19/01/2013
2 recensioniquesta schifezzuola è stata partorita di notte mentre girovagavo su Tumblr.
(purtroppo non riesco più a trovare l'immagine a cui era ispirata, se mai la troverò l'aggiungerò XD)
spero non faccia tanto schifo e che vi faccia sciogliere d'ammmore :D
I'm diabethic, I know! ;)
Dopo la tempesta torna sempre il sereno.
Avevano litigato.
Non era una novità, se volevi vivere con Sherlock questo faceva parte del pacchetto: Appartamento, coinquilino, violino in piena notte ed esperimenti di ogni genere.
John era un tipo paziente, molto, ma a tutto c’era un limite.
Dopo l’ennesimo sparo contro il muro la sua pazienza si era esaurita e avevano cominciato a litigare.
Litigare con Sherlock era peggio di litigare con un bambino di cinque anni.
Almeno con lui ti viene da pensare “è solo un bambino, deve crescere” ma con Sherlock…no, lui non era più un bambino da un pezzo ormai, per questo la rabbia di John aumentava.
Era finita con la resa per sfinimento da parte di John, come al solito.
E ora…ora eccoli qui, ognuno seduto a un capo del divano a guardare la televisione in rigoroso silenzio.
A dire il vero né John né Sherlock la stavano realmente guardando, ognuno era perso nei propri pensieri.
“John..scusami. No, perché mai dovrei essere io a scusarmi?! Però..forse..John, mi dispiace di aver sparato al muro e averti quasi fatto venire un infarto. No, così non va. Argh, dannati sentimenti!” aveva pensavo Sherlock intento a trovare un modo per farsi perdonare.
John, però, dopo il primo momento di rabbia e dopo alcuni lunghi respiri profondi era riuscito a calmarsi un po’, sapeva com’era fatto Sherlock e non c’era da stupirsi di questi suoi modi per ammazzare (letteralmente) la noia e in fondo a lui andava bene così.
Sempre con lo sguardo fisso al televisore, anzi nel vuoto, aveva allungato una mano e l’aveva affondata nei ricci scuri di Sherlock, quei capelli neri che tanto amava.
Sherlock quando aveva sentito la mano di John fra i suoi capelli si era immobilizzato, colto di sorpresa per quel gesto.
Aveva voltato appena la testa per guardare il dottore negli occhi: non erano colmi di rabbia come un attimo prima, erano sereni, come in una qualsiasi altra sera.
Le labbra di Sherlock si erano piegate un po’ all’insù e molto lentamente, con la speranza di non aver mal interpretato il gesto di John, era andato a posare la propria testa sulla sua spalla.
John lo aveva stretto un po’ a sé e gli aveva posato un leggero bacio sulla testa “Mi dispiace..Ti amo” aveva sussurrato stringendolo maggiormente con dolcezza.
Sherlock aveva strofinato la guancia e la punta del naso sulla maglietta a righe di John inspirandone il profumo ad occhi chiusi “Ti amo anch’io” aveva sussurrato Sherlock.