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Autore: Utahime    23/01/2013    2 recensioni
« Ulquiorra.»
Il moro abbassò il viso e fissò l’altro per qualche secondo, senza dire nulla.
« Sì? »
« Vaffanculo. »
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Schiffer Ulquiorra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Questo tuo comportamento sempre più irrequieto non mi piace per niente, Grimmjow.
Non va affatto bene.
Perché non provi ad assomigliare un po’ ad Ulquiorra, eh? »

Queste parole rimbombavano nella testa di Grimmjow da stamani.
Aizen l’aveva convocato nel suo ufficio per rimproverarlo, come al solito.

« Chi ti ha dato il permesso di scendere sulla Terra e portare con te 5 Arrancar, eh?
Non puoi sempre fare di testa tua, lo sai benissimo.»

Grimmjow, però, amava fare quel che voleva.
Insomma, lui riconosceva la forza di Aizen, ovvio.
Sapeva benissimo che, in uno scontro, lo shinigami avrebbe avuto la meglio.
Ma non avrebbe mai accettato di sottostare ai suoi ordini come un mansueto cucciolo, no.
Andava contro il suo orgoglio, perché lui è il Re.
Un re forte, potente, sotto al quale tutti devono sottostare, senza fiatare ed emettere la più piccola obiezione.
Perché, un Re masochista come lui, che si divertiva a combattere, che provava piacere nel farlo e che desiderava diventare invincibile, doveva assomigliare ad un apatico come Ulquiorra?
Grimmjow non riusciva proprio a capirlo.
Beh, poco gli importava di quello che pensava Aizen.
Anche se c’erano 5 persone più forti di lui, sapeva di essere il migliore, senza alcun dubbio.
Nonostante l’evidente preferenza di Aizen nei confronti di Ulquiorra.

« Eh ma perché Ulquiorra qui, Ulquiorra là.
Ulquiorra ha fatto questo, Ulquiorra ha fatto quell’altro.»

Q
uesto era ciò che il cervello e le orecchie di Grimmjow riuscivano a percepire ogni volta che Aizen parlava della Cuarta Espada.
Tutte cazzate, insomma.
Per quale assurdo motivo lo elogiava tanto, eh?
Beh, forse perché erano l’uno l’opposto dell’altro.
Grimmjow era distruzione.
Ulquiorra era disperazione.
Grimmjow era il caos.
Ulquiorra era la quiete.
Però c’era una cosa a renderli simili : non gli importava nulla di niente e di nessuno, se non di loro stessi;
Stupidi, egocentrici ed egoistici bastardi.

~

Grimmjow passeggiava per i corridoi di Las Noches, con la solita aria annoiata.
Aveva voglia di combattere, come sempre, ma lì dentro non c’era nessuno che soddisfava quel suo desiderio, si inchinavano tutti di fronte a lui, perché avevano paura.
Sospirò e si appoggiò ad una delle tante colonne lì presenti con fare scocciato : Aizen gli aveva severamente proibito di scendere nuovamente sulla terra, quindi non poteva neanche combattere con quello shinigami dai capelli arancioni.
Le sue orecchie però, si rizzarono subito, quando sentirono una voce fin troppo familiare provenire dalla fine del corridoio.
La voce dell’unico Arrancar, che, probabilmente, poteva tenergli testa, lì dentro.
Si staccò dalla colonna e affrettò il passo, con già pronto sul viso il suo solito e tipico ghigno.

« Oh, oh, oh.
Chissà perché sei sempre qui, davanti alla porta dell’ufficio del boss.
Non ti stanchi mai di fargli da servetto personale, eh, Ulquiorra?»

Beh, sicuramente ora uno dei due Arrancar aveva trovato un passatempo.
L’altro, invece, non faceva nulla, se non reprimere una vena omicida.
Molto probabilmente.

« Non sono di certo affari che ti riguardano, non trovi?»

L’Arrancar moro alza un sopracciglio, chiedendosi chissà cosa diavolo voleva ora l’azzurro.

« Oh, mi riguardano più di quanto credi, invece. Sai, Aizen mi ha detto che devo assomigliarti di più.»

Grimmjow si avvicina all’altro con fare deciso, sicuro, senza paura.
Ora sono l’uno di fronte all’altro.

« Perché?
  P
erché preferisce un debole come te?
  Perché non preferisce il Re, eh?!  »

Ulquiorra, però, sembra rimanere impassibile.
E questa è una cosa che Grimmjow ha sempre odiato.
Nonostante i continui stuzzicamenti da parte della Sexta, la Cuarta era sempre indifferente, apatica.
Non reagiva.

« Allora, eh?!
Non puoi neanche reagire e parlare per te stesso, se quel testa di cazzo non te lo dice?!  »

La finezza e la calma sempre prima di tutto e al primo posto, eh, Grimmjow.
Eppure, dovresti saperlo, che più lo provochi, più Ulquiorra ti ignorerà.

La Cuarta sospira, sa perfettamente che finché la Sexta non avrà sfogato tutte le sue frustrazioni contro di lui, non lo lascerà in pace.
Ormai c’ha fatto l’abitudine.

« Ulquiorra, rispondimi! »

G
rimmjow prende Ulquiorra per il colletto, sollevandolo da terra.
Oh, bel vantaggio essere più alto del moro di 20 centimetri, eh?
Sembra quasi un bullo che chiede i soldi al povero sfigato di turno.
Ma non è il momento di fare paragoni del genere.
Si fissarono negli occhi l’un l’altro per circa un minuto.
Un minuto di puro silenzio, nel quale Grimmjow non fece altro che tentare di sostenere lo sguardo apatico dell’altro.
Cercò, quasi, di rendere i suoi occhi azzurri vuoti.
Come quelli verdi che aveva di fronte a sé.
Missione che fallì, però.
Lasciò che la Cuarta tornò con i piedi a terra, ma erano ancora uno di fronte all’altro.
La Sexta mollò un pugno al muro, quasi nel tentativo di liberare la sua anima dal tormento che provava in quel momento.
Sì, Grimmjow si tormentava.
Un tormento che, probabilmente, sarebbe finito solamente quando avrebbe governato l’intero Hueco Mundo.
Oppure, quando avrebbe capito cosa c’era così importante in Ulquiorra.

In fondo, tutti i Re, prima o poi impazziscono.

Sospirò e fece cadere il braccio a peso morto, aveva praticamente sfondato la parete, con quel gancio di prima.
Un sorriso amaro gli comparve in volto, ma nel giro di 2 secondi era già svanito.

« Tsk.»

Chinò il capo e si appoggiò sulla spalla del numero quattro.

« Ulquiorra.»

Il moro abbassò il viso e fissò l’altro per qualche secondo, senza dire nulla.

«Sì? »

«Vaffanculo. »

Grimmjow non riusciva proprio a capire perché Ulquiorra gli interessasse così tanto.
Erano uno l’opposto dell’altro, erano così diversi e così distanti, non c’era nulla, secondo l’arrancar dai capelli color puffo, che li accomunasse.

Forse, però, era la così grande differenza fra di loro, il motivo che Grimmjow cercava.

Il motivo per cui la Sexta era così attratta dalla Cuarta.
  
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