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Autore: Metalotaku    09/08/2007    6 recensioni
Ecco una triste one shot sul principe dei sayan e la sua famiglia
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Goten, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Goodbye, prince

I raggi del sole che filtravano dalla finestra illuminavano i capelli color glicine di un giovane ragazzo addormentato. Il suo respiro era molto profondo e regolare, questo faceva capire quanto fosse profondamente addormentato nonostante fossero già le dieci e mezza del mattino. All'improvviso il giovane iniziò ad agitarsi nel sonno e a mormorare: “No, Majin Bu! Non assorbirmi....ti prego...”

Il ragazzo si svegliò di scatto con la fronte madida di sudore. Ansimando si sedette sul letto e aspettò i battiti forsennati del suo cuore diminuissero...

“Non posso credere di aver fatto un'altra volta quel sogno...erano anni che non lo facevo più...” mormorò Trunks, spaventato: tutte le volte che faceva quel sogno succedevano eventi nefasti.

Certo non cose gravissime ma comunque molto poco piacevoli...l'ultima volta che l'aveva fatto Bra, la sua sorellina di cinque anni, aveva rischiato di venire investita da una macchina, la penultima volta che l'aveva fatto suo nonno era stato picchiato da dei teppisti e un'altra volta ancora sua mamma si era slogata una caviglia facendo le pulizie...insomma quel sogno portava male alla famiglia Brief....ecco perché il giovane sayan era così preoccupato...

Quando si fu calmato Trunks notò che c'era qualcosa che non andava. Il sole era piuttosto alto nel cielo e questo indicava che era mattina inoltrata, un orario in cui il ragazzo si svegliava raramente perché di solito si svegliava all'alba quando suo padre lo scaraventava in malo modo giù dal letto e lo trascinava fino alla stanza speciale costruita da Bulma per allenarsi a gravità superiore rispetto a quella terrestre. Strano che suo padre non avesse fatto così anche quel giorno....

Una rapida occhiata alla radiosveglia confermò al ragazzo che era mattina inoltrata e precisamente le dieci e trentatré.

Senza perdere altro tempo il ragazzo andò in bagno dove si lavò, si pettinò e indossò i vestiti che usava di solito per l'allenamento mattutino. Fatto questo si recò nella stanza a gravità speciale pensando che probabilmente suo padre avesse deciso di allenarsi da solo ma quando vi arrivò vide che era deserta.

-Strano...non è da papà saltare l'allenamento...- pensò Trunks, turbato.

Uscì dalla stanza speciale e vide sua mamma rientrare in casa con in braccio la piccola Bra.

“Ciao, mamma. Per caso sai se papà è ancora a letto?”

“Credo di sì...quando sono uscita erano le dieci e lui stava dormendo come un ghiro quindi ho preferito non disturbarlo...”

“Adesso però è un po' tardi...forse è meglio svegliarlo” propose Trunks.

“Sì, ma è meglio se lo fai tu...io devo iniziare a preparare il pranzo”

“Ok”

Il giovane sayan salì le scale e raggiunse la porta oltre la quale c'era la camera da letto dei suoi genitori. La aprì ed entrò nella stanza. Vide subito suo padre che giaceva sul letto, beatamente addormentato.

Trunks gli si avvicinò pensando: -Con il suo istinto di sayan si sveglierà appena farò un altro passo-

Invece non accadde nulla, Vegeta non si svegliò.

Il giovane sayan mise una mano sulla spalla del padre e lo scrollò leggermente dicendo: “Papà svegliati, è tardi!”

Lentamente e quasi con fatica Vegeta aprì gli occhi e osservò placidamente il figlio.

“Ciao, Trunks. Scusa se non mi sono svegliato per l'allenamento ma ieri notte sono andato a letto piuttosto tardi ed ero sfinito” disse il principe dei sayan con voce stanca e trascinata.

“Sfinito? Non è da te...” osservò Trunks, in tono preoccupato.

Vegeta ridacchiò.

“A volte anche a noi sayan può capitare di essere molto stanchi. Comunque adesso mi sono riposato e sono pronto ad allenarmi se ne hai ancora voglia”

“S', ne ho ancora voglia....ma tu sei sicuro di stare bene? Non hai una bella cera...”

“Tranquillo sto benissimo. Adesso muoviti ad andare nella stanza speciale e aspettami lì!” disse Vegeta ritornando ai soliti modi bruschi.

Trunks uscì dalla stanza, non del tutto rassicurato sulle condizioni del padre, e si recò nella stanza speciale dove iniziò ad allenarsi tirando calci e pugni all'aria.

Vegeta arrivò dopo qualche minuto vestito con una tuta da combattimento completamente blu. I suoi passi erano molto più lenti e barcollanti del solito e nei suoi occhi non brillava il solito desiderio di superare i suoi limiti che aveva prima di ogni allenamento col figlio.

-Non sembra nemmeno lui....chissà che cosa gli è successo?- pensò Trunks.

“Ascolta, papà. Non mi sembri nelle condizioni adeguate per sostenere un allenamento nella stanza speciale....perché per oggi non lasciamo perdere e ci riposiamo un po'?”

“E così io non sarei nelle condizioni per sostenere un allenamento, eh? Certo che ne hai di fantasia! Mettiti in testa che io smetterò di allenarmi solo quando sarò riuscito a sconfiggere Goku!”

