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Autore: TokioFastFoodTK    21/01/2013    1 recensioni
Sette e trenta.
Il treno dovrebbe essere quello che si intravede lontano. Imbocca il binario 5, é proprio lui!
Già me lo immagino, pronto, davanti alle porte, impaziente di scendere e, magari, di vedermi?
Lo spero, perchè io non vedo l'ora di riabbracciarlo.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Minho, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ti scatterò una foto.

 

 

Sette e trenta.
Il treno dovrebbe essere quello che si intravede lontano. Imbocca il binario 5, é proprio lui!
Già me lo immagino, pronto, davanti alle porte, impaziente di scendere e, magari, di vedermi?
Lo spero, perchè io non vedo l'ora di riabbracciarlo.

Ecco che il treno si ferma, comincio ad agitarmi, guardo tutti i passeggeri scendere ed abbracciare i propri cari, ma lui non c'è..
Ha voglia di scherzare?
Rido, chissà dov'è, magari vuole farmi una sorpresa. Mi guardo intorno.. niente.

Il binario 5 comincia a svuotarsi, alcuni ultimi passeggeri si affrettano a scendere.
Rimango solo.
Decido di inviagli un sms.
-Dove sei?-
Passa meno di un minuto e mi vibra il telefono.
-Mi dispiace! Un giorno, forse, capirai.-

Salate lacrime cominciano a scendere copiose sul mio viso, non capisco.. Mi dispiace?

-Ti dispiace un cazzo!- quasi urlo.

Scrivo un messaggio, poi lo cancello, poi ne scrivo un altro ma finisce nel cestino anche quello.

Prendo una Marlboro dal pacchetto e l'accendo, aspirando profondamente, con la speranza di rilassarmi.
NO. Non può essere successo ancora. Mi aveva promesso che sarebbe venuto perché mi amava e invece...

Guardo l'orologio della stazione con gli occhi ancora un po' appannati dalle lacrime.
Nove e dieci.

Mi alzo e comincio a camminare, diretto non so ancora dove.
Rileggo quel messaggio, sento le lacrime pungermi di nuovo gli occhi.
Che stupido, non ho mai pianto per nessuno e non ho intenzione di farlo neanche ora, non per lui... forse.
Ha sempre avuto paura dei suoi sentimenti, dei nostri..
Diceva di essere troppo grande per me, troppo impegnato e troppo poco importante.

Ho ancora tra le mani l'album di foto che volevo regalargli.
Mi siedo su una panchina, una a caso.. la nostra.
Abbiamo passato tanti pomeriggi su questa panchina a studiare, o meglio, lui studiava ed io scattavo tante fotografie per il parco.
Su questa panchina l'ho anche baciato, lui é diventato rosso e si é coperto il viso con le mani.
Quant'era dolce.
Poi l'avevo baciato ancora, e ancora e ancora.

 

-Minho, verresti qui a studiare, invece di scattare fotografie ad ogni cosa che vedi?- mi chiede lamentandosi.
Mi giro, lo vedo concentrato sul suo libro di economia, come sempre.
Scatto una foto.
Lo guardo.
E' sempre stato così carino?
Non so rispondermi, so solo che non riesco a fermare le mie gambe e il cuore, che batte all'impazzata.
Lo tiro a me con facilità, sento il libro cadere per terra ma non mi importa, lo guardo un attimo e poggio le mie labbra sulle sue.
Si stacca subito e si mette le mani sul viso, sedendosi sulla panchina.
-M-minho-si.. perché?-
Non rispondo, mi siedo al suo fianco e sorrido come un ebete.

 

La scena nella mia testa cambia.
 

-Non puoi fare quello che vuoi con me, i-io non sono in grado di stare con te, abbiamo degli anni di differenza che ci impediscono di guardare la vita dalla stessa prospettiva!-
-Hyung, stai parlando di qualche anno, non di secoli!-
-Questi anni però bastano a riconoscere un uomo che studia, che conosce il suo destino, e un ragazzino che si è iscritto all'università senza pensare a quello che vuole davvero per la sua vita!!!-

 

La scena cambia ancora, mi reggo la testa con le mani, cercando di scacciare i ricordi e soffocando i singhiozzi.

 

Il suo viso è ricoperto di lacrime, corre verso di me.
Mi abbraccia, mi chiede scusa e dice di essere più paziente come se fosse lui il più piccolo ed io il suo hyung.
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio, riuscendo a farlo sorridere.


