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Autore: Phenex    17/01/2013    1 recensioni
Le persone hanno molte facce. Molto spesso tutti noi diamo a vedere ciò che riteniamo opportuno, mascherando alle volte addirittura ciò che è più importante per noi, ma sentirsi inadeguati può costringerci a rimuovere dalla nostra mente ciò a cui più teniamo: noi stessi.
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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The thousand me

 

 

Il vento soffia forte anche quella mattina, mentre i cartelli appesi ai lampioni del marciapiedi si agitano e sbattono violentemente. Alcuni di essi già sono andati a far parte delle foglie secche simbolo di quell'ennesimo autunno colmo di tristezza e monotonia. Il foglio di carta staccatosi dal cartello dello stop di fronte alla scuola elementare cittadina arresta ogni suo movimento incontrando la caviglia di Spencer Anderson. L'uomo, un trentenne dai capelli biondi e gli occhi verdi vestito in modo giovanile, si piega a raccogliere il cartellino che gli sta fasciando la gamba, continuamente spinto dalle correnti d'aria. Alla vista di quel dolce volto, di quei splendidi occhi azzurri e di quei lunghi capelli biondi lo stomaco del professore si contorce mentre nella sua gola si forma un nodo. Sulla foto della piccola studente delle elementari è riportata una sola parola, che lascia intendere più di mille significati, ognuno di essi più tragico dell'altro: scomparsa. Improvvisamente Spencer si sente un'idiota a non essersi accorto dei numerosi segnali appesi in ogni dove e quasi si vergogna della stessa felicità con cui ha dato inizio alla giornata. La piccola Allison frequentava la scuola dove lui stesso insegnava grammatica e quella notizia lo scuote violentemente dall'interno. Non vedrà più quella principessina sorridergli, non vedrà più la sua vivacità o la sua testardaggine nel non voler fare i compiti per casa e questo non può fare altro che stringergli il cuore nel dolore e nell'impotenza.

Maledendo mentalmente chiunque potesse essere stato in grado di fare del male a quell'angioletto sceso dal cielo, il maestro entra all'interno della struttura scolastica e, anche se con un po di fatica, disegna un sorriso sul suo volto. Le urla e le risate dei bambini lo mettono di buon umore. Veder correre quei piccoli monelli ogni giorno è la cosa che più gli fa apprezzare la vita. Il suono della campanella è per lui un colpo duro quanto lo è per i bimbi, costretti ad entrare all'interno delle aule che Spencer stesso vede come luoghi cupi e noiosi, prigioni che altro non possono fare se non uccidere la creatività e la voglia di apprendere di chi vi è all'interno. Tuttavia, anche quello aveva un suo lato positivo: avrebbe potuto interagire con i ragazzi senza risultare stupido o quanto altro, questo perché era suo dovere di insegnante farlo. I suoi colleghi lo reputano un tipo infantile, infatti raramente tra lui e loro nascevano dialoghi lunghi o interessanti, motivo di ciò era anche dovuto al fatto che questi passavano il buon ottanta per cento delle pause a lamentarsi dei loro studenti, cosa che invece Spencer non si sognava mai di fare.

Una volta entrato nella quinta, il maestro lascia che i suoi occhi si abbandonino con malinconia al banco vuoto della piccola Allison, quell'immagine lo costringe a opporsi da quegli obblighi lavorativi per poter fare qualche che attenuasse anche solo un po la mancanza della bambina. Come al solito gli alunni seguono ciò che dice Spencer, anche i più scatenati non riuscivano a fare a meno di legarsi a quella persona così gentile e disponibile che condivideva le loro stesse passioni per i videogame, per i cartoni animati e per quanto di infantile potesse esistere per una persona che ha superato la pubertà da troppi anni. Così, alla proposta di fare qualcosa per ricordare la piccola scomparsa e che magari se fosse tornata, come tutti speravano, le avesse fatto piacere vedere i bambini non fecero altro che rispondere all'unisono "Sì signor maestro!". L'idea cadde sulla creazione di un enorme poster dove ogni bambino ed ogni bambina avrebbe inserito un pensiero dedicato ad Allison per poi appenderlo proprio sopra il banco vuoto.

Mentre li guarda lavorare eccitati e mentre vengono a chiedergli consiglio, Spencer sente come sempre il suo cuore scaldarsi in un abbraccio di gioia e di sollievo. Vuole bene a tutti i suoi studenti e vuole proteggerli per sempre, infatti si sente così rammaricato nel vederli andare via, verso un futuro ignoto, una volta terminata la scuola.

