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Autore: a r e n    20/01/2013    3 recensioni
Il ragazzo del cimitero, l'avevano soprannominato. Aoba è rimasto per un anno intero davanti alla tomba di Noiz, quando questo se n'è andato. Ogni giorno siede davanti alla sua lapide e parla; questi sono i suoi pensieri.
N.B: nella storia si parla di un ragazzo di nome Giriko, che è il fratello gemello di Noiz. Inoltre al giorno 4 gli viene consegnata una lettera scritta da Noiz dopo essersi tagliato le vene, mentre moriva.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 1

Sai, si dice che non si riconosce quello che si ama veramente finché non lo si è perso.
...è una stronzata, tu ci hai mai creduto? Io no.
Quando te ne sei andato, però, e mi hai lasciato solo, io ti ho odiato come non mai. Ti ho detestato, con il cuore. Non ho realizzato subito /quanto/ fosse profondo il mio astio nei tuoi confronti, ho solo pianto.
Mi sembra passato un secolo da quando mi hai abbandonato, invece è stato solo qualche ora fa. Parlo al niente, lo so, ma /devo/ farlo, o ne esco pazzo. Parlo alla tua spilla, alle cose che hai dimenticato da me, parlo alla luna che sta notte, per te, non splende.
Ti odio così tanto, come hai potuto andartene senza chiedermi il permesso? Sei solo un idiota, un traditore. Avevi detto che non te ne saresti mai andato, e io ora sto parlando con i cocci del mio cuore.
Domani hanno detto che potrò vederti. Domani ci vedremo, capito?
E no, non mi interessa se mi hai scacciato in quel modo, non mi importa davvero. Noi due ci vedremo, che tu lo voglia o no.
Ora ti saluto, devo andare a dormire. Potresti ridere, ma so che non lo farai. Lo sai che non dormirò, lo sai che non vivrò, lo sai che non /sarò/. Lo sai, altrimenti non te ne saresti andato.
Ti amo, questo lo sai?


Giorno 2

Ci siamo visti.
Più o meno.
Non avevo molto da dirti, visto che ci possiamo parlare in qualsiasi momento, però ho deciso di avvicinarmi a te comunque. Lo sai cos’hanno fatto, quei pazzi? Ti hanno tolto tutti i piercing. Ho controllato sai? Anche quelli sulla mano.
Sei proprio uno stupido, sai? Avresti potuto farti davvero tanto male con quel taglio sul polso! Sei proprio pazzo, in certi momenti.
Eri bellissimo, però. Credimi, non ti ho mai visto così sereno.
Stavi pensando a me, mentre ti lasciavi scivolare la vita dalle mani? Oppure pensavi a come, finalmente, avresti lasciato me e questo mondo?
Perché non mi rispondi?
Mi manca la tua voce che chiama il mio nome dalla finestra. Ogni tanto mi sembra di sentirla, e mi affaccio, con la speranza di vederti. Ma poi non ci sei, non ci sei mai.
Non ci sei più.
Ora devo andare. Koujaku dice che guardare la tv mi farà bene.
Io non ci credo, tanto non smetterò di pensare a te.


Giorno 3

Sai chi ho incontrato oggi? Un fottuto giornalista.
Hai presente? Quelli che ho sempre detestato con tutto il cuore?
Uno di lui. Mi ha chiesto come io, da /fidanzato di Noiz Okumura/, mi sentivo alla notizia della tua dipartita.
Gli ho riso in faccia.
Te ne sei andato solo da due giorni, e io sono già risuscito a ridere in faccia a qualcuno. Sono una persona orribile, vero?

Mi rallegra, però, pensare che non sarò mai orribile come lo sei tu. Tu sei il peggiore. Tu te ne sei andato senza dire niente.
Ti odio, ogni giorno di più.
Ricordi l’amore di cui parlavo solo due giorni fa? Beh, dimenticalo. Tu sei il più egoista di tutti, più di me! Non sto scherzando, lo sei davvero.
Mi hai portato via tutto, non mi hai lasciato altro che il vuoto.
Se solo potessi essere li con te, questa sera, probabilmente avrei meno terrore di chiudere gli occhi e vedere i tuoi occhi posarsi sui miei.


