[C
o l a z i o n e d a T i f f a n y
Essere
lui era una vera rottura.
Incapace
di smettere di sorridere come un cretino e deliziato dal suo riflesso
sulla
vetrina, decise di rimanere lì ancora un po’ per
deliziare di quella bella
giornata e di quel bel fustacchione che era.
Risatine
sommesse, qualche coro di “uao!” alle sue spalle,
un bambino che lo indicava
concitato e poi... Tom.
«Quanto
andrà avanti questa buffonata, Robert?»
domandò il riflesso dell’Hiddleston, osservandolo
severo. Povero Tom, non sapeva proprio godersi quelle piccole idiozie
che tanto
gli piacevano.
«Sai,
voi inglesi siete vagamente vampireschi. Insomma, guardati. Sei alto,
magro
come un palo della luce, pallido come le porcellane di mia nonna. E
quando
sorridi sei spettrale... te l’ho mai detto che sei
spettrale?»
«Innumerevoli
volte, anche davanti alle telecamere. Cosa che fa sempre bene alla mi
autostima. Insomma, forse occorre andare via. Qualcuno potrebbe
insospettirsi.»
Robert
alzò gli occhi al cielo.
Insospettirsi.
Chi mai avrebbe pensato che loro due fossero veramente
loro due. Sosia, erano due perfetti sosia. Certo, uno era
decisamente più bello dell’altro, però
erano perfetti. Tornò a guardare la
vetrina certo che prima o poi qualcosa avrebbe catturato la sua
attenzione.
«Forse
converrebbe che entrassimo.» disse dopo qualche minuto
«Forse
converrebbe che tu la finissi di sparare cazzate.» rispose
con decisione l’altro
interlocutore, non più al riflesso della vetrina ma stavolta
direttamente a
lui, e Robert notò che lo sguardo che aveva non prometteva
nulla di buono.
«Pensi
che ci arresterebbero?» chiese divertito.
«E te lo
domandi pure!?» rispose l’altro infilandosi un paio
di occhiali da sole.
«E il
regalo come intendevi comprarglielo, con la telecinesi?» Tom
si preparò a
rispondere ma poi si fermò a mezza via. Pensò che
per tutta la vita, uno dei
suoi più grandi desideri era stato comprare un anello da
Tiffany NY, un anello
da donare ad una donna che avrebbe amato poi per tutta la vita. Quella
donna
ancora non l’aveva trovata, ma aveva trovato una buona
occasione per andare a
visitare il negozio.
Scarlett.
Aveva
appena compiuto gli anni, e la parte maschile del cast si era ritrovata
completamente spaesata alla notizia, senza un regalo, senza neanche un
mazzo di
fiori. Si era sentito morire dentro e aveva voluto assolutamente
rimediare.
Così a fine riprese aveva chiamato un taxi per arrivare al
negozio con l’idea
di dare un’occhiata, senza sapere che Robert si era infilato
di nascosto nel
portabagagli.
«Io
entro e tu rimani qui!» esclamò stranito.
«Voglio
scegliere anche io qualcosa da regalarle. Non puoi avere
l’esclusiva.» Tom
scosse la testa contrariato. «E se non lo fai qualche
giornale potrebbe riceve
tue foto imbarazzanti.» Poteva davvero essere così
meschino? Poteva davvero
essere arrivato a tanto?
«Non
oseresti!»
«Scommetti?»
Tom
strabuzzò gli occhi, Robert sorrise
avvicinandosi alla porta e aprendola con una mano esclamò
mellifluo. «Dopo di
te.»
A pagina
18, con un bell’ingrandimento, scoprì un servizio
interessantissimo sulle
ultime novità in fatto di bizzarrie degli attori. Il suo
nome non compariva.
A tutta pagina, però, una foto a colori di Tom Hiddleston
ripreso da Tiffany
intento a comprare un bellissimo pendente.
Con lui,
davanti alla vetrina, c’era un uomo vestito da Iron Man.
Credo che a questo punto dovrei chiedervi perdono.
Perdono per questa stupidaggine che ho scritto ma che ho in testa da tipo tre giorni.
Non ho veramente resistito, scusate. In ogni caso, Robert è un idiota. Un idiota veramente bellissimo, ma pure sempre un idiota.