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Autore: Fliflai98    21/01/2013    2 recensioni
''E fu un attimo, le sue labbra e le mie si incontrarono e si incastrarono perfettamente, come se fossero sate destinate ad incontrarsi. Restammo immobili per alcuni secondi assaporando ognuno il sapore dell'altro. Poi, lentamente, cominciammo a muovere le labbra approfondendo il bacio fino a quando dischiudemmo le bocche all'unisono permettendo finalmente alle nostre lingue di incontrarsi. Esplorai l'interno della sua bocca con movimenti lenti ed assaporai nuovamente il gusto delle sue labbra, sapevano di dolce e con un retrogusto speziato ed era il sapore più delizioso che avessi mai sentito.''
(Dal prologo.)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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{prologo}

A Giulia e Alessandra, ma soprattutto a Luca che nonostante sia sparito dalla mia vita continua ad essere nel mio cuore.
 
Keep your head up, keep your hart strong.
No, no, no, no, keep your mind set keep your hear long.
Oh my, my dearling.


-24 agosto 2009


E pensare che tutto lo devo a quello stupido matrimonio al quale non volevo nemmeno andare. Avevo 16 spensierati anni e avrei preferito restare all'hotel a guardare la televisione, magari anche con una grossa fetta di torta al cioccolato da divorare. Faceva proprio caldo nonostante fossimo quasi ai primi di settembre. E invece i miei genitori mi avevano costretta a venire ricattandomi di levarmi la connessione internet. E così mi ero trovata nel comune di Greve in Chianti, Toscana, ad matrimonio dove non conoscevo nessuno, nemmeno gli sposi che erano vecchi amici di papà.
Appena arrivata mi ero subito guardata intorno in cerca di qualcuno di interessante, ma niente. Solo gente di mezza età e bambini, tantissimi bambini. Dovevo dire però che il posto era carino sebbene piccolo, e quindi, dopo essere arrivati giusto giusto in tempo per vedere gli sposi entrare in comune eravamo rimasti tutti all'impiedi e i tacchi mi stavano distruggendo i piedi.
Almeno si poteva dire che non ero proprio sola, era venuto anche mio fratello maggiore, David, che aiutava a sdrammatizzare la situazione.
La cerimonia terminò poi e tutti uscimmo da quella stanzetta.
Fu allora che lo vidi.
Stava lì fuori nel corridoio adiacente alla stanza, appoggiato al muro di schiena e con le mani nelle tasche. Rideva con un altro ragazzo, più grande probabilmente, ma la somiglianza era troppa, dovevano essere fratelli o giù di lì.
Pensai subito che erano bellissimi, entrambi biondissimi e alti, non sembravano italiani per niente. Poi, mentre li stavo ancora guardando, Lui si voltò ed incrociò il mio sguardo. Aveva degli occhi scurissimi, quasi neri, che conferivano un contrasto più che evidente con la sua carnagione chiara.
Non so perchè, ma gli sorrisi, e prima di voltarmi feci in tempo a vedere sorridere anche lui.
 
-Helena, vieni dai! Gioca anche tu!- disse mio fratello dal campo di calcio situato dietro il luogo del ricevimento. Avevamo finito da poco di mangiare i dolci e alcuni invitati avevano cominciato a giocare a calcio. Io non sono mica una che gioca a calcio ma dato che erano in molti a farlo e che fra questi molti c'erano anche i fratelli biondi, decisi che per una volta avrei anche potuto giocare.
Il significato della parola giocare adesso ha un senso lato, io ho sempre avuto un rifiuto categorico di qualsiasi sport implicasse una palla (o anche degli sport in genere).
Per tutta la durata della partita il mio scopo fu evitare la palla e scambiare occhiate con il ragazzo biondo.
Vi era una sorta di malizia innocente nei nostri sguardi. Il punto è che non riuscivo ad evitare di guardarlo e il fatto che lui mi guardasse con pari intensità non faceva altro che rendermi più euforica.
 
