare al fatto che Monica potesse sentirla.

"Chi dovrebbe fare... cosa?";

"Niente....emm....pensavo solo a voce alta".

"Ahh....certo che oggi sei più strana del solito" l'apostrofò Inge.

Salutati parenti ed amici, Monica raggiunse il reparto di Chirurgia: era raggiante.

I capelli ricci e sciolti ricadevano in morbide onde sulle spalle, gli occhi luminosi, un sorriso  soddisfatto e la sua figura magra e snella che si muoveva sinuosa in quel tailleur chiaro che sembrava essere stato disegnato apposta per lei.

Teneva stretta tra le mani la sua laurea accanto alle rose.

Bussò alla porta dell'ufficio di Chris.

"Avanti".

"Ti disturbo?" Monica fece capolino.

"Dottoressa, mi complimento per il traguardo raggiunto" e corse ad abbracciarla.

"Grazie mille, dottore".

"Oh cara, sapessi come sono felice per te " la strinse forte a sè.

"Attento Chris! Le rose...." e lo allontanò un pochino prima di adagiarle sulla scrivania.

"Non vorrai mica sciuparle? Come al solito non hai badato a spese";

"Di che parli, tesoro?";

"Ma delle rose ovvio! Come facevi a sapere che adoro le rose rosse?";

Chris si grattò il capo imbarazzato.

"Perdonami tesoro ma deve esserci un malinteso. Non sapevo che ti piacessero le rose rosse....";

"Che vuoi dire?" lo guardò interrogativa.

"Che non te le ho mandate io".

Monica era perplessa e sorpresa allo stesso tempo: chi poteva avergliele mandate? Chi sapeva che quelli erano i suoi fiori preferiti? Un'idea le balenò per la testa ma era talmente assurda che la cancellò ancor prima che la sua immagine arrivasse al cervello.

- Non può essere stato lui! -

Eppure quello strano presentimento non voleva abbandonarla.

Scosse forte la testa, doveva smetterla di pensare a lui.

"A cosa stai pensando?" la voce di Chris interruppe i suoi pensieri.

"A niente...sono solo un pò stanca. Ti spiace se uso un attimo il tuo bagno? Ho bisogno di lavarmi le mani".

"Prego, fa pure".

"Grazie, sei un tesoro".

Monica entrò in bagno, aprì il rubinetto e lasciò scorrere l'acqua : si guardava allo specchio senza vedersi veramente. Pensava a Tom, a quelle rose rosse, a quello strana sensazione che per tutta la mattinata non l'aveva abbandonata un attimo.

Che cosa le stava succedendo? Avrebbe dovuto essere la giornata più bella e felice della sua vita e invece...

Intanto Chris si avvicinò alle rose e cercava di capire chi gliele avesse mandate anche se immaginava chi fosse  il misterioso  mittente.

Monica aveva lasciato la borsa aperta accanto alle rose e, involontariamente l'occhio cadde su un dettaglio che catturò la sua attenzione: lo spigolo di una cornice sbucava in un angolino.

Sollevò lo sguardo in direzione del bagno poi, con destrezza, scostò un lembo della borsa e guardò la foto: appena la vide il cuore sembrò fermarsi.

Era lei insieme a Tom.

Indurì le mascelle.

Perchè aveva quella foto nella borsa? Perchè continuava a pensare a lui? Era teso come una corda di violino.

Respirò profondamente e poi andò a sedersi.

Doveva restare calmo e ragionare lucidamente:  Monica aveva deciso di partire con lui perchè lo desiderava veramente o era solo un modo per scappare da Tom?

"Chris? Hei! Ci sei?";

"Cosa?!"; era talmente immerso nei suoi pensieri che non si era accorto della presenza di Monica.

"Che faccia seria....che succede? Sei preoccupato per qualcosa?" gli chiese avvicinandosi a lui e appoggiandosi alla sua scrivania.

Con un dito gli sfiorò quelle profonde rughe che si erano formate sulla sua fronte.

"A cosa pensi?";

Chris le sorrise con dolcezza:

"A niente di particolare. Non vedo l'ora che arrivi stasera";

"Davvero?";

"Oh si! " le prese le mani stringendole tra le sue.

"Sarà una serata indimenticabile....vedrai".

Monica gli sorrise distrattamente.

