‘Bieber, sei preparato sulla lezione di oggi?’
Diventai tutto rosso, speravo non mi chiamasse.  
‘Ehm.. sì, credo.’
‘Ok, stai pure al posto se preferisci’
‘Grazie’

…
*Dopo l’interrogazione*
‘Lo sapevo. Dovevo studiare. Perché non l’ho fatto? Mia mamma non sarà fiera di me. Non voglio deluderla, spero che lei possa capire. Devo assolutamente trovare qualcuno  che mi dia ripetizioni, altrimenti rischio di perdere l’anno’ pensai.
Guardai la classe confuso, scrutando ogni compagno per cercare di immaginare con quale avrei avuto in risultato migliore.
Poggiai lo sguardo su una ragazza, era la più brava della classe.
La mia scelta ricadeva su di lei, sicuramente.

Aspettai ansiosamente il suono della campanella e, sperando che lei accettasse l’invito, mi avvicinai a lei e cercai di allacciare un bottone, tanto per cominciare.
‘Ciao Megan’ dissi.
‘Hey Justin. Tutto bene?’ rispose.
‘Sì grazie, e tu?’ replicai imbarazzato.
‘Oh sì, sto bene. Volevi chiedermi qualcosa?’ disse sorridendo.
‘Sì.. sei libera questo pomeriggio? Voglio dire, avrei bisogno qualcuno che mi aiuti in matematica e visto che tu sei bravissima con le espressioni, volevo chiederti se mi potevi dare una mano.
Sai, ho appena preso un’insufficienza’ chiesi gentilmente arrossendo e fingendo di grattarmi la testa.
‘Certamente, io sono disponibile anche oggi. Tu quando puoi?’ replicò.
‘Sì, va benissimo anche oggi! Grazie mille!’ dissi sorridendo a trentadue denti.
‘Dove ci troviamo? Io ho la casa libera oggi’ rispose allegramente.
‘Per me è indifferente. Se tu puoi, io sono disposto a venire a casa tua’ esclamai.
-Scelsi casa sua. Vivo in una piccola casa, non siamo molto ricchi noi e mi scoccia far entrare amici. Lo so che non dovrei vergognarmi, ma è così-
‘Va bene Justin. Allora alle tre a casa mia. Ci vediamo dopo! Ciao!’ disse frettolosamente.
‘Grazie mille e ciao Megan!’ urlai mentre stava già scappando a casa.

Tirai fuori il cellulare dalla tasca e feci il numero di mia madre alla fermata del pullman.
‘Pronto mamma? Ho preso un brutto voto, ma te lo prometto, rimedierò. Proprio oggi alle tre vado a casa di una mia compagna, che mi da ripetizioni. Ora vado che è arrivato il pullman, ciao mami’.
Attaccai e salii sull’autobus.
Ormai non c’era più posto da sedersi, quindi sono rimasta in piedi.
Alle mie spalle sentivo persone ridacchiare, pensavo che stavano parlando di me. Ne ero certo.
Mi girai per guardare, sperando che non mi stavano prendendo in giro, ma rimani deluso.
‘Oddio, si è girato ahah’
‘Dite che avrà sentito?’
Il mio cuore si spezzò ancora una volta.
Solo perché non avevo vestiti firmati come i loro, non capivo perché non ero considerato un normale ragazzino.

Una volta sceso dal pullman..