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Autore: Bitchesloveklaine    20/01/2013    4 recensioni
“... E ora passiamo alla canzone più romantica della serata, la dedichiamo a tutte le persone che stanno mantenendo una relazione a distanza. Potete farcela...”
‘Certo, come no’ pensa Kurt. Vorrebbe spegnere la radio, girare le chiavi della macchina e finire quella storia. Non ha intenzione di sentire parole sdolcinate su come l’amore vince la distanza, perché sa che sono solo piccole illusioni che, a lungo andare, feriscono.
Ma non lo fa. Non sa esattamente cosa, ma una parte di lui lo costringe a fermarsi ed ascoltare cosa viene detto.
“... È un vero peccato che il cantante non abbia più scritto. Successi del genere non sono da tutti i giorni, o anni. Quindi, ecco qui ‘Hey there dear Kurt’...”
“... di Blaine Anderson”
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi consiglio di sentire la versione originale della canzone mentre leggete.
Se siete un po' più masochisti, ascoltate questa cover che è ancora più emotiva.
(i personaggi appartengono ai RIB e non scrivo a scopo di lucro)
Note sotto.


- - -


Kurt non ascolta spesso la radio, né guarda la televisione. Da quando lavora a Brodway non ha un minuto di tempo per aggiornarsi sulla musica contemporanea. .

Quando è a casa ascolta i suoi vecchi cd o al massimo si informa sulle nuove canzoni di Beyonce e Britney Spears. L’unico contatto che ha con il mondo della musica pop è Mercedes, la sua migliore amica, la quale, però, svia abilmente le sue domande sui nuovi cantanti e i loro singoli di debutto.
 

Quella sera, però, vuole fare qualcosa che non faceva da anni. Così, dopo essersi messo in macchina per  tornare a casa da un party piuttosto noioso, accende la radio e cerca una stazione che trasmetta solo musica.

Stanno trasmettendo le canzoni estive di due anni precedenti, ma a lui vanno bene lo stesso, perché la maggior parte sarebbero comunque nuove. Riconoscee la voce di Mercedes e sorride: lei aveva ottenuto ciò che aveva sempre sognato, e tutti conoscevano qualche verso dei suoi singoli.
Poi, dopo qualche commento del d-jay, ascolta un’altra canzone.
È molto orecchiabile, ed è sicuro di averla già sentita in qualche centro commerciale. Quando finisce si trova già nel suo quartiere. Mentre ascolta un altro breve commento alla canzone, fa manovra per parcheggiare.
È già pronto a spegnere la macchina, andare a casa e dormire, ma decide di ascoltare qualche per altro secondo la radio.

Successivamente avrebbe attribuito quel gesto al fato, al destino, o a qualcuno che si divertiva a prenderlo in giro, ma ora resta ad ascoltare.

“... E ora passiamo alla canzone più romantica della serata, la dedichiamo a tutte le persone che stanno mantenendo una relazione a distanza. Potete farcela...”

‘Certo, come no’ pensa Kurt. Vorrebbe spegnere la radio, girare le chiavi della macchina e finire quella storia. Non ha intenzione di sentire parole sdolcinate su come l’amore vince la distanza, perché sa che sono solo piccole illusioni che, a lungo andare, feriscono.

Ma non lo fa. Non sa esattamente cosa, ma una parte di lui lo costringe a fermarsi ed ascoltare cosa viene detto.

“... È un vero peccato che il cantante non abbia più scritto. Successi del genere non sono da tutti i giorni, o anni. Quindi, ecco qui ‘Hey there dear Kurt’...”
Sorride. Il suo nome è molto comune, certo, ma se gli piacesse quella canzone potrebbe fantasticare su un ragazzo che glie la dedica.
È forse questo quello che lo fa restare in macchina, nonostante ormai sia una persona matura rimane un grande romantico.

“... di Blaine Anderson”

Il sorriso che ha sulle labbra scompare, e l’espressione del suo viso passa da rilassata a terrorizzata.
Spera di aver sentito male quel nome pronunciato con ovvietà, ma quando sente le prime note riconosce subito la voce calda che ha sempre amato.

Hey there dear Kurt, what’s it like in New York City?”


Si trovavano nell’appartamento HummelBerry (così era scritto sul campanello), ed erano sul divano a fare zapping, Kurt seduto e Blaine sdraiato con la testa appoggiata alle sue gambe. Era sabato sera e, per quanto amassero uscire, quel weekend volevano stare tranquilli. Blaine si era appena diplomato, e non aveva perso tempo per raggiungere il suo ragazzo nella Grande Mela.    

