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Autore: Alice Flange    26/01/2013    3 recensioni
Cosa faresti se una mattina ti svegliassi in un mondo vuoto?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freddo. Un freddo pungente entra nella stanza dove Emily sta dormendo a fatica. Questo la porta a svegliarsi e notare la finestra aperta. Si era dimenticata di chiuderla la sera prima. Si stropiccia gli occhi e scosta le coperte facendole cadere sul pavimento. Si avvicina al davanzale e lancia un'occhiata alla via illuminata dalla luce di quel giorno nuvoloso. Solo dopo un altro sguardo più attento si accorge che è totalmente deserta. Non una persona. Persino il parcheggio è vuoto. Nell'aria nebbiosa aleggia un silenzio remoto. Si volta verso l'orologio; è fermo sulla mezzanotte. -Emily..- un sussurro. D'istinto la ragazza si volta spaventata. Niente. Sembra quasi...provenire dall'esterno. Attirata da quella voce di bambina si dirige verso la porta di casa. Le stanze erano disabitate, i suoi genitori spariti, sul mobilio due dita di polvere. Senza darsi spiegazioni esce e scende le scale. Le piastrelle fredde sotto i suoi piedi nudi le fanno venire una leggera pelle d'oca sulle braccia scoperte dalla camicia da notte bianca. Il vetro del portone principale è rotto. Emily vi passa attraverso. Calore. Bagnato. Si era procurata dei tagli sulle gambe e sulle spalle. Non vi bada e prosegue, quasi ipnotizzata. Percorre il sentiero di ghiaia lungo le sue due curve per poi trovarsi di fronte al cancelletto. Rotto, stortato, fuso. Ne scavalca i rimasugli e immediatamente si trova nel bel mezzo della strada. Non vola una mosca. L'unico rumore appena percettibile è l'echeggiare del vento che fa muovere i rami delle piante che costeggiano i due lati della via. -Emily...- Di nuovo. Si gira. Nessuno. Un momento...Proprio dietro di lei in quel momento si materializza qualcosa. La ragazza non riesce a spiegarselo, sembra un vortice, un buco sospeso a mezz'aria. Tuoni. Una goccia, due. Inizia a piovere. Non riesce a distogliere lo sguardo azzurro ghiaccio dal buco nero. Quello sembra ingrossarsi lentamente. -Emily...- La voce proviene da lì. L'oscurità avanza inesorabilmente. La ragazza comincia a correre più velocemente possibile, non si volta. Continua a sorpassare caseggiati,ville, giardini. La strada sembra non avere fine. I piedi le fanno male, si tagliano sotto la ruvidità dell'asfalto. Dietro di lei si stanno scatenando delle forze maligne che avanzano, avanzano. Rallenta, si ferma, cede: si inginocchia al suolo, impotente. La sua camicia da notte è bagnata, sporca di terra. Ha un sapore dolciastro in bocca. Sangue. Si volta un ultima volta verso l'inizio della via e, frastornata dal suono del suo stesso nome, viene inghiottita dall'oscurità.

 

 

Si sveglia di soprassalto. Si guarda intorno. La sua camera. Era solo un sogno. Ansimante si tira su, sedendosi sul letto. Avrebbe dovuto prevederlo, tutto era stato creato dalla sua mente, dalla sua contorta e malata mente. Si alza a fatica e guarda fuori dalla finestra. Il cielo è nuvoloso e nell'aria nebbiosa aleggia un silenzio remoto. Tira un intenso sospiro. Guarda il paesaggio.

Il parcheggio è vuoto, la strada pure.


-Emily...-

  
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