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Autore: White_099    17/01/2013    1 recensioni
One shot sul primo incontro di Effie e Haymitch, che poi non è un vero e proprio incontro.
Due mondi che si scontrano, per un momento.
Enjoy the nonsense
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Effie Trinket era vissuta nella ricchezza, senza conoscere il significato di povertà.
Le sue vecchie foto ritraevano una bambina vestita e truccata di rosa confetto che, con un microfono dorato fingeva di estrarre i nomi di immaginari Tributi da un’urna scintillante.
Effie Trinket non si immaginava di fingere di condannare persone a morte.
Era solo un gioco innocente, da bambina.

Effie Trinket si sta avvicinando al Distretto 12.
E’ il suo primo anno come accompagnatrice ed è molto eccitata. Controlla più volte nello specchio dello scompartimento che il verde della sua parrucca sia perfettamente intonato con lo smalto prima di scendere dal treno. Era restata un po’ delusa dalle assegnazioni dei Distretti ma dopo tutto era la nuova arrivata, non si poteva aspettare niente di meglio.
Alla stazione due Pacificatori in abito bianco la attendono per scortarla.
Effie Trinket è spaventata dall’aspetto sporco e povero di quel Distretto.
Effie Trinket si stringe al petto la sua rassicurante cartelletta verde che contiene il programma della giornata. Lo conosce a memoria. Mentre avanza a stento con i suoi tacchi a spillo nelle strade fangose si ripete che nel giro di due ore sarà di nuovo al sicuro sul suo treno dove tutto ricordava la sua casa. Capitol City.
Effie richiama alla mente i profumi e le fragranze che emanavano le strade, il luccichio delle vetrine dei negozi, la colorata frenesia che pervadeva l’aria.
Tira un respiro profondo e sale sul palco sorridendo.
Ma di fronte a lei ci sono dei ragazzi, con sguardi terrorizzati, di accusa verso di lei.
Ricorda: “Ambasciator non porta pena” le aveva detto la sua preparatrice, la precedente accompagnatrice del Distretto 12. Effie aveva riso, con quella sua risata cristallina, per scacciare la sensazione di disagio che le aveva messo la frase, mai sentita prima.
Effie scaccia la sensazione sgradevole che le danno gli sguardi dei ragazzi avvicinandosi all’urna contenente i nomi delle ragazze e esordendo con un: “ Prima le signore” che si era ripetuta almeno un centinaio di volte.
Tuffa la mano ed estrae un bigliettino con vergato in bella grafia un nome di donna, che ripete alla platea.
Una ragazza dalla pelle scura di carbone e i capelli neri sale sul palco.
Come da rituale Effie chiede volontari e quando nessuno alza la mano avvia l’applauso, incitato dai Pacificatori.
Poi estrae il nome un ragazzino che avrebbe potuto essere il fratello della ragazza e che ha al massimo tredici anni. Quasi inciampa salendo sul palco.
Vede le facce disperate del Distretto quando nessuno si offre volontario. Due donne scoppiano a piangere e vengono portate via dai Pacificatori, con sollievo di Effie.
D’altronde non si potevano rovinare così le riprese.
 
 
 
 
Haymitch Abernathy è già sul treno, cercando di ubriacarsi.
Dopo tanta pratica non gli ci vuole molto prima di raggiungere quello stato in cui l’alcool lo aiuta a pensare più lucidamente, inibisce i freni e le barriere che si era posto di non attraversare. Assomiglia paurosamente all’effetto che gli faceva Maysilee.
Haymitch ha già passato una barriera. Il confine tra realtà e ricordi.
Haymitch si fa del male da solo.
Guarda i due giovani avvicinarsi con una donna quasi completamente verde, fatta eccezione per la pelle bianca come il gesso delle pareti.
Capisce subito che sono condannati.
La ragazza è sui diciotto. Magra e scheletrica, pelle scura come i capelli.
Una figlia del Distretto.
Il maschio è ancora un bambino. Piccolo e impacciato.
Non avrebbero mai potuto sorreggere una lancia, figuriamoci maneggiarla.
Un Haymitch più giovane saliva sullo stesso treno in compagnia di tre ragazzi. Era determinato a tornare indietro, a rivedere la sua famiglia. Riportò alla mente il momento del saluto di Hanni, le sue labbra morbide sulle sue.
Sì, lui tornerà indietro.
Squadrò gli altri Tributi. Non erano avversari pericolosi, i due scuri di pelle troppo magri e senza forze, la ragazza di Città senza un briciolo di muscoli.
Ma Haymitch era attratto dal suo sguardo, in cui si mischiano un intelligenza fuori dal comune e la consapevolezza della morte imminente.
E così buttò all’aria tutte le regole che si era dato da quando è salito su quel palco.
“Non socializzare. Sono tuoi nemici.”
Le porse la mano grande e sporca. Lei la strinse “Maysilee”. “Haymitch”.

Vede improvvisamente la mano guantata della accompagnatrice davanti a lui al posto di quella bianca di Maysilee e viene colto da un attacco di nausea che non ha niente a che fare con la sbronza.
Vede il disgusto e la delusione sulla faccia della donna di fronte a lui quando le vomita sulle scarpe verdi.
C’era un tempo che non ricordava, prima degli Hunger Games in cui andava in giro per il Distretto con Hanni, felice di sentire la sua mano piccola e calda nella sua, ridendo del modo in cui camminava, quasi saltellando e tirandoselo dietro, lui tanto più grande di lei, trascinato come un orsetto di stoffa.
Lo stomaco non bruciava più tanto dalla fame, non si preoccupava della Mietitura.
Spandevano una scia di gioia di vivere, che solo i sedici anni possono portare.

Haymitch beve un altro sorso dalla sua bottiglia.
La accompagnatrice è seduta di fronte a lui con aria composta e scarpe diverse.
Ha già rimosso l’idea di eroe che si era fatta di lui, sostituendola con quella di un pazzo ubriaco.
Meglio così.
Haymitch non vuole legami.


***
Ok, sono consapevole che non ha il minimo senso, ma mi è uscita di getto e morivo dalla voglia di pubblicare qualcosa.
Spero che vi sia piaciuta o che almeno vi abbia lasciato perplessi :D
Recensite numerosi, si accettano pareri positivi e negativi

White
   
 
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