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Autore: chiacchia    25/01/2013    2 recensioni
Titolo: Di protesi, acquari e carezze
Fandom: grey's anatomy
Personaggi: Callie Torres, Arizona Robbins
Genere: sentimentale, fluff, drammatico
Avvertimenti: ricordare l'incidente aereo e inizio stagione 9
Note: NB non avrei MAI voluto inserire un acquario, ma ahimè, sto cercando di tenere in vita i due pesci rossi di mia cugina di 4 anni e la cosa è entrata nella stesura della fic xD mi ucciderei..che pena..
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nona stagione
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Arizona sentì Callie entrare in casa e sbattere la porta, come se, nel caso stesse dormendo, volesse svegliarla di proposito. Arizona allora si ritirò sotto alle coperte e tese l'orecchio: la sua compagna si stava avvicinando a grandi passi alla porta della camera. Nel giro di pochi minuti sarebbe arrivata la ramanzina, l'ultima cosa che Arizona voleva sentire.

Come da previsione Callie aprì la porta della stanza da letto, le strappò via di dosso le coperte e spalancò la finestra.

adesso tu reagisci” esclamò. E non le guardava la gamba, o meglio, quello che era rimasto della sua gamba dopo l'amputazione, ma la stava guardando dritto negli occhi. Arizona aveva inteso la debolezza di sua moglie quando guardava nella direzione del suo arto mancante, come se si sentisse in colpa, come se tutto, dolore fisico e psicologico, le fosse dovuto. Ma in quel momento il suo sguardo non vagava per la stanza per poi posizionarsi sulle sue gambe, no. La guardava seria e decisa.

non c'è motivo per cui dovrei reagire” rispose, alzandosi a sedere sul letto

oh, sì. La parte peggiore l'hai superata.”

cazzo Callie ma allora non capisci? Niente va come dovrebbe andare!” gridò allora frustrata la bionda

NIENTE?! Hai avuto un recupero formidabile, nel giro di poco sei riuscita a stare in piedi e fare interventi di un paio d'ore! Non avevi neanche più bisogno della stampella e adesso ti fai buttare giù da una cosa del genere?? ” Callie era in piedi, ferma sulla soglia della porta della camera ,che aspettava una risposta. Risposta che non tardò ad arrivare.

tu non hai idea...” sibilò

sì che ho idea, da chirurgo ortopedico credo proprio di sapere cosa sia la sindrome dell'arto fantasma!”

bene, ma non l'hai provata, non eri su quell'aereo, non sei rimasta una settimana dispersa in un bosco con una gamba che zampillava sangue e pus e non senti un male atroce provenire da una gamba che non c'è più e per la quale TU hai dato l'ordine di tagliare!”

no, non l'ho mai provato, ma sono stata sbalzata fuori dal parabrezza di una macchina, incinta di nostra figlia e sono stata in coma per giorni...può bastare?” detto questo, Callie uscì dalla camera, lasciando Arizona con l'amaro in bocca.

 

Forse era vero, il peggio ormai era passato. La protesi non le faceva più male e per la sindrome la stavano imbottendo di farmaci. E allora perchè non aveva voglia di fare niente?

Nessuna voglia di tornare in ospedale, di vedere Karev e i loro pazienti, di operare e parlare con famiglie. Men che meno camminare con un sorriso stampato sulla faccia attraverso i corridoi di pediatria, pensando alle palle che avevano i chirurghi pediatrici e a quale posto magico fosse quello, dove a volte un bambino poteva sopravvivere a una malattia mortale solo esprimendo un desiderio, o schioccando le dita.

Perchè tutto questo non le importava più? O perlomeno le sembrava inferiore. Ma meno importante di cosa? Cosa le stava occupando i pensieri oltre alla sensazione di avere ancora la sua vecchia gamba attaccata?

Arizona lo sapeva benissimo ma non voleva ammetterlo nemmeno a sé stessa.

bugiarda” si disse.

Poi il suo ragionamento interiore fu interrotto dal rumore di sacchetti di plastica che Callie stava muovendo in cucina. Con un grande sforzo più psicologico che fisico,decise di andare ad aiutare sua moglie: si sistemò la protesi, si alzò in piedi, saggiò la gamba e poi mosse i primi passi verso la cucina.

Niente dolore, niente giramenti di testa. Tutto sommato stava bene.

