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Autore: AyrinL    16/01/2013    2 recensioni
AU Seblaine, long tratta dal film One Day.
Blaine e Sebastian sono migliori amici fin dai tempi del liceo. Cosa accadrà ai due nel corso degli anni? Quanto tempo ci vorrà prima di capire che sono fatti l'uno per l'altro? Cosa riserverà per loro il destino?
"- Blaine, gli amici ti chiedono come stai, anche se poi non gliene importa davvero a nessuno. I migliori amici invece parlano con te esattamente come un bravo psicologo che scava nell’animo di un suo paziente. Solo che lo fanno gratis."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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15 luglio 1990

 
- Seb, seb… mi senti?
- Forte e chiaro Blaine. Dove sei?
- In una delle solite cabine telefoniche. Sono in pausa e così ho deciso di chiamarti. Non ti disturbo vero?
- Oh… oh, n-no Blaine, tu non disturbi mai, lo sai.
Peccato che Blaine udì in sottofondo dei sussurri maschili.
- Chi ti sei portato a letto Seb?
- Io? Cos- cosa dici?
- Dio mio Seb, c’era da aspettarselo, ancora non avevi avuto nessuna storia con uno dei tuoi compagni di università.
- Mi dispiace deluderti, ma quelli del mio corso me li sono passati tutti già da un pezzo.
- Che schifo.
- A dire il vero sono con l’assistente di mio padre.
- Cosa?! Sebastian, è… è una cosa assolutamente immorale e…e se tuo padre lo venisse a sapere?
- Già, chissà come deve essere scoprire che il tuo assistente è gay e per di più se la fa con tuo figlio.
- Sii serio Seb. Devi stare attento. Sai com’è fatto tuo padre.
- Ricordi quando venisti a cena da noi e lo chiamasti ‘sporco fascista’?
- Sappiamo entrambi come è andata a finire.
- Sbattuto fuori di casa prima ancora del dessert. È stato emozionante.
- È stato umiliante.
Blaine sentì Sebastian ridacchiare dall’altro capo del filo. Non fece in tempo a rispondere, che il fastidioso rumore del telefono a gettoni declamò la fine del tempo disponibile.
- Seb? Seb mi senti?
Nessuna risposta. Blaine si appoggiò con la testa contro la vetrata della cabina, lasciando scivolare la cornetta lungo il corpo.
- Mi manchi.
Riuscì a sussurrare quelle parole col cuore in gola, perché si, gli mancava terribilmente.
Non sapeva se come amico o qualcosa di più. Ormai erano passati due anni da quando avevano finito il liceo e da allora vivevano troppo lontani, vedendosi solo due o tre volte l’anno.
Non era più sicuro dei suoi sentimenti, né della sua terribile cotta per Sebastian che aveva fin da quando erano alla Dalton. La distanza ormai aveva affievolito quel tenero amore, ma Sebastian gli mancava comunque, la sua assenza lacerava dentro perché la sua presenza era fondamentale nella sua vita.
Era un pezzo importante, avevano condiviso troppe cose ed era l’unica persona fidata.
Era stato un fratello, un padre, tutto. Sebastian c’era quando il resto del mondo era troppo occupato per accorgersi di lui. E anche se era pieno di imperfezioni e di difetti, a Blaine andava bene così.
Uscì sconsolato dalla cabina e rientrando nel locale in cui lavorava.
Un orribile ristorante messicano, dove gli odori pungenti si appiccicavano ai vestiti e non ne volevano sapere di andarsene.
Indossò di nuovo il suo grembiule arancione mentre i clienti erano intrattenuti da una band con tanto di mandolino, prese penna e taccuino  per dirigersi da un signore che aspettava di ordinare al suo tavolo.
- Cosa prende signore?
- Patatine con.. Guacamole? Può spiegarmi cosa sono?
“Ci risiamo”, pensò.
- È una salsa con avocado, succo di lime, pepe nero, pomodori, coriandolo, cipolla, aglio, peperoncino  e a scelta panna acida e maionese. Allora?
Pazientemente Blaine sorrise, aspettando che il cliente desse conferma, ma il suo viso pareva ancora più confuso.
- Ehm, può ripetere?
Blaine avrebbe volentieri gettato tutto all’aria e maledetto quel posto, ma purtroppo aveva bisogno di quel lavoro. Era davvero troppo.
