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Autore: dearjoseph    22/01/2013    2 recensioni
Il vento inizia ad alzarsi portando dietro di sè un inconfondibile odore di sale; come a eterna memoria che i bei ricordi sono i migliori, ma sono anche quelli che più ti divorano da dentro.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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still see your ghost
 


Il mare si sta increspando.
 

Ho gli occhi chiusi, ma lo capisco dal suono delle onde che va man mano intensificandosi. Ho passato così tanto tempo su questa spiaggia, da poter riprodurre ogni scoglio, ogni sporgenza, nella mia mente. Senza neppure prendermi il disturbo di aprire gli occhi.
 
E comunque, non avrei la forza di sopportarne le conseguenze.
 
Ogni mio senso è amplificato, in questo luogo tanto familiare. I piedi nudi volano sulla sabbia calda e, man mano che avanzo lentamente, sono gratificati dall’improvviso cambiamento di temperatura.
 
Era da cinque anni che non provavo il piacere di sprofondare i pieni della sabbia bagnata.
 
Mi sforzo di percepire il suono scandito e rilassante del mare che inizia ad agitarsi, ma la risata spensierata di un bambino sovrasta ogni cosa, riempiendomi il cuore di una gioia pura che quasi rischia di sopraffarmi.
 
Il vento inizia ad alzarsi, portando dietro di sè un inconfondibile odore di sale;  come a eterna memoria che i bei ricordi sono i migliori, ma sono anche quelli che più ti divorano da dentro.
 
E la gioia diventa così debole da esser spazzata via da quel soffio di vento come i granelli di sabbia tra le mie dita. All’improvviso.
 
Il profumo di salsedine entra prepotentemente dal naso, lasciandomi uno strano sapore in bocca, togliendomi ogni residuo di forza che mi manteneva in piedi.
 
E crollo a terra.
 
L’odore del mare mi fa quasi male allo stomaco. E devo aprire gli occhi, e circondarmi con le mie stesse braccia per cercare di tranquillizzarmi. Ma non funziona. Dentro, le viscere si contorcono provocandomi un dolore che ho imparato a conoscere nel tempo ma al quale non sono ancora riuscita ad abituarmi. È una sensazione piuttosto comune.
 
Una serie di immagini si presentano in un susseguirsi di pensieri confusi.
 
Un vestito verde, quello del mio matrimonio.
 
Dita affusolate che tessono una rete. Dita apparteneti a mani esperte. Scaltre. Familiari.
 
Poi, due occhi tondi, ardenti di rabbia, e rossi come il sangue che imbratta il muso di quella bestia. E  gocciola dagli enormi denti appuntiti. Quello è il sangue di mio marito.
 
- Finnick! -
 
Mi ritrovo a urlare, incapace di scappare da un incubo ad occhi aperti che troppo spesso viene a farmi visita.
 
- Mamma? -
 

Mi volto e ritrovo d’avanti il viso spaventato di mio figlio. Lo tranquillizzo abbozzando un sorriso, e lui, nonostante la totale innocenza di un bambino di cinque anni, sembra aver capito a chi era rivolta la disperata richiesta che era stata strappata dalle mie labbra.
Le sue piccole labbra carnose si curvano all’insù, senza far intravedere i denti, in una nota di pura dolcezza.
 
Quelle piccole labbra rosse... Rosso sangue.
 
Scuoto la testa come se servisse in qualche modo a liberarmi da quell’ultima immagine ributtante.
 
Finnick; mio figlio.
 
Lo stesso nome del padre. Stessi occhi sempre allerta, stessi dolci lineamenti, e stessa voglia di vivere.
 
Sapevo che ritornare su questa spiaggia non avrebbe fatto altro che male. Ma lui, il mio piccolo Finnick, lui ne aveva bisogno. Lui deve conoscere tutto dell’uomo meraviglioso che è stato suo padre.
 
-Vieni, Finn- apro le braccia e lui ci si tuffa dentro. Siamo entrambi seduti con il volto verso il blu.
-La mamma vuole raccontarti una storia-
-Che storia?- gli occhi verde mare del piccolo brillano di curiosità.

-La storia di come si sono conosciuti mamma e papà- rispondo.

Lo guardo ancora, mentre raddrizza la schiena e assume un'aria attenta, come un cacciatore intento a percepire ogni cosa.
Non riesco a trattenermi dal sorridere quando noto la sua folta chioma biondo cenere scomposta dal vento.
Per fortuna, quei due occhi verde mare non vedranno mai la crudeltà dei Giochi.
 
Rimango rapita dalla somiglianza così netta da farmi male.
 
E in quel momento sono consapevole solo di una cosa.
 
Il mio Finnick non se n’è mai andato.
 
 
 

Ciao a tutti coloro che sono arrivati fin qui c:
È la prima volta che scrivo qualcosa su Hunger Games.
In realtà non so bene perchè non l’abbia mai fatto prima; forse perchè ho paura di mettere mano sui personaggi così perfetti della Collins.
Nonostante tutto, ho deciso di pubblicare questa OS, scritta di getto proprio oggi, dal punto di vista di Annie.
Spero di ricevere tante recensioni; non per forza positive. Voglio solo sapere cosa ne pensate.
Ci tengo tanto.
Un bacione

 
- emme
  
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