Una volta raggiunta Callie, che era girata di schiena e stava svuotando un paio di buste di plastica, Arizona ruppe il ghiaccio con un tono di tregua:

non c'era bisogno di fare la spesa..” disse con voce calma

Callie si voltò e sorrise:

oh ma queste non sono buste della spesa”.

Arizona perplessa, si avvicinò al bancone della cucina e ispezionò il contenuto delle varie buste.

hai preso un...”mormorò incredula.

Sì! Completo di tutto!!” gioì estasiata la mora

tu sei matta...e chi ci tiene dietro?!”

una volta avviato non ci saranno problemi, basterà un cambio a settimana! E poi migliora le facoltà cognitive dei bambini..perchè nostra figlia dovrà essere sveglia e curiosa!”

Callie, Sofia ha solo due anni!!”

E allora? Non è mai troppo presto per incuriosirsi del mondo che ci circonda!”

Arizona guardò la roba sul bancone: una grossa vasca di vetro (per una sessantina di litri forse?), un tubo di gomma, un aeratore, un filtro con un paio di spugnette di riserva, ghiaia bianca e rossa, piantine di ogni genere, una piccola anfora e una lampada.

Dio, è un'acquario vero Callie!” esclamò Arizona sconvolta.

La sua compagna annuì divertita.

sei sicura di riuscire ad occupartene? Dai, insomma, bastava una piccola vaschetta di plastica e un pesciolino! Come pratica...”

Pratica??” chiese confusa l'altra

sì, pratica..ricordi il criceto?”

oh bè ma quello me lo avevano dato già malato al negozio di animali!”

ok, può anche darsi, ma la tartaruga? ”

Mark non aveva chiuso bene la gabbia, non è colpa mia se poi ha deciso di fare un giro di perlustrazione nel lavello!Dai Arizona, ce la posso fare...anzi, ce la possiamo fare”

Callie le prese le mani e la guardò serena. Arizona le strinse, sconfitta da quello sguardo, poi disse:

mi dispiace per prima...”

e si avvicinò al viso dell'altra

lo so...”

è così difficile...”

Callie le accarezzò il viso e lasciò che la bionda appoggiasse la testa sul suo petto. La cullò per un po', lasciandole dei leggeri baci sulla fronte.

Le era mancata tanto. Le stava mancando anche in quel momento. Sapeva che sarebbe stato un lungo percorso per riavere quella che un tempo era stata sua moglie, ma non l'avrebbe lasciata.

Proprio nel momento in cui le cose sembravano migliorare era sopraggiunto il problema della sindrome della gamba fantasma. Un'altra botta. Callie in cuor suo sapeva che sarebbe dovuto succedere, lo diceva a tutti i suoi pazienti che subivano delle amputazioni, ma vedere sua moglie era ben diverso. Vederla svenire in sala operatoria da un dolore, fittizio controllato dal cervello, sentirla agitarsi di notte e svegliarsi di soprassalto, grondante di sudore per chissà quale incubo. Non era ancora riuscita a parlarle di quella settimana passata nel bosco, con una gamba da amputare, con Mark morente, Lexie divorata dagli animali notturni e gli altri semi svenuti. Né gliel'avrebbe chiesto. Bisognava dare tempo al tempo, presto o tardi, le cose sarebbero venute fuori.

callie?”

Arizona ruppe il silenzio.

hm?” mugugnò la mora, senza smettere di accarezzarle i capelli

quelli dentro al sacchetto, lì dal lavandino, non sono pesci vero?”

A Callie si gelò il sangue.

Oddio, sì!” esclamò allora in preda al panico, suscitando la risata di sua moglie

e adesso cosa facciamo? Oddio, saranno lì dentro da quasi un'ora, qualcuno starà già agonizzando!”

calmati...” disse Arizona, poi si staccò da lei e andò a prendere una bacinella dalla lavanderia.

io li rovescio qui dentro, tu però prepara l'acquario!”

Callie smise di iperventilare e guardò sua moglie arrivare con il contenitore di plastica: camminava tranquillamente. Sembrava quella di prima. Forse un briciolo di lucidità passeggero, destinato a scomparire nel giro di breve, ma di sicuro Callie voleva viverlo e fece quello che le era stato ordinato.

Sciacquò la vasca, mise ghiaia e piantine, la riempì con acqua a temperatura ambiente e aggiunse filtro e ossigenatore.