La prima volta che parlammo fu subito dopo la partita di calcio. Finalmente, dopo l'ennesimo sguardo, si decise e mi venne in contro. Ci presentammo e finalmente scoprii il suo nome: Luca. Aveva 18 anni ed era di Firenze, l'altro ragazzo era suo fratello, Michelangelo, di 20 anni.
Frequentava il liceo linguistico e sua madre, mi disse, era per metà russa e per metà tedesca. Così trovammo un punto in comune visto che anche mio padre è tedesco.
-E tu di dove sei?- mi chiese poi lui.
-di Marsala, in Sicilia.- dissi io.
-Ah..- disse lui -Ti speravo più vicina- aggiunse poi sorridendo con un leggero accenno di amarezza nello sguardo.
-E quando torni in Sicilia?- chiese poi.
-Domani, domani mattina prendiamo l'aereo.- dissi io ripensando al volo che mi aspettava alle otto dell'indomani mattina.
-Ah..- disse di nuovo e questa volta non aggiunse altro.
Fu mia madre ad interrompere quel silenzio prolungato raggiungendomi e chiedendomi di andare con lei a salutare una sua vecchia amica alla quale mi voleva presentare. Fu così che con un sorriso di scuse andai con mia madre lasciandolo in piedi al confine del campo da gioco.
 
