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Autore: loveisaverb    22/01/2013    4 recensioni
''beh, che aspettiamo a realizzare queste cose?'' ''non so, io aspetto te''.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La linea sul monitor ha un movimento regolare che descrive delle piccole salite e delle discese rappresentando perfettamente il suo battito. Il suo viso è stanco e pallido, sugli occhi ha una sfumatura di rosso che mi ricorda i suoi bellissimi capelli rossi e lunghi che ho sempre amato perché particolari e unici. E mentre la guardo, mi rendo conto delle piccole cose che vorrei rivedere e che mi mancano terribilmente, come il verde brillante dei suoi occhi che pian piano si era spento, fino a diventare un verde sbiadito e quasi opaco, spegnendo quella luce e quel bagliore che aveva quando sorrideva. Mi manca anche il suo sorriso dolce e perfetto, in grado di far sorridere chiunque e mi mancano quelle fossette che si formavano ai lati della bocca e sulle guance quando sorrideva, rendendola adorabile ai miei occhi. Mi mancano le sue guance rosate e le sue lentiggini che risaltavano sul suo viso chiaro. Mi manca la sua voce, dolce e acuta allo stesso tempo... Mi manca la sua vivacità, il suo ridere, il suo essere spensierata... Mi manca lei.

''cosa vorresti fare dopo l'università?'' le chiese, alzandomi di scatto mentre eravamo sdraiati sul prato di casa sua, ''non so, vorrei solo stare con te'' disse cercando il mio sguardo e sorridendo quasi imbarazzata; ricambiai il sorriso ''e perché vorresti stare con me?'' chiesi incuriosito. ''uhm... perché ti amo'' abbassò lo sguardo e sorrise ''.. perché è quello che voglio, perché tu sei tutto quello che voglio'', rimasi in silenzio, alzai un sopracciglio facendo capire che aspettavo altro e lei scoppiò a ridere. ''Sai che non sono brava nell'esprimermi...'' si alzò anche lei e si mise a sedere, '' sì che lo so, ma mi diverto a guardarti'' dissi mentre lei arrossiva. ''vorrei restare con te perché... beh, perché sei... mio!'' ''Tuo?'' sorrisi, ''si, mio... di chi se no?'' feci finta di pensare a qualcun'altra e lei mi tirò uno spintone.
Il problema è che non c'è mai stata nessuna a parte lei... nei miei pensieri è sempre rimasta una sola persona e quella persona era lei, è sempre stata lei. ''… si, solo tuo''.
''e tu, che vorresti fare?'' chiese tornando giù sul prato e mettendo le mani sotto alla testa, ''io... a parte stare con te, vorrei fare il medico'' girò la testa verso di me sorridendo ''che tipo di medico?'' sapevo esattamente cosa rispondere, lo sapevo da anni... lo sapevo già quando varcai la soglia del liceo.
''cardiologo'' mi guardò stupita e mi chiese il perché: ''perché vorrei aiutare le persone e perché mi affascina'' dissi guardando il tramonto che era dello stesso colore dei suoi capelli, ma non bello quanto lei.

Il battito sul monitor rimane costante, anche se ancora troppo debole... il battito del suo cuore ormai è diventato come oro per me, è tutto quello di cui ho bisogno... mi tiene vivo. Ho passato anni a sentirlo battere sempre più forte ad ogni tocco, ad ogni bacio, ad ogni carezza. Ho passato anni a cercare di capire quando batteva più forte e quindi quando si emozionava davvero. Ed ora? Non ho neanche bisogno del silenzio per sentirlo, perché il suo battito viene riprodotto da questa macchina attaccata a lei e darei tutto l'oro del mondo per poter appoggiare di nuovo la mia testa e sentire il suo cuore battere sempre più forte e veloce... battere per me.

''Dimmi cinque cose che vorresti fare prima di morire'' mi chiese all'improvviso mentre eravamo in barca. ''devo pensarci... comincia a dirmi tu'' dissi cercando di pensare a cinque cose sensate che non riguardassero lei... ''no, comincia tu''.
Continuai a pensare e pensare e, dopo un lungo silenzio, parlai: ''imparare il giapponese, andare a teatro, salvare una vita, imparare a suonare la batteria e rasarmi a zero'' mi guardò e poi scoppiò a ridere, facendo ridere anche me, ''tocca a te ora''... ''allora.... io vorrei: fare il giro del mondo, buttarmi da un aereo col paracadute, star bene, vivere a New York per un periodo e viaggiare in un furgoncino!'' disse convinta, ''...viaggiare in un furgoncino?'' chiesi ''si, perché?'' rispose ridendo, ''perché vuoi viaggiare in un furgoncino?'' ''perché mi va!'' scossi la testa ridendo.
''beh, che aspettiamo a realizzare queste cose?'' ''non so, io aspetto te''.

Continuo a guardarla mentre sospira piano e apre gli occhi lievemente per guardarmi e nella mia mente comincia un film di ricordi vissuti con lei... tutti i momenti in cui mi faceva sentire vivo e ora? Ora non mi sento più vivo... non sono neanche riuscito a darle quello che voleva: abbiamo realizzato i suoi desideri, tranne uno e quell'uno ora se la sta portando via.

Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi era il suo sorriso e i suoi occhi che mi scrutavano. ''ehi, da quanto tempo sei sveglia?'' ''da un bel po', ma fa niente... mi piace guardarti'' disse per poi avvicinarsi e baciarmi lievemente. ''cosa vuoi fare oggi?'' chiesi cercando di non crollare ancora nel sonno, ''io voglio restare a letto... con te'' e si sistemò con la testa sul mio petto, attaccata a me con tutto il suo corpo, facendomi sentire in paradiso.
''rimanere a letto... e cosa vuoi fare?'' ''niente, voglio solo stare qui con te''.

Le prendo la mano e mi avvicino a lei, ''Sylvie'' sussurro al suo orecchio sperando che riesca a sentirmi e per un attimo il mondo si ferma perché sta cercando di parlarmi.
''J-J-Joe'' dice con un filo di voce e mi rendo conto di quanto la sua voce sia cambiata in questi mesi.
''Ti amo, lo sai, vero?'' le dico sentendo le lacrime ai miei occhi e ora è il mio cuore a fermarsi per il suo dolce sorriso appena accennato.
La sua bocca, da incurvata, torna dritta com'era prima, i suoi occhi si chiudono e la linea sul monitor diventa una linea continua e dritta e quasi riesco a sentire il suono del mio cuore spezzarsi e la mia vita finire lì, in quella stanza d'ospedale dove lei è rimasta per mesi e dove io l'ho guardata, senza poter far nulla, mentre la malattia me la portava via.

  
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