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Autore: natalie_80    16/01/2013    1 recensioni
La figlia di Dean, Mary, si trova nei casini e chi la va a salvare? L'ultima persona che avesse voluto vedere in quel momento!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Settima stagione
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Sangue. Sangue ovunque.
Schizzi sul muro e sul pavimento.
Vestiti stracciati e sporchi del suo sangue.
Appesa al muro come carne da macello.
Il corpo deturpato da continue torture.
Cosa diamine volevano da lei? Arrivarea suo padre?
Non era così stupido da farsi prendere per i fondelli da quei figli di puttana!
Ma anche lei non era da meno, se non fosse stato per uno sporco trucchetto.
Stupida!
Doveva saperlo che non era vero! Suo padre non si sarebbe mai fatto fregare a quel modo.
Maledetta lei e il suo maledetto vizio di fare l'eroina e dover salvare tutti.
Forse c'era un motivo per cui suo padre e suo zio non la volessero nelle loro cacce.
E lei che li aveva sempre odiati perchè pensava la ritenessero una bambina. In fondo lo era e ora capiva.
Capiva ciò che passavano ogni giorno.
Capiva cosa aveve provato suo padre all'Inferno.
No!
Lui aveva sofferto molto di più! Molto di più di quanto lei immaginasse.
Restava comunque il fatto che era ancora lì incatenata per una sua stupida azione: credere ad un demone!
Quante volte l'avevano avvertita?
Quante volte le avevano detto di non farsi influenzare perché sono infidi e bastardi?
Ma no! Doveva far prendere il sopravvento alle emozioni ed ora trovarsi in fin di vita.
Non l'avrebbero mai perdonata. Sempre se fosse sopravvissuta.
Lo dubitava ormai.
Era ridotta ad uno straccio e solo un angelo l'avrebbe potuta curare alla perfezione.
Già. Un angelo.
Come sua madre.
L'aveva lasciata a suo padre e poi era scomparsa.
Perché non poteva aver ereditato i suoi poteri? Ora non si troverebbe in quella situazione critica.
Castiel.
Era l'unico angelo che conoscesse che l'aveva protetta. Sia per ordine di suo padre, che per suo volere.
Erano legati in qualche modo ed entrambi lo sapevano.
Da quando però era cambiato, da quando aveva scelto di combattere da solo, andando contro il volere dei suoi amici.
Da quel momento il loro legame si era spezzato insieme alla fiducia.
Era l'ultima persona che avesse voluto vedere in quel momento.
Ma il suo desiderio non fu accolto.
Sentì l'aria spostarsi e aprì gli occhi.
Castiel e Crowley.
Perfetto!
Oltre all'angelo traditore, anche il demone coglione!
L'angelo le si avvicinò e lei si ritrasse d'istinto contro il muro.
Senza esitare, le toccò la fronte guarendola.
- Liberala! - disse autoritario al demone che in un primo momento lo guardò perplesso, per poi eseguire l'ordine.
Mancò comunque di tatto.
La liberò dalle catene facendola cadere a terra.
L'angelo le porse la mano per aiutarla ma lei rifiutò.
- Perché? - si limitò a chiedergli sperando che gli rispondesse.
Il moro la guardò per qualche istante, per poi ritirare la mano e confabulare con il demone in una lingua a lei sconosciuta.
O almeno questo credeva Castiel.
- La devo riportare da Dean! -
Il demone si era limitato a guardarlo. Sapeva che in ogni caso ci teneva ai Winchester e nemmeno lui li avrebbe divisi.
La mora invece restò a terra immobbilizzata a guardarlo.
Perché lo stava facendo? Prima li tradisce ed ora li aiuta? O è tutto un trucchetto?
Stà di fatto che non ebbe il tempo di pensarci che si ritrovarono nell'Impala.
I fratelli davanti a loro, si voltarono di scatto, facendo frenare di colpo l'auto.
Guardarono prima l'angelo e poi la ragazza.
Il primo sparì dopo qualche istante, lasciandoli a bocca asciutta.
Lei sospirò, riposandosi finalmente dopo tutto ciò che era accaduto, non ascoltando suo zio che continuava a farle domande.
Guardò lo specchietto retrovisore interno, incrociando lo sguardo del padre.
Intravide una scintilla di preoccupazione.
Si aspettò comunque una bella ramanzina in cui lei se ne stava zitta a guardare il pavimento, aspettando il momento giusto per abbracciarlo e chiedergli scusa.
Questo era il loro modo per risolvere le questioni, ma non questa volta.
Nè quando scesero dall'auto, nè quando entrarono in casa.
Lui si limitò a bersi il solito bicchierino e a chiudersi in camera.
Lei lo osservò non capendo la sua reazione.
Quando sparì, fu suo zio ad avvicinarsi e metterle una mano sulla spalla.
- Ha sofferto! Pensava fossi morta ma non ha smesso di cercarti. Lo sai com'è fatto - 
A quelle parole capì.
Bussò un paio di volte prima di entrare.
Lo trovò sdraiato a letto, a contemplare il soffitto.
In quei momenti le parole non servono per far capire ciò che provi agli altri.
Ti basta uno sguardo, un gesto per trasmettere tutto ciò che hai dentro.
E loro due erano così. Capirsi al volo solo con un occhiata era normale.
Si sedette di fianco a lui nel letto.
Si guardarono.
Si abbracciarono.
La famiglia è la cosa più importante che esista! 
  
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