Giorno 4

Oggi me l’hanno data.
Hanno detto che non sapevano a chi era indirizzata, ma poi qualcuno deve aver raccontato qualcosa, e quella lettera è arrivata tra le mie mani. La tengo stretta tra le mani mentre ti parlo. Profuma di te, di noi.
Non avevo mai assaporato l’odore del tuo sangue e sai, è inebriante.
Non ho pianto. Ci credi?
Hai fatto male i tuoi calcoli, di nuovo.
Non ci posso credere, ho appena detto una bugia! A te! Sto diventando bravo. Anzi no, ripensandoci non l’ho detta, perché non ti ho confessato di non averla letta.
L’ho nascosta in un posto che nessuno conosce, l’ho nascosta finché non sarai tu stesso con la tua voce a leggermi cos’hai scritto.
L’ho nascosta, e domani magari la leggerò.
Se non sarà domani, c’è sempre tempo per farlo il giorno dopo ancora, vero?
Domani è il giorno del tuo funerale.
Mi metterò quella maglietta azzurra che dicevi risaltava i miei capelli. Credo che mi prendessi in giro, ma non importa.
Ha qualche goccia di sangue, ma suppongo che non ti dispiacerà.


Giorno 5

Oggi gli stupidi ti hanno detto addio, non hanno capito niente.
Io sedevo in fondo alla sala e credo che qualcuno mi additasse pure. Forse è stata la maglietta, non lo so. La chiesa era piena di gente, sai? Tutto il paese e credimi, buona parte di quella gente non sapevo nemmeno fosse al mondo.
Quando hai conosciuto tutte quelle persone?
Poi mi sono ricordato che il tuo viso era sul giornale, ieri mattina. Allora ho capito. Nemmeno tu li conoscevi, tu non conoscevi nessuno oltre a me.
Non ho pianto, lo giuro.
Sono stato forte.
Perché tu non sei morto, Noiz. Tu sei vivo, mi ascolti. Tu sei me e io sono te, ricordi? Tu ci sei ancora, e ci sarai sempre.
C’era anche Clear, ci credi? Ti ha portato una rosa bianca, mi ha detto che non mi lascerà solo in questo momento. Ma io ho bisogno di te, ho bisogno di raggiungerti, tu dove sei?
Quando sono tornato a casa ho cercato la tua lettera, ma non l’ho letta. Sono il solito codardo, hai visto?
Hai fatto bene ad abbandonarmi.


Giorno 6

Sei a meno di due metri da me, e io sento battere il tuo cuore.
Ti devo chiedere scusa, ma oggi ho pianto.
Ho pianto, perché ero sicuro di averti sentito respirare, chiedere aiuto, e quindi ho urlato. Ho detto che si sono sbagliati, che tu sei vivo, che sono dei pazzi a credere il contrario.
Ma ora sei a due metri da me, ed è impossibile che io lo senta.
In ogni caso lui batte ancora con il mio, sai?
Il tuo nome è così bello, inciso nella roccia.
È così bello che mi chiedo perché non me lo sono fatto incidere addosso quando potevo. Ora è tardi e come l’hai toccato tu, nessuno strazierà così il mio corpo.
Il mondo è un posto schifoso, da quando non ci sei.


Giorno 12

Ti ho portato dei fiori, ma li ho gettati durante il tragitto. Mi è sembrato stupido, tu non hai mai amato i fiori. Così ho portato una cosa mia, che ho deciso di regalarti.
È una cosa che hai sempre voluto, ma che da egoista che sono non ho mai deciso di donarti. È per te, custodiscilo bene perché è un oggetto più unico che raro, visto che mi appartiene da sempre.
È praticamente nuovo, te lo garantisco. Ha qualche scheggiatura, ma per favore, passaci sopra.
È tuo, lo è sempre stato e lo sarà per sempre.
Allora per oggi vado, volevo solo darti questa cosa, e andare. Non mi fermo nemmeno a dirti che ti amo, perché lo sai.
Mi mancano tanto i tuoi baci.
Posso vivere senza un cuore? Spero di sì, perché te l’ho appena regalato.


Giorno 18

Mi manchi sai?
A volte è insopportabile la tua assenza. Ma che dico? Lo è sempre.
Vorrei raggiungerti, lo vorrei davvero...
Ma tu sei così distante.
E sai cosa mi tiene in vita? Koujaku.
Mi hai abbandonato a lui, lo sai? Lui che mi costringe alla vita, alla vuota vita senza di te.
Fa schifo.
Come mi fa schifo l'idea di /te/.
...Ti amo, da morire. O almeno credo.
Ti amo, e nello stesso momento ti detesto con tutto il cuore.
Non sai cosa darei, per raggiungerti.