Dopo venti minuti abbondanti passati in silenzio, Blaine iniziò a parlare:
“Kurt, lo so che i nostri sogni erano quelli di stare insieme a New York, ma ecco, io...”

Kurt abbassò il volume della TV, chinò la testa per guardarlo e gli sorrise, incoraggiandolo a continuare.

“... non sono stato stato preso alla NYADA e... sì, sono stato preso alla NYU, ma vedi, io...”
Kurt si preoccupò quando vide che Blaine si stava tormentando le mani, ma aspettò pazientemente senza infierire.
“Non voglio abitare qui”
Il sorriso sulle sue labbra morì, tramutandosi in terrore.
“E dove?” Gli chiese, cercando di  la calma.  Sapeva di non aver nessun diritto secondo cui doveva decidere della vita del suo fidanzato, ma avevano parlato così tanto del loro futuro insieme che non immaginava questo cambiamento di programma.

“A Los Angeles. Sì, lo so, non ti piace, neache a me se è per questo, ma... Mercedes potrebbe aver fatto vedere il nostro Grease al suo produttore musicale, e lui potrebbe avermi offerto un contratto. Non una cosa importante, giusto per entrare nell’ambito, ma dovrei trasferirmi lì e... Kurt, cosa ne dici? Ovviamente partirò dopo questa estate.”

Kurt rimase qualche secondo a pensare alle parole appena ascoltate.  Sorrise un’altra volta e gli diede un bacio sulla fronte.
“ È il tuo futuro Blaine, non posso bloccari. Promettimi solo che tornerai.”
“Lo prometto, tornerò sempre da te.”


Kurt non sa come reagire. È letteralmene bloccato sul sedile della macchina, mentre quella voce gli entra nelle orecchie dopo tanto tempo. Troppo.

Cinque anni.

“... but tonight you look so pretty, yes you do. Times Square can’t shine as bright as you, I swear it’s true”


Kurt odiava le feste numerose, dove le persone non si preoccupavano di bere e rendersi ridicole sotto gli effetti dell’alcol. Specie se era la sera di capodanno. Non che volesse rimanere a casa a vedere la televisione, ma andare a Time Square dove altri turisti e newyorkesi volevano festeggiare non era nei suoi piani. Aveva provato a far capire alla sua coinquilina Rachel che esisteva una via di mezzo, ma lei era stata irremovibile.
Avrebbero festeggiato la notte di capodanno a Time Square, in mezzo a tante altre persone.
Solo che lei aveva iniziato subito a bere e a ballare con un suo amico, e lui era rimasto solo. Solo in mezzo a centinaia di persone.

Fu per pura fortuna che sentì la suoneria del cellulare, vista la confusione e la musica che aveva intorno.
Rispose senza vedere chi lo stesse chiamando.
“Pronto?”
“Elettrizzato per il 2014, amore?”
Kurt sorrise al suono di quella voce, gli parevano secoli che non la sentiva mentre era passata solo una giornata dall’ultima telefonata con Blaine.

“Be’, sì, abbastanza. Più che altro non vedo l’ora che arrivi la mezzanotte per dirti che tu sei un anno indietro a me.”
“Certo, come vuoi. Dove sei di bello con questa confusione?”
“A Time square. Devi vedere com’è bella stasera.”
“Immagino, ma tu? Come sei vestito?”
“Ho un paio di pantaloni rossi e una camicia nera, con dei capelli orribili che proprio oggi non ne volevano sapere di rimanere a posto.”
“Non è vero, sei bellissimo, molto più di tutta Time Square.”
“Grazie, è bello sapere che ti fidi così tanto del mio aspetto fisico anche se non mi vedi.”
“Infatti non è così”
“Cosa?”
“...”
“... Blaine, ti prego, dimmi che non... dove sei?”
“Dietro di te”  


       
Kurt crede di poter crollare a quel ricordo, ma sa che è solo l’inizio della canzone.
E ormai è troppo tardi per uscire dalla macchina.

“ Hey there dear Kurt, don’t you worry about the distance, i’m right there if you get lonely give this song another listen...”


