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Autore: Chilemex    25/01/2013    0 recensioni
In una giornata come tante altre, il quindicenne Mark si imbatte in Internet in una leggenda metropolitana ormai famosa: quella dello Slender Man, il mostro dalle sembianze semi-umane senza occhi che rapisce la gente, soprattutto i bambini.
La notte successiva Mark, spinto dalla curiosità, si inoltra nel bosco poco lontano da casa sua per cercare qualcosa che aveva visto da lontano; quella che lui definisce una "piccola avventura" si rivelerà essere il suo peggiore incubo...
Questa è la storia a capitoli con cui debutto nel mondo di EFP! Non ho molta esperienza in questo campo, anche se sono molti hanno che mi invento storie di questo genere, ma finora le ho sempre tenute per me. Ora ho deciso di condividerle con questo meraviglioso sito, pur sapendo che in pochi le leggeranno. Ma, in caso contrario... Buona lettura, e grazie mille! :)
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una delle classiche giornate in cui, tornato da scuola, Mark non aveva nulla da fare. E in giornate come queste un comunissimo quindicenne che cosa può fare? Può soltanto prendere il computer ed iniziare a girovagare su Internet. A dire il vero, non faceva nulla in particolare nemmeno su Internet, girava sempre sui soliti siti: i social network.
‘Che giornata pallosa’ pensava Mark, e in effetti quella giornata non era andata nei migliore dei modi, per colpa dei suoi stupidi compagni di classe che lo prendevano in giro in modo pesante, senza alcun motivo.
Cercò di sfogare la sua rabbia sull’unico strumento che sembrava comprenderlo: il solito Internet. Aprì YouTube ed iniziò a girovagare tra i video consigliati della sua lista. Ne trovò uno che lo colpì particolarmente, soprattutto per la miniatura che mostrava un ragazzo dalla faccia spaventata, su uno sfondo nero che sembrava rappresentare un bosco oscuro.
‘Cos’è questa cavolata?’ si domandò, e aprì il video che si intitolava “Slender - Scariest game ever!”.
Il video non era altro che il Gameplay di un videogioco per PC, chiamato appunto “Slender”, e nel video si vedeva la faccia del ragazzo nella miniatura ripresa attraverso una webcam, mentre un altro schermo più grande mostrava l’azione di gioco. Questo consisteva, secondo le istruzioni molto sintetiche date all’inizio, nel raccogliere otto pagine nascoste in giro per una buia foresta notturna.
‘Che cagata.’ si disse Mark, continuando a guardare il video.
Il ragazzo nello schermo, che parlava inglese ma con un accento di un altro paese, continuava a giocare e sembrava agitato, come se da un momento all’altro nel gioco avesse dovuto succedere qualcosa. E ad un certo punto qualcosa successe: la torcia del protagonista di gioco non visibile illuminò una zona in cui si trovava una strana sagoma, a quanto pare un uomo, alto e nero, e la sua comparsa fu accompagnata da un forte colpo di pianoforte creato ovviamente solo per far prendere più paura al giocatore
Fu tutto quello che Mark riuscì a vedere, perché un secondo dopo il ragazzo del video iniziò ad urlare spaventato e divertito allo stesso tempo, dirigendo il personaggio verso un’altra zona della foresta.
‘Che reazione esagerata, ma cos’era quella roba?’
Mark continuò a guardare il video, e scene simili continuavano a ripetersi, finché alla fine quando il ragazzo del video andò in Game Over capì che quella sagoma altro non era che un uomo senza faccia.
‘Tutta questa messinscena e queste urla per un uovo con lo smoking? Fa’ così solo per raccattare iscritti!’ pensò Mark, deluso. Ma quel gioco che aveva visto era riuscito tanto a deluderlo quanto a incuriosirlo, infatti andò a vedere altri video di questo gioco, fino a capire che questa figura che compariva, lo Slender Man, si trattava di una creatura immaginaria nata da una leggenda metropolitana su Internet; lo Slender Man, dicevano le informazioni che Mark leggeva, rapisce le persone e soprattutto i bambini con lo sguardo, portandoli con sé. Un brivido percorse la schiena di Mark, quando vide un’immagine alquanto realistica di ciò che avrebbe potuto essere lo Slender Man nella vita reale. Chiuse in fretta la finestra di navigazione, pensando ‘E’ solo una cosa immaginaria, come i draghi. Non può esistere’ ed era fermamente convinto di ciò che pensava, sapeva che lo Slender Man non esisteva.
La giornata passò come tutte le altre, e la sera alle 23:00 Mark andò a dormire.
 
Avrebbe dormito davvero serenamente, se non fosse stato per quel rumore che si fece sentire nel mezzo della notte.
La prima volta nessuno lo notò, la seconda volta fu impossibile ignorarlo: la finestra continuava a fare rumore, come se fosse rotta, e questo si faceva sempre più forte. Mark spalancò gli occhi e guardò in direzione della finestra, svegliato di soprassalto: era tutto normale, ma continuava a fare rumore. Solo quando la finestra si spalancò di colpo, investendo la stanza con un vento tremendamente gelido, Mark fu costretto ad alzarsi per andare a chiuderla.
Sapeva che stava sognando, ed è per questo che non ebbe problemi ad affacciarsi meglio quando, fuori dalla finestra, vide qualcosa muoversi alla base di uno degli alberi del grande bosco che affiancava casa sua (e si capiva che non era il vento a muoverlo).
‘Non ci sono animali qui’ pensò Mark, ancora mezzo addormentato. ‘Cosa sarà?’
Il grandissimo difetto di Mark era proprio la curiosità, che in quel momento purtroppo era ancora più forte della sua voglia di tornare a dormire.
‘Sarà una piccola avventura, andrò a controllare, che potrebbe mai esserci?’.
Si vestì silenziosamente con abiti pesanti, fuori faceva freddo, prese una torcia elettrica appoggiata sul mobile d’ingresso ed uscì di casa, dirigendosi verso il bosco. Se solo non l’avesse fatto …
  
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