Guardai il cielo scuro: era calato il sole ormai da un po' e dopo aver cenato velocemente tutti uscivano fuori per vedere una sorta di recita per gli sposi organizzata da alcuni amici. Fuori dalla porta trovai Luca con Michelangelo e quelli che dovevano essere i genitori che parlavano, di nuovo i miei occhi incontrarono i suoi e non potei fare a meno di sorridere. Da quando avevamo parlato dopo la partita di calcio non ci eravamo più rivolti la parola ma solo tanti sorrisi ebeti e sguardi infuocati.
Sorrise anche lui e io proseguii verso lo spettacolo.
In pratica alcuni amici della sposa avevano organizzato una cerimonia che era l'equivalente di un matrimonio per gli indiani d'America, la cosa era molto carina e comprendeva anche balli e canti. Luca era qualche passo dietro di me e spesso mi giravo a guardarlo, a volte lo trovavo a fissarmi, altre volte guardava lo spettacolo. Poi la cerimonia finì e arrivò una band a suonare. Facevano musica abbastanza buona e tutti cominciarono a ballare, anch'io ballai, anche Luca ballò. Ad un certo punto venne da me, lentamente poggiò una mano sulla mia vita, io lo guardavo intensamente, e ballammo un po' insieme, non dicemmo niente anche perché nessuna parola avrebbe potuto esprimere il momento. Fu un ballo lento durante il quale i miei occhi rimasero perennemente incatenati ai suoi. Quando la canzone poi cessò la mia mano scese fino ad incontrare la sua, vi si intrecciò e lui mi chiese: - vuoi ballare ancora?-
-No- dissi io. E senza aggiungere altro ci appartammo dietro una costruzione di legno per bambini, e fu un attimo, le sue labbra e le mie si incontrarono e si incastrarono perfettamente, come se fossero state destinate ad incontrarsi. Restammo immobili per alcuni secondi assaporando ognuno il sapore dell'altro. Poi, lentamente, cominciammo a muovere le labbra approfondendo il bacio fino a quando dischiudemmo le bocche all'unisono permettendo finalmente alle nostre lingue di incontrarsi. Esplorai l'interno della sua bocca con movimenti lenti ed assaporai nuovamente il gusto delle sue labbra, sapevano di dolce e con un retrogusto speziato ed era il sapore più delizioso che avessi mai sentito. Nel frattempo spostai le mie mani dietro le sue spalle circondandolo, le sue, che erano rimaste fino a quel momento ferme sulla mia vita, cominciarono a muoversi lentamente in su e in giù per la mia schiena.
Ad un certo punto lui mi strinse più forte a se e mi mordicchiò lievemente il labbro inferiore provocandomi come delle scariche elettriche lungo tutto il corpo, mi aggrappai a lui saldamente e improvvisamente crebbe dentro di me una fame irrefrenabile di lui, come se non riuscissi ad averne abbastanza.
Feci leva sul mio braccio destro appoggiato sulla sua spalla per alzarmi in punta di piedi e poi lo assalii letteralmente e lui rispose con eguale passione stringendomi a lui e allungando le mani più in basso, oltre la schiena, fino a posarle sul mio sedere. L'elettricità che mi trasmettevano i suoi movimenti era tantissima eravamo sincronizzati in ogni movimento, baciare Luca era la cosa più bella del mondo. Poi, lentamente, il bacio tornò ad essere più casto fino a quando quasi non ci staccammo, ma prima che ciò accadesse mi lasciò tre lievi baci sul labbro inferiore. Io sorrisi e sorrise anche lui. Poi poggiai la testa nell'incavo del suo collo e gli lasciai un bacio all'altezza del pomo d'Adamo.
Fu in quel momento di pace assoluta che il mio cellulare cominciò a squillare dalla mia borsa. Con un movimento veloce lo recuperai ed avevo quasi declinato la chiamata quando vidi di chi era il numero: MAMMA.
Subito risposi.
-Ma dove sei finita?!- disse subito lei. -noi ce ne dobbiamo andare adesso, domani dobbiamo partire se non te lo sei dimenticata!- continuò lei.
-hem, okay, un attimo e arrivo, dove siete?- chiesi io intimorita dal suo tono di voce che non prometteva nulla di buono ma soprattutto riluttante all'idea di lasciare le braccia di Luca.
-siamo nella sala principale che stiamo salutando un po' tutti, sbrigati!- e detto questo chiuse la telefonata.
Subito alzai lo sguardo per incontrare quello di Luca che di certo aveva sentito tutto. Lui mi sorrise e mi diede un altro bacio veloce, poi mi disse: -ci rivedremo?-