Giorno 23

Ho letto la lettera.
Avevi ragione. Hai ragione.
Su tutto.
Ho sbagliato, sono un errore vivente.
Non mi merito la vita.
Non meritavo di prendere la tua.
Sta notte voglio morire, sta notte seguirò il tuo ordine, /padrone/.


Giorno 26

Perché non ti sento ridere?
Sono di nuovo qui.
Sono /ancora/ qui. Perché le persone non riescono a capire che è troppo difficile? Che non posso continuare a vivere in questo modo?
Tu non ci sei, non verrai più a cucinare le torte da me, non mi amerai più come facevi un tempo, non mi toccherai più come desidero.
Nessuno sarà mai te, nessuno mi avrà mai così completamente.
Sei uno stupido ad essertene andato, sei un cretino ad avermi amato che tu sia maledetto per avermi abbandonato.
Ma presto bruceremo insieme nelle fiamme dell’inferno, te lo prometto, /amore/.


Giorno 30

È passato un mese, ci credi?
Un mese e io sono ancora bloccato qui. Koujaku mi ha detto che ho urlato il tuo nome, ieri notte. Sai cosa ho fatto? Ho sorriso.
Perché? Non lo so.
Lui si è spaventato, forse aveva capito che oggi avrei fatto di tutto per farla finita una volta per tutte. Lo so che ti arrabbierai, quando ci rivedremo, ma poi mi perdonerai e allora sì, te lo prometto, faremo impallidire di più anche le nuvole con il nostro amore.
Lo sai che passo qui la maggior parte del mio tempo?
Vengo qui ogni giorno, anche se a volte non mi senti perché sto in silenzio a fissare quelle lettere incise nella pietra.
I numeri fanno ancora più paura, temo che non li dimenticherò mai.


Giorno 37

Ti amo.
Ti amo.
Ti amo.


Giorno 45

Oggi ho visto Giriko. Non mi hai mai parlato di lui prima della lettera, ma finalmente ho capito quell’unica riga della tua lettera. Sono sempre stato così curioso di conoscerlo, da quel giorno.
Sorrideva, sai? Era... /felice/, credo. Ormai mi trovo in difficoltà a riconoscere quando qualcuno è felice o finge.
Sembrava la tua fotocopia. Ma lui sorrideva e sorrideva, l’ingrato.
Mi sono avvicinato e gli ho tirato un pugno.
Scusami.
Gli ho urlato contro di morire, che sarebbe stato meglio vedere lui in un lago di sangue, che non sarebbe mancato a nessuno, che ora avrei ancora vita nelle vene e aria nei polmoni se tu fossi qui e lui no.
Sai cosa mi ha risposto? Niente.
Mi ha semplicemente abbracciato.
Io devo chiederti scusa, perché ho pianto un po’.
Mi ha chiesto se anche tu facevi così.
Gli ho risposto di no.
Mi ha detto che lo immaginava.
Poi è dovuto andare via, e io ti ho visto abbandonarmi, /di nuovo/.
Non gli ho chiesto di restare ancora qualche minuto, ma forse è meglio così. Non lo vedrò mai più, lo so, ma è stato bello vederti sorridere.


Giorno 53

Sto perdendo il contatto con la realtà.
Oggi lo sai cosa mi hanno dato, i tuoi piercing? Spero non ti offenderai, ma sono andato a farmi anche io un buco alle orecchie.
Ha fatto male.
Sto scherzando, non è vero.
Niente mi fa più male ora, se non la tua assenza.
Koujaku dice che mi dona, io ci vedo solo una parte di te. Ma sono felice, ti posso portare ovunque voglia e posso parlarti in ogni istante.


Giorno 54

Sei proprio cancerogeno, io lo sapevo.
Ha fatto infezione, il tuo piercing! Ma questo dolore mi ricorda te, quindi mi sta bene. Non importa se guarisce o no.
Anzi, spero diventi la cancrena che mi ucciderà.
Un po’ come sono stato io per te.
Non te lo dico da un po’, non voglio che ti dimentichi: Ti amo.


