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Autore: gemellina e redRon    13/08/2007    13 recensioni
“Santa pazienza, come siete permalosi!”, intervenne Bulma per calmare un po’ la situazione, “Dovreste essere felici voi due maritini di passare una splendida ed interminabile settimana insieme!”.
“Io sarò felice solo se lui se ne andrà!”, disse Vegeta, indicando Goku.
“No, bello!”, ribattè Goku, “Tu te ne devi andare perché sono stato io a prenotare per primo questa casa!”.
“No, io!!!”.
“Non vedo dove sia il problema”, disse Chichi, “Ci sono due camere da letto”.
“Si, ma ci sono una sola cucina e un solo bagno! E io, sia chiaro, non voglio fare i miei bisogni davanti a Kaaroth che si lava i denti!!!”, esclamò Vegeta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Convivenza1

1.

Una splendida giornata di sole si abbatté folgorante sulla Capsule Corporation.

Erano solo le 12,30 e per fortuna divina Trunks e Bra si trovavano a scuola da un bel pezzo.

Vegeta stranamente guardava la televisione, e l’infaticabile Bulma poltriva a letto.

“Buongiorno… tesoro”, disse Bulma sbadigliando all’indirizzo del marito comodamente sprofondato sul divano.

“Alla buonora”, rispose lui senza mostrare effettivo interesse.

Bulma si guardò intorno in cerca di un qualche orologio, “Perché dici questo… che ore sono?”.

“Come che ore sono? E’ tardissimo! Dovresti essere a lavorare, non a poltrire!”, disse come a far intendere che le sue giornate fossero scandite da ore e ore di duro lavoro e sacrificio.

Bulma inarcò un sopracciglio.

“Ma che giorno è oggi?”.

“Come che giorno è??!!?? Hai forse perso qualche Venerdì? Oggi è Martedì…”.

“Ma Porc… Oggi è il mio giorno libero, è ovvio che passi la giornata a letto!”, disse al marito, facendogli capire che aveva commesso la cavolata del secolo.

“Va bene dormire, ma non stare fino a mezzogiorno ad arrotolarsi tra le lenzuola… capisco di essere il protagonista incontrastato dei tuoi sogni…”, disse ammiccando maliziosamente.

“Protagonista incontrastato dei miei sogni? Puah… vado a preparare la colazione”, e lo lasciò lì come un allocco.

“Colazione? Il pranzo vorrai dire... sono quasi le 13!”.

“Sì… ehm… il pranzo!”, disse disgustata dal sol pensiero, non era di certo idilliaco alzarsi e fare scorpacciata di fritture.

*

In un posto sperduto fra le montagne, una simpatica casetta col comignolo fumante accoglieva un’allegra famigliola in preda a piccoli screzi…

“Porca vacca baldracca, dove accidenti è quello scansafatiche di Goku?”, imprecò Chichi brandendo un mestolo di legno nella mano destra e una pentola a pressione nella sinistra, e agitandoli pericolosamente.

“E’ uscito”, disse Goten, mantenendosi a distanza di sicurezza per evitare di trovarsi la pentola a pressione come copricapo.

“E tu che ci fai qui?”, chiese con sgomento.

“Sai mamma… potrebbe risultarti strano, ma io qui ci vivo!”.

Chichi si dette una mestolata in testa: “Sì…cioè…volevo dire… ma non dovresti essere a scuola?”.

“Sì, ma c’è disinfestazione! Hanno trovato dei pidocchi in classe di Trunks… e si suppone che a portarli sia stato Sampei”, non era neanche lui convinto di ciò che diceva, ma Chichi era troppo presa dall’ira crescente che provava nei confronti del marito per rendersi conto della piccola bugia proferita da Goten.

Goku intanto trotterellava allegramente nel bosco, battendo il sentiero verso casa.

L’orecchio bionico di Chichi avvertì il suo scanzonato fischiettare e si posizionò sulla soglia di casa con le mani sui fianchi e con il piede che batteva furioso sullo zerbino dove la scritta Welcome stava via via sbiadendo.