“Questo lo so bene. Ma devi ricordarti che se l'allenamento dovesse compromettere la tua salute non sarai mai in grado di battere Goku! Per cui se vuoi evitare questo rischio per oggi è meglio se ci riposiamo”

“Se vuoi riposarti fa pure, confermi solo l'impressione che ho di te: sei uno scansa fatiche!”

“Non sono uno scansafatiche! Solamente so quando conviene sostenere un duro allenamento e quando no”

“Invece io credo proprio che tu sia uno scansafatiche!”

“Non lo sono!”

“Allora dimostramelo!” urlò Vegeta scattando all'attacco del figlio e provando a colpirlo con un pugno.

Trunks osservò il colpo del padre avvicinarsi con grande tristezza.

-Com'è lento e debole quel pugno...nulla a che vedere con quelli che mi tirava durante gli altri allenamenti...-

Il giovane sayan bloccò facilmente il colpo del padre, poi lo colpì a sua volta con un pugno al volto che lo fece volare ad altissima velocità verso una delle pareti della stanza.

Dopo essersi schiantato Vegeta cadde a terra, sfinito.

“Il principe dei sayan che si fa battere da suo figlio!” esclamò Trunks sarcasticamente “Ora lo capisci che non sei in condizioni tali da poter sostenere un allenamento serio?!” esclamò il giovane sayan e senza aspettare una risposta uscì velocemente dalla stanza d'allenamento.

“Mamma, io esco!” esclamò il ragazzo avviandosi verso la porta d'ingresso.

“Esci? Ma è quasi pronto il pranzo!” esclamò Bulma.

“Non ho voglia di pranzare con quello stupido di papà!”

“Ma cos'è successo?”

“Te lo spiegherà lui!” esclamò Trunks uscendo di casa e sbattendosi la porta alle spalle.

-Chissà cos'è successo tra quei due...- pensò Bulma, dubbiosa.

“Mamma, perché Trunks era arrabbiato?” chiese la piccola Bra, sbucando da sotto la gonna della madre.

“Non lo so...”

“Non è che è arrabbiato con me?” chiese la bambina mentre i suoi occhioni azzurri come l'acqua si riempivano di lacrime.

“No, tranquilla! Il tuo fratellone non ce l'ha affatto con te!” rispose Bulma, sorridendo alla figlia mentre le accarezzava i lunghi capelli azzurri.

All'improvviso la porta della stanza a gravità speciale si aprì e ne uscì Vegeta, leggermente barcollante e sanguinante al volto.

“Cosa ti è successo?” chiese Bulma, stupita nel vedere il marito ridotto in quelle condizioni.

“Non sono affari tuoi, donna!”

“Hai litigato con Trunks?”

“Ho detto che non sono affari tuoi! Il pranzo è pronto?”

“Ancora cinque minuti”

“Allora nel frattempo gioco un po' con Bra”

Bulma sgranò gli occhi, completamente attonita. Da quando Vegeta si metteva a giocare con la figlia di sua spontanea volontà?


Trunks volava a velocità elevata sopra un enorme pianura lussureggiante mentre alcuni passanti lo guardavano stupiti: era la prima volta in vita loro che vedevano un essere umano volare!

Il giovane sayan era troppo preso dai suoi pensieri per prestare attenzione allo stupore di quelle persone. Era ancora molto arrabbiato con il padre che non aveva alcun riguardo per la propria salute, ma era anche turbato dal sogno che aveva fatto e che aveva sempre preannunciato degli eventi sfortunati. Distratto com'era non si accorse che Goten stava volando a pochi metri di distanza da lui così quando sentì una voce urlare:”Trunks!!!” gli venne quasi un colpo.

Si guardò intorno e vide l'amico che si avvicinava sorridendo.

“Ciao, Goten! Che ci fai da queste parti, all'ora di pranzo?”

“Un giro”

“E il pranzo?”

“Appena la mamma lo ha messo in tavola l'ho mangiato tutto in pochi secondi!”

Trunks scoppiò a ridere.

“Sei sempre il solito!”

“Già, ma a quanto vedo tu non sei da meno!” esclamò Goten.

“In che senso?”

“Se sei in giro anche tu vuol dire che hai già finito di mangiare, no?”

“Veramente oggi non ho pranzato”

“Come mai?”

“Ho litigato con mio papà per cui non avevo tanta voglia di pranzare con lui, così sono uscito a fare un giro”

“Come mai avete litigato?” chiese Goten, con un espressione tra il curioso e l'incredulo: di solito Trunks andava molto d'accordo col padre!

“Voleva allenarsi a tutti i costi nonostante non fosse nelle condizioni fisiche per farlo”

“Strano...di solito Vegeta è sempre in ottima forma...chissà cos'ha...”

“Non ne sono sicuro...ma credo che sia colpa mia” mormorò Trunks, rivelando all'amico quello che rimuginava dentro di se da qualche minuto.

“Colpa tua?”

“Sai quel sogno di cui ti ho parlato, quello che mi porta sempre sfortuna tutte le volte che lo faccio?”

“Sì”

“Bene perché stanotte l'ho rifatto”

“E credi che sia stato quel sogno a causare il malessere di Vegeta?” chiese Goten, con evidente scetticismo.

“Io credo di sì” rispose Trunks con serietà.

“Non credi che possa essere una coincidenza?”

“Dici così tutte le volte...possibile che tu non lo abbia ancora capito? Non sono coincidenze, sono avvenimenti nefasti causati da quel sogno!”

