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Autore: Smile99    19/01/2013    1 recensioni
Holly non ha mai vissuto in uno stesso paese per più di sei, sette mesi. Succede sempre lo stesso: sua madre e l'uomo di turno (incontrato su patetici siti internet) si lasciano e lei per consolarsi scappa con Holly e Zoey, la figlia più piccola, in un altro paese e ricominciano una nuova avventura. L'unico punto di riferimento di Holly, è un diario. Un diario sul web. Lì, racconta a tutti i curiosi del web le sue storie e per riconoscersi usa un semplice soprannome, girl on the move, ovvero, la ragazza con la valigia.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi. Qui. Seduta nei divanetti davanti alla presidenza. Io e altri due ragazzi siamo in attesa che la preside esca e ci faccia entrare nel suo ufficio. Ma forse, è meglio che ricomincio da qualche giorno fa.

 

* * *

 

Avevo già comprato il vestito per il ballo d'autunno insieme a Jannice, quando una solare domenica si trasformò in un giorno piovoso e indimenticabile. Mamma sarebbe rimasta a casa con “l'uomo di turno” mentre io, Zoey e Jannice saremo dovute andare al cinema. Ero al computer, quando sentii la porta sbattere e qualche cimelio gettato a terra. Uscii dalla camera e vidi mia madre. Appena mollata, ferita dall'uomo di turno. L'indomani saremo partite per una “nuova avventura”.

 

A tutti gli utenti di “Un Diario sul web”, mia madre l'ha rifatto. L'uomo di turno l'ha lasciata e noi domani partiamo. Mi ero anche illusa di poter rimanere qua più dei soliti sei mesi. Mi ero appena fatta convincere da Jannice ad andare al ballo della scuola e credeteci o no, avevo già comprato il vestito. Sembravo Cenerentola ed era tutto magnifico. Era. E' tutto uguale.

Questa volta puntiamo verso il nord, andremo a New York, più nello specifico a Brooklyn. E lì mamma, lavorerà come pasticciera in una panetteria di una sua amica. Dice che è una nuova avventura e che sarà meglio di prima. Mille scuole e mille case. Ormai l'unico mio posto di riferimento è il sedile posteriore della macchina. Li ci ho passato un sacco di tempo, ho mangiato, ho dormito e... sinceramente... penso di esserci anche nata su quel sedile posteriore, se non concepita!

 

Ormai è diventata un'abitudine. Quando mia madre viene scaricata dall'uomo perfetto, noi facciamo le valigie e ci trasferiamo. Non so neanche dove sia la mia residenza ufficiale, perché secondo il governo degli Stati Uniti, io da quando avevo otto anni; ovvero da quando i miei genitori si sono separati; ho abitato in sette stati diversi dalla parte Est e in sei dalla parte Ovest degli Stati Uniti.. Tredici. Ma si sa, il tredici porta sfortuna. Quindi si sapeva che primo o poi ce ne saremo andate. Eravamo in Colorado, fino a qualche giorno fa ed ora eccoci in viaggio per New York.

Mi chiamo Hollie Williams, di sicuro un nome che non dirà niente, ma da anni ormai detengo il ruolo di ragazza con la valigia.

 

Ed eccoci. Di nuovo su questa macchina a viaggiare, questa volta la direzione sembra Brooklyn, New York e pare che rimarremo qui per sempre. Mia madre dice ogni volta questa frase e il massimo che l'abbiamo provata è stato in California quando lei e l'uomo perfetto stavano per arrivare al matrimonio. Avviso. Se qualcuno per caso tiene una lista di 100 cose da fare prima di sparire, dovrebbe mettere “vedere New York”.

E' bellissima e ci siamo già abituate alla nuova casa. Sono parecchio brava nei traslochi e se in futuro qualcosa mi andasse male, avrò sempre un futuro da traslocatrice. Gli scatoloni si piazzano in casa nostra peggio dei topi in soffitta, e non scherzo. E' tutto uguale. Sono sempre io. La ragazza con la valigia. Solo con un codice postale diverso.

Ora devo andare a dormire, anche se non so dove sono le lenzuola...

 

E così, questa mattina, mia madre mi ha portato alla scuola comunale di Brooklyn, la “High Old”, fantastico. Preferisco sempre rimanere nella penombra, ma gli amici non mancano. Finora sono stati quasi tutti simpatici e non mi posso lamentare. Capita sempre che quando arrivi da Los Angeles a Dallas, e porti gli stessi stivali di Madonna, che devono ancora uscire nella parte est del paese, dai un po' di attenzione, ma infondo non guasta mai!!

