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Autore: fanny_rimes    18/01/2013    10 recensioni
Una romantica caccia al tesoro nella notte di S.Lorenzo.
[Prima classificata al Contest dei Cinque Sensi, indetto da Kim Na Na] &
[Vincitrice Premio Romanticismo]

[Prima classificata al contest La Rossa Matrioska (in versione femslash), indetto da luna.1991 e Risa Slytherin] &
[Vincitrice Premio Romanticismo]

[4a classificata al contest Se l'amore non ti ha fatto commettere mai neanche la più piccola follia, vuol dire che non hai mai amato, indetto da LaCicu e giudicato da MmeBovary] & [Vincitrice Premio Romaticismo]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CENTO DI QUESTI ANNI


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Dal gran caldo dell'estate,
Nel Bosco Delle Fate,
Se sollievo vuoi trovare,
Un bel tuffo devi fare.
 
 
Nel “Bosco Delle Fate”. Questa è facile: Il parco giochi Fairy Wood.
E' il resto che mi preoccupa! Spero vivamente che intenda un tuffo in senso metaforico. Un tuffo dallo scivolo? Nella vasca delle palline? Ti prego, fa che non sia un tuffo in piscina!
"Cosa cavolo ha in mente Alex?"
Oggi, per il mio compleanno, non mi aspettavo certo un mazzo di fiori o una scatola di cioccolatini. Alex è un tipo troppo esuberante e fuori dagli schemi per cose del genere. Ma quando, uscendo dal lavoro, ho trovato due bigliettini sul cruscotto della mia auto, di certo non avrei immaginato di finire in questa strana "caccia al tesoro".
Mi è sembrato di vederlo, chino sulla tastiera del computer, mentre si sforzava di trovare le rime adatte.
Nel primo bigliettino c'era scritto di andare a casa e prepararmi per una serata speciale; l’altro conteneva questo strano indovinello.
Percorro la statale in tutta fretta: sono eccitata e tremendamente curiosa.
Il Fairy Wood pullula di ragazzini e mamme esasperate dal caldo e dai propri figli fuori controllo.
Mi faccio largo tra bambini urlanti e mi dirigo verso la piscina: anche se spero con tutto il cuore che non mi abbia fatto uno scherzo del genere, ho un brutto presentimento.
E faccio bene ad averlo.
Dal bordo della vasca, si scorge chiaramente un oggetto sul fondo. L'impianto ormai è chiuso e non posso chiedere a nessuno di prenderlo al posto mio.
"Crede davvero che mi tufferò? Perché cavolo mi ha detto di preparami per la serata, se poi dovevo finire per puzzare di cloro e Dio sa cos'altro?"
Mi guardo intorno alla ricerca di qualcosa che mi permetta di recuperare l'oggetto - qualsiasi cosa sia - evitando di finire in acqua.
Niente.
Mi sto quasi rassegnando all'idea, quando scorgo un ragazzino un po' più grande, in fila per i tappeti elastici. Deve avere circa quattordici o quindici anni: abbastanza per immergersi un paio di metri.
Mi avvicino e spero vivamente che sappia nuotare.
«Ciao, posso chiederti una cosa?» domando battendogli su una spalla.
Lui si volta e mi guarda per un istante.
«Certo. Tutto quello che vuoi, bella.»
Il suo sguardo cade sulla mia scollatura, poi sulle mie gambe nude, fasciate da una minigonna.
“Spiacente, ragazzino, non mi interessano i ragazzini minorenni e brufolosi e nel pieno della pubertà!”
«Sai nuotare?»
Lui alza un sopracciglio e annuisce.
«Bene!» Cerco di esibire il sorriso più sexy che riesco a fare. «Mi faresti un piccolo favore? Faresti un tuffo per me?»
Mi guarda con un'espressione interrogativa. «Stai scherzando?»
Ok. Il sorriso non funziona. Infilo una mano in tasca e tiro fuori dieci euro. «Devi solo recuperare una cosa per me dal fondo della piscina» spiego.
Lui non se lo fa ripetere due volte; scalcia via le infradito e si sfila la t-shirt.
Due minuti dopo è di ritorno con una bottiglietta di plastica piena di sassolini, che scambio volentieri con la mia banconota.
«Grazie» dico soddisfatta.
«È stato un piacere!» risponde lui e mi lancia di nuovo quel sorriso che, a detta sua, dovrebbe essere... sexy?
Trattengo una risata, ma gli sorrido di rimando. Dopotutto mi ha risparmiato un bagno.
Svuoto la bottiglia e vi trovo dentro un altro biglietto.
 