“Non ne sono molto convinto....però non lo trovi strano? Anch'io a volte sogno Majin Bu ma la sogno non segue mai nulla di negativo...”

“Forse il mio sogno è diverso dai tuoi...forse io vedo gli avvenimenti da un altro punto di vista...”

“Che intendi dire?”

“Quando fai dei sogni su Majin Bu, tu in quei sogni chi sei?”

“Bé, me stesso naturalmente”

“Come immaginavo. Invece io quando faccio quel sogno lo vedo dal punto di vista di Majin Bu”

“Cosa?!”

“Vedo tutto tramite gli occhi di quel mostro rosa, provo i suoi stessi sentimenti, il suo stesso odio immotivato...non è un esperienza piacevole...”

“Non credo che questo sia sufficiente per provare che gli eventi negativi che seguono il sogno non sono coincidenze” osservò Goten.

“Già, è vero...Senti che ne dici di fare un salto a Satan city e di spassarcela un po'?”

“Volentieri...ma non vuoi più parlare del tuo sogno?”

“Anche se ne parliamo non siamo in grado di risolvere i misteri che lo avvolgono, per cui è meglio se rimandiamo ad un'altra volta questa conversazione e ci divertiamo un po'” spiegò Trunks, prima di mettersi in viaggio verso Satan city.

Goten lo seguì a breve distanza, leggermente perplesso...


Trunks e Goten passarono parecchio tempo a Satan city girando per i vari negozi e spassandosela il più possibile. Poi alle quattro in punto il cellulare del sayan dai capelli color glicine squillò...

“Pronto?”

“Trunks, vieni subito a casa! Papà si è appena sentito male!” esclamò la voce di Bulma.

“Si è sentito male?! Arrivò subito!” esclamò Trunks con voce alta e preoccupata che vece voltare non pochi passanti.

“Cos'è successo?” chiese Goten, preoccupato.

“Mio padre si è sentito male! Devo tornare subito a casa!” esclamò il giovane sayan spiccando il volo in tutta fretta.

“Aspettami, vengo anch'io!” esclamò Goten seguendo a ruota l'amico.

-Possibile che sia tutta colpa di quel maledetto sogno?- rifletté Trunks mentre volava a velocità inaudita verso al capsule e co.

I due sayan raggiunsero la loro meta in pochi minuti e appena messo piede a terra Trunks corse verso la porta e la spalancò per voi varcarla e correre verso la stanza di suo padre. Goten lo seguì e nel giro di pochi secondi i due ragazzi arrivarono di fronte alla porta della camera di Vegeta.

Davanti ad essa si fermarono, terrorizzati per quello che avrebbero trovato oltrepassandola. Facendosi coraggio Trunks aprì lentamente la porta....

Una scena terribile colpì gli occhi del giovane sayan: suo padre era steso sul letto matrimoniale con gli occhi chiusi, pallido come un fantasma. Il suo respiro era affannato e le sue labbra erano violacee. Un uomo vestito di bianco stava ascoltando i suoi battiti cardiaci tramite uno stetoscopio.

“Papà...” mormorò Trunks.

“Trunks! Meno male che sei arrivato presto!” esclamò Bulma, correndo ad abbracciare il figlio.

“Perdonami se ti ho fatto venire qui in fretta e furia...ma non ce la faccio ad aspettare da sola!” singhiozzando tra le braccia del figlio.

“Non hai nulla di cui scusarti, mamma” sussurrò Trunks accarezzando i capelli della madre. Avrebbe tanto voluto piangere anche lui, ma sapeva di doversi dimostrare forte per il bene di Bulma e di Bra che stava osservando la scena dall'altra parte della stanza confusa e spaventata.

“Che cos'ha esattamente papà?”

“Non lo so...il medico ha appena iniziato a visitarlo...appena avrà finito sarà lui a dirci tutto”

In quel momento Bulma si accorse che Goten se ne stava sull'uscio della porta ad osservare quella triste scena.

“Goten...sei venuto anche tu...”

“Sì...ma se sono di troppo me ne vado...”

“No, resta pure...sono convinta che Vegeta sarà contento della tua visita”

Goten, piuttosto imbarazzato, entrò nella stanza e iniziò ad osservare il pessimo aspetto di Vegeta, in attesa della diagnosi del medico.

Bra se ne stava rannicchiata in un angolo della stanza con le mani stette sopra le sue ginocchia. I suoi occhi erano pieni di lacrime e di paura...


“Bene, la visita è terminata” annunciò il dottore tirandosi via i guanti in lattice.

“E qual'è la sua diagnosi?” chiese Trunks, impaziente.

Prima di rispondere il dottore si passò una mano tra i folti capelli grigi con evidente imbarazzo.

“Non voglio darvi false speranze per cui sarò sincero: la malattia contratta da quest'uomo è incurabile”

L'ultima parola dell'uomo attraversò tutti i presenti come una violentissima scarica elettrica.

“Incurabile?!” esclamò Trunks, sgomento.

“Si spieghi meglio!” ordinò Goten.

“La malattia contratta da quest'uomo non si è mai manifestata in altre occasioni sulla Terra, per cui nessun medico del pianeta è in grado di curarla. Del resto non si può combattere ciò che non si conosce”

“Ma è assolutamente sicuro che questa malattia porterà mio padre alla morte?”

