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Autore: segrel    14/08/2007    1 recensioni
Dacky è una ragazza dell’alta società. Ha tutto quello che una teenegers vorrebbe, vestiti, fama e successo. E l'unica cosa che però non può comprare è la libertà di decidere della sua vita che è sempre piena di impegni organizzateli dal suo agente. Durante un inaugurazione si imbatte nell’arrogante Micky Dolye, suo vecchio compagno di scuola che lei tanto detesta. Vedendo quanto il suo vecchio compagno è libero di fare ciò che vuole Dacky decide di scappare di casa assieme a quest'ultimo. Ma i problemi vanno affrontati. Micky è un ragazzo che non ha mete. Sempre in giro a divertirsi con i suoi amici o a criticare come lui stesso dice "gli ereditieri" della sua città. Incontra Dacky durante un'inaugurazione dove lavora lì. La prende in giro per la storia di cui tutti parlano ossia il suo fidanzamento ufficiale con Clark Parkinson. Non ostante non sia molto convinto decide di darle una mano quando capisce che la ragazza ha bisogno di evadere un pò dalla vita ripetitiva di tutti i giorni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
I soldi Non Comprano Tutto


Entrò sbattendosi la porta dietro le spalle poi appoggiandosi ad essa a testa bassa sospirò cercando di fare mente locale su tutto ciò che la rendeva così malinconica e profondamente sola. Era da giorni, settimane, no, mesi, no neanche.. anni, si, erano anni che si sentiva sempre così, ma no neanche anni era da tutta la sua vita.
Ripensò a quello che aveva dovuto fare in quella settimana che, finalmente per molte persone era finita, invece lei no, perchè per lei quella conclusione in realtà non era altro che un inizio di feste, sorrisi, discorsi troppo grandi per lei e di tutto quel falso che la circondava, e ciò che la rendeva ancora una volta nervosa e scontrosa era che dovevano ancora arrivare.
Alzò con fare stanco la testa accorgendosi che a male in cuore sapeva benissimo che quello in fin dei conti era anche quello che lei non aveva mai rifiutato. Tutto quel scintillare, tutte quelle persone raffinate, i balli, le feste, il saper ancora di più di quella persona che ti trovavi di fronte era tutto così grezzo, così finto, così, così insopportabilmente indispensabile purtroppo per qualcuno che ci viveva fin da piccolo.
Non si ricordava neanche quando era stata l'ultima volta che aveva sorriso e riso di gusto senza finzione, senza qualcuno che urlava.. azione! Ed ecco che cominciavano le risate finte fatte a fotografi, cameraman. Non si ricordava neanche quando era stata l'ultima volta che aveva frequentato una scuola, con aule, con palestra, con dei professori e sopratutto con gli studenti e poi, e poi si, i suoi compagni di classe, i suoi professori, la palestra dove giocavano, la sua aula, la sua scuola. Quanti ragazzi avrebbero voluto non andare a scuola, quanti avrebbero voluto essere al suo posto..
Ma poi che c'era di incompleto nella vita che conduceva, perchè poi tutta questa malinconia?
Aveva tutto, amici di classe, la fortuna di essere un personaggio oltre che famoso importante insomma, un ragazzo della sua età mai e poi mai si sarebbe potuto permettere una simile reputazione, e poi i soldi non comprano tutto?
No, questo lo sapeva ma ah sì i suoi amici, bè ne aveva avuti tanti, c'erano quelli del vicinato, quelli della scuola, quelli che come lei ogni sera si agghindavano per quelle solite feste che lei tanto detestava, quelle dove chi sa perchè ne parlano tutti i giornali e sempre lei detestava ma, la gente non diceva, che una volta nella vita avrebbe voluto parteciparci? Già lei odiava tutto quel benessere così, così troppo, troppo per lei ecco.
E poi i suoi amici i suoi compagni di classe erano così disposti verso di lei e lei, lì era così importante ai loro occhi ma chi vorrebbe un amico che guarda solo la tua immagine e non la tua anima. La sua mente volò ai ricordi dei suoi amici e delle sue amiche più sincere e poi a lui. Già, quel ragazzo, quel tipo che la rendeva ancora più insopportabile.


