-Fei...-
mormorai accostandomi a lui. Mi guardò
interrogativo.
-Sì?- chiese. Io guardai timorosa l’ingresso
dell’immenso
palazzo di fronte a noi.
-E se non piaccio?- Sorrise e mi afferrò la mano,
iniziando a tirarmi.
-Piaci a me. È questa la cosa importante.- mi rispose
spalancando il portone.
Subito avvertii il peso di dodici paia d’occhi su di me.
I ragni mi stavano fissando curiosi, squadrandomi da capo a piedi.
Kuroro chiuse
il libro.
-Feitan... Chi ci hai portato?- domandò rivolgendomi uno
sguardo strano.
-La mia ragazza.- dichiarò semplicemente.
I ragazzi si strozzarono con l’aria e tossirono, mentre
le ragazze si guardarono incredule e stupefatte, gli occhi sgranati.
-Mi chiamo Keyla! Felice di conoscervi!- esclamai
nervosamente, accennando un inchino.
-P-piacere!- si riprese il capo. Mi alzai e subito venni
investita da una serie di frasi sconnesse e confuse. Feitan mi si
parò davanti,
come se dovesse proteggermi dai suoi stessi compagni, che tanto aveva
insistito
affinché conoscessi.
Mi ritrovai addosso Machi, Pakunoda e Shizuko,
saltellanti ed eccitate.
Lui invece era stato assalito dai maschi, ed ora cercava
di sfuggire al terzo grado che gli stavano facendo. Io non mi trovavo
in una
situazione migliore.
Le tre mi afferrarono per un braccio e mi trascinarono un
po’ più in là, assillandomi di domande.
Al posto degli occhi ora avevo due
spirali vorticanti.
-Calma! Fatela respirare!- mi salvò la bionda,
allontanando le amiche.
-Allora, dicci qualcosa di te.- disse poi –Come vi siete
conosciuti?- chiese.
Al ricordo divenni rossa –Ecco... Come al solito mi sono
trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato e... Be’,
l’ho visto uccidere
un uomo. Mi sono spaventata da morire, soprattutto quando lui si
è voltato a
guardarmi. In un attimo mi era arrivato davanti, e mi ha fissata coi
suoi occhi
dorati. È rimasto immobile per diverso tempo, poi mi ha
sfiorato la gola. Mi ha
chiesto “Ma non hai paura?”, ed io ho scosso la
testa. A quel punto ha sorriso
e ha mormorato “Sei davvero strana, ragazzina”.
Così l’ho conosciuto. È un
po’
strano, come incontro, bisogna ammetterlo...- raccontai, sempre
più imbarazzata,
rossa fino alla punta delle orecchie.
Loro mi guardarono in silenzio con delle espressioni
indecifrabili dipinte sui volti, poi scoppiarono in una raffica di
domande che
mi lasciò frastornata.
-Ma insomma... voi...- iniziò Shizuko imbarazzata.
-Dormite assieme???- domandò Machi afferrandomi le spalle
e scrollandomi.
-Be’... A volte sì...- risposi. Poi captai le loro
espressioni maliziose e mi affrettai a correggere: -Ma non facciamo
niente! Non
saltate a conclusioni affrettate!- mi difesi cercando lo sguardo di
Fei. Lui
sorrise e scosse la testa, sconsolato.
-Come no?!- gridò Phinks deluso. Immediatamente un pugno
in testa lo stese.
-Maniaco! Pensi solo a quello! Ti pare che Feitan sia un
tipo da fare queste cose???- urlò Ubo dopo averlo colpito.
Ma anche la sua
espressione divenne maliziosa.
-Sul serio non le hai ancora messo le mani addosso? È
così bella... Come fai a trattenerti?- chiese ammiccando. Le
guance del moro si
imporporarono leggermente.
-Ma come vi viene?! Razza di pervertiti!- esclamò
arrabbiato, raggiungendomi.
-Spero che la tratti bene, questa povera ragazza!- disse
Paku con fare materno.
-Se non la tratto bene io...!- replicò lui abbracciandomi
la vita.
Davanti a tutti i ragni, mi posò un dolce bacio sulle
labbra. Adesso sì che erano sconvolti. Non credevano a fondo
alla storia della
fidanzata, evidentemente.
-Ehm... Sono felice per voi!- si riscosse imbarazzato
Kuroro, stringendomi la mano.
Rossa come un peperone ricambiai la stretta, poi Feitan
mi trascinò lontano dagli amici. Ora ci trovavamo
all’esterno, nello spiazzo
deserto.
-Be’... Non è andata poi così male...
Credo di essere
piaciuta...- mormorai fissando a terra. Lui mi guardò
storto, piegando il capo
da un lato.
-Anche troppo- brontolò, mormorando maledizioni contro i
compagni. Sorrisi
-Oh, non fare il geloso! Lo sai che sei tu il mio
assassino preferito!- scherzai abbracciandogli le spalle con entrambe
le
braccia. Non si accontentò e pretese un bacio, che gli
concessi volentieri.
-Ti amo- mormorai staccandomi di qualche millimetro. Non
disse né “Anch’io”,
né altro. Sapevo che era troppo orgoglioso per ammetterlo.
Ma me lo comunicò con gli occhi.