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Autore: StJimmy    17/01/2013    0 recensioni
Ciao a tutti! Sono nuova su EFP e questa è la mia prima fanfiction... niente di che :)
I primi due capitoli saranno un po'... ''tristucci'' ma sono essenziali per capire il resto della ''mia'' storia ;)
Se potete recensite... Visto che è la mia prima fanfiction sarebbe belle ricevere delle critiche/apprezzamenti/consigli per gli eventuali futuri capitoli :)
Godetevela!
"Quel giorno era finalmente arrivato; ormai ero lì. Avevo finalmente rindossato i jeans strappati, le Converse All Star nere logore che avevo riposto nella scatola mesi prima apposta per l’occasione, e quella maglietta… quella sacrosanta maglietta che ormai rappresentava chi ero e soprattutto quello che avevo passato e quello che avrei fatto quel giorno..."
Genere: Avventura, Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 Giugno 2013, metropolitana di Roma.
Lo ricordo come se fosse ora. Erano circa le 3 del mattino e pur essendo Giugno, faceva un freddo cane. La metropolitana era deserta e a farmi compagnia c’erano solo due o tre giornali del giorno prima, dimenticati lì da chissà chi, e una lattina di Cola che rotolava qua e là a seconda della curva che la metro prendeva. Quel giorno era finalmente arrivato; ormai ero lì. Avevo finalmente rindossato i jeans strappati, le Converse All Star nere logore che avevo riposto nella scatola mesi prima apposta per l’occasione, e quella maglietta… quella sacrosanta maglietta che ormai rappresentava chi ero e soprattutto quello che avevo passato e quello che avrei fatto quel giorno. Quella maglietta nera con la scritta ‘’Green Day”, fottutamente puzzolente a causa del sudore, era ormai parte integrante della mia esistenza e io non potevo farci niente.
Cacciai dalla tasca il foglietto che era lì da non ricordo quanto tempo e lo rilessi per la milionesima volta: “Stupid Asshole. You’ve ruined my fucking dolphin!”. Toccai l’inchiostro con cui era scritta quella frase che all’apparenza poteva sembrare totalmente insensata e mi sembrò di risentire la voce di colui che l’aveva scritta lì sopra. Quelle parole continuarono a rimbombarmi in testa per un bel po’.
 Ero nervosa, fottutamente nervosa e quella lattina non faceva altro che peggiorare la mia situazione, tanto che, con i nervi alle stelle, la presi, la schiacciai e la buttai fuori dal finestrino con tutta la forza che avevo. A quel punto il silenzio più tombale scese su di me e sui i sedili che erano divenuti i miei soli compagni di viaggio durante il tragitto. Tutto ciò che si riusciva a sentire era il rumore un tantino fastidioso provocato dal muoversi del vagone: anche quello mi innervosiva. Decisi allora di staccare dal mondo reale, di andar via. Fu così che presi il mio Mp3 tutto scorticato da quattro soldi e premetti play. Probabilmente per la prima volta nella mia vita affidai la scelta della canzone al caso e decisi di non cambiare traccia, qualsiasi essa fosse stata; caso del cazzo. Quel bastardo del mio lettore fece iniziare “Wake Me Up When September Ends”, l’ultima canzone che avrei voluto sentire in quel dannato momento. A quella traccia è legato uno dei giorni più merdosi della mia vita ma anche il motivo per cui quel giorno ero in metro alle 3 del mattino. Non la ascoltavo ormai da anni, era troppo doloroso per me ricordare il giorno in cui mio padre morì. Ora che ho venti anni, ho abbastanza digerito il fattaccio e riesco a parlarne senza far uscire delle lacrime dai miei occhi......

Era il 7 Dicembre 2008 e insieme alla mia famiglia stavamo tornando a casa dopo un po’ di sano shopping; a quei tempi amavo fare shopping sebbene avessi solo dieci anni. Il caso volle che “la peste”, ovvero io, per la prima volta nella sua vita, avendo ricevuto l’onore di sedersi davanti con il papà, si mise la cintura di sicurezza. Mia madre e il mio fratellino Francesco stavano scherzando nei sedili posteriori mentre io e mio padre, come al solito, stavamo ascoltando la radio mentre cantavamo a squarciagola. Amavamo entrambi la musica, a differenza di mia madre, e ogni giorno passavamo almeno un’oretta a sentire la radio. Era appena finita ‘’Who wants to live forever’’ dei Queen che lo speaker di RDS disse ‘’Ed ora cari ascoltatori vi riproponiamo un pezzo del 2005: una delle più belle tracce di American Idiot, cd pluripremiato dei Green Day”. Sinceramente la prima cosa che mi venne in mente fu ‘’E chi cazzo sono questi mo?”; fatto sta che la musica andò avanti. Avevamo smesso di cantare in quanto nessuno dei due conosceva la canzone e, sotto la luce della Luna, iniziai a guardare fuori dal finestrino le colline e le pianure che si estendevano inesorabili di fronte ai miei occhi. Nel frattempo mi godevo quella canzone che iniziava a piacermi un sacco. Tuttavia tutte le cose belle hanno una fine: arrivati ad un incrocio, un pazzo scatenato che viaggiava nel senso opposto al nostro, probabilmente ubriaco, venne verso di noi a gran velocità. Mia madre lanciò un urlo agghiacciante  mentre copriva gli occhi a Francesco e mio padre, accortosi troppo tardi di tutto ciò che stava accadendo, tentò un’ultima manovra disperata verso sinistra; non fece nemmeno in tempo a girare il volante che il pazzo ci investì a tutta velocità. La macchina si catapultò fuori strada ricadendo sul tettino mentre l’assassino continuava a correre lontano sulla carreggiata. La macchina era completamente accartocciata ma io ero ancora viva. Probabilmente avevo il corpo ridotto in mille pezzi dato il dolore che provavo, ma conservavo ancora un po’ di fiato per mantenermi in vita fino a che sarebbero arrivati dei soccorsi chiamati da chissà chi. Ero convintissima che sarebbe arrivato qualcuno a salvarci. Il silenzio era carico di angoscia e disperazione e io non possedevo tanta forza da dire ‘’Ehy, siete vivi?”. Niente. Tuttavia, mentre tutto taceva c’era un qualcosa che non aveva smesso di urlare e di andare avanti. La radio era ancora accesa e la canzone non era ancora finita. Nonostante la tragedia che si era appena consumata la musica continuava ad andare avanti. Lei era sopravvissuta all’urto; lei continua tuttora ad andare avanti qualsiasi cosa accada. Lei è l’unica ancora capace di sopravvivere in questo mondo di merda.  Fu così che riuscii a sentire a stento l’ultimo “Wake me up when September e-ends..” della canzone,  prima che i miei occhi si chiudessero per poi cadere in un sonno doloroso e profondo…
  
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