 ***


Ancora una volta mescolo il cucchiaino nella tazzina del mio caffé.
Non ho nessuna fretta ma chi sa perchè tra le mie mani la certezza che ciò che contiene la tazzina sia ormai freddo mi fa capire che la mia voglia di rimandare questo momento sia veramente la soluzione più sbrigativa e facile e anche la prima che mi sia frullata in testa.
Porto alle mie rosse labbra il bordo della tazzina cercando di assaporare ciò che di sicuro ha perso tutto il suo gusto e sapore per la bocca ancora delicata e raffinata come la mia.
Caffé? No grazie.
E insieme anche una nota di rimprovero per colui o colei che avesse provato solo a chiedermelo.
Una ragazza del mio calibro bere quella brodaglia così amara, odiosa, calda, si, decisamente imbevibile e anche se ci aggiungi l'intera zuccheriera la situazione non cambia. Anzi, cosa ottieni? Niente altro che una bevanda orribilmente zuccherata che ti appuzzolisce per non dire che ti secca la bocca, e addolcisca la punta della lingua, e poi.. ecco che provi a mangiare qualcosa e tutti i gusti sballano, non più dolce, salato, acido, solo amaro. Amaro al solo pensiero e poi cos'altro? Si, dicono che ti faccia diventare nervosi. Tutta colpa della caffeina che porta effetti sul nostro organismo come l'insonnia, l'eccitabilità, l'aumento della secrezione gastrica, l'aumento del metabolismo e per non parlare della pressione! No, grazie.
Caldo al punto giusto, nero, dolce e da bere tutto d'un fiato senza aspettare o fare troppi complimenti. Così mi piace, non è proprio una bevanda da gustarsi con calma cercando di assaporarne ogni singolo sorso, meglio berlo tutto d'un fiato e poi via con un bicchiere d'acqua ma liscia non gasata, troppe bollicine ti farebbero risalire il gusto in bocca e non ne vale la pena se hai appena cercato di sbarazzartene.
Decisamente freddo.
Dannata bevanda.
Non riesce neanche a portare un pò di calore nel mio stomaco già chiuso e insofferente, perchè provarci. Mi riporto la tazzina sulle gambe mentre una goccia di caffé sfuggita mi bagna il lato anche sinistro del mio pollice.
Dannata bevanda.
Si anche appiccicosa e dall'odore indelebile. Mi alzo dalla sedia andando verso il tavolo centrale del mio camerino alla ricerca di qualcosa in particolare. Ricordavo di avere una grande scorta di fazzolettini. Ma perchè ogni volta che si cerca qualcosa quel qualcosa sembra non farsi mai trovare? Inutile più le cerchi le cose più sembrano svanirti dalle mani.
Dannata bevanda.
E ora devo anche tenermi l'odore di questa pappetta, si pappetta sulle mie delicate e profumatissime mani, dannata.
Appoggio la tazzina sulla mia toilette, devo trovare un fazzolettino ma l'immagine riflessa davanti a me mi fa arrestare. Rimango a specchiarmi per un pò cercando di analizzare ogni tratto del mio viso.
Ovale, con le labbra a forma di cuore, proprio come i bambini piccoli, gli occhi piccoli color spento, no semplicemente verdi, le punte delle orecchie troppo sporgenti, si diciamo che se non fosse per i lobi ben attaccati al collo sarebbero a sventola, il nasino troppo all'insù e quelle cavolo di sopracciglia troppo folte in questo ultimo periodo, per non parlare del brutto colore dei miei capelli, un bel rosso mi sarebbe piaciuto di più al posto di questo colore indeciso che più che al castano tende a un rosso spento con riflessi ramati e poi il sorriso così indeciso e per niente sincero, sembra forzato più che da me da qualcun altro e i denti! Sembrano quelli che hanno ancora i bambini, certo sono dritti ma sembrano anche che tra l'uno e l'altro possa passare un tir e non di dritto ma di lato. Cavolo non trovo proprio niente di bello in me e negli altri, come il caffé eppure non posso fare a meno né dell'uno né dell'altro.
Bè cerchiamo di non essere troppo negativi la serata lo è già di sua non c'è bisogno che ci aggiunga anche del mio visto che in questo sono un genio, in fondo mi sono dimenticata di elencare la mia corta fronte.





  
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