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Autore: Colpa delle stelle    22/01/2013    4 recensioni
[La principessa Sissi]
"Una strana sensazione serpeggiò dentro di me quando i suoi occhi incontrarono di nuovo i miei. Il cuore iniziò a battermi forte. Non capivo, proprio non capivo. Certo, Franz era un ragazzo carino, ma era il futuro imperatore e doveva sposarsi con Elena. Sospirai, rimproverandomi mentalmente. Avevo già sofferto una volta per amore, non dovevo ricaderci, soprattutto perchè questa volta il ragazzo in questione è praticamente irraggiungibile."
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il potere della semplicità
Autore: giorgiab105
Fandom: La principessa Sissi
Personaggi: Sissi/Franz
Avvertimenti: OOC
Rating: verde
Trama: Una strana sensazione serpeggiò dentro di me quando i suoi occhi incontrarono di nuovo i miei. Il cuore iniziò a battermi forte. Non capivo, proprio non capivo. Certo, Franz era un ragazzo carino, ma era il futuro imperatore e doveva sposarsi con Elena. Sospirai, rimproverandomi mentalmente. Avevo già sofferto una volta per amore, non dovevo ricaderci, soprattutto perchè questa volta il ragazzo in questione è praticamente irraggiungibile. Partecipa alla challenge “35 passi” indetto da dubhe_28 sul forum di efp.
Eventuali NdA: nessuno
Desclaimer e crediti: nessuno

 

 

Il potere della semplicità

 

 