La sua laurea, il mio stage per la fotografia (vinto grazie ad una sua foto), noi due insieme al mare, la nostra prima volta, il suo viso dispiaciuto che mi dice dell'improvvisa partenza per lavoro, le telefonate in lacrime quando gli mancavo.
E adesso sono qui, seduto su questa panchina, ancora intrisa di noi.
I ricordi appagliono uno dopo l'altro, sempre più sfocati, sempre più lontani e mi torturano.

Mi alzo, ormai si è fatto tardi, devo tornare a casa.
Cammino per non so quanto, ripercorrendo non so se di proposito o inconsapevolmente tutti i posti in cui sono stato con lui, alla fine mi ritrovo davanti al portone.
Rivedo lui in macchina che mi saluta con un sorriso. Piango di nuovo.
Apro piano la porta, per fortuna la mamma dorme. Vado in camera e mi sdraio sul letto.

Fisso le mille fotografie attaccate al muro, facendo scendere le lacrime senza neanche più degnarmi di fermarle.

Una volta dissi a me stesso che nessuno avrebbe mai meritato le mie lacrime, che incoerente che sono.
Mi accendo un'altra sigaretta, anche se mamma non vuole che fumi in camera, e mi lascio travolgere dalla cappa.
Finalmente mi addormento.

 

Sette e trenta.
Aspetto il tuo treno al binario 5 con impazienza, non vedo l'ora di stare un po' con te.
Eccoti, ti vedo scendere con un piccolo trolley grigio metallizzato e venirmi in contro sorridente.
Sei quasi di fronte a me.
Sparisci.



Faccio un salto nel letto, mi asciugo la fronte e mi ristendo.
Non riesco più a prendere sonno, ritorno a guardare le nostre foto, quanto vorrei averlo qui.

 

Arriviamo al mare, è stranamente calmo. Non mi ha rimproverato neanche una volta mentre lo fotografavo in macchina.
E' carino in pantaloncini e canotta, sembra un ragazzo normale, che non pensa solo allo studio.
Cammina spedito verso la spiaggia, lasciandosi dietro una scia di vestiti.
Prendo la macchina fotografica e comincio a scattare.
Mi sorride.
Ne scatto un'altra.
-Sei un fanatico!- mi urla divertito, prendendo la rincorsa e lanciandosi in acqua.
Lo immortalo ancora mentre si tuffa.
Esce fuori e mi obbliga a posare la macchina fotografca e a buttarmi in acqua con lui.



Finalmente, dopo ore infinite, mi riaddormento.

Passano pochi minuti e la sveglia comincia a suonare, apro gli occhi ancora gonfi e mi alzo.
Sento i passi di mia madre invadere il silenzio della casa, sta per venire a chiamarmi come fa tutte le mattine.
Entra e mi vede di fronte all'armadio con un maglione in mano. Mi sorride, non sa che non è venuto.
Si avvicina, mi abbraccia e posa un bacio delicato sulla guancia.
Finalmente esce, finisco di vestirmi, faccio un salto in bagno ed esco.

Guardo l'orologio, sono in largo anticipo, la mia prima lezione comincia tra un'ora, ma non ho voglia di fare lezione.
Passo davanti all'università senza fermarmi, svolto l'angolo a sinistra e vedo il bar dove andavo sempre a fare colazione con lui.
Il bar dove c'eravamo conosciuti.
Sento di nuovo pizzicarmi gli occhi, ricaccio dentro le lacrime e continuno a camminare.

Ancora non ho capito perché... che cosa ho fatto per meritarmi questo? Ho solo amato tanto!
Allora amare qualcuno vuol dire essere ripagati con la delusione? Con il dolore?

Vado di nuovo in stazione, mi fermo al binario 5, lo aspetto per tutto il giorno, mi alzo solo per far sedere una donna aziana, come avrebbe fatto lui.
Se non l'avessi conosciuto sarebbe stato diverso, probabilmente avrei mandato a quel paese quella vecchietta e sarei rimasto seduto o probabilmente non sarei mai stato qui!
Invece lo avevo conosciuto e mi aveva cambiato, in meglio ovvio.
Solo lui ci é riuscito!
Ci hanno provato in tanti, ma mai con la dolcezza che ci aveva messo lui.

Scatto una foto al binario, sono le sette e trenta.. Onew non c'é.

 

Non basta più il ricordo, ora voglio il tuo ritorno.
 

Note dell'autrice: Era tanto tempo che desideravo scriverne una, quindi.. ecco qua, una bella Onho! Le parti scritte in corsivo sono i flashback di Minho! E' un po' triste, ma credo di aver fatto un buon lavoro! Spero vi piaccia, mi sono impegnata molto *fa aegyo*
Adesso me ne vado, ciao ciao *saluta con la manina* EE' stato abbastanza dfficile Egggbs

  
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