Giorno 70

Non ti parlo da così tanto, che quasi mi sono dimenticata come si fa.
Per giorni mi sono limitato ad arrivare qui e sedermi a contemplare il vuoto della mia vita, poi mi sono alzato e sono tornato a casa.
A volte ci vuole un po’ di silenzio, non trovi?
Mi diresti di no, ora, tu che ti chiami “Noiz” non puoi che amare il rumore.
Ti faccio ascoltare una canzone ora, l’ho sentita alla radio sta mattina, ho pensato subito a te. Promettimi che la ascolterai con interesse e non come se mi stessi facendo un favore! Ci tengo, d’accordo?

Giorno 77

Finalmente.
Domani ti raggiungerò.
Sei felice?
Io sì.
Ti amo.


Giorno 91

Scusa.
Ancora non sono arrivato da te.
Riuscirai ad aspettare ancora per un pochino? Ti prometto che non sarà tanto, tu pensa che poi avremo tutta l’eternità per noi.
Ma non credere, per favore, che io sia un codardo. Non è così, guarda! I miei polsi sono uguali ai tuoi ora.
Sono stato sfortunato, però.
Qualcuno mi ha salvato.
Quell’idiota, non lo perdonerò mai.
Si avvicinano i 100 giorni senza di te. Quanto torni, Noiz?


Giorno 99

Domani ti porterò un fiore, ti va?
Lo sceglierò con cura, insieme a un bel vestito. Che ridere, sembro un ragazzino al suo primo appuntamento.
Noi non abbiamo mai avuto un primo appuntamento, lo sai? Non abbiamo mai avuto un vero fidanzamento, se è per questo.
Era colpa mia, ma lo sai che nessuno me l’ha mai chiesto? Solo tu, ma non in un modo così formale. Mi hai chiesto di diventare tuo, e so di esserlo ancora.
Il matrimonio è stupido, dice che la morte può separarci!
Mi viene da ridere, a pensarci.
Ci vediamo domani, ora devo andare.
Ti lascio qualche lacrima, puoi berle tutte, se vuoi.


Giorno 100

2400 ore.
144000 minuti.
8640000 secondi.
Non ti sembra poco a vederlo così? A me sembra davvero una miseria di tempo. Soprattutto i secondi.
Ma è vero, te ne sei andato esattamente otto milioni seicentoquarantamila secondi fa.
Vivo da centoquarantaquattro minuti senza di te.
Sono duemila quattrocento ore che la mia luce si è spenta.
Sono venuto tutti i giorni, non ne ho saltato uno, lo sai?
Nemmeno quando mi sono tagliato i polsi per raggiungerti.
Sono scappato dall’ospedale e ho scavalcato il cancello, pur di vederti. La notte questo posto fa paura, ma se sono con te mi sembra che tutto sia più facile.
…Ma tu non ci sei.
/Sei morto/.
Cento giorni fa ti sei ucciso.
Non ti ho ancora perdonato.
Ti amo, amore.
Ti prego abbi ancora un po’ di pazienza, ce la farò a raggiungerti.


Giorno 124

Ho sentito la tua voce.
No, non era nella mia testa, era un video. L’ho trovato per sbaglio, mentre guardavo nei vecchi cassetti. Guardavi la telecamera, dicevi di spegnere quell’aggeggio infernale e di avvicinarmi a te per potermi baciare.
La tua voce è bellissima, lo sai?
L’ho ascoltata tutta la notte.
Vorrei sentirti dire che mi ami, almeno una volta.
/Koichi, io ti amo/.
Sarei la persona più felice del mondo, se potessi sentirlo.


Giorno 159

Continuo a non saltare nemmeno un giorno, lo sai? Continuo a passare i miei pomeriggi con te, in silenzio, a contemplare il cielo. Non c’è bisogno di nessuna parola, tra di noi.
Koujaku dice che sono ossessionato da un morto, ma io lo ignoro. Non riesce ad abbandonarmi, dice che ha troppa paura per me. Se mi uccidessi, ha detto, anche lui si sarebbe suicidato.
Ho portato via la tua vita, non posso farlo anche con lui.
Ti chiedo solo di avere ancora un po’ di pazienza, per favore.
Fa caldo laggiù?
Non importa, sono sicuro che niente sarà mai più caldo delle tue braccia mentre facciamo l’amore e niente sarà più doloroso di apprendere la tua morte; quindi che venga a me l’inferno, sono pronto.