 

-

 

 

Finalmente la campanella si degna di suonare, finalmente Spencer può abbandonare quella dannata classe di mostriciattoli e prendersi il suo schifoso caffè in santa pace, senza che uno di quei demonietti possa interromperlo in qualche modo. Lasciandoli al loro scartare di merendine da viziati ed ai loro schiamazzi fastidiosi si dirige verso l'aula professori, senza notare come sempre di trattenere il fiato dalla cattedra alla macchinetta del caffè, quasi come se i bambini di quella scuola fossero dannosi per lui anche all'olfatto. Spencer odia la sua vita, si sente insoddisfatto ed inferiore al resto del mondo e non sopporta vedere come i bambini sprecano il loro tempo in stupidaggini quando invece potrebbero fare una di quelle cose a lui negato a causa delle ore obbligatorie di lavoro presso la struttura scolastica stessa. Ad attenderlo nell'aula insegnanti ci sono i colleghi, tutti presi dal loro ciarlare sulle lamentele di tutti i giorni. La maestra di ginnastica è incazzata per colpa del suo nuovo ragazzo, la maestra di matematica gli da corda ripetendo all'infinito che i maschi sono dei cazzoni per poi aggiungere "esclusi i presenti" ed esplodere in una patetica risata che altri non fa sorridere se non il professore di scienze, sempre li ad ascoltare come se fosse il loro amico finocchio. "Fossero davvero quelli i problemi della vita" pensava di continuo Spencer, mentre li guardava parlare senza darsi sosta come mitragliatrici impazzite. Odiava il fatto che quelle persone, che molte persone, non andassero oltre i normali problemi fossilizzandosi su idiozie di natura sentimentale, ovvie come gli effetti di un lassativo e con il medesimo risultato. Spencer sapeva benissimo che se avesse espresso a loro le sue frustrazioni emotive lo avrebbero schernito e quanto altro, quindi si limitava a lasciar scendere il suo caffè per poi berselo da solo in santa pace.

 

 

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"Certo, esclusi i presenti!" esclama come tutti i giorni la maestra Silvia, l'insegnante di ginnastica. Spencer le sorride dolcemente, poi sospira e si intromette nel discorso girando lo zucchero all'interno della sua tazzina e porgendolo al collega di scienze come faceva tutti i giorni. A Spencer non piaceva quella bevanda, la trovava amara e ripugnante come il catrame, però non gli dispiaceva offrirlo ai compagni di sventure all'interno di quell'edificio. Come sempre scambia due parole con Silvia, la rassicura sulle sue qualità, sul fatto che è una persona molto sveglia ed intelligente e che il suo ragazzo ha fatto un gravissimo errore a lasciarsi perdere una donna così fantastica. Lei lo fissa negli occhi mentre sente tessere le sue lodi, rimanendo sempre affascinata da come quell'uomo riuscisse a prenderla nell'esatto modo in cui andava presa una come lei, una che finge di non aver mai bisogno di aiuto, mentre in realtà dentro è molto più fragile di quanto sembri.

"Magari trovassi un ragazzo come te Spencer." Dice poi, strizzandogli l'occhio e sorridendogli dolcemente. Silvia è senza dubbio una splendida donna, coi lunghi capelli corvini e gli occhi azzurri e sembrava avere un debole per lui, tuttavia egli non è interessato ad alcuna relazione a meno che non sia quella giusta e sa che con Silvia non potrebbe andare tutto liscio visti i loro interessi sin troppo contrastanti. Il gruppo di insegnanti termina di bere il caffè lamentandosi come ogni giorno sulla strutturazione del sistema scolastico e su quanto i bambini di quei giorni siano così indisciplinati ed ignoranti rispetto alla loro passata generazione, poi il gruppo si divide ed ognuno augura buona fortuna all'altro.

 

 

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Le giornate a tempo pieno sembrano alle volte per Spencer degli infiniti tormenti, poi però quando è il momento di tornare a casa alle sedici e mezza si sente quasi scontento. Gli dispiace porre fine a situazioni piacevoli con i suoi allievi, ad abbandonare possibili esperimenti di gruppo, ma soprattutto soffre a non poter più vedere quei visi colmi di allegria e spensieratezza. Tuttavia si tratta solo di una piccola goccia di sofferenza che viene risollevata dal fatto che il giorno seguente tutto ricomincerà e lui sarà di nuovi con i suoi piccoli angeli. Mentre esce da scuola lancia un ultimo sguardo alla foto di Allison appesa ad uno dei lampioni e continua a chiedersi come fosse possibile per un essere umano avventarsi su quei splendidi occhi infantili anche solo per avere un qualche misero riscatto dalla famiglia. Mentre procede lungo la strada la rabbia ed il disgusto gli infettano l'anima, portandolo a sperare per il responsabile la più violenta e dolorosa delle fini. Sogna di poter salvare la bambina, di fare a pezzi colui che la ha strappata dai suoi affetti, che la ha strappata ai suoi amici, che la ha strappata a lui, ma quando si trova proprio a qualche metro dalla fermata dell'autobus la macchina di Silvia accosta di fianco a lui. Come sempre, la collega gli offre un passaggio per casa visto che anche la temperatura all'esterno non è delle migliori in quel periodo. Tuttavia Spencer adora starsene da solo durante il ritorno, senza contare che non ha poi un buon rapporto con i colleghi, non che lo odino certo e neppure viceversa, tuttavia preferisce non trovarsi a disagio con loro in situazioni che lo porterebbero a vergognarsi di se stesso e della sua infantilità.