“Non voglio andarmene” sussurrò Blaine sulle labbra di Kurt. Andava a trovarlo una, massimo due volte al mese, e  ripartire diventava sempre più difficile.    
“Neanche io voglio che tu vada, ma non puoi restare. Lo sai” Blaine sospirò. Lo sapeva. Sapeva che se avesse lasciato tutto poi avrebbe dovuto ricominciare da capo, probabilmente con più difficoltà. E non voleva, perché gli piaceva il suo lavoro. Era entrato in una casa discografica ed aiutava a scrivere testi e melodie. Comporre era una cosa che aveva sempre amato, e non poteva lasciare quell’oppurtunità.
Dall’altra parte della sua mente, però, c’era Kurt. Non avevano mai parlato di quando sarebbero andati a vivere insieme. Non volevano perché sapevano che non c’era una soluzione.
Blaine catturò le labbra di Kurt in un bacio dolce e soffice, come quelli che sognava ogni notte nel suo piccolo appartamento.  Dopo di che si alzò dal letto, e rovistò nella sua borsa per un po’.
“Blaine, ora mi alzo e...” Mentre Kurt mormorava qualcosa, Bline sembrava aver trovato quello che cercava nella borsa.
“Non ti preoccupare, devo uscire tra un quarto d’ora”.
Uscì dalla camera, andò in bagno dove si vestì,  poi  andò in cucina a prendere un foglio e pennarello. Scrisse velocemente un biglietto e lo poggiò sul tavolo, vicino all’oggetto che aveva preso prima dalla borsa.

Rientrò in camera, gattonò sul letto di Kurt attento a non poggiare le scarpe sulle lenzuola, e lo baciò. Kurt sorrise e ricambiò il bacio, cercando di farlo durare il più possibile.    
“mmh, vuoi che ti accompagno in areoporto?”
“Kurt, sono le quattro del mattino e tra tre ore ti devi preparare per andare ai corsi. Dormi, non ti preoccupare, ho chiamato un taxi. Ci sentiamo stasera”
Kurt sorrise, gli lasciò un ultimo bacio a fior di labbra, e si riaddormentò solo quando vide la porta chiudersi dietro Blaine.

Tre ore più tardi, quanto si alzò per andare a fare colazione, trovò un oggetto nuovo sul tavolo. Si avvicinò e lo prese tra le mani. Era un cd masterizzato, con scritto ‘Per Kurt’.
Successivamente lesse il biglietto, con le lacrime agli occhi.

‘Mi hanno lasciato registrare questo per te. Sono le nostre canzoni, ascoltalo ogni volta che mi vuoi sentire vicino.
Ti amo.
Blaine’      


A quel ricordo, le prime lacrime si affacciano sul volto di Kurt. Quel CD si era consumato per quante volte lo aveva sentito, e quando non emetteva altro che suoni gracchianti, Kurt lo aveva buttato, interpretandolo come un segno del destino. Forse lo era davvero, ma in questo momento Kurt pensa solo di essere pentito amaramente per quel gesto.


“Oh, it’s what you do to me...”


Quella sera c’era molta più tensione nell’aria rispetto al solito. Sarà stato il fatto che Rachel era partita e gli aveva lasciato l’appartamento vuoto, oppure l’intero mese di lontananza con poche telefonate Skype e solo qualche minuto al telefono ogni giorno. O forse era l’aria di marzo che rendeva l’atmosfera più frizzante, gli sguardi più intensi e la tensione più alta. Ma quella sera Kurt e Blaine non avevano fatto altro che desiderarsi. Avevano provato a fare la coppia romantica, avevano camminato per Central Park tenendosi per mano e avevano cenato al lume di candela.
Avevano persino cercato di fare discorsi allegri, concentrati sulla moda o sugli ultimi gossip. Il fatto era che per conversazioni del genere avevano tutto il tempo del mondo, in altri momenti, quando si trovavano in due punti opposti degli Stati Uniti e cercavano altri argomenti per reggere una telefonata.
Ma quella sera non c’era tempo per quelle cose. Finirono la cena velocemente e tornarono nell’appartamento di Kurt, senza neanche fare la loro solita passeggiata notturna.
Perché l’ultima volta che Blaine era venuto, si erano limitati a qualche bacio silenzioso, visto che Rachel si trovava dall’altra parte del muro.
Perché Kurt aveva bisogno di Blaine, e Blaine aveva bisogno di Kurt.

Fu così che prima delle dieci di sera si trovarono nel salotto, ancora vestiti, e ancora indecisi sul da farsi.
Perché lo volevano entrambi, ma era passato così tanto tempo dall’ultima volta, che erano tornati timidi come due adolescenti.
O almeno all’inizio.

