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Autore: bowiess    19/01/2013    5 recensioni
La sua vita era su quella copertina, quella copertina su cui aveva pianto, sudato e sperato. 
Quella copertina era la causa della sua gioia, ma non capiva che quella copertina sarebbe stata anche la causa della sua fine.
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«E quale sarebbe il tuo sogno?» si avvicina a me e riesco a vedere la rabbia nei suoi occhi, pronta a scatenarsi su di me. «Camminare davanti ad un gruppo di tossicodipendenti con la speranza di finire di qualche rivista da quattro soldi? Oppure quello di morire di bulimia a vent'anni?»
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Vogue è tutto quello che desidero.
Vogue è tutto quello che voglio essere.
Vogue è tutto quello che sarò.

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Nessuno dei protagonisti è famoso in campo musicale, spero che la storia vi piaccia!
Buona lettura dolcezze, 
-a.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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 The last vogue. 



Sono stati in assoluto i centoventiquattro minuti più brutti della mia vita.
Ho davvero visto questo film senza aprire bocca? Avrei dovuto, visto che per tutto il tempo mi sono sentita la protagonista. Gli altri parlavano e commentavano ogni singola scena, io me ne stavo zitta, a riflettere, a ragionarci sopra, su come uscire da questa situazione di merda. Benedetto David Bowie, che mi ha tirato su di morale nelle poche scene in cui è comparso. Mio padre lo ascoltava sempre, lo ascolta ancora, ed io assieme a lui.
«Però…è stato un bel film.» afferma Nick togliendo il dischetto dal lettore dvd. «Non mi stancherò mai di vederlo.»
«Già, roba da alternativi.» ironizza, come sempre, Joe, spegnendo la sua sigaretta. Se ne sarà fumate circa dieci. Demi ride, per finta ovviamente, rendendo Joe ancora più fiero delle sciocchezze che dice.
«Perfetto, abbiamo visto il film, avete realizzato il vostro sogno, adesso che facciamo?» chiedo bruscamente.
«Facile!» risponde Joe compiaciuto. «Nick, tu vai a comprare il fumo. Demi si occupa dell’alcool e tu della musica.»
Nick e Demi sorridono. Mi unisco a loro, anche se non trovo nulla di divertente in tutto questo.
«Comunque io passo.» mormoro alzandomi e raccogliendo le mie cose sparse per tutta la casa. Vedo con la coda dell’occhio Nick che si affretta a raggiungermi.
«Non vorrai mica lasciarmi qui con questi due?» chiede a bassa voce. «Ti prego, posso venire con te?»
«Sarà divertente assistere ad un porno dal vivo, no?»
«Appunto, andiamo da te?»
«Smettila, maniaco!» gli do una leggera pacca sulla guancia, sorridendo. «A parte gli scherzi, se passiamo prima a casa magari usciamo.»
«Agli ordini!» ribatte felice. «Miley, stanotte hai sentito anche tu dei rumori?»
Sbianco.
«Non so di che stai parlando.» so benissimo di che sta parlando.
«Non lo so, ho sentito…va beh, lasciamo perdere.»
«Già, lasciamo stare.» piego nervosamente il pigiama e lo ripongo nella busta. Come può una semplice domanda provocarmi tale ansia?
Porto la busta sulla spalla e mi avvicino alla porta d’ingresso, salutando Joe e Demi con un bacio. Entro in macchina con Nick, l’accendo e parto, accelerando, raggiungendo casa mia in pochi minuti. Il vento è più forte rispetto a ieri, ma la terribile afa che riempie New York è la stessa.
«C’è tuo padre?» chiede Nick entrando in casa.
«Non lo so.» rispondo secca. «Andiamo in camera.» obbedisce, entrando nella stanza e stendendosi sul letto. Poso la borsa sulla scrivania e la apro, sfilando da dentro la borsa e il pigiama.
Questa maledetta borsa.

«Sai, credo che Joe stavolta sia davvero innamorato di Demi.» dice Nick mordendosi il labbro. «Spero solo che non illuda anche lei, non se lo merita.» continua a parlare, mentre io, controvoglia, penso alla nottataccia che ho avuto. La borsa, il sangue, il sudore, quella stupida polverina bianca. Mi limito ad annuire e ad alzare l’angolo della bocca. L’ultima cosa che voglio fare è ignorare Nick, ma non ci riesco, davvero non ci riesco e mi sento così male per questo.
«Miley, si può sapere che hai?» l’unica cosa che riesco a sentire. La sua domanda rimbomba nella mia mente per qualche secondo, lasciandomi priva di una risposta decente da dare.
«Niente.» sbotto semplicemente.
«Senti, io vado.» dice, alzandosi.
«Ma dove vai? A casa ci sono Demi e Joe, ti prego, non puoi…» lo supplico, supplicando nello stesso tempo me stessa di non commettere più un errore del genere. «Scusami, davvero, è che sono così nervosa…ho paura…» si, esatto, ho paura.
«Paura di cosa, si può sapere? Cazzo, sono il tuo fidanzato, devo saperlo!»
«Io non voglio farti soffrire come sto soffrendo io.» confesso, imbarazzata. Sento le guance andare a fuoco, mentre noto le mie mani ancora appiccicate alla borsa. Sono appiccicate a questo tessuto nello stesso modo in cui lo sono io con quella roba.
«Perché stai soffrendo?» chiede. Stacco subito le mani dalla borsa, posandole poi sulle spalle di Nick.
«Ehm...io, io credo di…» panico. Ed è qui che mi blocco, nel preciso istante in cui sto per dire una bugia alla persona migliore del mondo. Fortunatamente, qualcuno, forse un angelo, mi impedisce di farlo.
«Oh, Nick! Da quanto tempo!» è mia madre. Entra in camera e si precipita da Nick per salutarlo.
«Salve signora Cyrus.» la saluta compiaciuto. Tiro un sospiro di sollievo, ringraziando Dio di non avermi fatto aprire bocca.
 
Non lo farò più. E con questa frase stampata nel cervello, tiro su l’ultima striscia di roba.
«Piano, Miley, così ti arriva ai capelli…» suggerisce Noah, che, non si sa cosa, è riuscito a sfuggire l’ergastolo.
«Aiutami…» sussurro stordita. Si, come se lui potesse aiutarmi. «Non devo farlo più. Non devo, non devo, ti prego.»
«Calmati, non pensarci.» mi porge un bicchiere di Vodka. «Bevi questo, ti sentirai meglio.» obbedisco, butto giù il liquido, lasciando che l’alcool mi pizzichi la gola. Mi appoggio allo schienale del divano bianco, sulla qualche dieci, cento, mille modelle hanno, tutte quante, preso la stessa strada e, a quanto pare, sono destinata a far parte di loro.
«Ti prego, Noah, ti prego…» insisto, mentre la mia voce sbiadisce e i miei pensieri con essa. I miei occhi di chiudono, lasciando sempre meno spazio alla vista di quel ragazzo intento a raccogliere le varie bustine di droga da vendere.
E nella mente, mi appare l’immagine di Nick sorridente, che, a mano a mano, svanisce insieme ai mille granelli bianchi che ormai, sono entrati a far parte della mia vita. Ma devo smetterla. Non devo farlo più, non devo farlo mai più, è una cosa cattiva.  
  
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