 
 
 
 
Dove ci siamo incontrati,
Dove ci siamo innamorati.
Sotto il soffio del vento,
Il tempo si è fermato per un momento.
 
Dove ci siamo incontrati: Al Moulin Rouge, la discoteca in centro!
Monto in macchina e imbocco di nuovo la statale, diretta in città.
C'è traffico a quest'ora e ho il tempo di ripensare all'inizio della nostra storia. Quella sera ero con un gruppo di amiche. Giacomo mi aveva lasciato qualche settimana prima, dopo due anni che stavamo insieme.
Quando lo incontrai al Moulin Rouge, Alex era con un amico e si stava scatenando al centro della pista da ballo con un paio di ragazze. Vederlo ballare era stata una vera e propria esperienza erotica: ogni movimento metteva in risalto i muscoli scolpiti del suo corpo; i capelli, leggermente bagnati, erano scompigliati sulla fronte e quel sorriso splendido stampato sul suo viso lo faceva somigliare a un Dio greco.
Non avrei mai neppure osato immaginare che potesse notarmi. E invece, a un certo punto, ha alzato lo sguardo e mi ha sorriso. Dieci minuti dopo stavamo ballando insieme.
Alex era così incredibile. Bellissimo, con i suoi capelli corvini, la pelle abbronzata e quei magnifici occhi verdi, attirava gli sguardi di tutte. Eppure i suoi occhi erano solo per me.
Il resto della serata l'abbiamo passata sul prato, sul retro del locale.
Sotto il soffio del vento. Il Mulino. È lì che ci siamo dati il primo bacio.
«Mi sto laureando in giurisprudenza» mi stava raccontando. «Anche se in realtà mi sono iscritta all'Università solo per far contento mio padre. Mi piacerebbe fare altro.»
«Cosa ti piacerebbe fare?» ho chiesto io, curiosa di conoscere ogni dettaglio della sua vita.
Lui ha sorriso malizioso, ha alzato una mano facendo scivolare delicatamente le dita tra i miei capelli e mi ha sussurrato «Questo, ad esempio.»
Poi mi ha baciata.
E il tempo si è davvero fermato per un istante. Il suo profumo, il suo sapore, il suo calore. C'era solo questo. Tutto il resto, solo una semplice cornice a quel momento così perfetto.
 
Posteggio l'auto nel parcheggio della discoteca e mi dirigo sul retro. Il mulino è in fondo al prato, le pale che girano pigramente sotto la leggera brezza serale.
Mi avvicino cauta, guardandomi intorno. Il locale è ancora chiuso e non credo di potermi aggirare tranquillamente per l'edificio.
Ad una pala è attaccato un piccolo cilindro di plastica.
“Quanto durerà questa caccia al tesoro?”
Apro il cilindro e leggo il biglietto che trovo al suo interno, pronta a ripartire.
 
 
 
  
Sono trascorsi 365 giorni,
Il posto che cerchi é nei dintorni.
Al nostro amore brindiamo,
E ricorda che ti amo.
 
