La nave era ferma sull'acqua; Sam arrivò balzando, facendo ondeggiare il lungo mantello, sembrava affrettato e per poco difatti non mancò la partenza.
La sua testa di colore caramello copriva una piccola porzione di orizzonte. Il suo sguardo perlustrava ciò che aveva di fronte da Est a Ovest.
Poi arrivò vicino a lui Frodo, come un bicchiere d'acqua fresca in estate. Sam si spaventò: - Frodo! - disse - Quindi parti - ;
- Sì - disse Frodo - devo. -
Sam abbracciò l'amico e dai suoi occhi scesero lacrime dolci e salate. Frodo prese Sam con le mani: - Tu sei il mio migliore amico -
I suoi occhi azzurri erano più lucidi di un vetro bagnato: - Sam, oh! -
Frodo abbracciò l'amico che ora singhiozzava. Nel pianto disse - Verrò con te, Frodo -
Il giovane lo guardò e sorrise - Amico Sam, resta nella contea. Sarai solo, con me. -
Gandalf dalla nave tossì facendosi sentire, nonostante la distanza; con un cenno fece capire a Frodo che la nave stava salpando.
- Sam - disse Frodo stringendogli le mani - Devo andare. -
Si guardarono. Frodo si girò dirigendosi alla nave. Ogni tre passi si girava a guardare l'amico.
Sam era immobile sulla terra, vicino al pontile. L'erba secca gli pungeva i piedi. Osservava nell'aria polverosa e gialla quel grande veliero; osservava il grigio mantello allontanarsi.
- Quello che penso...
Il mio amico Frodo ora è partito. Sospiro. Non posso rivederlo.
Era importante.
Frodo, ti chiamo, sei il mio amico. Frodo.
Sei importante Frodo.
Non voglio stare nella Contea. Com'era bello viaggiare nell'oscurità con gli altri e poi con il mio amico, la scala, il misero traditore. Non voglio la Contea.
Sono così arrabbiato. Me ne vado! -
Pensava questo Sam mentre il cielo imbruniva e le stelle si illuminavano. Sam, su una piccola collina solitaria osservava Hobbyville e pestava i piedi girando sul prato in cui era.
- Voglio stare con i miei amici e con il mio amico. -
I pensieri crescevano sempre più nella sua testa fino a che non si ritrovò a pronunciare all'erba del prato e all'oscurità - Devo andare. Io parto. Sì -
- Ma come, Sam? -
Sfinito dalla sua frustrazione Sam si distese su quel prato inspirando il profumo della terra.
- Oh Sam, se avessimo un cavallo, una spada, il pane elfico, se … potremmo - Il profumo dell'estate ora riempiva il suo cuore e in un baleno estasiato e stremato si addormentò.
Tutta la notte e le stelle strisciarono in lontananza; Sam desiderava vivere ancora. Vivere ancora nel suo caso significava morire. Stare nuovamente con il suo amico, fuggire emozionarsi guardare con passione la vita, aver paura.
Un'alba spruzzò sulle case vicine gocce arancioni e fucsia, le solite bellissime tinte del mattino.
Sam, disteso, sognava.
Mentre la luce filtrava le morbide nubi
Sam sognava.
L'aria sembrava una carezza di un amico.
Sam sognava per tutto il giorno e per tutta la notte.
La pioggia cadde su di lui senza svegliarlo
Sam fu felice.. Non si mostrò a HobbyVille né lo vide lei.
Solo, dall'altro capo del mondo, forse ancor più distante, un hobbit celava i suoi occhi di ghiaccio tra la notte e il mezzogiorno, con la pace nel suo sorriso, le mani poggiate sulla terra.
Mentre il mondo effimero e mutevole ruotava su sé, due piccoli hobbit lontani, che si erano salutati, pensavano alle stelle, entrambi stesi senza vita nel corpo si amavano con i cuori vicini.