Inginocchiato sull'erba, era rimasto immobile sulla sponda, lo sguardo conficcato lontano.
Le sesse scivolavano una sull'altra, ripetendosi come una nenia tragica.
Il lago respirava, rispettando il silenzioso canto di pace di quel tramonto.
Il giorno piombava nell'oscurità in un ultimo riverbero di sangue che bagnava di luce quegli occhi asciutti.
Ci fu un solo singulto alle sue spalle, un cavaliere che si accasciava sul prato, senza più forze, la testa fra le mani ed un liquido tremore sulla pelle.
Non ci furono parole fra i due.
Il lutto dipinse il cielo mentre la notizia galoppava con il cavaliere verso casa.
Crepitio di ossa e si sollevò, un ultimo sospiro sotto una cascata di stelle pulsanti.
Mosse un passo ed un altro, inoltrandosi in un mondo che rimbombava nel vuoto, seguito dal lago come un'ombra, che lo marchiava col sollievo della presenza costante.
Non si guardò indietro mentre affogava nell'oscurità del bosco.
NdA
Sono iperproduttiva, lo so, e la qualità lascia desiderare.
Non è davvero il caso di iniziare un'altra long. Però lo faccio lo stesso, perché mi piace incasinarmi le cose!
Dovete sapere (?) che di questa long è nata prima una one-shot spin-off (che, però, poteva essere letta anche separatamente) che stavo preparando per il contest Merthur is the way. La storia non l'ho pubblicata perché ho deciso di iniziare finalmente questa long (e quindi sarebbe stato strano pubblicare una spin-off di una storia non ancora interamente scritta).
Non è stato facile con i primi capitoli.
E' una storia che definirei statica, non piatta o monotona (poi, il giudizio sta a voi, ovviamente) ma ammetto che è forse fra le poche che ho scritto che mi piacciono.
Il prologo, molto breve, è solo uno scorcio su questo Merlino che, dopo aver "seppellito" Artù (pseudo funerale vichingo?) all'alba, resta tutto il giorno su quel lago e viene raggiunto da Percival, colui che porta a Camelot la notizia della morte del Re.
Beh, spero che abbia catturato la vostra attenzione.
Accetto critiche costruttive e distruttive!
Oh, il titolo è preso dall'omonima canzone dei Killers - talmente bella che sovrasta ogni definizione.