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Autore: Niky McGregor    21/01/2013    4 recensioni
Felicia è una donna single con una figlia di tre anni a cui dedica tutta la sua vita. Lavora in uno degli alberghi più lussuosi di Boston, il "Sunshine" e sembra una donna abbastanza tranquilla.
Ma cosa celano veramente i suoi occhi grigi e quella espressione innocente che sfoggia sempre? Qual'è stato il suo passato? In un modo o nell'altro la sua vita si collegherà a quella di Emily Lowell, un agente di polizia che ha subito un trauma alla tenera età di tre anni, l'età di Rose... riuscirà a scoprire il grande segreto di Felicia? E David è veramente un amico?Scoprirete tutto leggendo!
Buona lettura
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

Crisi


 

I dubbi crescevano in maniera inesorabile impedendogli di ragionare lucidamente. Ascoltare lo spietato Thomas o aiutare una cara amica che gli stava nascondendo qualcosa di grande? Non sapeva nemmeno lui cosa era giusto e cosa no e di conseguenza non sapeva cosa fare. La cosa più conveniente sarebbe stata quella di lavarsene le mani e lasciare tutto al caso. Ma non voleva arrivare a quel punto in cui si sarebbe pentito delle sue non-azioni.

Con un lungo sospiro si alzò dalla poltrona e si diresse in bagno con passo lento e strascicato. Raggiunse il lavandino e puntò lo sguardo sullo grande specchio di fronte a lui. L'immagine di un uomo biondo con gli occhi castani e stanchi lo fece sospirare di nuovo. Stava diventando l'ombra di sé stesso, il dubbio e la malfiducia si stavano insinuando dentro di lui facendogli credere che ci fosse una ragione nascosta dietro alle sue rifflessioni senza fine.

Con mano tremante aprì il rubinetto dell'acqua lasciando scorrere qest'ultima per qualche minuto prima di raccoglierla con le mani e portarsela al viso.

Perchè si stava immischiando in qualcosa che neanche lo riguardava? Negli ultimi tre anni si era avvicinato molto a quella donna bellissima e dolcissima che abitava nella casa affianco alla sua, senza secondi fini. Semplicemente voleva aiutare una giovane madre single ad ambiantarsi in quel quartiere tanto tranquillo quanto snob.

Prese l'asciugamano e se lo passò sul volto.

Non voleva pensare di essersi innamorato di Felicia, lui era David Crowford santo cielo! Non si innamorava mai... L'amore lo spaventava perchè era un sentimento che non poteva controllare, e da quando era uscito dal giro della droga lui non faceva altro che avere un stretto controllo sugli eventi della sua vita. Tuttavia il modo in cui stava reagendo in relazione agli attuali problemi di Felicia era tutto tranne che controllato.

In uno scatto d'ira tirò un pungno contro lo specchio, rompendolo al centro e procurandosi una ferita profonda sulle nocche. Osservò il sangue scendere copioso dalla sua mano come affascinato, per poi sciacquare la ferita e femarne l'afflusso con l'asciugamano. Poi, imprecando, prese la scatola del pronto soccorso dal mobiletto sopria di lui e prese a medicarsi. Una volta messa una benda attorno alla mano, rivolse un ultimo sguardo furente allo specchio ormai rotto, ed uscì dal bagno.

Andò al mobiletto dei liquori e si versò due dita di whisky. Lo bevve lentamente, lo sguardo perso in un punto indefinito del salotto.

Quella situazione stava diventando soffocante e lui odiava quella sensazione. Odiava sentirisi in trappola e rendersi conto di non avere via d'uscita.

Quando il liquido nel suo bicchiere fu terminato, decise di uscire a fare due passi. Prese le chiavi di casa e la giacca e sbattendo la porta uscì dalla sua abitazione. Dopo due passi, alzò lo aguardo sulla casa di colei che lo stava mandando in confusione e notò dalla finestra che la luce della cucina era accesa. Aggrottando la fronte, rimase fermo sul marciapiede a decidere se andare da lei o continuare il suo giro.

-Al diavolo- mormorò prima di affrettare il passo e risalire il vialetto di casa Torrence.

Raggiunse il portone e prese a bussare con forza.