“Su questo non ho il minimo dubbio”

Dopo queste parole sull'intera stanza cadde un'agghiacciante e sinistro silenzio. Era come se il tempo si fosse fermato....

“Ma lei come può esserne così sicuro dopo una sola visita?” chiese Bulma spezzando quella sorta di incantesimo.

“In verità questa non è la prima visita che ho fatto a suo marito” rispose il dottore con un espressione colpevole dipinta sul volto. Evidentemente aveva promesso a Vegeta di non dire nulla alla sua famiglia e adesso era stato costretto a venir meno alla parola data.

“Come sarebbe a dire che questa non è la prima visita che fa a mio padre?!” esclamò Trunks, furioso. Come aveva potuto suo padre nascondere di essere ammalato?

“Qualche settimana fa ho fatto una visita approfondita a suo padre, come da lui richiesto. Durante quella visita ho diagnosticato la presenza di un virus a me ignoto all'interno del suo corpo. Ho subito chiesto un parere ai migliori dottori dell'intero pianeta e loro mi hanno confermato che mai prima di quel momento si era visto un virus del genere sulla faccia della Terra. Studiando attentamente il virus e facendo alcuni esperimenti su delle cavie ho scoperto che esso causa la morte di tutte le cellule del corpo in pochi giorni e impedisce la loro riproduzione. In altre parole è un virus capace di portare alla morte in circa tre giorni”

“Ma se mio padre è stato visitato da lei alcune settimane fa dovrebbe essere già morto!” osservò Trunks.

“Quando è venuto da me tuo padre aveva sì il virus all'interno del suo corpo ma esso era ancora in stato di incubazione. Infatti anche negli sperimenti eseguiti sulle cavie abbiamo riscontrato dei tempi di incubazione del virus molto lunghi” rispose il medico.

“Capisco...e mi dica...quanto gli rimane da vivere?” chiese Bulma, trattenendo a stento le lacrime.

“Sette ore”

“Solo sette ore?! Ma è impossibile! I sintomi della malattia hanno iniziato a manifestarsi solo oggi!” osservò Trunks.

“Mi dispiace dirlo ma in tutti gli esperimenti che ho condotto le cavie hanno manifestato sintomi come quelli di suo padre solo al terzo giorno di malattia. Approfondendo questo particolare sono diventato in grado di stabilire quanto tempo vita resta al malato....ancora sette ore e suo padre morirà...”

“N-Non c'è n-niente che lei possa fare?” balbettò Bulma.

“Posso cercare di ritardare la morte per un po'....ma credo che questo non farebbe altro che aumentare le sofferenze di suo marito”

“Potrebbe davvero ritardare la sua morte?” chiese Trunks, mentre nel suo cervello iniziava a formarsi un idea...

“Potrei provarci...”

“Bene, lo faccia. Andiamo Goten, non c'è un secondo da perdere!” esclamò Trunks uscendo dalla stanza.

“Aspetta! Dove hai intenzione di andare?” chiese Goten, perplesso.

“Non è forse ovvio?”

“Direi proprio di no!”

“Ragiona un po'. Mio padre ha una malattia inguaribile per i dottori terrestri e gli restano solo sette ore di vita...qual'è la cosa più logica da fare in una situazione simile?” chiese il sayan dai capelli color glicine mentre si dirigeva a passo spedito verso il laboratorio di sua madre.

“Cercare un dottore di un altro pianeta?”

“Sbagliato”

“E allora cosa?”

Trunks afferrò un oggetto dal tavolo del laboratorio e lo mostrò all'amico.

“Questo ti dice niente?”

“Il radar cerca sfere? Aspetta un attimo...non vorrai mica....”

“Vedo che ci sei arrivato finalmente. L'unico modo per salvare mio padre da morte certa è chiedere al drago Shenron di guarirlo!”

“Ma non riusciremo mai a trovare tutte le sfere in sette ore!”

“Sì, invece! Dobbiamo farlo se vogliamo salvare mio padre!” esclamò Trunks, determinato.

“Hai ragione! Se ci impegniamo possiamo farcela!”

Trunks studiò attentamente il radar cerca sfere per capire da che punto fosse meglio iniziare la ricerca.

“La prima sfera che cercheremo di recuperare si trova a nord, molto probabilmente nel bel mezzo di una foresta. Se tutto va bene dovremmo riuscire ad arrivare in quella zona in poco più di cinque minuti” spiegò Trunks mentre lui e Goten si dirigevano verso la porta di ingresso. Quando la raggiunsero videro la piccola Bra che li aspettava davanti alla porta.

“Andate via?” chiese la bambina fissandoli con i suoi dolcissimi occhi blu.

“Sì, Bra. Stiamo andando a cercare una cosa capace di salvare papà”

“Riuscirai davvero a salvarlo?”

“Ci proverò” sussurrò Trunks mentre abbracciava la sorellina.


“Dannazione! Com'è possibile che non riusciamo a trovarla?!” urlò Trunks con tutto il fiato che aveva in gola. L'unica risposta che il sayan ottenne con la sua domanda fu un silenzio agghiacciante e desolato, proprio quel lugubre deserto che da tre ore stavano attraversando alla ricerca della sesta sfera del drago. Erano passate sei ore dall'inizio della loro disperata ricerca, sei ore di cui tre spese a recuperare facilmente le prime cinque sfere e le altre due passate in quel desolato regno di sabbia.

“Calmati, Trunks! Urlare non ci aiuterà certo a recuperare più facilmente la sfera!” esclamò Goten, cercando di calmare l'amico.