Goku ignorava la minaccia che si sarebbe abbattuta su di lui, da lì a poco.

“Dove sei stato?”, ruggì Chichi senza dargli il tempo di arrivare allo zerbino.

Goku fece qualche passo indietro per lo spavento.

“In giro…”, rispose vago, “… volevo andare da Vegeta, però poi quando sono arrivato davanti alla Capsule Corporation ho sentito delle urla sovraumane e quindi ho lasciato perdere”.

Chichi stava assumendo un colorito sempre più rosso, l’ira stava per esplodere.

“Sì certo, e che cosa vuoi che me ne importi? Eh?”.

“E cosa le interessa, signorina so-tutto-io?”.

“Punto primo sono una signora se ancora non lo avessi capito…”, lo sguardo vacuo di Goku però non lasciava presagire che aveva capito il punto del suo discorso, “…ah certo, tu non lo puoi sapere visto che quando ci siamo sposati pensavi a perfezionare tutte le tue tecniche per sconfiggere quello stupido Esercito del Fiocco Verde!”.

“Rosso! Il fioco era Rosso… non Verde!”.

“E chissenefrega!”, ululò.

“E allora, posso sapere cosa desta il tuo interesse?”.

“MI INTERESSA IL KG DI CIPOLLE CHE DOVEVI COMPRARE!”.

Goku si ritrasse ancor di più, neanche il peggiore dei nemici che aveva affrontato reggeva il confronto con lo sguardo arrossato e i capelli arruffati che Chichi sfoggiava nei suoi attimi d’ira.

“Beh… io…”, deglutì più volte, “…sì, sai com’è, no?”.

“NO, NON LO SO COM’E’! COM’E’?”.

Goku grondava di sudore e cercò di allentare il colletto della Polo che indossava, ma sembrava incollata.

“Ecco, vedi… io… l’ho dimenticato!”.

Attimi di silenzio li sovrastarono, solo gli occhi di Chichi stavano per esplodere. Goku ormai non aveva altro da deglutire.

Attendeva paziente la sua fine.

“IO VADO DA MIO PADRE!”, furiosa come non mai sbraitò senza fine, sovrastando anche la musica a palla che Goten stava ascoltando.

Goku rimase pietrificato, non esistevano parole adatte per ribattere.

*

Nel frattempo nella dimora lussuosa del Principe dei Sayan e della Principessa Cibernetica, il Principe con tutta la sua regale movenza stava per baciare la sua dolce consorte, ma ella si ritrasse.

“Adesso non posso darti neanche un bacio?”.

“No, dopo quello che mi hai fatto oggi!”, disse imbronciata incrociando le braccia al petto.

Vegeta non capì. Alla fine non era accaduto niente di così eclatante.

Le aveva solo fatto presente che aveva poltrito tutta la mattinata. La guardò di sottecchi, probabilmente aveva le sue cose.

“Un bacino piccolo piccolo…”, ritentò Vegeta, avvicinandosi a lei, ma Bulma si ritrasse nuovamente.

“No!”, rispose secca.

“Microscopico, invisibile, una sfioratina di labbra…”, il Principe dei Sayan non si arrendeva mai davanti a nulla, neanche davanti alla propria moglie che si rifiutava categoricamente di baciarlo.

“Ho detto di no!”, ribatté lei, indispettita.

Vegeta fece schioccare la lingua e la guardò con gli occhi ridotti a due fessure.

“Guarda che potrei violentarti seduta stante!”, suonava come una minaccia.

“Provaci!”, sibilò Bulma.

“Come vuoi”.

Vegeta stava per alzarsi dalla sedia, ma fu interrotto dall’arrivo di Trunks e Bra, che pretendevano che venisse dato loro del cibo dopo una mattina stressante trascorsa davanti ai libri.

“Credo proprio che dovrai rimandare, mio caro!”, disse Bulma, con un mezzo sorriso disegnato sulle labbra, “Davanti ai ragazzi non credo sia il caso”.