Giorno 183

Stavo pensando che non ti ho mai detto tutta la verità.
Ti ricordi quando ti ho raccontato del momento in cui sono venuto a conoscenza del tuo suicido? Ecco, ho omesso qualche particolare importante.
Quel giorno ho urlato, come un pazzo.
Mi fa ridere, pensarci, ma te lo giuro, ho urlato con tutti il fiato che avevo in gola.
Non ho pianto /subito/, ma ammetto di averlo fatto spesso da quel giorno a questo. Che per la cronaca, è il cento ottantatreesimo.
Mi fa male la gola a pensarci, non trovi che sia una cosa estremamente scema? Ma è degna di me, ovviamente.


Giorno 194

Mi avevi chiesto aiuto, e sono stato sordo.
Mi hai allontanato, quel giorno, ma volevi solo che io ti rimanessi a fianco. Sono stato uno stupido, e non me ne pentirò mai abbastanza.
Come ho fatto a non accorgermi di quanto urlavi? Come ho fatto a non rendermi conto di essere io la causa di ogni male?
Non l’ho mai confessato, ma ogni giorno continuo a incolparmi della tua morte, sempre di più. Giriko me l’ha detto, un giorno, che era tutta colpa mia, che non meritavo davvero di vivere, che tu saresti vivo se io non fossi mai entrato nella tua vita.
Quanto ha ragione?
Mi dispiace di averti conosciuto, mi dispiace di averti rubato la vita.
Sarei all’istante la mia, per la tua.
Io credo che tu già lo sappia.
Quello che Giriko non sa, è che tu, sì proprio /tu/, non potresti mai sopportare di vivere con la consapevolezza di poter camminare su questo mondo, per un mio sacrificio.
Lo so, e spero che un giorno lo capisca anche lui.
Amore, ormai manca poco.
Tra poco potremo tornare insieme, pazienza, io ti amo.


Giorno 200

Koujaku è con me.
Mi odi vero? Ci odi.
Volevo solo dirti che sono duecento giorni che non mi tocca, che non mi tocca nessuno. Ci credi? No? Beh, c’è lui a confermare. Non puoi vederlo, ma ha annuito.
Se n’è andato, ma sono sicuro che ti bastava questo, vero?
Scusa se sussurro oggi, ma devo dirti una cosa in segreto: qualche giorno fa, mentre dormivo, l’ho chiamato Noiz e ogni giorno, almeno una volta, ti invoco e spero che chiamandoti tu appaia all’improvviso.
Noiz? Quando torni?
Ti sto aspettando a casa.
Può essere nostra se lo vuoi, questi duecento giorni dovremo recuperarli, lo sai?


Giorno 212

Tu credi nella magia?
Io no.
Non quella canonica, almeno. Sto pensando a questa cosa da dodici giorni, per questo sono stato così silenzioso. No, io non ci credo per niente.
Credo solo in quella che c’è tra noi da sempre.
Mi sento bene quando penso a quando mi prendevi con forza, quando dovevo costringermi a tenere gli occhi aperti per non morire dissanguato… Quella era /vera/ magia.
Non trovi?
Siamo sempre stati i migliori, che stupida la gente a non accorgersene.
Anche se il più stupido di tutti sono io, che ho dimenticato di dirti che ti amo per troppo tempo.
Ti amo.
Ma ti odio anche, perché ho sempre più bisogno di te. Più dell’aria che respiro, più… /Più/.
Ora credo andrò e quindi ti saluto.


Giorno 247

Tu e io siamo sempre stati speciali, unici.
Tu e io eravamo destinati a stare insieme per sempre.
Tu mi hai abbandonato.
Io ti ho sfruttato.
Tu mi hai lasciato qui da solo.
Io ti ho preso la vita.
Insomma io vinco e tu perdi, chiaro.
Ma hai vinto il mio amore, quindi alla fine sono io che ho perso tutto.
Buonanotte, amore mio.
Prometto che un giorno ti restituirò tutto quello che mi hai dato, tutto quello che mi dai e quello che mi darai.


Giorno 258

Mi ha toccato.
Ma non eri tu.
Abbiamo fatto l’amore.
Ma non eri tu.
Non mi ha ferito.
Non eri tu.
Mi è mancato qualcosa.
Quel qualcosa eri tu.
Io lo amo.
Ti amo di più.
Ti scongiuro ritorna, smettila di starmi così lontano. Ho bisogno di te, del tuo respiro, della tua rabbia, del tuo risentimento, del tuo odio, della tua furia, del terrore che mi imprimi, dell’amore che mi dai, dei tuoi occhi, della tua voce, del tuo sangue, del mio dolore, della mia sofferenza.
Ho bisogno di noi.
Quindi ritorna, ti prego.


