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Autore: Stardust    12/08/2007    8 recensioni
Per un momento tutti i presenti in cucina lo fissarono perplessi quell'Axel apatico e distante, poi Marluxia stinse la presa sulla sua spalla e lo scosse.
"Ou? Axel?" lo chiamò.
Lui scosse la testa e si voltò verso il compagno.
"E...eh?"
Marluxia lo fissò corrugando la fronte.
"Che hai? Stai bene, Axel?"
Lui assimilò i concetti della domanda per un paio di minuti guardando Marluxia come un ebete, infine capì il concetto e rispose.
"Oggi piove"
No, forse non aveva capito il concetto.
Pensava ancora a quello che gli aveva detto quel dannato, dannatissimo Demyx...
(akudemy e varie altre coppie dovute alla presenza di maniaci *-*)
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Axel, Demyx, Organizzazione XIII, Xigbar
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La musica del fuoco
by pazza maniaca stardust
capitolo 1 c.c la musica della luna
c.c
Stavolta mi cimento in una fic su kingdom hearts!!!

Siccome io AMO axel non potevo non coinvolgerlo!^^

Dedico questa fic a Marti che come me AMA axel axel

axel!!!!

Leggete e commentate, e ricordate:

AXEL THE BEST!!!!

*ç*

axel

axel

axel
c.c
"La luna è lontana

la luna è spenta

senza il tuo calore

come posso avere un cuore?

Non chiedermi di odiarti

chiedimi di amarti..."

Una canzone trasportata dal vento.

Parole appena più forti di un sussurro.

"Perché non capisci?

Perché non ci riesci?

Ascoltami...

ti chiedo di amami..."

Axel si riaggiustò il cappuccio scuro sulla testa e rimase in ascolto.

Conosceva quella voce...

Ma era lontana...

Non capiva le parole...

Una musica lenta.

Triste.

Malinconica.

"Dammi calore

Ho bisogno di te

dammi di più..."

Avanzò lento, seguendo le note.

Uscì dal palazzo e camminò nel prato.

La luna risplendeva in alto, contro il cielo scuro.

I deboli raggi gli illuminavano il percorso.

"Fammi bruciare

fammi soffrire

senza dubitare

portami al piacere

ti sto aspettando

attendendo

da solo..."

La musica era più forte, adesso.

Aveva riconosciuto la voce.

Scostò le fronde di un salice e si appoggiò al tronco.

Osservò divertito il ragazzo davanti a lui mentre cantava.

Da solo.

In riva a quel lago piatto in cui la luna si rifletteva nostalgica.

"Fatti trovare

perché io aspetterò

aspetterò fino a che la luna non sarà scomparsa

ed il sole di nuovo sceso

attenderò, se questo ti porterà da me

aspetterò se ti farà innamorare

ma fino a che sarò solo

saremo tu ed io,

luna.

Parlami

dimmi dov'è,

fagli sognare il mio viso

fa che venga da me...

Perché, luna, non mi ascolti?

Io sto aspettando

tu, che stai facendo?

Perché non arriva...

dagli il mio cuore, maledizione!

Fa che si innamori!

Ti prego..."

Il ragazzo sospirò sotto il suo scuro cappotto nero.

Afferrò un sasso e lo scagliò con forza nell'acqua.

Rabbioso guardò la sagoma della luna sgretolarsi

e lentamente tornare alla perfezione.

"Ma chi voglio prendere in giro..." mormorò il ragazzo fissando lo specchio d'acqua ormai calmo con occhi pieni di lacrime.

"Io non ho un cuore da dare..."

Axel rise battendo le mani ed il ragazzo sobbalzò.

"Demyx!" esclamò raggiungendolo e sedendosi a suo fianco "Non ti facevo così poetico"

Demyx sobbalzò e si voltò di scatto.

"A-Axel!" esclamò sorpreso arrossendo completamente "A-Axel hai...hai sentito la mia canzone??"

Axel rise ed annuì tirandogli una pacca sulla spalla.

"Di la verità, Demyx..." lo incitò facendogli l'occhiolino "Ti sei innamorato!"

"E-eh? Nooooo! Non è vero!" esclamò subito Demyx diventando sempre più rosso.

Axel rise vedendolo sempre più imbarazzato e gli strappò il citar dalle mani.