Guardò l'orologio alla parete:

"Ma è tardissimo! Ho ancora un milione di cose da fare prima della festa!".

"Non dirmi che ancora non hai preparato i bagagli";

"Le ultime cose....ho quasi finito. Ora vado, ti lascio lavorare in pace. Ci vediamo direttamente al Raven?";

"Non vuoi che venga a prenderti a casa?";

"No. Marco e Klaudia vengono a prendermi alle nove. Ne aprofitto per stare un pò con loro prima di partire.

"Ok, allora ci vediamo direttamente lì".

Monica prese la borsa e le rose e gli stampò un bacio sulle labbra prima di uscire dal suo ufficio.

Chris restò a fissare la porta chiusa a lungo.

"Stasera chiudiamo definitivamente i conti Tom Kaulitz!".

Marco e Klaudia furono puntualissimi: appena videro Monica restarono esterrefatti, era più bella che mai.

Era fasciata in uno splendido abito da cocktail lungo fino al ginocchio di un meraviglioso colore; era blu cobalto con delle spalline sottilissime tempestate di cristalli che facevano uno strano intreccio sulla schiena nuda.

Il trucco leggero metteva in evidenza i suoi occhi scuri, il suo colorito abbronzato, le sue labbra piene e ben disegnate e la massa voluminosa di riccioli neri precipitava ondeggiante lungo la schiena.

Aveva indossato dei sandali dal tacco altissimo ma si era già pentita di averli comprati: era già inciampata un paio di volte.

"Sei splendida!" le parole di Marco la lusingarono.

"E' vero, sei bellissima Monica" Klaudia l'abbracciò forte poi lo sguardo si posò sugli scatoloni ammucchiati in un angolo e sulle valigie già pronte.

Anche Marco li aveva notati e inevitabilmente il discorso cadde sulla imminente partenza.

"Allora ci siamo....domani è il grande giorno".

"Già" rispose mesta abbassando lo sguardo: "ma non voglio pensarci. Stasera voglio solo divertirmi e stare accanto alle persone che amo" ammise sincera.

"Allora andiamo! Che ci facciamo ancora qui?" disse Klaudia con una finta allegria.

Quando giunsero al Raven, il locale straboccava di gente. Passarono a fatica tra le persone e raggiunsero l'angolo che avevano riservato per quella serata.

La musica era assordante come sempre e le luci psichedeliche illuminavano l'ambiente con lampi di colore rosa.

Monica si guardò intorno un pò stranita: aveva il cuore pesante e gonfio di maliconia e di tristezza.

Quella era la sua ultima sera ad Amburgo.

Si guardava intorno alla ricerca di qualcosa, di qualcuno provando un profondo vuoto in fondo al cuore.

Scosse la testa mentre inspirava lentamente, voleva divertirsi: ubriacarsi di allegria e di felicità. Aveva raggiunto un importante obiettivo e stava per costruirsi un futuro gratificante accanto ad un uomo speciale chel'amava e si sarebbe preso cura di lei.

Sollevò gli angoli della bocca in un sorriso tirato e cominciò a salutare tutti gli invitati che man mano arrivavano.

Dopo un pò, incrociò lo sguardo di Chris.

Era appena arrivato: era impeccabile nel suo abito blu e la guardava estasiato.

Monica gli andò incontro e gli lanciò le braccia al collo.

Lui la strinse forte e la baciò poi le sussurrò all'orecchio: "Sei bellissima".

Monica gli sorrise ringraziandolo.

La serata fu un vero successo, tutto filò liscio come l'olio: il cibo era perfetto, la musica era perfetta, l'atmosfera soft e rilassata e Monica si sentiva serena e felice accanto a tutti i suoi amici.

Ballava da ore e non era stanca, Chris invece cominciava ad averne abbastanza.

"Ho la gola arida. Ho bisogno di bere qualcosa. Vuoi qualcosa anche tu?";

"Si, grazie";

"Cosa prendi?";

"Va benissimo quello che prendi tu";

"Ok, allora torno subito"; Monica lo seguì con lo sguardo fino a quando fu inghiottito dalla folla.

Improvvisamente si sentì sfiorare.

Un dito le accarezzava  la spalla e poi scendeva piano lungo il braccio.

Un brivido le attraversò la schiena e il cuore sembrò fermarsi dall'emozione per poi esploderle nel petto.

Trattenne il respiro mentre sentiva lo stomaco contorcersi.