Giorno 298

Oggi era qui una ragazza. Guardava la tua foto, mi ha chiesto se eri mio fratello. Dopo duecento novantacinque giorni che cammino su questo prato, ancora mi sconvolgo a dover dare qualche spiegazione.
Le ho detto che ero il tuo ragazzo.

Lei mi ha fatto le condoglianze, io però sorridevo.
Non mi chiedi perché?
È così semplice in fondo! L’ho guardata andare via, poi mi sono inginocchiato a terra e ho pianto posando la fronte sul terreno umido.
/Il tuo ragazzo, hai capito?/
Stupido, idiota, ritorna! Ho detto di essere il tuo ragazzo, smettila di fuggire da me.
Tornando a casa penserò ancora a te e credimi, spererò con tutto il cuore di trovarti li.


Giorno 300

Trecento.

Devo dirtelo trecento volte, ho deciso.
Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo.
Sono trecento, puoi fidarti di me.
Manca poco, pochissimo.
Un anno senza di te e ancora non è cambiato nulla. Né io, né ciò che mi circonda.
E tu non sei ancora con me.


Giorno 324

Lo senti il mio cuore?
Vorrei battesse di nuovo a ritmo con il tuo. Lo sai che mentre dormivamo insieme, le rare volte, oltre a uniformare il respiro al tuo, cercavo di farlo anche con il cuore? Ma era impossibile. C’erano delle volte in cui il tuo galoppava, giuro; altre in cui non c’era modo di fermare il mio.
Mi mancano quei momenti.
Mi manchi tu.
Ho voglia di morderti.
Ho voglia di assaggiarti di nuovo.
Non riesco ancora a concentrarmi su nient’altro.
Ci sei solo tu, ci sarai sempre e solo tu.
Perché se non era chiaro prima…
Io.
Ti.
Amo.


Giorno 364

Mi sento impazzire.
È finita.
Non credo di amarti, ho sbagliato tutto.
Io ti odio.
Ti odio e ti devo cancellare.
Ho pochi giorni per farlo, ma non verrò mai più.
Te lo prometto, ti cancellerò.
Ho detto che ti amo?
Non l’ho creduto nemmeno una volta. Ti odio, ti detesto, mi fai schifo.
Sei polvere, sei un ricordo, sei il niente più assoluto per me.
Addio.
Ora mi alzo.
Addio.
Me ne vado.
Addio per sempre.
/Amore/.


Giorno 365 + 1

Ti ho detto una bugia, anzi ne ho dette così tante che uscendo da qui ho vomitato.
Sono venuto lo stesso, tutti i giorni, e ovviamente non ti ho dimenticato.
Te ne sei andato da un anno, ma guarda chi è ancora qui dopo tutti questi giorni? Ti basta come prova del mio interesse?
Ora puoi tornare, sono sicuro che nessun Dio, qualunque esso sia, non potrà rifiutarti la grazia di tornare.
Io ti amo /troppo/, non è forse chiaro?
Te lo ripeto da anni, anche se tu sembra che non mi ascolti. Infatti ti odio, anche, alle volte. Ma oggi è un giorno speciale: è un anno e un giorno che Noiz Okumura non può più baciarmi, possedermi, amarmi, odiarmi, schifarmi, adorarmi, avermi…
Un anno sprecato, non trovi?
Torna, Noiz. Torna da me, ti prego.
Rimedieremo ad ogni secondo perso, te lo prometto.
Ora scusami, ma devo proprio andare. Ci vedremo domani, non ti preoccupare, lasciami solo trovare un senso a quello che verrà dopo.
Devi sono avere ancora un po’, pochissima, davvero microscopica briciola di pazienza.
Ho rimandato per un anno, ma oggi ti vedrò.
La prima cosa che farò, quando scenderò da questo palazzo e rivedrò i tuoi occhi, sarà dirti che ti amo.
Potremo stare insieme per sempre.
Mi fa paura l’eternità, alle volte; ma poi mi ricordo che tu sei con me, e tutto diventa più semplice.
Sono stato così stupido a non fare prima questo passo.
Sai, si dice che non si riconosce quello che si ama veramente finché non lo si è perso.
Te lo giuro, è la cosa più vera del mondo.

Ma ora ti vedrò davvero.
Ti saluto, ma solo per qualche minuto. Voglio finire in un modo banale, ma tu non devi mai dimenticare che io ti amo, Noiz.
   
 
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