Quando la voce del cocchiere ci informò che avevamo raggiunto la nostra meta, tirai un sospiro di sollievo. L'unica cosa che desideravo in quel momento era di sgranchirmi finalmente le gambe. Da giorni ero stipata in quella maledetta carrozza, senza una minima distrazione. Mia sorella era troppo impegnata a discutere con mia madre i preparativi del suo futuro matrimonio, per accorgersi della mia noia. E l'unica cameriera al nostro seguito se ne stava sempre zitta in un angolo.
L'utilità di quel viaggio non mi era per niente chiara. Era mia sorella a dover incontrare il suo futuro marito e non capivo il motivo della mia presenza. Sarei rimasta più volentieri a Possi con mio padre, magari a cavalcare nei boschi o a passeggiare in riva al lago.
Sollevo la gonna con una mano e scendo dalla carrozza. Studio il paesaggio intorno a me e rimango sbalordita da quel che vedo. Davanti a me si ergeva, in tutto il suo splendore, la Kaiservilla, meglio conosciuta come la residenza estiva imperiale.
« Accidenti mamma, ma non mi avevi detto che qui era tutto così meraviglioso! » esclamai entusiasta.
« Elisabetta, te l'ho ripeto da settimane, il tuo linguaggio non è adatto ad una signorina. Siamo alla corte imperiale, serietà e compostezza, mi raccomando. » mi riprese lei, guardandomi male e dirigendosi verso la scalinata d'ingresso.
« Ma che ho detto di sbagliato? »
Elena scoppiò a ridere, nascondendo il viso dietro il ventaglio. « Niente Sissi, niente. Sai com'è fatta la mamma no? Ricordati solo di inchinarti al momento giusto. Ora vieni, entriamo. »
Se l'esterno mi aveva meravigliato, l'interno mi sbalordì: tutto era così regale, sontuoso. Esattamente il contrario di casa nostra.
Un servo si avvicinò solerte. « Buon pomeriggio, signore. I vostri alloggi sono pronti. Per qualsiasi richiesta, basta che suoniate la campanella di cui è attrezzata ogni camera. La troverete al lato destro del letto. Sua altezza l'imperatrice vi attende in giardino fra un'ora. »
Lo seguimmo ai piani superiori. Eravamo state divise in tre camere, sullo stesso corridoio degli alloggi imperiali. L'agitazione di mia sorella si poteva avvertire nell'aria e io, sotto sotto, ne ero divertita. Così imparava a prendermi in giro sulle mie scarse doti di duchessa.
L'ora concordata trascorse veloce. Avemmo giusto il tempo di rinfrescarci e di cambiarci d'abito, prima che un altro servo ci venisse a chiamare. Il giardino era dietro al palazzo, nascosto alla vista dei curiosi da enormi quercie fiorite. Al centro c'era una fontana che zampillava acqua fresca, l'erba era appena stata tagliata e il profumo dei fiori era talmente intenso da far girare la testa. Nell'angolo più remoto del giardino, sotto i rami di un salice, si potevano intravedere delle sedie, poste a cerchio intorno al tronco. Più mi avvicinavo, più udivo delle voci: l'imperatrice era già arrivata. Ma non era sola, stava conversando con due ragazzi. Il primo era bruno e alto, con un portamento fiero e la spada cinta al fianco sinistro, il secondo era biondo e snello, con gli occhi vivaci e l'aria di chi non si fa intimorire da nessuno. Non sapevo chi fosse Franz, e mi limitai a studiare i due giovani da lontano con mia sorella. Mia madre invece si era avvicinata e aveva baciato sulle guancie l'imperatrice Sofia, sua sorella.
« Ebbene, alla fine sono riuscita a incontrarti di nuovo, sorella. E a conoscere tua figlia Elena. »sorrise l'imperatrice, ignorandomi bellamente. Mi stava già antipatica.
« Non ho avuto molto tempo in questo periodo, ma sarei comunque venuta a trovarti prima di Natale. Ti presento le mie due figlie Elena ed Elisabetta. »
Lo sguardo freddo dell'imperatrice si posò su di me per pochi istanti, ma fu sufficiente per provocarmi un brivido lungo la schiena. « Questi sono i miei figli Francesco, Giuseppe e Carlo. Massimiliano e Ludovico sono in viaggio e non torneranno prima della fine del mese. »
Al contrario della madre, lo sguardo del figlio maggiore si posò su di me all'istante e mi studiò a lungo. Lo fissai di rimando ma alla fine dovetti cedere, nascondendomi dietro al ventaglio.
Era davvero bello, con gli occhi da cerbiatto e il sorriso ad illuminargli i denti bianchi.
« Franz, perchè non porti Elena a visitare il giardino? » propose Sofia, scoccando un'occhiata d'intesa con la sorella.
Franz fece una smorfia, che mi lasciò abbastanza interdetta, ma alla fine accettò porgendo il braccio a mia sorella, che ormai si reggeva in piedi per miracolo. Mentre loro si allontanavano insieme, presi posto con mia madre di fianco all'imperatrice.
Tra una tazza di thè e un'altra, il pomeriggio passò veloce. Ero rimasta seduta tutto il tempo ad ascoltare le chiacchiere infinite di mia madre, e quando vidi mia sorella tornare, tirai un sospiro di sollievo. Elena stava ridendo, il ventaglio davanti alla bocca, mentre Franz le indicava qualcosa. Una strana sensazione serpeggiò dentro di me quando i suoi occhi incontrarono di nuovo i miei. Il cuore iniziò a battermi forte. Non capivo, proprio non capivo. Certo, Franz era un ragazzo carino, ma era il futuro imperatore e doveva sposarsi con Elena. Sospirai, rimproverandomi mentalmente. Avevo già sofferto una volta per amore, non dovevo ricaderci, soprattutto perchè questa volta il ragazzo in questione era praticamente irraggiungibile.
« Bene, allora ci vedremo fra due giorni al ballo in onore dei nostri futuri sposi » esclamò la regina sorridendo. Franz serrò le labbra e mi guardò ancora. No, proprio non capivo.
« Ehm, madre, prima di qualsiasi preparativo, dobbiamo parlare. » disse Franz con uno sguardo di fuoco.
Il mio cervello gridava aiuto, non capivo cosa stesse succedendo. Vedevo solo lo sguardo maligno dell'imperatrice mentre mi fissava costantemente. Passarono molti secondi.
Alla fine, mia sorella ruppe esitante il silenzio che si era andato a creare: « Ora possiamo congedarci? Mia sorella ed io abbiamo intrapreso un lungo viaggio e siamo molto affaticate. Preferiremmo ritirarci nelle notre camere a riposare un poco. Vero Sissi? »