Fu così che, senza una parola, venti minuti dopo si trovarono sul divano, l’uno sopra l’altro, labbra contro labbra, petto contro petto.
Blaine si trovava sopra Kurt, il quale continuava a baciarlo in modo sempre meno casto, e che gli passava le mani sotto la maglietta, lungo tutta la schiena. Il riccio, che nel frattempo si era beatamente dimenticato del gel, decise di passare dalle labbra al collo della persona sotto lui.
Succhiò e mordicchiò avidamente, come se stesse davvero marchiando il territorio. Voleva sentirlo, voleva sentire Kurt sotto lui.
Kurt lasciò un piccolo gemito quando sentì le labbra di Blaine in quel punto preciso del collo, un po’ sotto l’orecchio, che lo faceva impazzire.
Le mani di Blaine, nel frattempo, erano passae ai suoi fianchi e li avevano stretti.
Poi fece scontrare il proprio bacino con quello del suo ragazzo. Quello fu il punto del non ritorno.
Tornarono a baciarsi, più avidamente, non preoccupandosi della mancanza d’aria. Potevano avere l’ossigeno ogni giorno, ma potevano avere quell’amore solo poche sere.
Si alzarono dal divano perché non era il loro posto, perché non era nel loro stile. Perché rimanevano ancora due romantici.
Camminarono per l’appartamento continuando a baciarsi, e non importava se sabtterono contro il muro del corridoio o contro la porta.
Perché l’importante era vivere quei momenti al meglio.
Kurt spinse gentilmente Blaine sul letto, e si mise a cavalcioni sopra di lui. Sbottonò il maglioncino blu che avevano comprato insieme e tolse la maglietta. A nessuno dei due interessava che fine avessero fatto i due indumenti.
Nessuno dei due si accorse dello spiffero freddo che entrava dalla finestra inutilmente chiusa, né del fatto che i riscaldamenti fossero spenti. In quel momento bastavano i baci che stava lasciando Kurt a riscaldare il petto di Blaine.
Anche la camicia bianca del più alto venne sbottonata, e l’incavo del collo venne assalito dalla bocca di Blaine.
Si toccavano, accarezzavano e sfioravano. Avevano la necessità di sentrisi, la necessità di sapere che quello che stavano facendo era vero e non soltanto un sogno.   
Successivamente anche pantaloni e boxers si abbassarono, ed erano rimasti nudi, l’uno di fronte all’altro. Blaine guardava Kurt come fosse un angelo sceso dal cielo. Stavano insieme da tre anni, ma non si sarebbe mai stancato di vedere il suo ragazzo in quel modo.
“Fai l’amore con me, Blaine.” Perché non c’era verso che uscissero frasi volgari anche in quel contesto. Perché decidevano anche quello con una forma romantica. Perché Kurt aveva bisogno di sentire Blaine dentro di sé, e Blaine aveva bisogno di sentire Kurt appartenere solo e soltanto a lui.
Un brivido gli scosse la schiena.
“Kurt, non hai idea dell’effetto che mi fai”
Kurt sorrise, con un po’ di rossore sulle guance. Perché quel rossore sarebbe sempre comparso dopo un complimento di Blaine.
“È quello che tu fai a me”

   
La canzone va avanti, e Kurt piange. È quasi sicuro che una signora del condominio abbia bussato al finestrino per vedere cosa stia succedendo, ma non lo sa, perché non esiste nessuno in quel momento. Solo la voce di Blaine.
Lui e la voce di Blaine.

Perché Blaine ha scritto e cantato una canzone solo per lui, come aveva sempre promesso.


“ Hey there dear Kurt, I know times are gettin hard...”


“Blaine, siamo arrivati a maggio.” Sapevano entrambi cosa intendeva Kurt con quella  frase. Avevano superato quell’anno, ma non sapevano cosa fare.
“Lo so.” Fu l’unica cosa che Blaine riuscì a dire, perhé lo sapeva. Sapeva che non avrebbero potuto continuare quella storia in eterno. Perché le relazioni a distanza hanno un senso se c’era speranza di ricongiungersi, ma per loro non funzionava così. Uno abitava a New York, l’alro a Los Angeles. Ed entrambi non potevano sacrificare il loro lavoro e la loro passione per stare insieme. E sapevano che se uno ci avessero provato, l’altro lo avrebbe fermato. Perché il loro amore consisteva anche in quello.



“... we'll have it good, we'll have the life we knew we would, my word is good...”


“Solo un anno anno, Kurt, poi potrò tornare e rimanere per sempre.” Era settembre, e si stavano salutando per l’ennesima volta in areoporto, con le lacrime agli occhi.
Solo che quella volta era diverso, perché non si sarebbero visti per un anno intero. Perché avevano deciso così: avevano deciso di provare a vedere come sarebbero andate le loro vite se non fossero stati insieme. Non si erano lasciati, si sarebbero sentiti telefonicamente, ma non con la stessa frequenza che avevano avuto fino a quel momento. Era stata una decisione dura, ma entrambi erano d’accordo. Se fossero riusciti a sopravvivere, Blaine si sarebbe trasferito a New York e avrebbe continuato a lavorare tramite computer. Non avrebbe fatto tutto quello che faceva in quel momento, ma gli sarebbe andato bene lo stesso.
Fu così che si abbracciarono.
Un’ultima volta.

