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Autore: _Saoirse_    23/01/2013    1 recensioni
Piccola riflessione personale sul mondo delle favole. Riflessione su come, al giorno d'oggi, molte persone abbiano abbandonato il piccolo Peter Pan che vive in loro. Constatazione del fatto che, personalmente, terrò sempre una finestra aperta per Peter!
Spero vi piaccia :)
Genere: Generale, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Piccola nota personale, vi consiglio di ascoltare "L'isola che non c'è" di Edoardo Bennato, è semplicemente fantastica)

La mia paura più grande?


Non credere più nelle fiabe, quelle che da piccolo ti facevano sognare, quelle che ti facevano rimanere sveglio la notte ad attendere Peter Pan alla finestra, causandoti solo un forte raffreddore a causa del vento gelido della notte. Ma alla fine non importava, tu eri sicuro di aver visto quella stella, che indica il cammino verso l’Isola che non c’è, brillare più delle altre. Eri convinto di aver intravisto, in quella coltre di nubi nere, le luci del vascello volante di Peter Pan. Oppure quelle fiabe che in qualche modo ti infondevano un po’ di coraggio, che ti facevano pensare che se un solo principe era riuscito a sconfiggere un enorme drago, perché tu non avresti potuto sconfiggere i tuoi mostri?
Ma poi, con il tempo, gli adulti ti spronano a crescere, a rimanere con i piedi per terra, perché le fiabe sono solo un’invenzione di persone molto brave a scrivere; le fiabe non esistono, i loro personaggi non esistono.
E quindi ti fanno chiudere quella finestra che tu tenevi costantemente aperta, perché ci credevi e ci credi anche adesso … anche se, probabilmente, non così fermamente come un tempo.
E così cresci, secondo le loro regole, però prima o poi arriva quel momento in cui ti fermi, ti volti, guardi indietro e  rivedi te stesso quando eri un bambino spensierato con in mano quel libro di fiabe ormai consumato e magari ripensi anche ai litigi con i più grandi, dove affermavi senza che nessun dubbio sfiorasse la tua mente, che i personaggi delle fiabe erano reali e vivevano tra di noi o, in qualche modo, vicini a noi.
Ti volti nuovamente, tornando con i piedi per terra come vogliono loro e con lo sguardo fisso sul presente, ma non puoi fare a meno di sorridere a quello che hai appena visto nella tua mente.

Ecco, proprio in questo momento ci sono due varianti di quel tipo di sorriso.

Il primo sorriso è accompagnato da un leggero scuotimento del capo e uno sguardo basso, triste.
Il primo sorriso, appartiene ad una persona che ha smesso di credere nelle fiabe, nella fantasia.
Il primo sorriso è di una persona che si è lasciata catturare dal mondo dei grandi, ha messo in primo piano i problemi e le cose dei grandi e, diciamolo, si sente un po’ stupido nel ripensare a sé stesso mentre difende a spada tratta dei personaggi inesistenti, però al tempo stesso si sente giustificato, perché era ancora un bambino quando lo ha fatto.
Queste persone, nel momento in cui riparte la loro vita, riprendono a camminare com’è stato insegnato loro, con le spalle diritte e a passo spedito, senza guardare in volto chi passa di fianco e lasciano che il bambino sperduto nella loro mente rimanga in quell’angolo chiamato passato.

Il secondo sorriso invece è ampio, felice, accompagnato da un rossore sul viso e da un luccicare vivo negli occhi.
Il secondo sorriso appartiene ad una persona che crede ancora fermamente nelle fiabe, che tiene ancora aperta una piccola finestra in attesa che Peter Pan arrivi, anche solo per ascoltare le sue storie.
Il secondo sorriso è di una persona che, nonostante le imposizioni, non ha abbandonato il piccolo Bambino sperduto che vive in ognuno di Noi, ma al contrario lo ha protetto, ha fatto si che diventasse una parte integrante della propria persona.
Queste persone, nel momento in cui riparte la loro vita, non riprendono a camminare com’è stato loro insegnato, se ne fregano degli insegnamenti ricevuti e ripartono saltellando, con uno sguardo fiero e felice sul volto, quasi strafottente (come quello di un bambino che vede cose che alcuni adulti non riuscirebbero nemmeno ad immaginare), accompagnato da quel sorriso che vorrebbe urlare “Io ci credo ancora. Io riesco ancora a vedere le nuvole che si spostano al passaggio del vascello; Io cerco ancora Peter Pan nel buio della notte, perché io ho ancora dei pensieri felici per poter volare! Mi serve solo della polvere di fata; Io riesco ancora a vedere le luci che escono dal castello di Aurora a causa delle fate che litigano sul colore del suo abito; Io riesco ancora a sentire il canticchiare lontano dei sette nani mentre vanno al lavoro; Io riesco ancora a dire che credo nelle fate, lo giuro, lo giuro!!!”. 

Sono consapevole del fatto che la vita è e resterà un percorso difficile da affrontare, ma Io, ancora oggi, riesco a vedere sul mio volto il Secondo Sorriso … e lo vedrò Per Sempre.



Spazio Me:

Un saluto a tutti coloro che hanno letto questa piccola riflessione nata in questa notte fredda mentre leggevo per l'ennesima volta il Libro di "Peter Pan" e ascoltavo la canzone precedentemente citata. é stato un momento molto malinconico da cui mi son lasciata prendere per nostalgia. Ogni tanto mi fermo realmente a cercare, guardando fuori dalla finestra, Peter e la fatina Trilli e quando rientro in casa abbastanza infreddolita mi viene in mente che molte persone ormai hanno smesso completamente di crederci e ciò è veramente ... come dire, triste, si triste credo che sia la parola adatta.
In ogni caso vi ringrazio! :) 

  
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