I suoi nervi erano nuovamente messi alla prova come non mai in quei mesi. Quando un anno prima arrivò a Londra, pensava che tutto sarebbe cambiato, che la sua vita si sarebbe trasformata in una meravigliosa avventura.
E invece?
Si ritrovava a lavorare in uno squallido locale, a trovare a malapena il tempo di studiare rischiando quasi di farsi cacciare da Oxford e non aveva più il tempo di coltivare un qualsivoglia hobby che non fosse la masturbazione.
Perché ovviamente non aveva neanche il tempo di poter conoscere qualcuno con cui svagarsi almeno un po’.
Fortunatamente, giunse qualcuno a salvarlo.
- Blaine! Vai nel mio ufficio, c’è quello nuovo e vorrei che gli spiegassi un po’ di cose, ci penso io qui.
- Oh grazie!
Blaine guardò estasiato il suo capo, scappando da quel cliente scomodo.
Aprì la porta dell’ufficio, affacciandosi piano per scorgere il viso del suo nuovo collega. Avere una mano sul lavoro e un viso nuovo da conoscere gli avrebbe fatto bene.
- Ciao… oh.
Quando il ragazzo, seduto sulla sedia accanto la scrivania, si voltò, quasi gli venne un infarto.
- Blaine?
- Kurt? Oh.. oh mio Dio! Cosa… cosa ci fai qui?
- Oddio, come è piccolo il mondo!
Kurt corse ad abbracciare Blaine, che quasi cadde indietro sia per la sorpresa che per l’impatto col corpo dell’amico.
Kurt, il suo ex ragazzo.
L’unico e vero fidanzato che avesse mai avuto in tutta la sua vita.
Precisamente, nel 1986. Erano passati quattro anni, eppure sembrava molto di più.
I due erano molto amici, col tempo però nacque qualcosa di più tra loro. Blaine non avrebbe mai potuto dimenticare la loro storia: era pur sempre il suo primo amore, no?
Poi  Kurt partì per New York, nel tentativo di realizzare i propri sogni. E la distanza, ormai lo sapeva, faceva troppo male. Per non parlare di tutta quella serie di errori che si commettono nell’assenza del proprio compagno e tutto il resto che ne consegue.
Così, i due si lasciarono, con qualche lacrima, con qualche ferita sul cuore, ma misero fine alla loro relazione. Ormai era da un anno che i due non si sentivano.
- Allora? Non mi dici niente Kurt?
- Oh, si. Sono qui con Finn. Sai, ho intenzione di provare ad entrare in una compagnia di Londra famosissima,  fa spettacoli in tutto il mondo … Carmen, la mia docente alla NYADA, ha insistito tanto perché ci provassi, e così mi fermerò qualche mese qui in attesa dell’audizione. Sai, non è facile, ci vuole tempo, e poi volevo cambiare aria e…
- Sono contentissimo per te Kurt.
Kurt osservò estasiato Blaine, sorridendo.
- Sei cambiato molto Blaine.
- Spero in senso buono.
- Beh, hai solo l’aria stanca, ma questa barbetta ti dona.
- Abituati anche tu alla barba, perché non avrai più nemmeno il tempo di pettinarti.
- Cosa? Io? Non pettinarmi?
I due uscirono fuori dalla stanza, Blaine lo condusse nella cucina, presentandogli gli altri colleghi e mostrandogli la sua postazione. Gli ci vollero dieci minuti, affinché Kurt capisse ogni dettaglio del suo nuovo lavoro.
- Sul serio Kurt, scappa ora che sei in tempo. Fidati, qui è un inferno.
- E allora perché ci lavori?
- La risposta la sai bene, credo: soldi. E poi c’è la retta universitaria, e…
- Bene, ho capito tutto. Adesso però ci sono io: non sei più solo, no?
Blaine sorrise, contento di avere una nuova persona su cui appoggiarsi.
- Grazie Kurt.
- Di niente. E, dimmi… Sebastian come sta?
- Oh, Sebastian è in Francia.
- Oh, capisco. Sai, avrei scommesso che a quest’ora stesse già insieme.
Blaine quasi si soffocò con la sua stessa saliva.
- Come scusa?
Kurt gli diede un colpo dietro la spalla, ridendo divertito per la scena.
- Come non detto. Su, mettiamoci al lavoro.
   
 
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