Mi strinse forte il braccio. Capii al volo la situazione. « Certo Elena, hai proprio ragione, è meglio ritirarci. Le auguro un buon pomeriggio, imperatrice. Arrivederci, madre. »
Mentre camminavo, sentivo ancora il suo sguardo su di me. Era come se mi perforasse la schiena. Con le guancie in fiamme, accelerai il passo. Senza nemmeno salutare mia sorella, mi fiondai in camera. Quando la porta si chiuse dietro di me, tirai un sospiro di sollievo. Scalciai via le scarpe e mi coricai sul letto. Ne avevo avuto abbastanza di tutte quelle formalità. Volevo solo chiudere gli occhi e dimenticarmi tutto.
Per i due giorni seguenti, provai a convicere mia madre che per me era meglio saltare il ballo, ma lei era stata irremovibile.
« Mi dispiace Sissi, ma è un'occasione importante per tua sorella, non puoi mancare. Lei si aspetta il tuo sostegno, non puoi lasciarla sola adesso! »
Con un po' di ritrosia, alla fine accettai. Anche se mia sorella non mi parlava più da quel pomeriggio, quindi non mi sembrava così bisognosa d'aiuto. Anche mia madre era strana. Mi costringeva a restare in camera per tutto il tempo, tranne che per la consueta cavalcata del pomeriggio, alla quale però, non si erano mai uniti l'imperatrice e i figli.
Il giorno fatidico, alla fine arrivò, con mio grande sollievo. Dopo essermi difficoltosamente infilata in un abito azzurro cielo dalla gonna immensa, dovetti sottoporre a una vera tortura i miei poveri capelli. Non erano mai stati così tirati e pettinati in vita loro. Ma il risultato fu davvero sbalorditivo, sembravo una vera principessa. Il problema erano le scale. Non sarei mai stata in grado di scendere gli scalini con delle trappole mortali ai piedi. Figuriamoci ballare. Avevo preso lezioni di danza per tutta la mattina ma non era servito a niente. D'altronde, sono nata imbranata.
Venni annunciata dal ciambellano di corte, insieme a mia madre e mia sorella. Senza troppi indugi, proseguirono entrambe verso l'imperatrice e io fui costretta a seguirle. C'erano anche i principi, splendidi nei loro frac dal farfallino bianco.
La musica attaccò in quel momento. Pregai con tutto il cuore che nessuno mi invitasse a ballare. Non ero molto padrona delle mie gambe in quel momento. Mi dileguai così nella folla, decisa a trovarmi un nascondiglio da tutta quella gente. Ma, con mia grande sorpresa, Franz mi si parò davanti. « Non ho ancora avuto il tempo di conoscervi. Mi presento, sono Francesco Giuseppe, ma potete chiamarmi Franz, e sarei molto onorato se accetterete di ballare con me, signorina... »
« Il piacere è tutto mio, vostra altezza. Io sono Elisabetta, figlia della sorella di vostra madre. Sono onorata dal vostro invito, ma temo di dovervi deludere. Infatti, non so ballare » risposi, ingeniandomi ad una riverenza.
« Non vi preoccupate. Vi condurrò io e starò attento a non farvi fare brutte figure. »
Il suo sorriso mi accecò e non capii più niente. I miei piedi si mossero da soli e da un momento all'altro, senza neanche accorgermene, mi trovavo a ballare e a scherzare con un principe.
« Mi avete mentito, dunque. Siete una perfetta ballerina, forse più capace di me. » sorrise lui, dopo l'ennesima piroetta.
« Voi mi adulate, vostra altezza. Nessuno potrà mai essere più capace di voi, ne sono sicura. » risposi, sorridendo anch'io. Con lui era tutto così naturale. Mi dimeticavo addirittura di star parlando con un futuro imperatore.
La musica cessò. Ci inchinammo e tornammo verso l'imperatrice. Mi guardava ancora come se volesse incenerirmi e proprio non capivo cosa le avevo fatto. Mia madre invece sorrideva felice, ma mia sorella era come scomparsa.
« Cos'è successo? » chiesi titubante.
« A questo se volete, vi posso rispondere io. » Il principe Franz mi aveva preso la mano e mi guardava negli occhi.
« Dal primo momento in cui vi ho visto, non ho fatto altro che pensare a voi. Avrei dovuto sposare vostra sorella ma l'attrazione verso di voi è stata più forte. Mi sono già scusato con lei ma posso immaginare che il colpo sia stato abbastanza duro, ecco perchè ha preferito ritirarsi nella sua stanza. Alla luce di queste parole, avrei una richiesta per voi...»
Ascoltavo a metà, con il battito del mio cuore che copriva il resto delle parole di Franz. Non riuscivo a parlare, e mi limitai ad assentire, come a sollecitarlo a continuare.
Mia madre mi guardò storto, ma non disse niente.
« Ebbene, vostra madre e mia madre hanno accosentito, ma non ho chiesto ancora il parere più importante: il vostro. Signorina Elisabetta, vorreste sposarmi e diventare così la futura imperatrice d'Austria? »
Non riuscivo a credere alle sue parole, e non capii dove trovai la forza di rispondere: « Ne sarei veramente onorata, vostra altezza. Ma non riesco a capire il motivo della vostra decisione. »
« Per la verità, non lo capisco neanch'io. » esclamò sprezzante l'imperatrice, allontanandosi verso il lato opposto della sala.
Mia madre mi sorrise incoraggiante e seguì sua sorella, lasciandomi sola con Franz.
« Non dovete farci caso. É infuriata con me, non con voi. Come avrete potuto notare, preferiva che le mie attenzioni cadessero su vostra sorella. »
« Vi ringrazio infinitamente, per tutto quello che state facendo, ma non credo di essere veramente adatta a voi. E poi non vorrei essere motivo di irritazione per vostra madre. » dissi, abbassando il viso.
La sua mano mi prese il mento e me lo sollevò delicatamente. « Non pensatelo neanche. Non mi interessa cosa può pensare mia madre. Io sono innamorato di voi e questo basta. »
Il cuore mi si sciolse. Era innamorato di me?
« Anch'io non faccio altro che pensare a voi da quando vi ho visto, Principe Franz. »
« Allora è deciso, ne sono contento. Mi concedereste un altro ballo per sugellare la nostra unione, signorina Elisabetta? »
Gli sorrisi radiosa, prendendo la mano che mi porgeva. « Certamente! Solo una cosa, se mi permettete...Chiamatemi Sissi. »


Angolo d'autrice: Salve a tutti! Spero che la storia vi piaccia. L'ho scritta in un momento d'ispirazione e, sinceramente, non sò da dove sia uscita! :) Recensite in molti, ci tengo al vostro parere! A presto! Giorgiab105

 



 

 

   
 
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