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Autore: skiblue    09/08/2007    10 recensioni
Maes Hughes aveva sempre amato sua figlia.
Elysia l’aveva sempre amato in risposta con quel candore tipico dei bambini.
Perché dopotutto lui era il suo papà.
Eppure c’era stato un momento in cui l’aveva odiato un poco.[...]
Piccola storia su Elysia alla morte del suo papà.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hate
Hate


“Mamma, perché buttano la terra su papà? Lui deve andare al lavoro, ha tanto lavoro da fare, non possono buttargli sopra la terra.
Mamma digli di smettere”


Maes Hughes aveva sempre amato sua figlia.
Elysia l’aveva sempre amato in risposta con quel candore tipico dei bambini.
Perché dopotutto lui era il suo papà.

Eppure c’era stato un momento in cui l’aveva odiato un poco.
Quando -quel giorno che minacciava pioggia- lui aveva fatto piangere la mamma. E di conseguenza anche lei.
Si, lì Elysia aveva un po’ odiato il suo papà. Non tanto, appena un poco, ma l’aveva fatto.
Perché la mamma non meritava di piangere.
Le lacrime stavano così male sul suo volto, aveva pensato quando era stata premuta contro di lei, ed era colpa di papà se erano lì e dunque le era sembrato giusto dedicargli un flebile lampo d’odio. Piccolo, però. Nulla in confronto all’amore che provava per lui.
Dopotutto era il suo papà. Anche se aveva fatto piangere la mamma.

Maes Hughes aveva sempre provato affetto per il suo lavoro.
Elysia -guardando gli occhi di suo padre illuminarsi, alle volte- era arrivata a rispettarlo.
Perché del resto faceva parte del suo papà.

Eppure aveva odiato ogni persona che faceva parte del mondo del suo papà.
Specialmente quegli uomini, vestiti di blu, che avevano continuato a gettare terra su suo papà nonostante lei gli avesse gridato di smetterla.
Perché il papà doveva lavorare.
Loro non si erano fermati, ed Elysia aveva continuato a gridare sino a sgolarsi.
Lei sapeva quanto suo padre amasse il suo lavoro, come potevano quelle persone impedirgli di andare a svolgerlo era un mistero. Comunque sapeva che dovevano essere davvero crudeli, per fare una cosa simile.
Si era guardata attorno Elysia, cercando qualcuno disposto ad aiutarla, perché era evidente che la mamma era scossa quanto lei dal fatto che stessero impedendo al papà di muoversi per andare a fare ciò che amava.
Aveva scorto lo zio Roy in mezzo alla folla, e lo aveva chiamato invocando il suo aiuto. Ma lui non si era voltato, non l’aveva aiutata e Elysia aveva odiato un po’ anche lui -forse un po’ di più del suo papà, ma certamente meno di quelli che buttavano terra su di lui.
Ma giusto un po’.
Perché sapeva che il papà aveva voluto bene sia allo zio Roy che al suo lavoro.
Che, in definitiva, facevano parte di lui.

Maes Hughes non aveva mai amato la morte.
Elysia non sapeva nemmeno cosa fosse.
Perché se il papà non le aveva detto nulla, lei di certo non poteva immaginarla.

Eppure ne era entrata a contatto. Sfiorandola.
Ma c’era stato bisogno dell’avanzare degli anni per capire cosa in realtà fosse.
C’erano volute milioni di domande: “Mamma dov’è papà?”
Ma quando aveva capito, si, aveva odiato suo papà. E tanto. Perché le aveva abbandonate.
E, si, aveva odiato l’esercito. Forse troppo. Perché aveva permesso che accadesse.
Perché papà era morto.
E, quando lo aveva capito, Elysia Hughes aveva pianto.

“Digli di smettere”


Note dell'autrice: Non c'è molto da dire su questa storia. Solo che non avrei voluto che il mio esordio nel fandom di FMA fosse così triste -e forse privo di senso.
Per la verità, per come doveva uscire, questa storia un senso ce l'ha, ma onestamente non so se sono riuscita a trasmetterlo.
Quando ieri ho visto l'episodio in cui Maes muore ho sentito il bisogno di scrivere qualcosa su di lui, ma non sapevo esattamente cosa scrivere. Ero lì davanti alla televisione e pensavo: "Si, devo assolutamente scrivere qualcosa su questo momento", ma quando Maes cade a terra non avevo ancora ricevuto l'imput che mi serviva per buttare giù qualcosa di decente, non mi ero ancora commossa veramente. Poi c'è stato il momento del funerale, e non so se avete presente Elysia in quei pochi attimi. Mi ha spezzato il cuore osservarla mentre pregava sua madre di far smettere i soldati (colgo l'occasione per dire che le parole con cui inizia e finisce la fic -quelle in corsivo- sono più o meno prese dall'espisodio in questione), e li si che mi sono commossa.
Questa storia è nata in quel momento. Ovviamente non posso dire se questa Elysia -che mi sono arrischiata a descrivere- sia, o possa essere, reale. Non so se sia possibile che abbia odiato suo padre. So che io l'ho fatto, in quel momento. Spero che possa piacervi, a me è certamente piaciuto scriverla per quanto avrei preferito che Maes non fosse mai morto e che Elysia non avesse mai sofferto.
Detto questo spero che ci saranno altre fic, magari con risvolti più allegri.

  
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