“Hai ragione, ma non posso farne a meno! Sono troppo nervoso! Questo dannato radar indica chiaramente che la sfera del drago si trova in questa zona e allora perché in due maledette ore non siamo ancora riusciti a trovarla?!”

“Forse il radar è rotto...” ipotizzò Goten.

“Ma che assurdità! Se fosse davvero rotto come avrebbe fatto secondo te a localizzare le altre sfere?!”

“Calmati! Era solo un'ipotesi!”

I due ragazzi ripresero a cercare la sfera, con ben poche speranze di trovarla.

Dopo mezz'ora di ricerca erano ancora a mani vuote...

“LO ODIO QUESTO DESERTO!” urlò Trunks e involontariamente si trasformò in super sayan. L'energia che sprigionò sollevo una quantità pazzesca di sabbia e fu in quell'istante che i due ragazzi notarono una luccicante sfera arancione che era stata nascosta alla loro vista da una delle innumerevoli dune del deserto. Appena la vide Goten corse velocemente a recuperarla.

“L'abbiamo trovata! E tu che dicevi che arrabbiarsi non serviva a nulla!” esclamò Trunks per poi scoppiare a ridere insieme all'amico.

“Bene ora resta soltanto l'ultima sfera che secondo il radar si trova a mille chilometri a ovest di qui”

“Hey Trunks, lo sai che a mille chilometri ad ovest di qui c'è Satan city?” chiese Goten.

“Satan city?! Ma quella città è enorme! Ci vorrà tantissimo tempo per trovarla...tempo che noi non abbiamo...”


Un ladro saliva a tutta velocità una scalinata del grattacielo più alto di Satan city, mentre una donna giaceva svenuta sulle sue spalle. Il sacco che l'uomo teneva in mano era pieno di gioielli e soldi oltre che di molti oggetti dal valore a lui sconosciuto come una sfera arancione con su disegante quattro stelle....

Quando arrivò in cima alla scalinata il ladro si trovò di fronte ad una porta chiusa che abbatté con un calcio per poi oltrepassarla. Quando capì di aver raggiunto il aver raggiunto la terrazza del grattacielo il suo cuore sussultò: era in trappola. Disperatamente cercò un modo sicuro per uscire dall'edificio prima che la polizia lo raggiungesse...ma non ne trovò.

“Eccolo! Lo abbiamo trovato!” esclamò uno degli agenti di polizia sbucando dalla porta abbattuta dal criminale insieme ad altri due poliziotti.

L'agente che aveva parlato puntò la sua pistola addossò al ladro e fece per dirgli che era in arresto ma le parole gli morirono in gola quando vide che l'uomo stava minacciando la donna svenuta tenendole un coltello vicino alla gola.

“Se fai un altro passo giuro che le taglio la gola”

“No, non farle del male! Se la lascerai in pace ti prometto che farò tutto quello che vuoi!” esclamò l'agente, terrorizzato. L'ostaggio era sua moglie...

“Tutto quello che voglio, eh? Allora chiedi al tuo capo di mandare qui un elicottero che mi permetta di scappare via con l'ostaggio che quando sarò a distanza di sicurezza libererò”

“Va bene glielo chiederò...”

“Bravo, vedo che sei obbediente....arrgh!”

L'urlo del rapinatore era stato causato dall'ostaggio che si era risvegliata e aveva morsicato il braccio del suo rapitore per liberarsi.

“Dannata!” urlò il delinquente cercando di colpirla col coltello ma la donna si scansò e al suo posto il ladro colpì il suo stesso sacco che si lacerò causando la fuoriuscita di tutto il suo contenuto, inclusa la misteriosa sfera...

In quel momento Trunks e Goten arrivarono a Satan city e casualmente passarono sopra il grattacielo sulla cui cima era in corso il confronto tra il ladro e la polizia.

“Ehi, Trunks, guarda lì! Quella non è una sfera del drago?”

“Sì, lo è! Non pensavo che sarebbe stato così facile trovarla!” esclamò Trunks, poi controllò l'orologio.

-Ancora venti minuti...basteranno per salvare papà da morte certa?-

I due sayan atterrarono sulla terrazza del grattacielo lasciando interdetti il ladro, la donna e gli agenti di polizia.

“Scusate l'interruzione ma abbiamo proprio bisogno di questa piccola sfera. Non è un problema se la prendiamo, vero?” chiese Trunks in tono leggermente minaccioso mentre raccoglieva la sfera.

“Che cazzo fai, ragazzino?! Quella è roba mia!” esclamò il criminale avventandosi contro Trunks e riempiendolo di pugni che il giovane sayan non sentì nemmeno.

“Fammi un favore rifiuto dell'umanità...sparisci dalla mia vista!” esclamò Trunks dando un violento spintone al ladro che lo fece precipitare giù dall'edificio.

“Trunks, che cos'hai fatto?! Se cade da questa altezza morirà di certo!” esclamò Goten, indignato dal comportamento dell'amico.

“Non sono affari che mi riguardano! L'unica cosa che mi importa è salvare mio padre da morte certa!” esclamò Trunks per poi spiccare il volo in direzione della capsule e co.

Senza perdere tempo Trunks si tuffò giù dal grattacielo nel disperato tentativo di salvare la vita a quel criminale. Purtroppo il giovane sayan non fu abbastanza veloce e non riuscì a salvare l'uomo che si sfracellò contro l'asfalto. Quando Goten vide l'orrendo spettacolo di sangue e organi interni che circondava il cadavere dell'uomo non poté fare a meno di vomitare....