Scoppio a ridere. Altro che avvocato! Il mio ragazzo è un poeta!
Sono trascorsi 365 giorni. Il nostro primo anniversario.
Per festeggiare abbiamo organizzato un picnic sul prato.
Lascio l'auto nel parcheggio e percorro a piedi il viale illuminato che conduce alla mia meta: la pineta in fondo alla strada.
L'aria è fresca e l'odore della terra umida mi pizzica il naso. Mi stringo nella mia giacca e m'immergo tra gli alberi.
Di notte questo posto fa un po' paura; la luce della luna filtra appena attraverso le foglie e il frinire delle cicale mi fa pensare alla colonna sonora di un film dell'orrore.
Questa caccia al tesoro inizia ad esasperarmi: prima il bagno (fortunatamente evitato), poi la “violazione di domicilio” al Moulin Rouge e ora questa escursione notturna da brivido.
Questa gliela faccio pagare. Sempre se riesco ad arrivare incolume alla fine della giornata!
Mi guardo intorno alla ricerca di qualche indizio, poi scorgo l'albero dove, durante il picnic, Alex ha inciso una frase per me: Ricorda che ti amo.
Ai piedi del tronco, ha formato una grande X con lo scotch colorato. La terra è stata recentemente smossa e lì accanto c'è una paletta, di quelle da spiaggia per scavare nella sabbia.
Faccio una smorfia disgustata. Lì sotto potrebbe esserci ogni tipo di essere strisciante, ma sono troppo curiosa di finire questa cosa.
E di vederlo, finalmente.
Mi metto all'opera e ripenso a quel pomeriggio passato proprio qui. Dopo il pranzo che avevo preparato per tutta la mattinata, Alex ha tirato fuori dalla sua borsa due flûte e una bottiglia di spumante e abbiamo brindato alla nostra storia.
«Cento di questi anni!» ha esclamato, mentre i nostri bicchieri tintinnavano.
«Credo si dica cento di questi giorni!» ho replicato.
Lui ha scosso la testa, sospirando teatralmente. «Sai qual è il tuo problema, Giulia? Devi imparare a pensare in grande.» Ha bevuto un sorso del suo spumante e poi mi ha baciata. «Non mi bastano cento giorni. Io voglio passare i prossimi cento anni insieme a te.»
Il mio cuore ha saltato un battito e credo di averlo guardato adorante, stile Hallo Spank con i suoi occhioni a forma di cuore.
 
Finalmente riesco a recuperare un altro cilindro. Per fortuna non ho avuto incontri ravvicinati con striscianti invertebrati.
Srotolo il biglietto in tutta fretta e mi preparo all'ennesima avventura.
 
 
 
 
Alza gli occhi, cerca una stella,
Io ho la fortuna di avere accanto a me la più bella.
L'occasione va festeggiata,
Tutti insieme nella Piazza dell'Immacolata.
Ti consiglio un bel gelato,
Magari al bar del Pesce Innamorato!
 
Oggi è il 10 Agosto. Sono nata durante la notte di S. Lorenzo, la notte delle stelle cadenti.
Ogni anno, nella Piazza dell'Immacolata, organizzano una grande festa con musica e fuochi d'artificio.
Torno alla macchina e raggiungo la piazza in dieci minuti. Il posto è superaffollato e devo farmi largo tra la folla sgomitante. Alla fine raggiungo “Il Pesce Innamorato”, il nostro bar preferito che prepara il più buono Banana split della città.
Uno dei tavolini è libero. Mi avvicino e noto il cartellino con la scritta “Riservato” e il mio nome scritto sopra.
Mi siedo e mi sento un po' stupida a stare lì da sola. Do un'occhiata in giro, ma con tutta questa gente, è impossibile trovarlo.
Guardo l'orologio. Le 23,57. Tra tre minuti il mio compleanno sarà finito.
Sto quasi perdendo le speranze, quando finalmente lo vedo.
È in piedi, a un paio di metri da me, e ha tra le mani un'enorme Banana split con sopra una candelina. E' bellissimo come sempre, con quel gran sorriso sul viso e gli occhi chiari che brillano di felicità.
«Iniziavo a temere che non arrivassi in tempo» mi dice sedendosi di fronte a me. «Buon compleanno, Giulia.»
Gli rivolgo uno sguardo carico d'amore.
Un lungo fischio ci coglie di sorpresa.
Mezzanotte. I fuochi d'artificio. Alzo lo sguardo e vengo rapita dalla pioggia di colori nel cielo.
«Avanti, esprimi un desiderio!» esclama raggiante.
Lo guardo, osservando le luci che si riflettono nei suoi occhi.
«Ti amo» sussurro, poi mi allungo a dargli un bacio.
“Voglio passare i prossimi cento anni insieme a te” penso, poi soffio forte sulla piccola fiamma della candela.
 
   
 
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