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Autore: funinthecorner    08/08/2007    4 recensioni
Poi ho imparato. Ho imparato a benedire gli orologi e i conigli dalle teste mozzate e gli angeli storpi legati ai termosifoni.
Che cosa faresti se dovessi scegliere tra Inferno e Paradiso?
Genere: Dark, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Premesse: Questa piccola one-shot non ha senso. L’ho scritta ascoltando a ripetizione due canzoni: The Bird and The Worm dei The Used e Kill Your Own degli Hundred Reasons. Le strofe in inglese appartengono proprio a queste due canzoni. Purtroppo mi hanno ispirata e, senza riuscire a fermarmi, ho aperto un file word ed ho scritto a macchinetta, soprattutto senza pensare. Le dita andavano da sole. Non me ne vogliate, so che questo scritto è, come dire... crudo? Sì, forse crudo può andare. Spero comunque che vi piaccia o almeno che non vi faccia vomitare.













He crawls like a worm




Voglio.
Voglio, cosa?
Essere.
Ah, che bel proposito.


Shot down by strangers whose glances can cripple
The heart and devour the soul


Non è che puoi puntare troppo in alto, alla fine. Intendo dire, se vuoi venire con noi a spezzarti le gambe, va anche bene. Fare cose divertenti insomma.
Prima io maledivo le tazze di the a metà, quelle che ti offre quello spostato coi cilindri in testa. Voglio dire, non è che puoi offrire alla brava gente tazzine tagliate a metà. Poi dove lo metti lo zucchero?
Ma questo succedeva tempo fa.
Poi ho imparato. Ho imparato a benedire gli orologi e i conigli dalle teste mozzate e gli angeli storpi legati ai termosifoni. E, meraviglia delle meraviglie, il signore delle ghigliottine. Quello che se ne sta lì sul patibolo, nella pubblica piazza. Quello che ti stacca la testa senza pensarci due volte. Taglierebbe la testa anche a sua moglie. Non si trova in giro gente del genere. Non tutti i giorni.


We watched the blood boil
We still smiled


Le parole che esplodono come fucilate dentro le bolle di petrolio da gemiti continui urlati in sussurri tra pareti di fumo. E volo. Dio, se potessi vedere quanto sono in alto tra nuvole di zucchero avariato. E’ tutto grigio. Qui, quando piove, scende sangue e lo guardiamo ribollire nelle cavità degli occhi, al posto delle pupille. Stiamo ancora sorridendo e prova a dire che è sbagliato. C’è questa paura delle cose piene e delle vene cave. La caffeina come unica ragione di vita e il fumo dai tubi attaccati alle labbra, che scendono e scendono dentro la gola e bucano lo stomaco. Qui nessuno piange, si vomitano orologi con le lancette che ticchettano e cappelli divisi a metà. Qui il bagno lo si fa nelle vasche colme di siringhe. E fa male, oh sì, fa male, ma se vuoi uscirne pulito devi bucarti e sporcarti col tuo stesso sangue. E poi ne esci così sporco che sembri pulito.


All alone he turns to stone
While holding his breath half to death


A volte si sta bene qui. A volte Isobel esce dalla torre e si getta i vetri negli occhi e ti giuro, è divertente. Qui puoi ridere, puoi ridere fino a spaccarti la mascella e poi raccoglierla da terra. Se vuoi ho delle pinze, le infilo nella gola e poi vomito diamanti. Non esiste la cocaina, la marijuana, l’LSD. Qui si tirano su le lamette e poi tutti se ne accorgono che hai il naso tagliato e ridono. Ti giuro, è divertente. Posso spezzarti e se vuoi puoi ridere.
Me lo giuri?
Sì, te lo giuro.
C’e anche Alice, ogni tanto. La si vede in giro con coltelli sporchi di blu. Taglia le teste ai conigli, sai. E se non piange va ad affogare Ofelia. Ti giuro che è divertente.
Ofelia cammina sempre con quel nastro di seta blu sugli occhi e sbatte contro i muri di filo spinato. Quella sì che è una bella cosa.


Don't waste your time and walk away
It was futile anyway


Le frecce avvelenate. Ah, che gran bella invenzione. Ti metti una mela marcia in testa e poi ti centrano gli occhi con le frecce avvelenate. C’è anche un signore in armatura arrugginita che si attacca ai mulini a vento. Si mette i ganci nello stomaco e li attacca alle pale dei mulini. Quella è una brava persona, non so se mi spiego.
Poi c’è un armadio. E lì dentro ci trovi di tutto. Mi hanno raccontato che una volta un uomo ci ha trovato una corda, dentro l’armadio. Ha legato la corda ad un ramo di un albero e si è impiccato. O meglio, voleva impiccarsi, poi però non ci è riuscito perché il ramo si è spezzato. Poverino. Sai, qui gli alberi sono un po’ marci, non reggono il peso del sangue. Però ci appendono le teste, quelle mozzate e anche la parte destra del Visconte. Brutta persona quella. La parte destra, intendo.

