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Autore: warblersblazer    16/01/2013    4 recensioni
[Stony.]
Come ci era finito a bere così tanto? Ah si, una scommessa. Una maledetta scommessa.
E uno stripoker, forse. Forse.
«Ancora devastato, Stark?»
Tony Stark e Steve Rogers ormai sembra siano diventati inseparabili, ma cosa succede quando uno dei due dopo aver ricevuto tutto e niente dalla vita, si sente solo?
Una solitudine dovuta al vuoto, che solo una persona potrà colmare. Un amico.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Pepper Potts, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I'm feeling alone, Steve.




«..e la conferenza signor Stark è stata spostata alle undici e trenta, di Martedì ventotto. Si richiede un completo in blu, signore.»
Tony se ne stava spaparanzato sulla sua sedia d'ufficio, nascosto dietro a quelle che sembravano piramidi, ma in realtà erano solo cumuli e cumuli di fogli importanti.
La sua segretaria Caroline - una signorina sui trent'anni, coperta da uno scuro tailleur nero - era in piedi di fronte a lui, in una posizione diligente e professionale.
«..e per il giorno seguente è stato invitato alla cerimonia in suo onore, organizzata da-»
«Perfetto Caroline, sempre efficente, sempre con le curve al posto giusto e sempre parlantina così. Mi piace. Perché non mostri tutte queste novità alla signorina Pepper? Ne sarà entusiasta, dico sul serio. 
E per favore, mi faccia portare qualcosa di forte. Molto forte, potrei collassare da un momento all'altro.»
«Certo signor Stark, subito.» e con un breve accenno del capo, la sgambettante Caroline filò via dal suo ufficio.
Tony si lasciò sfuggire un breve sospiro, massaggiandosi delicatamente le tempie e sperando che quella giornata potesse finire al più presto. 
Si era svegliato alle cinque del mattino quel giorno, ancora stremato da una sbronza esagerata dalla notte prima (con tanto di notte fuocosa con una ragazzina di playboy capitata casualmente nel suo letto.)
Come ci era finito a bere così tanto? Ah si, una scommessa. Una maledetta scommessa.
E uno stripoker, forse. Forse.
«Ancora devastato, Stark?»
Questa volta non era la voce di una donna quella che stava rimbomando fastidiosamente nella sua testa, ma un uomo.
Con fare lento alzò la testa verso l'entrata, e alzando un cipiglio incuriosito, sorrise.
«Capitano, che bella sorpresa. Non avrei mai pensato che avresti sollevato le tue chiappe scongelate per venire fino a qui. Davvero, mi hai allietato la giornata. 
Devastato? Probabilmente, ma come ben sai, non mi tiro mai indietro di fronte ad una scommessa. Soprattutto se la scommessa la proponi tu in un estremo gesto di rabbia nei miei confronti. Tranquillo, non ce l'ho con te.»
Steve si concesse una risata, mentre 'l'uomo di ferro' aveva incominciato con la sua parlatina a non finire. Le braccia muscolose erano strette al petto - avvolto da una leggera camicia da boscaiolo azzurra e marrone - e i capelli tirati a lucido da una parte, nella sua solita e antica capigliatura.
«Nove bicchieri di fila, non ho mai visto un uomo bere così tanto.» scandì ancora stupito - e appagato - di fronte all'espressione stanca e distrutta del povero Tony. «E comunque, sono venuto qui per portarti via. Non saresti dovuto venire a lavoro, hai due occhiaie che potrebbero essere scambiate per due amache, e non scherzo.»
«Ah, perché tu sai scherzare?»
«Lo spirito non manca mai, complimenti. E ora alzati Mr. beone dell'anno, hai un letto che ti aspetta.» borbottò il biondo afferrando Stark per le braccia e sollevandolo dalla sedia, così come si solleva un bambino piccola che non vuole scollarsi dalla sua sediolina preferita.
«Pepper non mi lascerà uscire di qui.» constatò Tony, allentandosi la cravatta e bevendo al volo il bicchierino di scotch che Caroline aveva appena portato, con i suoi soliti fianchi tondi e sculettanti.
«Pepper è l'ultimo dei nostri problemi e-, basta alcool!» brontolò Rogers, tirandogli uno scappellotto dietro la nuca. 
'A volte' pensò 'è davvero insopportabile. La prossima volta lo faccio morire qui dentro'
Dopo l'ennessima occhiataccia, lo trascinò fuori di lì.
I lunedì erano sempre i più stancanti, non solo perché i condizionatori si accendevano più tardi del solito (anche se Tony aveva promesso di ideare qualcosa a proposito, ma ancora nulla.) ma anche perché le Stark Industries diventavano il caos più totale.
Tony non aveva nessun problema, al suo passaggio le persone si dileguavano dalla sua traiettoria lasciandogli il passo libero. 
Al momento dell'uscita, un gruppo di paparazzi e giornalisti vari devastarono i due e ci mancò poco che Steve imprecasse al alta voce.
Il poverino venne schiacciato da quella mandria inferocita, e buttato con le chiappe sull'asfalto una volta che Tony fu entrato in macchina. 
«Hey chiappe scongelate» urlò Tony dal finestrino «Non ero io quello che aveva bisogno di riposo? Tu hai già dormito per molto tempo. Dai, sali su.»
Steve gli regalò una delle sue migliori occhiatacce mentre si rialzò, si pulì i pantaloni intrisi di polvere, e salì in macchina sfinito.
«Non vorrei mai essere te.»
«Oh, questa è una novità. Tutti vorrebbero essere come me. Ora rilassati capitan ghiacciolo, arriveremmo a Villa Stark in pochi minuti.»
E non passarono neanche due secondi, che Tony già ronfava sulla spalla dell'altro, sotto lo sguardo addolcito di Steve.
 