Entrai velocemente dalla grossa porta rossa, dove c'erano ammucchiate varie specie di studenti. Davanti ai miei occhi, trovo due ragazzi che fanno a botte. Ho imparato a farmi gli affari miei molto presto, ma quando il labbro di uno dei due iniziò a sanguinare, mi intromisi in mezzo a loro. Gli ordinai di fermarsi e penso proprio che non avrebbero osato picchiarmi!! Però in quel momento, arrivò la preside e trovò me, in mezzo ai due ragazzi e ci spedì entrambi in presidenza. Ed eccomi ritornata dov'ero prima. Seduta sugli scomodi divanetti di attesa davanti alla presidenza. I due stanno ben lontani e non mi hanno neanche ringraziato, anche se quello un po' più alto stava per dirmi qualcosa prima che arrivò la preside per portarci con lei.

  • Ross, Harris e.. Williams – ci chiamò la preside dopo qualche minuto – Accomodatevi! - ed entrammo entrambi nella presidenza

  • Signorina Middle, io... - iniziò un ragazzo

  • Zitto, per favore! Voi due stavate facendo a botte nel corridoio e non lo posso permettere nella mia scuola! E per qualche ragione... quella ragazza ci era in mezzo. - mi guardò curiosa

  • Signora preside, io non c'entro niente! - mi feci avanti

  • Aspetta... tu non sei quella nuova?

  • Ehm.. si..

  • Hollie Williams?!

  • Mmm. - annuì

  • E come mai facevi anche tu a botte?! - sbraitò lei

  • Io non facevo a botte!! - mi giustificai – Anzi... cercavo di fermarle.

  • Confermate? - si rivolse ai due ragazzi

  • Si. - disse uno

  • Lei non c'entra niente. - rispose l'altro

  • Allora può andarsene. Tenga – mi porse un foglio – nel caso abbia voglia di entrare nel team anti-bullismo della nostra scuola..

  • … grazie.. - e mi chiusi la porta alle spalle

Bello come primo giorno e come prima ora. Richiesi velocemente l'orario delle lezioni alla segreteria e me ne andai verso l'ultima aula del corridoio, quella che sarà mia per i prossimi cinque o sei mesi. Apro delicatamente la porta e trovo una prof intenta a spiegare matematica alla lavagna e un mucchio di studenti a tirarsi aeroplanini di carta, sputare palline sempre di carta e strappare cose sempre di carta (molto probabilmente verifiche). E laggiù uno sta russando. Nessuno si accorge di me, fino a quando la prof non picchia fortemente la cattedra e tutti si girano verso la porta. Oh, oh.

  • Salve, io... - guardai velocemente il foglio – … è la lezione della signorina Burt?!

  • Si pronuncia Burnt. Lei deve essere quella nuova – controllò il registro – Hollie Williams?

  • Sì. - risposi veloce

  • Accomodati dove è libero e cerca di seguire. - e ritornò a spiegare, e il caos ritornò.

Mi sedetti in un banco centrale e cercai di prendere appunti. Mi arrivò qualche aeroplanino e qualche pallina sui capelli, ma nessuno mi trattò male. Finalmente dopo quattro noiosissime ore, fu il momento di andarsene a casa. Uscì velocemente dalla scuola e me ne sarei andata dritta verso casa se il ragazzo della rissa non mi avesse fermato. Era quello più alto e più carino.

  • Ciao, sono Jake. Grazie per aver fermato Dylan. Siamo molto amici, ma quando litighiamo, litighiamo sul serio. Mi dispiace di averti fatto finire in presidenza... Holly. - sorrise

  • Di niente. Tu, invece, come te la sei cavata?! - gli chiesi

  • Una nota. Ma non ci faccio caso.

  • Tu sei... Ross? - chiesi per cercarlo subito dopo a casa su google

  • No, sono Harris. Jake Harris. - non smise di sorridere

  • Bene, Jake. Ci vediamo domani... ora devo tornare a casa. - temporeggiai

  • Ok. E' stato un piacere conoscerti, Hollie!! - e mi salutò con la mano

  • Anche per me... Jake. - e corsi verso la stazione.

Arrivai a casa e vidi Zoey sul divano e mamma al computer. Aveva trovato un'uomo. Su meeting. Il suo sito di appuntamenti. Non mi salutò neanche da quanto era impegnata ad aggiornare il suo profilo con foto e descrizioni. Il nuovo lui, ovvero la nuova avventura per cui noi ritraslocheremo fra qualche mese, si chiama Mitch.


 

  
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