-spero di sì.- sussurrai io contro il suo petto poimi alzai di nuovo in punta di piedi a baciarlo ancora fra le sue braccia. Non riuscivo proprio a staccarmi. Ma poi con un estremo sforzo dovetti farlo. Mi allontanai e gli bisbigliai all'orecchio -ci vediamo tra un po' dentro..- dopodiché mi allontanai a passo spedito con un sorriso da ebete stampato in faccia. Entrai nella sala dall'entrata principale e subito notai la mia famiglia che parlava con delle persone. Li raggiunsi e dopo essermi sorbita tutte le occhiatacce di mia madre, passai in rassegna ogni angolo di quella stanza troppo grande in cerca di un ciuffo biondo, finalmente lo notai, parlava con suo fratello e sorrideva, chissà se gli parlava di me.. A quel pensiero diventai immediatamente rossa in viso e sentii un qualcosa muoversi dentro la pancia. Sorrisi abbassando lo sguardo ricordando le sue labbra morbide sulle mie e le sue mani ad accarezzarmi. Poi, mia madre andò a salutare sua madre e io la seguii. Salutai tutti per ultima, poi dopo aver salutato sua madre, suo fratello e suo padre, mi avvicinai a lui, Dio quant'era bello con quella camicia stropicciata e con i capelli scompigliati dal vento. E come mi guardava! Uno sguardo del genere dovrebbe essere considerato illegale! Doveva smetterla di essere così perfetto o gli sarei subito saltata addosso, il che non era proprio una bella idea lì in mezzo a tutti. Gli sorrisi e gli diedi un bacio nella guancia sinistra e quando feci per girarmi per dargliene un altro nella destra lui mi bloccò a metà baciandomi dolcemente sulle labbra. Poi ci staccammo e mi sussurrò un flebile "ciao Helena" appena udibile. Fu una cosa molto veloce e nessuno si accorse di niente, ma in quel bacio abbozzato seguito da quelle sue parole, qualcosa cambiò. Sentii come il cuore sprofondare, lo sentii cadere in basso e al suo posto lasciare soltanto il vuoto. Fu in quel momento che capii che quello era un addio. Lo sapevo già che dovevamo andare via, che dovevo tornare a casa, che doveva ricominciare la scuola, che fino al giorno prima non vedevo l'ora di riabbracciare le mie amiche, ma quel bacio, Luca e la magia del momento mi avevano fatto completamente dimenticare tutto il resto. Mentre stavo per uscire dalla sala, mentre lasciavo l'incanto di quel momento, mentre tornavo alla realtà mi girai e lo guardai realizzando che probabilmente era l'ultima volta che lo facevo, sorrisi amaramente vedendolo così bello e radioso come lo avevo percepito dal primo istante. Da quel momento in poi caddi in uno stato di trance che fortunatamente i miei genitori scambiarono per sonno. Non feci altro che pensare a lui. Perchè l'amore fa male? Perché non è una cosa felice e duratura? Non so come arrivammo all'albergo, ma ad un certo punto mi ritrovai sotto le coperte nella stanza che era mia e di mio fratello. E così, ad occhi aperti guardando il soffitto sentii una lacrima scendermi lentamente lungo la tempia sinistra. Quella fu la prima lacrima che versai per Luca, la prima di infinite lacrime che scesero lentamente, velocemente, affannosamente, rabbiosamente, inconsciamente, silenziosamente e soprattutto dolorosamente. Fu una delle notti peggiori di tutta la mia vita, non dormii quasi per niente, ma arrivai ad una sola conclusione. Io lo amavo. Lo conoscevo da meno di un giorno e non sapevo quasi niente su di lui, eppure l'amavo.
Amavo tutto di lui, il suo sorriso, le sue fossette, i suoi capelli scompigliati, la sua aria trasandata, la sua risata, le sue braccia forti, la linea del suo collo, la forma buffa delle sue orecchie, il suo modo di tenere le mani nelle tasche dei pantaloni, di passarsi la mano fra i riccioli biondi, ma soprattutto, io amavo i suoi occhi. Talmente scuri da sembrare neri, quegli occhi che erano stati la prima cosa che mi aveva attratta a lui ed erano forse anche la sua parte più misteriosa.
Penso di non aver mai provato simili sentimenti per nessun altro. Solo lui riuscì con uno sguardo a rapirmi il cuore, per sempre.
Il giorno dopo tornammo a casa, mi distesi sul letto e fra mille lacrime silenziose capii un'altra cosa: ormai non avrei più potuto amare nessun ragazzo quanto amavo Luca.
Il mio cuore scoppiava, scoppiava d'amore, amore per un ragazzo che conoscevo da appena un giorno. E lui? Lui cosa pensava? Era forse sbagliato amarlo se sapevo che non lo avrei mai più rivisto? Era forse sbagliato ripensare a noi insieme? Era sbagliato sentire ancora le sue braccia forti a stringermi? Avevo
forse sbagliato a baciarlo? E se non l'avessi fatto? Se avessi guardato altrove? Se non avessi puntato i miei occhi nei suoi? Se avessi avuto un pò di buon senso? Se avessi capito che dopo avrei sofferto così tanto? Ne è valsa la pena? Lui non ci sarebbe stato lo stesso. Dovevo accettarlo. Ormai doveva diventare un mio vecchio ricordo.
Chiusi gli occhi sentendo i primi sintomi della notte insonne abbattersi su di me.
Mentre cadevo in dormiveglia sentii il trillo del mio cellulare che avvisava l'arrivo di un nuovo messaggio. A tastoni cercai il cellulare nel comodino, aprii il messaggio, era di Chiara e diceva:
"Pronta per un nuovo inizio??"
 
**ANGOLO AUTRICE**
Nel prossimo capitolo troviamo Helena dopo 3 anni, all’università di Berlino..
Bene, spero fin ora vi sia piaciuto..
Recensite per favore!! <3<3
 
(Testo canzone- Ben Howard, Keep your head up.)

 
  
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