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Quando aprì gli
occhi…
Il terrore riempiva gli
occhi del bambino, quella strana luce viola che invadeva tutta la stanza
vorticava spaventosamente intorno a lui.
Il vago timore che aveva
nel compiere la trasmutazione umana e la speranza di poter correre tra le
braccia della mamma erano svaniti in meno di un secondo…quando la familiare luce
gialla dell’alchimia era diventata scura e senza
controllo.
Un tentacolo scuro
serpeggiò intorno al suo braccio…
Alphonse lo guardò con gli
occhi sgranati senza avere il coraggio di reagire…
Sentì che altri tentacoli
lo avvolgevano, le sue gambe, le sue braccia il suo
corpo.
La luce si fece più intensa
tutto divenne poco meno di un turbinio di colori.
L’unica cosa che riusciva a
distinguere era la figura accovacciata di suo fratello che si guardava intorno
terrorizzato…
Suo fratello…sempre più
lontano e piccolo…
“Fratellone!! Fratellone!!”
Strillò con quanto fiato aveva in gola, la voce tremava di orrore e
paura.
Edward si voltò verso di
lui…per un istante soltanto restò pietrificato…poi si stese tenendogli la
mano.
Alphonse la tese a sua
volta.. c’era quasi… l’aveva quasi presa!
Ma d’un tratto Edward venne
tirato indietro con forza e un tentacolo scuro avvolse la sua gamba
sinistra.
“No! Al!!”
Tentò ancora afferrare il
suo arto.
Alphonse aveva le lacrime
agli occhi e singhiozzava di paura…sentiva le sue gambe come dissolversi…sentiva
il suo corpo diventare sempre più leggero…
“Fratellone….aiutami…”
singhiozzò il bambino prima di svanire del tutto.
Una nuvola di fumo e dei
vestiti vuoti…
Quando riaprì gli
occhi…
Quando li riaprì era steso
a terra su un duro pavimento di pietra. Sopra di lui un grande soffitto a volta
adorno di affreschi…mosse le dita delle mani nelle quali la circolazione
sanguigna aveva appena ripreso il suo corso. Rabbrividì di freddo e si accorse
di non portare nulla indosso.
Respirò a fondo un odore di
chiuso e di…sangue!
Scattò seduto e fece
scorrere le pupille intorno a sé con timore.
“F-Fratellone?!” mormorò
spaventato sperando di vedere la figura di Edward venirgli in contro
assicurandogli che andava tutto bene.
Ma solo l’eco rispose alle
sue parole.
“Fratellone…”
Si alzò in piedi e si
accorse solo ora che si trovava al centro esatto di un immenso cerchio alchemico
come non ne aveva mai nemmeno sognati…perfino più grande di quello della
trasmutazione umana!
La
trasmutazione!
La
Mamma!
Di nuovo si guardò intorno
freneticamente…nessuno…
“Mamma?
Fratellone?”
Il suo sguardo incontrò una
figura lungi distesa accantonata al lato della
sala.
Corse in quella direzione
seguendo una flebile luce di speranza…
Ma quando la raggiunse
scoprì che erano solo un mucchio di vestiti accantonati, poco lontano una grande
pozza di sangue ancora fresco.
“Cosa
significa?”
Prese i vestiti tra le
mani.
Un paio di anfibi neri,
pantaloni scuri, una canotta anch’essa nera e una specie di ghiacchino a maniche
lunghe ed infine un lungo spolverino rosso sulla cui schiena era disegnata una
croce con un serpente.
Non si ricordava di averli
mai visti.
Li fece sfilare tra le
dita…
Un brivido gli corse lungo
la schiena.
Al!
Anche se non capì il perché
l’immagine di suo fratello riempì i suoi pensieri.
Strinse forte la stoffa a
sé e ne annusò l’odore.
Pianse sommessamente per
qualche minuto. Si sentiva così perso, confuso…così
solo.
Dopo essersi sfogato si
asciugò gli occhi e decise di esplorare il luogo.
Ma prima di alzarsi si
ricordò di non avere niente indosso.
Sopirò e si vestì con
quanto aveva trovato…gli calzavano leggermente larghi, più per corporatura che
per altezza, ma sarebbero andati più che bene.
Indi prese un sospiro e si
incamminò lungo la sala riempiendo il silenzio dell’eco dei suoi
passi.
Rose era seduta a terra
sotto il cielo della notte, stringeva il bambino tra le braccia e piangeva
lacrime dolorose in perfetto silenzio. Wrath era disteso a terra accanto a lei
debole e a metà tra la coscienza e l’oblio.
Un rumore di passi
interruppe il silenzio…qualcuno stava uscendo alla luce delle
stelle.
Rose scattò in piedi quando
vide la figura di Edward avvicinarsi a loro. Gli corse
incontro.
“Edward!”
Alphonse alzò lo sguardo e
la guardò con curiosità.
Rose si bloccò di
scatto…No. Non era Edward! Era un bambino…
Avrà avuto 10 o 11 anni al
massimo. Vestiva come lui però. E aveva gli stessi occhi
dorati.
Al la osservò ancora
qualche attimo e poi domandò: “Mi hai chiamato Edward! Tu conosci mio fratello?”
con un filo di speranza nella voce.
Rose al sentire quelle
parole sgranò gli occhi: “C-cosa? Tu…tu sei Al?”
Il bambino si stupì non
poco nel constatare che la ragazza sapeva il suo nome: “Tu…mi conosci? Per caso
è Ed che ti ha parlato di me?”
“Non…Al cosa…come puoi
essere…” Rose osservò il bambino confusa e spaventate ma non ci mise molto a
capire cosa fosse successo. “Questo significa che
Ed…”
Alphonse scattò nuovamente:
“Tu sai cos’è successo al mio fratellone? Dov’è? sta
bene?”
Rose si morse un labbro,
adagiò a terra il bambino con delicatezza, poi si chinò su Alphonse e lo strinse
in un forte abbraccio.
Il bambino rimase di sasso
mentre la ragazza lo abbracciava con forza e
dolcezza.
“Tuo fratello Al…ti voleva
forse troppo bene…”
Alphonse non capì, ma senza
sapere il perché lasciò scorrere due lacrime lungo le guance, si strinse a sua
volta a lei per sfogare il suo pianto tra i suoi
capelli.
“Va tutto bene Al…ti
riporto a Reezembol…”
Alphonse annuì continuando
a piangere. Era confuso e spaventato…
Ma l’unica cosa a cui
riusciva a pensare era il sorriso e la voce suo fratello che lo
chiamava.
Al…aspettami…
“Sì
fratellone…contaci!”