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Autore: White Eowyn    23/01/2013    2 recensioni
Eowyn decide di partire per Imladris per chieder consiglio a Sire Elrond riguardo a suo zio Theoden, malato da tempo, ma sul suo cammino intravede Boromir e se ne innamora a prima vista: la giovane dama di Rohan lo seguirà di nascosto sino alla casa del signore d'Imladris, legando così il proprio destino alla compagnia dell'anello. Riuscirà Boromir a tener fede ai propri propositi riguardo alla compagnia dell'anello e si accorgerà della bella fanciulla dagli occhi tristi? Eowyn riuscirà a trovare la felicità tanto agognata? E Faramir, secondo figlio di Denethor, rimarrà indifferente alla bellezza di Eowyn o dovrà fare i conti con la propria coscienza per via del fratello Boromir?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boromir, Eowyn, Faramir
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Le bianche foglie d’ Imladris, oramai appoggiate sopra la nuda roccia, donavano luce ad un’uggiosa giornata autunnale: il vento, mite nel corso della mattinata, soffiava ora con violenza inaudita, penetrando le verdi foreste, le finestre delle case abitate e persino gli indumenti delle persone, attraverso i fori delle casacche lasciate semi aperte per pigrizia della gente che le indossava.
Nulla di tutto questo sembrò tuttavia, turbare l’animo dell’uomo dai neri capelli e dai bei occhi grigi, intento ad esporre con tono sostenuto la propria opinione: egli mostrava senza remore il proprio stato d’animo ai suoi interlocutori, resisi protagonisti delle sue attenzioni e di un concilio indetto da giorni, ma non ancora giunto al termine.
D’un tratto una cristallina voce si elevò sopra le altre, sovrastando con la propria incisività i pensieri altrui: codesto suono apparteneva a SireElrond Mezz’ Elfo, sovrano d’Imladris ed organizzatore del concilio.
Elrond annunciò la decisione presa da un hobbit seduto accanto a lui, un mezz’uomo d’aspetto serioso e proprietario di due enormi occhi celesti, nei quali vi si potevano  leggere l’incoscienza tipica della sua giovane età e la perplessità riguardante l’evento che di lì a poco si sarebbe verificato.
“L’anello sarà portato da Frodo a Mordor, come da lui deciso poc’anzi”  proclamò il signore d’Imladris, guardando in direzione dell’hobbit protagonista di una proposta così impegnativa.
Frodo, prima tanto coraggioso nel prender parola, ora si sfregava le mani imbarazzato, ammettendo  di non conoscere la via che conduce al Monte Fato, tenebrosa montagna di Mordor e generatrice dell’anello del potere.
L’intero concilio tacque di fronte a questa ammissione del mezz’uomo, tuttavia il silenzio non durò a lungo : venne interrotto dalle proposte sincere di Gandalf, il saggio stregone dalle vesti grigie, di Aragorn, uomo intelligente e ramingo del Nord e di Legolas, elfo appartenente al reame boscoso.
Essi giurarono davanti ad Elrond di accompagnare  Frodo sino alle pendici del Monte Fato, ma non furono i soli ad aderire alla proposta: si aggiunsero alla compagnia Gimli, un nano dall’aspetto burbero ma onesto ed altri tre hobbit, due cugini di Frodo ed il leale giardiniere Samvise Gamgee.
L’uomo dagli occhi grigi prima citatovi, guardò dubbioso in direzione dell’hobbit: i bei lineamenti del viso si contrassero in un’espressione preoccupata, si ravviò con una mano i lunghi capelli corvini ed avanzò con passo sicuro in direzione delle otto persone in piedi di fronte a lui.
Boromir, questo il nome dell’affascinante essere umano, diede voce alla propria decisione sofferta: dato che la risposta per la quale era giunto ad Imladris a chieder consiglio era stata ottenuta, sarebbe partito con gli altri membri della compagnia, deviando infine il proprio percorso per raggiungere Gondor,  sua terra natia.
 
Elrond soddisfatto proclamò la fine dell’assemblea e si diresse verso il proprio palazzo, le cui mura avrebbero ospitato i preparativi per il viaggio della bizzarra compagnia da poco formatasi.
Due grandi occhi vigili tuttavia, erano sfuggiti all’attenzione dei membri del concilio, grazie anche alla penombra formatasi dietro ad una radura non distante dal luogo della riunione: le cerulee iridi appartenevano ad una furtiva ragazza, dalle bianche carni e dai lunghi capelli biondi, in quell’istante mossi dal vento.
Stufa di rimanere genuflessa dietro ad un albero, la fanciulla si alzò in piedi, facendo sempre attenzione a non essere vista dagli esponenti dell’assemblea, desiderosi in quel momento di abbandonare il concilio per dedicarsi ai propri affari : un’espressione sollevata le si dipinse sul volto, mentre un turbinio di riflessioni e di sentimenti contrastanti affollavano la sua mente.
“E’ giunta l’ora della partenza e nulla sarà più come prima, almeno per me” pensò tra sé e sé la ragazza, mentre scostava le foglie attaccate alle vesti vermiglie “ Boromir ha fatto la sua scelta, non lasciandomi alternativa : il viaggio potrò anche essere costellato da pericoli, ma non posso rinunciare proprio ora…. La mia vita è legata al destino della compagnia dell’ Anello ora e volente o nolente, dovrò percorrere i loro passi senza farmi notare.”
Immersa nei propri pensieri, la ragazza dai biondi capelli emise un sospiro ammirando la propria spada incorporata alla cintura di cuoio, le cui incisioni brillavano lungo l’elsa : due cavalli, simbolo della casata d’appartenenza ed un nome, il suo nome, Eowyn, dama di Rohan.
Il rumore improvviso di uno scoiattolo attirò l’attenzione della bella dama, costringendo Eowyn ad allontanarsi dalla raduta, muovendo i propri passi in direzione di un ruscello vicino nel quale ella poteva rinfrescarsi, dopo il lungo appostamento di quella giornata.
 
Non sapeva che, non molto distante dalla radura, un uomo seguiva i passi della fanciulla con sguardo interdetto : Boromir ammirò la bellezza della dama senza proferir parola, domandandosi perché un esponente della casata reale di Rohan si trovava  ad Imladris, senza peraltro presentarsi al cospetto di Sire Elrond.
  
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