Flacky sospira; quattro monete tintinnano sul bancone; lo sgabello scricchiola girando su se stesso; un tonfo, segno di piedi che -stancamente- toccano terra.
Flacky sospira di nuovo, abbassa lo sguardo, mette le mani in tasca, esce, leggermente brilla.
Flacky cammina; un passo, due, poi un sassolino: esso ostacola il suo viaggio e fiero del suo ruolo sta fermo, non ha paura.
Flacky ha paura. Flacky odia gli ostacoli. Flacky ha paura.
Brutale, un calcio arriva a distrugge la sicurezza del sassolino; brutale, Flacky che non è più Flacky elimina ciò che le impedisce di proseguire.
Proseguire fino all'ultimo.
Ma Flacky ha paura di poter proseguire.
Ancora passi, ancora silenzio, ancora notte, ancora leggermente brilla; Flacky inciampa, quasi cade, cammina a stento. Brilla, forse troppo e non leggermente -un piccolo errore di calcolo. Flacky chiude gli occhi, si ferma. Le mani, fredde come gelida acqua, accarezzano il volto pallido, passando tra i rossi capelli e sorreggono il pallido cappellino: le dita saggiano la stoffa con esperienza, ne riconoscono ogni imperfezione ed ogni piccolo dettaglio.
Un sorrisetto: Flacky è felice di sapere. Sa', e sapendo non ha paura; conosce, e conoscendo non teme nulla.
Forte del nuovo coraggio, Flacky sorride; il cappello torna al suo posto, sopra i rossi e problematici capelli; le labbra s'innalzano in un sorriso e stringono il necessario per permettergli di fischiettare.
Buio, ma luce in lontananza. Gli occhi, illuminati da gioiosa sicurezza, schizzano da ogni parte: son attenti e sicuri della loro conoscenza.
Passi, ancora passi, verso quella luce che indica la cosa che meglio sa' di conoscere: casa.
Passi, ancora passi, verso quella luce che indica la cosa che meglio sa' di conoscere: Flippy.
Flippy, verde come le foreste che la circondano.
Flippy, caldo come la casa dove l'attende.
Flippy non conosce paura -così diverso, così diverso da lei. Flippy non ha mai paura e conosce, sa' tutto.
Flippy. Flippy che dice di amare Flacky, che glielo ripete ogni giorno, ogni notte, con occhi radiosi e labbra sorridenti.
« Ti amo, Flacky. » dice Flippy, accompagnando quelle parole ad un bacio -o qualcosa di più, o qualcosa di meno.
E Flacky sorride, si lascia baciare ed amare. Ha paura, non conosce, ma ama: ed amare vuol anche dire non conoscere.
La chiave gira nella toppa; con movimenti noti di polso essa si gira -il solito rumore, il solito scricchiolio, un diverso scenario.
Non più Flippy né un sorriso, non più la calda accoglienza della sua casa: rosso, come i suoi capelli; rosso, più come il sangue che altro.
Rosso, che è paura.
Un bagliore veloce, un sorriso malsano; nulla è più verde, ma dipinto da gocce vermiglie.
Dolore, che è morte.
Un grido soffocato; le gambe non si muovono (rosso, che è paura, non abbandona la sua mente); le pupille si spalancano, muore la voce squillante nel tentativo d'urlare, e, con lei, ogni speranza.



« Ti amo, Flacky. » dice Flippy, posando le sue labbra sottili sul rosso cuore di Flacky. « Ti amo. »