“...Hey there dear Kurt,  I've got so much left to say, if every simple song I wrote to you would take your breath away I'd write it all... even more in love with me you'd fall. We'd have it all”


Kurt non lo aveva chiamato, e Blaine non era più tornato. Perché entrambi avevano capito cosa significva vivere indipendenti, senza il pensiero della persona amata dall’altra parte del paese.
Perché le cose erano andate avanti in quel modo, ed entrambi sapevano che non sarebbero cambiate.
Blaine continuava a scrivere canzoni senza  cantarle. Alcune venivano cantate da altre persone, altre rimanevano nel suo cassetto. Ogni tanto si chiedeva se Kurt avesse mai ascoltato uno dei suoi grandi successi, e se gli fosse piaciuto.
Senza sapere che ogni singola canzone era per lui.  



“Hey there dear Kurt, you be good and don't you miss me, two more years and you'll be done with school and I'll be making history like I do. You'll know that it's all because of you

We can do whatever we want to.

Hey there dear Kurt here's to you, this one's for you”




Kurt sta tremando, perché non riesce a crederci.
Non riesce a credere che dopo cinque anni Blaine gli faccia ancora quell’effetto.

Dopo che le ultime note entrano nel suo corpo, lui rimane in macchina.  Perde la cognizione del tempo, e rimane bloccato in macchina, a pensare.


Quando entra dentro casa gli sembra che siano passati secoli da quando ha ascoltto quella canzone.

Eppure si ricorda ogni singola parola e nota. Sono passati due anni da quando Blaine gli ha lanciato quell’ultima chiamata, quell’ultimo tentativo.

Kurt sa che quello che sta per fare  un atto disperato e inutile.

Eppure prende il computer e fa delle ricerche. Legge tutte le canzoni scritte da Blaine Anderson. Molte le conosce grazie a Mercedes.

Apre la casella di postal. Vorrebbe scrivere una lettera cartacea, ma non sa più dove vive Blaine.
Hanno entrambi cambiato cellulari, e Kurt spera solo che Blaine non abbia cambiato indirizzo di posta elettronica.

Scrive.

Da: Kurt
A: Blaine
Oggetto: /
Testo:

Ciao Blaine,
ho sentito la canzone. L’ho sentita solo oggi, per sbaglio, alla radio. Non avevo la minima idea di tutto quello che hai fatto, e in questo momento sono così orgoglioso di te.
Sono passati cinque anni, probabilmente avrai la tua nuova vita.
Con una casa grande, nella quale c’è sicuramente una camera insonorizzata in cui componi.
E forse hai anche un cane, hai sempre voluto un cane.   
Mi piace immaginare che, vivendo vicini, tu e tuo fratello siete tornati amici.
Immagino anche che hai trovato qualcuno di importante con cui dividere la tua casa.

Se non è così, torna.
Ti aspetto.
Kurt.  
 


Dopo aver inviato, Kurt si morde una pellicina del pollice. Lo fa perché improvvisamente gli vengono in mente tutte le cose che avrebbe voluto dire, ma che non ha scritto per l’impazienza.


Kurt non riceverà mai una risposta a quella mail, ma aspetterà.

Perché lo ha sempre aspettato, lo ha aspettato al liceo, lo ha aspettato dopo la loro prima rottura, e lo aspetta ora. Ed è qualcosa che non  può cambiare.   





L'angolo di Pervinca:

Ciao a tutti, non crederete mai da dove è nata questa OS.
Ho sempre voluto che nei Klaine o nei Klainchel cantassero Hey There Delilah, quindi ho pensato di scriverci qualcosa.
Ma la vera idea è nata dopo un vago ricordo.
Mentre l'ascoltavo, l'altro giorno, mi è venuta in mente una mini intervista che ho visto da piccola su mtv.
Avete presente quando fanno 'le migliori canzoni degli ultimi vent'anni' o cose del gnere, no?
Ecco, avevano fatto vedere anche questa e avevano chiesto al cantante se Delilah si fosse più fatta sentire, e lui ha risposto che gli aveva inviato una mail.
Oddio, può anche essere che mi sono sognata tutto, ma credo di averlo sentito sul serio.

Ora, se vi interessa qui

c'è la mia long, e qui la mia prima OS (che ho un po' aggiustato)
Se poi vi interessa sapere che canzoni vorrei vedere in glee (?) date un'occhiata qui (sì, ho un canale youtube)


Un ringraziamento e biscotti per tutti quelli che hanno letto.

   
 
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