 

Bè, sono carini..” disse Arizona, seduta per terra, mentre contemplava i pesci dentro alla bacinella.

mi hanno anche detto il nome del tipo di pesce rosso, ma non me lo ricordo” ammise l'altra.

a me piace quello bianco con la testa rossa..”

sì te lo concedo..è carino..” disse Callie.

dai, aiutami a spostare la vasca...” aggiunse, tendendole la mano.

Arizona l'afferrò e fece la prima cosa in cui si sentì utile, si sentì la vecchia Arizona prima dell'incidente: prese un lato della vasca, la trasportò con sua moglie fino a un piccolo mobile di ebano, la appoggiarono e misero in funzione lampada, filtro e ossigenatore.

bene, ora tocca ai pesci..” mormorò Arizona soddisfatta.

“ i pesci possono anche aspettare” commentò Callie, poi improvvisamente la baciò.

Un brivido percorse la schiena di Arizona, che in un primo momento rispose alle labbra calde di sua moglie, poi si bloccò.

non posso..non voglio..” disse

Callie si allontanò di scatto, come se l'avesse trafitta con una pugnale.

cosa vuol dire che non puoi?” chiese, cercando di ignorare quel dolore al petto che si faceva sempre più insistente.

Arizona si sedette sul divano, il viso tra le mani.

mi faccio schifo. Non puoi avere ancora la voglia di baciarmi” disse.

E finalmente si sentì liberata da quel fardello che non le permetteva di avere un briciolo di fiducia in sé stessa, di ricominciare una nuova vita, di tornare in ospedale, di occuparsi di sua figlia e dei suoi pazienti.

Sentì Callie avvicinarsi e sedersi accanto a lei.

tu non hai idea di quanto mi stai mancando...” mormorò con voce spezzata

e non so come fare a spiegartelo, ma sei sempre tu. Quello che provo per te non è cambiato.”

Arizona sollevò il viso e la guardò: gli occhi lucidi, il respiro corto. Stava male e lei l'aveva lasciata sola. Non le era stata vicino dopo la morte di Mark, non l'aveva aiutata con Sofia. Che razza di donna era diventata?

Arizona, saresti potuta morire. E in questo momento sarei stata sola a montare un orribile acquario, per poi accorgermi di aver ucciso i pesci appena comprati dentro a un sacchetto di plastica..l'ultima cosa che mi importa è quella gamba.” aggiunse

 

Questa volta fu Arizona ad annullare le distanze tra loro. La baciò stringendola a sé più che poteva. Lasciò che la lingua di Callie si insinuasse tra le sue labbra, e rabbrividì a quel contatto che da tempo non provava. Riuscì a lasciarsi andare e quando la mancanza d'aria le obbligò ad allontanarsi, mormorò un “ti amo”.

Callie sorrise, lasciandosi scappare una piccola lacrima.

dal momento che Sofia è all'asilo e non dobbiamo pensare a nulla, ti va di stare qui, sul divano, come facevamo prima?” chiese Arizona

sì ma non so se riuscirò a controllarmi..” rispose l'altra con malizia.

accetterò tutto di buon grado...”

e si baciarono di nuovo.

Callie poi sistemò una coperta sopra di loro e si strinse alla sua compagna.

aspetta..” mormorò Arizona.

Poi si chinò e sganciò la protesi dalla gamba, lasciandola cadere sul pavimento.

Sospirò e si appoggiò nuovamente a Callie.

La mora dal canto suo aveva guardato quell'operazione commossa.

Decise poi di fare qualcosa di simbolico: scostò la coperta, guardò il moncone che si intravvedeva da sotto i pantaloni della tuta e mormorò:

Posso?”

Arizona annuì. Callie allora le sfilò i pantaloni sotto lo sguardo divertito della moglie.

sto facendo una cosa seria, senza malizia” brontolò.

d'accordo allora...” rispose Arizona con un filo di voce, quando la parte rimanente della sua gamba venne alla luce.

Callie allora si chinò, per poi lasciare una scia di baci umidi fino alla cicatrice che segnava il punto dell'amputazione. Lì allora si prese il tempo necessario per accarezzare il taglio e lasciare dei teneri baci. Sentì la pelle frastagliata sotto alle sue labbra e Arizona che le accarezzava i capelli. Con un'altra scia di baci risalì fino al ventre della bionda, per poi staccarsi e guardala negli occhi.

grazie...” mormorò Arizona commossa

vuol dire tanto per me..”

non potrai mai farmi schifo...io ti amo...”

e annullarono la distanza tra loro.

  
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