Volando alla massima velocità Trunks raggiunse in breve tempo la sua casa e vi atterrò di fronte. Bulma lo vide arrivare dalla finestra della sua camera e velocemente lo raggiunse seguita dal dottore e da Bra.

Trunks li attese in giardino con le sfere del drago posate di fronte ai suoi piedi.

“Sei riuscito a trovarle!” esclamò Bulma radiosa appena si trovò di fronte al figlio.

“Con queste riuscirai a salvare papà?” chiese la piccola Bra toccando una delle sfere col dito.

“Senza dubbio!” esclamò Trunks con sicurezza.

“Scusatemi, ma proprio non capisco....come possono queste sfere salvare il signor Vegeta?” chiese il dottore, perplesso.

“Stia a guardare e lo scoprirà!” disse Bulma, sorridendo.

-Ci siamo papà...tra pochi secondi sarai salvo- pensò Trunks prima di esclamare: “Compari, Drago Shenron!”

All'improvviso le sfere del drago si illuminarono e il cielo iniziò ad oscurarsi. Dopo qualche secondo a questi eventi seguì la comparsa di un maestoso drago verde che emanava una sorta di potenza divina. Il povero medico non riusciva a credere ai suoi occhi...

“Mi avete chiamato?” chiese il maestoso essere con voce cavernosa.

“Sì e per un motivo ben preciso: abbiamo un desiderio da esprimere”

“Di che si tratta?”

“Mio padre, Vegeta, è affetto da una terribile malattia sconosciuta ai dottori del nostro pianeta e per questo incurabile. Come primo desiderio voglio che tu guarisca mio padre da quella malattia”

“Mi dispiace, ma non sono in grado di farlo”

Le parole del drago lasciarono Trunks incredulo e sconvolto. Tutta la fatica che aveva fatto era stata inutile...

“Cosa vuol dire che non puoi farlo?!”

“Curare la malattia da cui è affetto tuo padre è un'impresa che supera di gran lunga i miei poteri”

Il giovane sayan cadde in ginocchio e scoppiò a piangere.

“Non è possibile! Non può finire così!”

Anche Bra e Bulma piangevano disperate mentre il dottore osservava l'intera scena con grande amarezza...

“Avete altri desideri?” chiese la voce possente dell'enorme dragone.

“Trunks, c'è qualche altro desiderio che potremmo esprimere per salvare Vegeta?” chiese Bulma smettendo di singhiozzare per qualche secondo.

“Non credo...”

“Allora non avete nessun altro desiderio?”

“Io ne ho uno!” esclamò una voce che Trunks e Bulma conoscevano bene: la voce di Goten.

“Di che si tratta?”

“Voglio che tu resusciti Bill Crown”

“Sarà fatto” disse Shenron.

“Chi è Bill Crown?” chiese Trunks.

“Il criminale che tu hai ucciso prima” rispose Goten con serietà.

“Allora non sei riuscito a salvarlo?” chiese il sayan dai capelli color glicine, che provava una terrificante sensazione di colpa.

“No, non sono riuscito a salvarlo...”

“Dunque mi sono macchiato di omicidio...” mormorò Trunks, in tono disperato.

“Hai veramente ucciso un uomo?” chiese Bulma, incredula.

“Sì...in un momento di rabbia ho dato uno spintone ad un criminale facendolo accidentalmente cadere dalla terrazza del grattacielo in cui ci trovavamo....”

Bulma rimase scioccata dalle parole del figlio...

“E così hai commesso anche tu un omicidio...dev'essere una tradizione di famiglia” disse una voce maschile.

Tutti si voltarono e video Vegeta che li fissava vicino alla porta d'ingresso.

“Papà!” esclamò Trunks, poi, incapace di trattenersi, corse ad abbracciare il padre. Bulma e Bra si unirono a loro dopo pochi secondi.

“Come ti senti, papà?” chiese Trunks, dopo essersi sciolto dall'abbraccio.

“Stranamente bene”

“questo vuol dire che è guarito?” chiese Bulma rivolta al dottore.

“Purtroppo no”

“Ma allora perché sta bene?”

“Nell'ultima fase della malattia i suoi sintomi scompaiono per ricomparire qualche minuto prima della morte... o almeno questo è ciò che è successo in tutti i miei esperimenti”

“Allora non ci sono più speranze...” mormorò Bulma, disperata.

“A quanto pare ho i minuti contati....bene è giunto il momento di dirvi alcune cose che voglio che sappiate...” disse Vegeta ma la sua frase venne interrotta dalla voce del drago Shenron.

“Avete diritto a un ultimo desiderio...cosa volete?”

-Dannazione! Deve sempre avere così fretta quel maledetto drago?- pensò Vegeta, irritato.

“Ascolta Shenron, io avrei ancora un desiderio da esprimere, ma prima di farlo devo spiegare una cosa a mia moglie e ai miei figli...non è che potresti aspettare per qualche minuto?” chiese il principe dei sayan.

“D'accordo”

“Bene. Come stavo dicendo ci sono alcune cose di cui voglio parlarvi e, se voi siete d'accordo, vorrei iniziare parlandovi della mia malattia”

“Va bene...ma credo che il medico ci abbia già detto tutto ciò che c'era da sapere sull'argomento...” disse Trunks.