Una volta, tanto tempo fa, viaggiavo per i ponti di ferro, quelli che se cadi finisci nei letti dei fiumi pieni di sangue. Hai presente l’Apocalisse? Quella cosa scritta nella Bibbia, dove si dice che verremo tutti giudicati e bla bla bla...
La fine non è quella.
Arrivi ad un punto in cui hai paura di sorridere mentre il bicchiere s’inclina e non puoi far altro che cadere dalla sedia, o gettarti sui binari sperando che sia il momento più opportuno. Quello in cui passa un diretto, intendo.


Terrified of what's inside to
Save his life, he crawls like a worm from a bird


Ci sono miliardi di persone che dovrebbero starti a guardare. Dovrebbero anche sentirti mentre ti rinchiudono nel cubo ottagonale. Quello al centro del castello dei mostri. Gran bel gesto, non c’è che dire. Ma se devi urlare e loro non ti sentono, perché urli?
Io li vedo, sai?
Io li vedo e li sento, addirittura.
Mi avevano rinchiuso in una stanza bianca, senza finestre, solo pareti. Non c’era nemmeno più la porta, tanto che mi sono chiesto come diavolo mi ci avessero portato, lì dentro.
Ma poi capisci che se guardi l’Inferno da ottanta gradi inclinati verso destra, la porta la vedi. Però è troppo piccola. Allora devi per forza romperti l’osso del collo. Tutto ciò non è molto gratificante, no?


And yes, I meant to hurt you
And kick your insides into touch


E poi, se devo essere sincero, potresti farlo anche tu. Romperti l’osso del collo. Certo, prima devi trovare la porta. E tra l’altro, non affannarti a cercare serrature e tanto meno chiavi. Chiavi di che cosa poi?
Si sa che le chiavi sono sempre troppo grosse o sempre troppo piccole per la serratura. Oppure la serratura è sempre troppo grossa o sempre troppo piccola per le chiavi. Dipende dalla gabbia.
Ci sono anche quelle di vetro. Le gabbie di vetro.
Brutte invenzioni, le gabbie di vetro.
Da dentro vedi tutto e da fuori non vedi niente. Un po’ come i fantasmi.


Out of his mind the way pushes him whispering
Must have been out of his mind


Non è che voglio farti rimanere, sia chiaro. Per me puoi anche tornare da quello là. Sì, quello con la cravatta bianca e il sorriso sincero. Ah, bel lavoro che ha fatto quello. Il paese dei balocchi con gli asini felici. Che cosa la gente ci trovi di bello in quel posto, proprio non lo so. Per quanto mi riguarda benedico i vecchi tempi in cui la sincerità era un optional. Voglio dire, se ti spezzi le ossa e tutta quella roba che ci sta dietro, cadendo dal venticinquesimo piano, come fai a non ridere? Poi si sa che lassù piangi acqua salata. Molto meglio vomitare cilindri, dico io. Che poi, se ti sforzi, puoi appenderti a testa in giù, appeso per le caviglie sul precipizio. Così puoi calcolare quanto tempo ci mette la tua testa a scoppiare. Anche questa è una gran bella cosa.


Don't think I wanted you to stay
Don't think that I want you to stay


Voglio, voglio, voglio...
Ma non ti stanchi mai di volere?
Voglio.
Cosa?


Mid-day delusions are pushing this out of his head
Maybe out of his mind


Voglio. Essere.
Punto.


It was futile, anyway


Volo. Potrei. Dovrei. Vorrei. Amerei. Ucciderei. Berrei. Riderei. Cadrei. Vomiterei.
Morirei.


All alone he turns to stone


Posso volare così in alto e cadere così in basso.


He crawls like a worm from a bird.
















Citazioni e riferimenti:


Strofe in inglese:
The Bird and The Worm © The Used;
Kill Your Own © Hundred Reasons.


Riferimenti:
Lo “spostato coi cilindri in testa”: Il Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol;
“Il signore delle ghigliottine”: Enrico VII;
“orologi con le lancette che ticchettano e cappelli divisi a metà”: riferimento ad Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol;
Isobel dalla canzone Isobel di Björk;
Alice da Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol;
Ofelia da Amleto di W. Shakespeare;
“signore in armatura arrugginita che si attacca ai mulini a vento”: Don Chisciotte, da Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes;
“la parte destra del Visconte”: la parte buona del Visconte Dimezzato, da Il Visconte Dimezzato di Italo Calvino;
Il “cubo ottagonale. Quello al centro del castello dei mostri”: riferimento a Dark Demonia di Isabella Santacroce;
“quello con la cravatta bianca e il sorriso sincero”: Dio (sia chiaro che non intendo essere blasfema! >.<);
“Il paese dei balocchi con gli asini felici”: il Paradiso, visto sotto forma di Paese dei Balocchi in Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino. di Collodi.


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