Vide la luce dell'ingresso accendersi e poco dopo la figura di Felicia raggiungerlo. Eccola, nel suo splendore che lo fissava stupita, negli occhi l'ombra di una leggera paura che l'aveva sicuramente colta nel momento in cui aveva udito bussare. Indossava la vestaglia azzurra che le aveva regalato il Natale scorso e portava i capelli legati.

-David! Che ci fai qui? Cosa hai fatto alla mano- voce tremante, ansiosa.

-Piccolo incidente al lavoro. Ho visto le luci accese e.. posso entrare?- rispose lui.

La rossa ancora stupita, fece un passo indietro per permettergli di entrare.

Passandole accanto, il biondo vide che aveva gli occhi leggermente arrossato e una striscia lungo la guancia, gli fece capire che aveva pianto. E il cuore gli si strinse, inspiegabilmente.

Conoscendo a memoria l'arredamento di quella casa si diresse verso la cucina e attese che la donna lo seguisse.

-Siediti pure.- gli disse.

Fece come gli aveva detto e la osservo mentre tirava fuori due lattine di birra dal frigo.

Felicia era una delle creature più belle e delicate che avesse mai visto. Anche nel modo in cui gli porse la lattina, scorse qualcosa di elegante... ma forse era il suo cuore a vederla così.

Scosse la testa come a voler scacciare quei pensieri strani e prese a fissare quelle iridi grigie che non ricordavano affatto il ghiaccio...in quel momento aveva due occhi così tristi che avrebbe tanto voluta abbracciarla e sussurrarle che andava tutto bene. Ma non poteva farlo. Non poteva perchè lui doveva sapere, era divenatata una causa personale ormai e non avrebbe desistito fino a quando non si fosse fatta chiarezza sulla questione.

-Come mai sveglia alle due di notte?- le chiese di punto in bianco.

-E tu?- ribatte lei di rimando, con tono brusco.

Ma bastò un occhiata di David per farla desistere.

Sospirò e bevve un lungo sorso dalla sua lattina.

-Brutti sogni...- disse poi, mentre gli occhi le tornavano lucidi al ricordo del sogno di poche ore fa.

Il biondò chinò leggemente la testa come per osservarla meglio, la donna distolse lo sguardo quasi immediatamente.

L'amico non glielo permise. Posò due dita sotto al suo mento e le sollevò il capo, obbligandola a guardarla negli occhi. Avrebbe voluto chiederle che sogno aveva fatto, cosa stava succedendo, da cosa stava scappando...

Ma non lo fece.

In un attimo avvicinò il proprio viso al suo e la baciò con forza. La rossa tentò di divincolarsi ma lui non glielo permise. Poggiò una mano dietro alla sua testa e prese ad accarezzarle le labbra con le proprie. Poco dopo Felicia si lasciò andare e rispose al bacio del biondo con passione. Fecero incontrare le loro lingue in una lotta senza fine, mentre una mano di David si posava sul suo collo e iniziò a scivolare sul seno sinistro della donna... sembrava che andasse tutto bene fino a che la rossa non poggiò due mani sul suo petto e non lo allontanò con delicatezza.

-Io.. io non posso, scusa.- disse, alzandosi di colpo e voltandogli le spalle.

Il biondo intanto si chiese cosa gli fosse preso, senza prestare attenzione a quello che faceva Felicia.

Si accorse della sua presenza quando lei gli porse un pezzo di carta. Senza capire le lanciò un occhiata confusa e lei di rimando li fece segno fi leggere.

Dopo qualche titubanza prese a leggere quella lettera... ogni parola che passava sotto al suo sguardo era una stoccata al cuore e nemmeno lui sapeva il perchè. Finito di leggere, posò il foglio di carta sul tavolo e senza salutare uscì da quella casa. Se prima era confuso e incazzato ora lo era il doppio.

Chi diamine era quel Richard? E perche Felicia gli ha fatto leggere la lettera?

 

 

&&&&&&&&&&Angolo Autrice&&&&&&&&&&

SALVEEEE!!!

lo so, lo so. Manco all'appello da tanto tempo.. ma è stato un peirodo incasinato per me e non ho potuto scrivere molto.

Ad ogni modo.. I'm back! Questa storia continua ovviamente e la trama si infittisce sempre di più.. spero sia stato di vostro gradimento, questo capitolo.

 

Mi raccomando, recensite :)

Un bacio, la vostra TheWinchesterGirl

   
 
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