“Ci sono cose che nemmeno lui sa su questa malattia per esempio la sua provenienza. Molti anni fa quando ero ancora al servizio di Freezer venni inviato sul pianeta Lekvasyl insieme a Nappa per conquistarlo. Purtroppo quel pianeta era già stato conquistato da una razza aliena molto particolare chiamata Jekai che aveva dominato il pianeta in un modo semplice ma efficace: bucando gli abitanti di Lekvasyl con il loro pungiglione iniettavano dentro il loro corpo un virus letale che promettevano di guarire in cambio della totale sottomissione. Ovviamente era costretti a ricorrere a un simile ricatto a causa del loro scarso livello combattivo così quando io e Nappa arrivammo sul pianeta trovammo strano che degli esseri deboli come loro fossero riusciti a conquistarlo. Parlando con gli abitanti della zona, che ci consideravano salvatori, venimmo presto a conoscenza dell'abilità nascosta dei Jekai e scoprimmo di essere stati infettati anche noi dalla malattia. Allora decidemmo di sterminare tutti i Jekai tranne uno e costringere quell'ultimo superstite a guarirci dalla malattia.

Lui fece ciò che gli avevamo ordinato o forse sarebbe meglio dire che ce lo fece credere....comunque appena fummo convinti di essere guariti uccidemmo anche lui ponendo fine per sempre alla razza Jekai”

“Fino a qualche settimana fa ero assolutamente convinto di essere stato guarito da quel Jekai e non vedo perché non avrei dovuto esserlo visto che i sintomi della malattia non si erano più ripresentati. Poi il mese scorso sono stato costretto da Bulma a fare una visita medica e così ho scoperto che quel Jekai non mi aveva guarito ma aveva semplicemente ritardato il tempo di incubazione del virus...molto probabilmente deve aver fatto lo stesso con Nappa...”

“Conoscere le origini della tua malattia è sicuramente interessante ma non vedo come possa essere utile per trovare una cura....” disse Bulma.

“Come al solito l'unico che ragiona qui sono io...Provate a pensarci: se io chiedessi al drago Shenron ri riportare in vita un Jekai potrei costringerlo a guarirmi!”

“No! Sarebbe troppo pericoloso!” esclamò Trunks.

“Guarda che non sono mica uno sprovveduto...so benissimo che un essere del genere sulla Terra non causerebbe altro che guai! Ed è per questo che ho intenzione di chiedere a Shenron di farlo resuscitare con una condizione....”

“Che genere di condizione?” chiese Trunks.

“Sta a guardare e lo scoprirai” rispose Vegeta poi si voltò verso il drago Shenron e disse: “Scusa se ti ho fatto aspettare. Ecco il mio terzo desiderio: concedi ad un Jekai di ritornare in vita ma con la condizione di non poter infettare nessun abitante del pianeta”

“Va bene...”

All'improvviso uno strano essere dalla pelle blu e dal lungo collo comparve di fronte a Vegeta, come per magia.

“Ecco fatto, ho esaudito il tuo desiderio. Ora posso andarmene” detto questo Shenron scomparve, le sette sfere del drago si alzarono in volo e si sparpagliarono per tutto il pianeta.

Il Jekai si guardò intorno, disorientato.

“Dove mi trovo?.....E cosa ci faccio ancora vivo?”

Poi i suoi occhi si posarono su Vegeta e un grido di terrore gli uscì dalla gola.

“Il sayan distruttore!”

“Calmati, Jekai. Non ho alcuna intenzione di farti del male...sempre che tu non mi dia motivo di farlo...” disse Vegeta, in tono minaccioso.

Il Jekai lo guardò per un po' senza parlare, poi disse: “Sei stato tu a riportarmi in vita, vero?”

“Sì, e l'ho fatto per un motivo ben preciso...”

“Ovvero?”

“Mi devi guarire dalla malattia che uno dei tuoi simili mi ha trasmesso”

“E perché mai dovrei farlo? Cosa ci guadagnerei?” chiese l'alieno con arroganza.

“Se tu mi guarirai prometto che non ti ucciderò e ti permetterò di vivere su questo pianeta fino alla fine dei tuoi giorni”

“Forse è meglio se mi ammazzi subito...non ho nessuna voglia di passare una vita schifosa su questo pianeta in cui non c'è nessun altro Jekai...”

“Allora facciamo così: tu mi guarisci e poi io ti rispedisco all'altro mondo...”

“...Dove sarei disprezzato dagli altri Jekai per aver salvato la vita al sayan distruttore!” lo interruppe il Jekai.

Vegeta stava iniziando a perdere la pazienza...quanto avrebbe voluto uccidere quell'essere ripugnante.

Per un po' nessuno parlò, poi il Jekai disse: “Tu mi hai riportato in vita, giusto?”

“Sì”

“Bene...se tu riporterai in vita tutti gli altri Jekai io acconsentirò a guarirti”

“Questo non posso farlo....non ho alcuna intenzione di mettere in pericolo l'intero pianeta solo per potermi salvare la vita!” esclamò Vegeta.

“Allora non mi lasci altra scelta che costringerti a farlo...”

Il corpo del Jekai iniziò a mutare, diventando sempre più grosso e muscoloso. Il suo collo lungo si accorciò notevolmente, le sue spalle si allargarono e le unghie delle sue mani divennero lunghe e affilate come rasoi.