"No, hai ragione, non sei innamorato..com'è che cantavi? ah, si! aspetterò fino a che la luna non sarà scomparsa, se questo ti farà innamorare!" ridacchiò Axel improvvisando un pessimo assolo al citar.

Demyx cerò di riprendere il suo strumento ma Axel si scansò e si alzò in piedi, sfuggendogli.

"Axel non è divertente!" esclamò.

"Fagli sognare la mia faccia fa che s'accenda la miccia e... e poi com'era? Boh!" rise Axel mentre Demyx si alzava e ed afferrava il citar.

Axel non mollò la presa ed avvicinò il suo volto divertito a quello di Demyx

"Di la verità...è di Larxene che ti sei innamorato"

Demyx arrossì ancora di più e tirò il citar verso di se.

"Io non sono innamorato di Larxene!"

"Si che lo sei!" ribatté Axel tirando il citar

"Nooooooooo!"

gridò Demyx strattonando lo strumento talmente forte, da tirarsi addosso anche Axel.

Caddero a terra.

Il povero Demyx schiacciato sia da Axel che dal citar.

gemette.

"E va bene...non è Larxene?" ridacchiò Axel sdraiandosi meglio su di lui e sullo strumento.

"Allora io non mi alzo fino a che non mi dici chi è"

Detto questo incrociò le braccia sul petto di Demyx e lo fissò spalancando i suoi occhioni verdi.

Demyx gemette sommessamente mentre il rossore sulle sue guance era ormai acceso.

"A-axel alzati..."

"Prima dimmi il nome!"

"Dai, Axel!" mugolò Demyx socchiudendo gli occhi.

"Voglio il nome, piccolo, dimmelo!"

Demyx non rispose.

Chiuse totalmente gli occhi.

Non glielo avrebbe detto mai e poi mai!

Non ad Axel!

Axel prese a ticchettare con le dita sul petto di Demyx, fischiettando.

"A-Axel..." balbettò lui.

"E' inutile, qualsiasi cosa tu voglia dire non mi convincerai. Voglio sapere chi è la fortunata!"

Rise e poi sbadigliò.

Posò la testa sul petto di Demyx, ascoltando il battito inesistente del suo cuore.

Immaginandoselo.

I suoi occhi si chiusero lentamente.

Rimasero così a lungo.

Demyx sempre rosso in volto, le braccia schiacciate sotto il citar e le gambe strette tra quelle di Axel.

Non poteva alzarsi.

Respirava veloce, un po’ perché imbarazzato, e un po’ perché gli mancava l’aria, schiacciato com’era.

Il respiro di Axel invece era calmo e rilassato.

Attraverso la giacca scura appena aperta Demyx poteva sentire il fiato caldo sulla pelle.

Rabbrividì e cercò di fuggire da quella presa, senza riuscirci.

Axel alzò appena la testa dal suo corpo e lo fissò sorridente.

“Tanto non ti lascio” lo cantilenò sempre più divertito.

“Axel…” mugolò lui aprendo gli occhi e fissando quelli verdi che gli si paravano davanti con l’espressione più supplichevole che riuscì a fare “…ti prego…”

Axel rise e posò il mento sul petto di Demyx, continuando a guardarlo ed ignorando la sua supplica.

“Dai, dimmi chi è…non ti fidi di Axel? Eh?”

“S..si..mi fido ma…” balbettò Demyx

“Allora dimmelo!” lo interruppe Axel sempre più curioso.

Demyx sospirò e richiuse gli occhi.

“…no”

“Oh, ma quanto sei noioso, Demyx!” lo rimproverò Axel facendo il falso offeso “Guarda che io posso rimanere qui anche per giorni! Fino a che non me lo dici io non ti lascio andare via!”

Demyx gli rispose con un gemito sommesso.

Axel fissò il volto di Demyx a lungo, poi si stancò e con due dita gli aprì un occhio a forza.

“Almeno dammi un indizio…vediamo…la conosco?”

“...s-si…” mormorò Demyx spostando la testa di lato e richiudendo gli occhi “Adesso lasciami!”

“T’ho detto che fino a che non scopro chi è non ti lascio!” ribatté Axel stringendogli il mento tra pollice ed indice tanto per infastidirlo ulteriormente.