 

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Anche quel giorno, dopo aver accompagnato il collega nel suo appartamento, si era totalmente abbandonata a lui, nel suo letto ancora disfatto da quella stessa mattina in cui si era alzato per venire al lavoro. La loro pseudo relazione aveva avuto inizio da circa un anno ed era continuata da allora ogni volta che riuscivano a vedersi senza che qualcuno si facesse domande. Mentre continuano a fare l'amore lei non capisce cosa effettivamente la leghi a quell'uomo. Forse il fatto che la capisca e la comprenda come un libro aperto la spinge ogni volta a consegnarsi a lui, priva di difese e desiderosa del suo calore, oppure semplicemente le piace scopare con lui, in ogni caso era innamorata di Spencer, mentre i sentimenti di lui erano sopiti sotto il suo enigmatico comportamento di tutti i giorni. Lei geme, stringe le gambe attorno alla vita del compagno, gli sussurra in un orecchio che lo ama, mentre il loro rapporto ha fine con un abbraccio caldo ed intriso di passione. Spencer la bacia, le accarezza il corpo con le mani, poi la fissa negli occhi e la bacia ancora.

 

 

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Silvia era appena andata via, ma il fuoco dentro Spencer ancora divampava incontrollato. Lui ama quella donna con tutto il suo cuore e vorrebbe che fosse parte integrante della sua vita. Mentre cena, sforzandosi di mangiare, cerca di ricordare ogni più piccolo particolare, ogni tratto di pelle candido e morbido di Silvia, poi sente il bisogno di uscire di casa, di rilassarsi, di liberarsi da quel pensiero persistente.

Mentre cammina sotto la luce dei lampioni, il docente delle elementari si sente frustrato. L'amore che prova nei confronti di Silvia è potente quando la sua timidezza e la sua insicurezza, ma nonostante questo non riesce a fare fronte ai suoi problemi. Vorrebbe parlare con quella donna, vorrebbe toccarla, baciarla, fare l'amore con lei, ma non ci riesce. Ogni giorno gli basta incrociare quegli splendidi occhi azzurri per iniziare a sudare e per perdere ogni benché minima fiducia in se stesso. Procedendo lungo la strada Spencer si trova con sua grande sorpresa nelle zone periferiche della città e nota con rammarico che i genitori della scomparsa Allison erano giunti sino a quei luoghi disabitati e formati da lunghe distese di campi ad appendere cartelli colmi più di inchiostro che di speranza.

 

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Dentro il capannone degli attrezzi un tempo appartenuto ad una famiglia di contadini di periferia non ci sono fonti di luce, solo la torcia di Spencer che illumina il corpicino esile e tremolante di Allison. La bimba è rannicchiata nel freddo angolo del capanno, legata per le mani e per i piedi da una robusta corda intrecciata. Le lacrime solcano ancora il suo viso spaventato, gli occhi azzurri sono annacquati ed intrisi di terrore, mentre la sua voce sembra essersi trasformata in un debole respiro a causa delle urla che nessuno avrebbe potuto udire in quel luogo sperduto, ma che lei aveva comunque emesso probabilmente per l'intera giornata. Il maestro si piega su di lei, le libera gambe e braccia poi le sorride. Allison ha paura, ha paura dell'uomo che la ha rapita, legata e picchiata il giorno precedente. "Quanto ti voglio bene bambina mia." mormora Spencer, abbracciando la piccola in preda ai singhiozzi mentre sente il corpo eccitarsi al contatto di quel corpicino ricolmo di purezza.

Spencer ama quella bambina, la ama da quando ha messo piede nella prima elementare e continua ad amarla ora che sta seguendo la quinta. Lui ama tutti i bambini che ha seguito duranti i suoi primi quattro anni di servizio presso la scuola, li ama così tanto da non poter più vivere senza di loro.

"Non piangere, voglio solo che non mi lasciate solo." le sussurra ancora, mentre la sua presa su di lei si fa più forte e minacciosa. Le mani si muovono verso il collo, mentre le labbra stampano su quelle di lei il suo primo ed ultimo bacio. Avrebbe baciato tutte le bambine prima di farlo diceva, perché tutte le sue bambine meritavano almeno un bacio d'amore prima di morire. I maschietti invece li avrebbe lasciati giocare ai videogiochi tutto il giorno, i maschietti adorano i videogiochi.

 

 

-

 

 

Spencer si sveglia e piange. Le sue lacrime affondano nelle mani che quella notte prima hanno violentato e ucciso Allison. I suoi singhiozzi gli portano alla memoria i gemiti di Silvia mentre fanno l'amore nel suo letto, lei con il suo corpo. Poi la sua mente torna a contorcersi, a cambiare, ad andare fuori controllo. Spencer deve essere ciò che DEVE essere, non ciò che è. Le persone come lui non possono uscire allo scoperto, devono dare agli altri ciò che vogliono, lo Spencer che vogliono.

 

 

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Spencer Anderson attraversa la strada, osserva i cartelli della piccola Allison e sorride, Allison sta bene, Allison starà con lui per sempre e presto, non sarà più sola.

   
 
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