“Ma cosa diavolo...?” esclamò il principe dei sayan, incredulo.

“Sei sorpreso, sayan? Devi sapere che nell'aldilà noi Jekai ci siamo allenati moltissimo motivati dall'odio che provavamo verso te e la tua razza, così il nostro livello di combattimento è aumentato notevolmente!”

Con un urlo disperato causato dalla vista di quell'essere il dottore scappò via, terrorizzato da ciò che stava accadendo.

“Trunks! Porta la mamma e Bra al sicuro qui ci penso i...”

Il principe dei sayan non riuscì a completare la frase. Il Jekai lo aveva trapassato da parte a parte con la sua mano artigliata. L'essere mostruoso ritrasse la mano e Vegeta cadde a terra dove fu ben presto circondato da una pozza di sangue.

“Dannato!” urlò Trunks con ira e quasi senza rendersene conto si trasformò in super sayan di secondo livello.

-Si è trasformato?!- pensò il Jekai, incredulo.

“La pagherai per quello che hai fatto a mio padre!”

“Aspetta non farlo!”

Le parole dell'alieno non frenarono l'ira incontenibile di Trunks che si manifestò in due parole: “BURNING ATTACK!!!”

Il devastante colpo energetico colpì in pieno il Jekai, disintegrandolo.

“Non avrei dovuto farlo...” mormorò Trunks “Ora papà non potrà più guarire...”

“Trunks...” mormorò debolmente Vegeta.

“Papà! Perdonami....io ti ho condannato a morte!” esclamò il giovane sayan, disperato.

“No, non è vero....lo sappiamo entrambi che quell'essere non mi avrebbe mai guarito...”

La voce del principe dei sayan era debolissima e il suo respiro era affannato....

Bulma, Bra e Goten si avvicinarono a padre e figlio con gli occhi pieni di lacrime.

“Tesoro...” mormorò Bulma.

“Bulma...sai non te l'ho detto spesso ma io ti amo...”

“Lo so, l'ho sempre saputo...”

“Prima di andarvene ci sono un paio di cose che vorrei ancora dirvi...soprattutto devo delle spiegazioni a te, Trunks, sul mio comportamento di stamattina...”

Vegeta fece una pausa poi proseguì.

“Mi dispiace aver litigato con te durante l'allenamento ma volevo misurare la tua potenza e fare un ultimo allenamento con te prima di morire...”

“Aspetta...stai dicendo che tu sapevi che saresti morto oggi?” chiese Trunks.

“Sì...il medico me lo aveva detto in anticipo...mi dispiace di non avervelo detto ma non riuscivo a trovare il coraggio per farlo....”

“Capisco...” mormorò Trunks mentre le lacrime iniziavano a solcargli il viso.

Anche Goten, Bulma e Bra piangevano...

“Papà...perdonami...è colpa mia se ora sei ridotto così....” mormorò Trunks.

Vegeta scoppiò in una debole risata.

“Non essere sciocco, Trunks. Non è affatto colpa tua”

“Se solo io non avessi fatto quel sogno....”

“Quale sogno? Quello in cui tu sei Majin Bu?” chiese Vegeta.

“E tu come fai a saperlo?”

“Ho per caso origliato una conversazione tra te e Goten sull'argomento e col passare dei giorni ho formulato una mia teoria personale. Secondo me quel sogno non causa eventi nefasti ma semplicemente di avverte che sta per succedere qualcosa di brutto e che tu puoi fare qualcosa per evitare che accada”

“Mi dispiace papà ma non credo che la tua teoria sia giusta....se ci pensi bene io non posso fare nulla per evitare l'evento nefasto di oggi ovvero la tua morte”

“E se l'evento nefasto di oggi che tu puoi modificare non fosse la mia morte?”

“Che intendi dire?”

“Durante la tua ricerca delle sfere del drago di oggi non hai forse accidentalmente ucciso un criminale?”

“Stai dicendo che è quello l'evento negativo che avrei potuto evitare?”

“Esatto. Se tu non fossi andato in cerca delle sfere del drago quell'uomo non sarebbe morto”

“Quindi quel sogno non è una maledizione come ho sempre pensato...ma una specie di potere benigno...” mormorò Trunks.

In quel momento un urlo di dolore uscì dalla bocca del principe dei sayan che subito dopo vomitò del sangue.

“Vegeta!” esclamò Bulma.

“A quanto pare è giunta la mia ora...”

“No, papà! Non andartene!” urlò la piccola Bra avvicinandosi al padre.

“Addio Bra...spero che tu possa crescere serenamente e diventare una bella signorina...”

A quelle parole la bambina scoppiò a piangere più forte che mai....

“Goten...di a Kakaroth che a quanto pare dovremo rimandare la resa dei conti...”

“G-glielo dirò...” balbettò Goten, mentre le lacrime cadevano dal suo volto bagnando la rigogliosa erba del giardino di casa Brief...

“Addio Bulma...non saprai mai quanto ti amo...”

Bulma continuò a piangere incapace di dire qualunque parola....

“Trunks...d'ora in poi sarai tu a dover difendere la Terra al posto mio...promettimi di rendermi orgoglioso di te...”

“Te lo prometto papà” disse Trunks che malgrado stesse ancora piangendo aveva negli occhi un'espressione decisa e solenne.

“Addio a tutti...vi osserverò dall'alto....per sempre...”

Dopo queste parole la vita del glorioso principe dei sayan finì per sempre.

  
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