Demyx cercò di liberarsi e di nuovo non ci riuscì.

“Con che lettera comincia? Eh, Demyx?” rise Axel scotendogli la testa.

Demyx resistete fino all’ultimo, quando però iniziò a girargli la testa e a salirgli una strana nausea si arrese.

“A…A…comincia per A….” mugolò.

Axel gli lasciò il mento e si fece pensieroso.

Storse la bocca di lato e la fronte gli si corrugò.

“A…dunque…la conosco e comincia per A…” ragionava ad alta voce.

Posò ancora la testa su Demyx, e lui sentì di nuovo quel respiro caldo sulla pelle.

Mugolò come se fosse stato ferito.

“Aerith!” esclamò Axel senza alzare la testa da lui “Quella tizia sempre vestita di rosa! E’ lei?”

Demyx scosse piano la testa.

“A-Axel ti prego alzati…ti prego…” lo implorò.

Lui non lo ascoltò e chiuse gli occhi per concentrarsi meglio.

“A…A…A…” continuava a ripetere sottovoce.

E quando parlava ancora più aria calda scivolava sul petto di Demyx.

“T-Ti prego…” gemette.

Axel nemmeno lo ascoltò.

Continuò a pensare.

Poi, all’improvviso, si scostò un po’ di lato.

“ Che cavolo hai in tasca, Demyx? C’è qualcosa che mi puntella una gamba…”

Demyx aprì gli occhi di scatto, sembrava quasi terrorizzato.

Guardò Axel mentre si metteva a sedere sul suo citar e quindi sopra di lui.

Il peso sul suo petto aumentò tanto da smorzargli il fiato mentre cercava di parlare.

“A-Axel…non…non…voltarti!”

Ma Axel ormai si era già girato verso le sue tasche.

Ancora in mente continuava a vorticargli quella maledetta A…

Adesso gli avrebbe tolto la roba di tasca, qualsiasi cosa fosse, e così si sarebbe potuto risdaiare a pensare a quel maledettissimo nome che Demyx non voleva dirgli.

E perché poi?

Per un attimo non capì davvero quello che stava vedendo.

Rimase immobile a fissare i pantaloni di Demyx.

Inarcò anche un sopracciglio mentre si chiedeva “Ma le tasche non stanno di lato? Allora perché c’è qualcosa tra le sue gambe che…”

Si bloccò.

Spalancò gli occhi senza distogliere lo sguardo dall’evidente eccitazione di Demyx.

Ed in quel momento il suo cervello gli fornì l’unico altro nome con la A che conosceva:

…Axel…

…il suo nome…

Si voltò di scatto verso Demyx che chiuse gli occhi, terrorizzato mentre le sue guance tornavano a colorarsi di rosso.

Axel mosse la bocca cercando di dire qualcosa.

Forse per chiedere spiegazioni, ma dalle sue labbra non riuscì ad uscire una sola sillaba.

“S-sono io?” riuscì a balbettare dopo quasi cinque minuti di totale boccheggio.

Demyx storse la testa di lato.

"Te l'avevo detto di alzarti..." mugolò.

"DEMYX CAZZO NON CAMBIARE DISCORSO!!! SONO IO QUELLO DELLA CANZONE O NO?!" urlò Axel afferrandolo per il colletto della giacca scura e scuotendolo con violenza.

Demyx scoppiò a piangere come un bambino.

"..si! Si eri tu!" confessò tra le lacrime, Axel si bloccò di colpo, il suo volto era furente. "T-ti prego non uccidermi..."balbettò Demyx.

Axel lo scagliò a terra con forza e sparì oltre le fronde del salice.

Demyx lo guardò allontanarsi.

"Axel!" gridò per richiamarlo.

Ma dalla sua gola la voce non uscì altro che un rantolo sommesso mescolato ai singhiozzi.

Strinse con forza il citar sentendo la rabbia e la delusione crescere in lui.

Si alzò di scatto e spaccò il suo strumento contro il salice.

Lo spezzò a metà con un solo, violentissimo colpo. Poi crollò in ginocchio, piangendo.

Abbracciò le due parti, distrutto dal dolore, e rimase lì...da solo...
c.c
primo primo cappy!!!

ora continua, non vi preoccupate^^

vedrete, vedrete!

ahahahahah!

  
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