 
 
«Dormiglione, siamo arrivati.»
Steve stava delicatamente scuotendo Tony - che nella sua profonda dormita, gli aveva lasciato un po' di bavetta sulla camicia - ma la cosa fu più lunga del previsto.
«Altri cinque minuti, ti prego.» borbottò il moro, spingendogli con una mano la guancia verso l'altra parte.
Preso dall'esasperazione - che non diede a vedere per nulla al mondo - il capitano se lo caricò tra le braccia, camminando tranquillamente attraverso l'entrata della villa.
«Signor Rogers, la stanza del Signor Stark è al piano superiore. Sarò lieto di mostrarle la strada.»
E con un accenno poco sicuro, si lasciò guidare verso la camera da letto dell'uomo.
Lo posò delicatamente, sfilandogli la giacca e i pantaloni scomodi ( a suo parere), e rimboccadogli premurosamente le coperte.
Jarvis nel frattempo, si era curato di scurire gradualmente la stanza e di rinfrescarla un po', allontanandola dai qualsiasivoglia rumori esterni.
Steve gli posò cautamente una mano sulla fronte, gli occhi troppo occupati a memorizzare ogni singola caratteristica del suo viso. Come se non l'avesse mai fatto.
'Ha la febbre' pensò.
Un ultimo controllo coperte, e iniziò ad allontanarsi verso la porta.
«Steve.»
L'uomo si girò lentamente, gli occhi fissi e impassibili in quelli semiaperti di Tony.
Che la febbre parlasse per lui?
«Rimani con me. Mi sento solo.»
Non ci furono attimi di esitazione, e non ci volle neanche molto per pensarci due volte.
Steve tornò indietro, si sfilò le scarpe e si accasciò sul letto accanto a Tony.
Era così adorabile mentre dormiva, non sembra il solito Stark preso solo da se stesso e dalla sua vita. Era un cucciolo, inerme.
Prese a passargli dolcemente le grandi dita tra i folti capelli scuri, e asciugandogli con il palmo della mano qualche leggera goccia di sudore dalla fronte.
Sospirò, e chiuse gli occhi sentendo il suo respiro accanto al suo.
«Ora sono qui con te, non dovrai più sentirti solo







- Note dell'autrice: Non pubblico su efp da..troppo tempo, già. La mia prima Stony.
Devo dire che sono fierissima di questa shot, sarà la mia preferita! (No, tra una settimana la odierò, come minimo.)
Beh, spero che ci sarà qualcuno che la recensisca e, preghiamo gli Dei.
Baci.
- A;
  
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