“Stavate per caso facendo quello che tutte le sere Trunks guarda in tv?”, chiese innocentemente la piccola Bra.

“Bra! Che cavolo dici???”, esclamò Trunks, diventando di tutti i colori.

“Allora non vedo dove sia il problema!”, disse Vegeta, tentando per l’ennesima volta di avvicinarsi alla moglie.

“Stammi lontano!”, Bulma spinse il marito con la poca forza che aveva, “Se solo tua madre e tuo padre fossero stati più attenti, non ti avrebbero concepito e la mia vita non sarebbe stata un vero inferno!!!”, urlò la donna al limite dell’esasperazione.

“Ah! È così che la pensi? Avresti voluto non avermi incontrato?”.

“Esatto! Sono troppo arrabbiata con te…”.

Detto questo, Bulma scappò via verso la camera da letto e Vegeta corse a farsi una doccia ristoratrice, perché per il Principe dei Sayan era la doccia a portare consiglio, non la notte.

La notte serviva ad altro.

I due coniugi lasciarono impietriti i due poveri pargoli che ancora fissavano il punto in cui Vegeta e Bulma erano usciti, imboccando direzioni opposte.

“Moriremo di fame”, convenne Bra, tastandosi lo stomaco.

“Io so preparare le frittelle!”, disse Trunks entusiasta.

Il viso della piccola Bra si illuminò di uno splendido sorriso.

Qualche istante dopo, mentre Trunks e Bra si ingozzavano con le frittelle, il grande e potente principe dei Sayan – che però si faceva intimidire dalla moglie – era immerso nei suoi pensieri, mentre il getto d’acqua calda colpiva il suo corpo statuario.

“Uffa…”, borbottò, “Ci deve essere un modo per riappacificarmi con Bulma…ormai lei è come una droga per me, non posso più farne a meno!”.

*

Nella famosa casetta sperduta tra i boschi e le montagne, un altro Sayan di nostra conoscenza stava seduto al tavolo a braccia conserte a pensare al litigio che poco prima aveva visto protagonisti lui e sua moglie Chichi.

“Mannaggia, stavolta l’ho fatta grossa!”, convenne Goku, dopo ore e ore di riflessioni.

“Pà, che schifo!”, esclamò Goten, “Ma che hai mangiato, topi morti?”.

“Ma no! Che hai capito?”.

“Ho capito che avevi fatto l’atto grosso in quantità industriali!”.

“Io intendevo un’altra cosa”.

Goten afferrò una sedia e si mise a cavalcioni accanto al padre.

“Cosacosacosa???”, si attaccò a radiolina il ragazzo, curioso di sapere cosa affliggesse il padre.

“Ho fatto innervosire la mamma e devo trovare un modo per far pace”, spiegò Goku.

“Beh, se vuoi far pace con mamma, portala in vacanza”, consigliò Goten al padre, come uno che la sapeva lunga in fatto di ragazze, “Alle donne piacciono le vacanze romantiche, possibilmente in riva al mare, in compagnia dell'’uomo dei loro sogni”.

Goku rimase un attimo scettico.

“E…chi sarebbe l’uomo dei sogni di tua madre?”, domandò scioccamente Goku, inarcando un sopracciglio.

“Tu, pirla patentato!!!”.

“Aaaahhh! Quindi tu dici di regalarle una vacanza romantica?”.

“Si”.

“E quanto mi deve costare?”.

“Senti pà, nel mio circolino c’ho un amico che si chiama Mitsuiko Takamoto e i suoi genitori hanno una deliziosa villetta al mare. La danno in affitto per poco tempo, potresti approfittarne!”.

“Tu sei un genio!”, esclamò Goku, afferrando la faccia del figlio e schioccandogli due baci su entrambe le guance.

“Si…bleah….vado a prendere il numero”, disse staccando il padre-ventosa dal suo corpo e asciugandosi la bava che aveva lasciato sulle sue guance.

Pensò anche alla carta vetrata per levare il passaggio appiccicoso del padre.

Continua…

  
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