Non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi fosse: la sua pelle aveva riconosciuto il suo tocco, il suo richiamo.

Chiuse istintivamente gli occhi mentre disperatamente lottava per controllarsi.

"Ciao Monica".

Respirò profondamente prima di voltarsi e, prima ancora di incrociare il suo sguardo, le parole uscirono dalle sue labbra:

"Ciao Tom".

I suoi occhi erano dolorosamente luminosi e penetranti: la guardava come se la vedesse per la prima volta e, inevitabilmente un tremito leggero si impadronì di lei.

"Congratulazioni" le sorrideva timidamente.

"Grazie" deglutì a vuoto;

" Te ne sei ricordato..." continuò;

"Non potevo mancare...te lo avevo promesso" lei annuì abbassando gli occhi.

La musica frenetica terminò bruscamente, esattamente come era iniziata e lasciò il posto a note lente e malinconiche.

"Balliamo?" le porse la mano;

Monica lo guardò incedula: sapeva perfettamente che odiava ballare.

Gli diede la mano e lentamente lui la strinse a sè: era così estremamente sconvolgente essere di nuovo tra le sue braccia, respirare ancora il suo profumo, sentire di nuovo il suo cuore battere forste contro il suo viso. Chiuse gli occhi, allacciando le mani dietro al suo collo assaporando ogni istante, ogni singolo gesto, ogni movimento anche quello più impercettibile.

Sentì le mani di Tom  premere sui suoi fianchi mentre i suoi respiri erano sempre più corti e affannosi.

Ballavano stretti l'uno all'altra come se non esistesse niente altro, solo loro due e quella musica melodiosa.

Tom si avvicinò al suo orecchio e le sussurò:

"Sei  bellissima";

Monica quasi non riuscì a rispondere , la voce le morì in gola quando sentì le sue labbra sfiorarle la guancia.

Sollevò la testa dal suo petto per poterlo guardare negli occhi e lentamente, senza dirsi una parola,  i loro volti erano vicini, sempre più vicini; i loro respiri si infrangevano l'uno contro l'altro così da farne nascere uno nuovo dove l'altro moriva e quasi senza accorgersene le loro labbra si incontrarono ancora  in un bacio insicuro, tremante, quasi con la paura di ferirsi, di farsi male.

Monica si aggrappò forte al suo petto temendo che fosse solo un sogno...un'altra illusione.

Si staccò per guardarlo negli occhi: era lì, davanti a lei e la guardava adorante.

"Mi sei mancata Monica, io non posso vivere senza di te. L'ho capito sai? L'ho capito da tante piccole cose, da cose che mi riempivano la vita, che mi rendevano felice e che da quando te ne sei andata mi mancano terribilmente. Non andartene...non lasciarmi".

"Tom, io...";

"Monica, il tuo drink" la voce di Chris era piuttosto grave. 

"Oh!....Grazie".

"Kaulitz" pronunciò il suo nome provocatorio.

"Dottore" e Tom rispose con lo stesso tono.

"Se vuoi scusarci...Monica è giunto il momento della mia sorpresa".

"Monica, devo parlarti";

"Anche io devo parlarti Tom, non sparire. Torno subito".

Chris trascinò Monica lontana da Tom e quando furono finalmente soli, tirò fuori una scatolina dalla tasca dei pantaloni.

"Aprila" le chiese dolcemente.

Monica aprì la scatolina e restò senza parole per la sorpresa.

"Sposami Monica! Dimmi di sì ed io ti renderò la donna più felice del mondo".

"Chris, ecco io";

"Non dire niente" prese l'anello e lentamente glielo infilò all'anulare.

Tom aveva assistito a tutta la scena: spinto da un istinto primordiale, voleva  spaccargli la faccia; voleva strappare quell'anello dal dito di Monica e portarsela via ma quando vide lo sguardo di lei mentre guardava l'anello e poi il dottore, non ebbe più la forza di fare altro.

Prese un tovagliolo ed una penna, scrisse velocemente qualcosa e poi lo consegnò ad un cameriere.

"Per favore, fallo avere a quella ragazza con l'abito blu appena sarà sola" poi gli elargì una cospicua mancia ed uscì.

                                                                                                                                         continua

Non mancate mercoledì prossimo per l'ultima puntata di "Un Magnifico Disastro"

  
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